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Autore: Saecchan    20/01/2008    0 recensioni
Questa fanfic, non è altro che frutto dei miei pensieri, in realtà non sarebbe neanche una fanfic, ma tante poesie e osservazioni messe in ordine. Teoricamente, è una Jyou x Ruki
Genere: Triste, Poesia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aiutooo! XD non so più cosa dire! >/// Purtroppo (per la vostra felicità anzi XD) è il penultimo :°°°

Tutto quello che accade et quello che dicono i pg, non è altro che frutto della mia fantasia.

L'angelo bendato

In autunno Ruki partì per un tour: per sei settimane, quarantadue giorni, e qualche ora, non avrei potuto vedere il mio ragazzo.
Per sei settimane, quarantadue giorni, e qualche ora, non avrei più trovato fiori blu al mattino.
Per sei settimane, quaratandue giorni, e qualche fottutissima ora, non avrei più potuto amare l'uomo che mi scalda il cuore.
Ce l'avrei fatta? Me lo chiedevo spesso, al mattino, durante le prove, quando mangiavo, quando ero al telefono con lui.
Di giorno, mi chiamava tre o quattro volte, per dirmi che tutto era okay, che stava bene e il tour andava avanti come al solito. Diceva che i posti che visitava erano stupendi, che ci saremo tornati insieme. Ma io soffrivo, soffrivo sempre, perchè volevo vederlo, toccarlo, poterlo abbracciare. E lui non c'era, era in un altro continente che cantava davanti miliardi di persone. Ma il problema si presentava quando pensavo che ci potevano essere delle groupie. Sì, delle acide puttanelle di sedici anni che seguivano gli artisti ovunque andassero. Quelle ragazzine di poco conto, quelle troiette venivano usate e gettate come fazzoletti, e l'idea che potessero minimamente toccare Ruki, mi faceva salire il sangue alla testa. Ma mi fidavo, e quando Ruki diceva che tutto era okay, allora lo era seriamente. Un giorno, durante le prove per il nuovo singolo, sentii delle risatine - di donna, ovvio - e gli chiesi allarmata se ci fossero groupie, ma lui rispose con un secco no, non ti preoccupare. E allora mi calmai, sebbene dentro di me qualcosa si stava per scatenare.
Ogni giorno era una liberazione, ma anche una pena, perchè ogni giorno erano delle ore in meno al suo ritorno, ma erano sempre più paure, paure di non rivederlo più.
Che mi venissero gli attacchi di panico, accadeva sempre di notte, quando mi coricavo in quel lettone a due piazze, desolato e triste come non mai, che sembrava mi inghiottisse in una nube di disperazione. Quel letto senza lui era una croce, era qualcosa che non aveva senso, faceva solo male. Mi assalivano delle vere e proprie ansie, mi sentivo stringere il cuore, e avevo una voglia matta di chiamarlo, ma se l'avessi fatto, avrebbe visto che non ero abbastanza matura da stare del tempo senza di lui. Non volevo che avesse l'idea che io fossi una pappamolle. E anche se lo ero- e lo sono- cercavo di nasconderlo, persino a me stessa. Mi dicevo: Jyou cara, tu non sei un budino, tu sei forte, tu ce la fai! Presto Ruki sarà qua, e vi divertirete, farete sesso dalla mattina alla sera, recupererete tutti i giorni che vi siete persi, uscirete, farete grosse passeggiate e ti porterà montagne di fiori e di regali!
Dopo tre settimane crollai, lo chiamai in mezzo alla notte e lui dispiaciuto rispose: se tu stai male, io torno, non me ne fotte del gruppo, del disco, dei fans, io torno.
Fu allora che capii una cosa.
Uno stupido concetto che finora aveva giocato a nascondino nel mio cervello. Noi siamo artisti. Noi viviamo per questo, per suonare, per divertire le persone, per divertire noi stessi. Se io adesso avessi tolto il divertimento a Ruki, avrebbe sofferto per sempre. Non puoi togliere il seno a un bimbo che ha sete. Non puoi togliere la luce alla rosa.
Quando capii questa cosa, iniziai a vivere meglio. Le giornate erano meno pesanti, e anche se quel letto mi dava tanta tristezza, imparai che il divano -se messa in una posizione apposita- è molto più comodo. [ma loooooooooool XDDDDDD nd.sae]
Bisognava soltanto cambiare punto di vista, togliere le fasce davanti agli occhi.
I sentimenti non vanno bendati, proprio come gli occhi, proprio come gli angeli.
  
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