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Autore: Michaelis Ashley Warblers    07/07/2013    5 recensioni
Questa fan fiction partecipa al Seblaine Challenge, organizzato dal grupp Seblaine Events.
Dalla storia
*Sì sono un gatto. E sì racconto questa storia. La mia (s)fortunata storia. Partiamo dal principio, altrimenti non capirete mai a pieno il mio essere.
La mia storia non inizia nel migliore dei modi e se mi trovo qui a scrivere la mia biografia c’è un motivo: voglio essere ricordato come il gatto più paziente della storia. *
Credo che il titolo parli da solo.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fan fiction partecipa al “ Seblaine Challenge” organizzato dal gruppo Seblaine Events

 
Prompt: gatto
 
 

Storia di un gatto e del giorno in cui arrivò in casa Anderson – Smythe.

 

A Sebastian, che da sempre divide
con me questo dolore.

 

*Sì sono un gatto. E sì racconto questa storia. La mia (s)fortunata storia. Partiamo dal principio, altrimenti non capirete mai a pieno il mio essere.
 
La mia storia non inizia nel migliore dei modi e se mi trovo qui a scrivere la mia biografia c’è un motivo: voglio essere ricordato come il gatto più paziente della storia. *

 
Era un freddo e piovoso giorno di Novembre quando Duchessa IV, ovvero mia madre, dette alla luce me e gli altri miei tre fratelli. Siamo venuti al mondo in un’elegante casa di persone benestanti, ma purtroppo queste persone non erano gentili.
 
Dopo pochi giorni dalla nascita, nonostante noi cuccioli avessimo donato tutto il nostro amore agli umani di casa, la padrona decise che non potevano tenerci perché eravamo tanti e non la facevamo dormire la notte perché miagolavamo sempre rovinandole il sonno di bellezza.
 
In tarda serata, quando fu sceso il buio, il padrone stanco delle continue lamentele della sua asfissiante ed isterica moglie mise i miei fratelli e me in uno scatolone pieno di coperte e ci lasciò sotto una tettoia abbandonata, vicino ad un palazzo enorme fatto tutto di vetri.
 

*Fin qui vi sarete commossi pensando poveri piccoli cuccioli – e se non lo avete fatto siete degli insensibili – ma sappiate che il peggio deve ancora arrivare. *

 
Come se non bastasse cominciò a piovere. Io e i miei fratelli ci riparammo sotto le coperte. Siccome ero il più coraggioso e autoritario della cucciolata, imposi loro di dormire e quando tutti caddero nel sonno anche io mi dedicai a questa attività.
 

*Non giudicate il mio linguaggio, sono pur sempre un gatto di nobili origini*

 
L’indomani quando mi svegliai la pioggia era cessata e il sole brillava alto nel cielo. Unico inconveniente? Ero completamente solo. I miei fratelli non c’erano più, non sapevo che fine avessero fatto, ma mi piaceva pensare che qualche umano buono li avesse portati a casa con sé.
 
Ero l’unico rimasto, avevo fame. Decisi di sfruttare la mia intelligenza fina, così quando sentii un umano avvicinarsi alla scatola farneticando:

<< Porca miseria! Mi sono dimenticato di nuovo l’anniversario. Se torno a casa a mani vuote Blaine stavolta chiede il divorzio. >>

Decisi di agire. Miagolai più forte che potevo per attirare la sua attenzione e quando la ottenni sfoderai uno dei miei sguardi più pietosi.
L’ umano mi guardò stranito, come se non avesse mai visto un gatto prima di allora.
 
<< Ehy, gattino che ci fai qui? >> mi disse.
 
<< Miao, Miao miaaaao. ( Secondo te? Mi ci hanno portato ) >> risposi, per fortuna gli umani non capiscono il mio linguaggio, per loro non parlo emetto solo adorabili suoni.
 
<< Lo sai che sei proprio carino? Aspetta un momento hai gli stessi occhi di Blaine. >>
 
<< Miiiiiiiiiiao miamaimaio. ( Grazie, so di essere bellissimo, scusa chi è questo Blaine? >>
 
<< Blaine. Certo! Tu potresti essere il regalo di anniversario per Blaine. Gattino caro, mi hai salvato dal divorzio, almeno per quest’anno. >>
 
<< Mimimiao ( Oh non ringraziarmi, ripeto chi è Blaine, dal nome a scemo? ) >>
 

*Si ho origini nobili, ma conosco anche il linguaggio della plebe e vi assicuro che se lo uso c’è un motivo*

 
L’umano da cui mi ero fatto trovare, e che non si era ancora presentato, mi sollevò da quella orribile scatola bagnata, mi avvolse nella sua raffinata sciarpa di lana e mi portò via da quella brutta tettoria.
 
Mentre viaggiavamo verso casa l’umano fece le presentazioni, disse di chiamarsi Sebastian Smythe e di essere sposato da tre anni con un uomo chiamato Blaine Anderson, il famoso essere con il nome a scemo, passò metà del viaggio a mettermi in guardia da questo Blaine. Mi disse che era un adulto poco cresciuto, aveva la sindrome di Peter Pan – come se io sapessi chi è questo Peter e qualcosa – ma che in fondo era dolce e coccolone proprio come me.
 
Quando quell’ enorme massa di ferro con le ruote si fermò, Sebastian mi disse di essere arrivato a casa. Mi portò via dal mostro di ferro e mi fece vedere una grande casa con un grande giardino; pensai che fossero dei nobili anche loro.
 
<< Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiao (Che bella casa) >> dissi.
 
Credetti che Smythe un po’ mi capisse.
 
<< Ti piace vero? Lo so è proprio bella. L’ho scelta io. Se davamo retta a Blaine a quest’ora vivevamo tutti in un camper trasandato e mal funzionante. Sai ha lo spirito dell’artista. >>
 
Poggiai le mie aristocratiche zampine, sul suolo casalingo e subito me ne pentii. Appena miagolai un grazie all’umano che mi aveva trovato vidi correre verso di me un nano vestito in una maniera indecente. Tentai di scappare e di tornare da Sebastian, ma il nano fu più veloce di me.
 
<< Ma sei adorabillissimo, guarda che bellissimo pelo lucente, sei un amore come ti chiami? >>
 
<< Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiao >> gridai verso Sebastian, con il terrore negli occhi.
 
Quest’ultimo carpì la mia richiesta di aiuto e disse, invano, al nano di lasciarmi andare.
 
<< Buon anniversario anche a te, Blaine. Non ha un nome il piccolino. L’ho trovato abbandonato in una scatola vicino all’ufficio. >> esordì Smythe.

L’umano di bassa statura mi faceva venire voglia di tornare nello scatolone, ma per fortuna a condividere con me quella sciagura chiamata Blaine c’era Sebastian, umano dal carattere affine al mio.
 

*Mi scuso con il gentile lettore per la breve interruzione, ma ci tenevo ad avvisarlo che siamo quasi giunti nel vivo della storia, dove capirà perché un gatto come me decide di scrivere un’autobiografia.*

 
<< Oh si buon anniversario amore, che gesto romantico. Hai donato a me questo gatto e gli hai salvato la vita. Sei proprio un cavaliere senza macchia tesoro. >>
 
<< Miao miaoooooo miao. ( Si certo, salvato. Non  ne sono così tanto sicuro, adesso. ) >>
 
 << Dobbiamo darti un nome >> disse Blaine  << Che te ne pare di Nuvoletta? Zucchero a velo? Zucchero filato? >>
 
A quelle parole graffiai la mano di Blaine e cercai rifugio presso il mio salvatore che mi prese in braccio delicatamente e ridendo disse a suo marito:
 
<< Blaine, credo che non piacciano i tuoi nomi a questo piccolino. >>
 
<< Ma perché? Erano tanto belli. >> disse il nano pieno di orgoglio, mentre piagnucolava per i miei delicati graffietti sulle mani.
 
<< Beh. Lo sai, la bellezza è soggettiva. Che ne dici piccoletto ti piace Montblanc? >>
 
<< Fammi capire, vuoi chiamare il gatto come un personaggio di Final Fantasy? >>
 
Montblanc. Montblanc. Si suonava bene. Era un nome di classe, un nome potente.
 
Leccai la guancia di Smythe in segno di accordo.
 
Il nano andò su tutte le furie.
 
<< Sebastian, tu non mi hai regalato un gatto. Mi hai regalato un altro te. >>
 
Il mio salvatore scoppiò in una fragorosa risata e invitò il marito a preparare la cena.
 
Mentre il nano malefico era ai fornelli Sebastian decise di farmi vedere chi era questo Montblanc da cui avevo ereditato il nome. Così accese uno strumento chiamato Playstation vi inserì un altro strumento chiamato disco e mi fece vedere sullo schermo un potentissimo mago Moguri. Aveva gusto Smythe. Saremmo andati d’accordo.
 
Blaine riemerse dalla cucina con tre piatti in mano, tutti contenente ottimo pesce, non c’era nulla da dire: era un umano strano e assillante, ma in cucina ci sapeva fare.
 
L’indomani i miei due padroni uscirono presto di casa, ma il nano malefico per mia sfortuna rincasò per primo. Disse che mi aveva comprato delle belle cose tutte per me, ma quando le estrasse dalla busta solo tre se ne salvarono ovvero: il set di scodelle in bronzo, la cuccia a baldacchino ed il topolino giocatolo, il resto erano tutti vestiti orribili.
 
Mi rincorse per tutta la casa e quando mi afferrò gridai:

<< Miaomiaaaao (Lasciami! Abbi pietà di me) >>
 
Mi infilò un bruttissimo maglioncino verde, un papillon rosso a pois bianchi e mi sistemò il pelo della testa tutto da una parte. Passò il resto della giornata a raccontarmi la sua vita e in più mi fece vedere il filmino e le foto del suo matrimonio con il mio padrone preferito. Finita la tortura corse in cucina dove sparì per un po’. Aspettavo con ansia il ritorno di Sebastian ero sicuro che mi avrebbe salvato.
 
Quando la porta di casa si aprì mi feci trovare sul divano da Bas – nomignolo che usava il nano per chiamarlo – e quando mi vide urlò:
 
<< Blaaaaaaaaaaaaaaine! Vieni qui immediatamente. >>
 
<< Buona sera amore, un attimo e sono subito da te. >>
 
<< No. Immediatamente vuol dire subito. >>
 
<<  Cosa hai fatto a quel povero gatto. Guarda come hai ridotto il povero Montblanc. Gli hai addirittura messo un fazzoletto nel taschino. Questo è maltrattamento di animali. Io ti denuncio al WWF. >>
 
Dopo la sgridata Blaine guardò Sebastian con aria affranta e dispiaciuta. Quando il mio padrone ordinò al nano da giardino di togliermi quella roba di dosso lo guardai con aria soddisfatta, quasi di superiorità.
 
Finita la cena ci mettemmo tutti e tre sul divano per guardare un film, ma solitamente finivano a coccolarmi. Blaine fece finta di essere arrabbiato con me, ma mi bastò sfoderare i miei puppies eyes – trucco imparato da lui tra le altre cose – che la sua sceneggiata crollò. Mi prese in grembo e mi accarezzò fino a che non mi addormentai, mi portò nella mia cuccetta reale e  andò in camera a fare la nanna con Bas – almeno così mi dicevano, ma io non ero convinto. Sentivo dei rumori molesti – non era mio compito indagare.
 
Sebastian mi ha insegnato molte cose e quando Blaine dice che siamo uguali ha proprio ragione.
 
È passato circa un anno e mezzo da quando sono venuto a vivere qui e le cose non sono cambiate più di tanto, Blaine prova ancora a farmi indossare orribili completini, ma io lo graffio e lui per farsi perdonare mi cucina il pesce e mi canta una canzone.
 
Vi starete chiedendo che regalo ha fatto Bas al nano per il loro anniversario. Ecco se l’è dimenticato. Invece Blaine gli ha regalato un bambino – come se i bambini si regalassero (?) – quindi il mio padrone preferito mi ha detto che tra poco avremo in giro per casa un piccolo Blaine.
 
Ci siamo entrambi scambiati un’occhiata di puro terrore, ma poi abbiamo riso – ebbene sì anche i gatti ridono.
 

*Sono giunto alla fine del primo volume della mia autobiografia, ti ringrazio gentile lettore per aver letto fin qui, il prossimo lo scriverò dopo l’arrivo del piccolo Blaine, che democraticamente Bas ha deciso di chiamare Matt, indovina? Blaine voleva chiamarlo Fufy. Per fortuna che Sebastian è qui con noi. Capisci adesso, oh gentil lettore cosa deve sopportare questo piccolo gatto?*

 
 
 
 

Gentilmente tuo,
Montblanc Anderson – Smythe
(Ovviamente più Smythe che Anderson )

 
 
 

Angolo delle note.

Eccomi qui.
Per questo nuovo prompt, ho provato a scrivere qualcosa di cinico – demenziale, ma credo che sia uscito solo il lato cinico xD
Niente con il demenziale non ce la faccio proprio, non la vinco mai questa battaglia.
Molto probabilmente ci sarà un seguito :)
Ringrazio la mia santa beta KlaineItachi
Devo chiedere perdono a Sepulveda, perché per il titolo mi sono ispirata ad un suo libro.
 
Vi ringrazio per aver letto questa OS e vi ricordo di recensire :)
Mi fa piacere la vostra opinione.
 
Un bacione.
 
 
 
 
 
   
 
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