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Autore: violetsugarplum    07/07/2013    3 recensioni
[Prompted Seblaine Sunday]
Tanto va Sebastian su Internet che ci lascia dieci dollari.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa one-shot partecipa all'iniziativa domeniche a tema organizzate dal gruppo Seblaine Events.



You're still in that t-shirt 



Come ogni venerdì sera da un anno a quella parte, Blaine tornava esausto dal suo turno alla caffetteria e, prima di fare le scale che conducevano all'appartamento, si fermava a prendere la posta dalla cassetta. Bollette, multe, una cartolina scritta con una calligrafia illeggibile che poteva essere solo di Cooper, ancora bollette, un richiamo da parte del padrone di casa e, oh, una busta.

Beh, quella sì che era una novità.

Era abbastanza grande, forma rettangolare -anche se un po' bitorzoluta- e, dopo averla soppesata per un momento, stabilì che era decisamente leggera.

“Chissà cosa c'è dentro”, borbottò tra sé e sé salendo i gradini mentre cercava senza successo le chiavi di casa all'interno delle tasche. Preparandosi già a sentire la predica, bussò alla porta.

Un ragazzo alto, estremamente bello perfino con un grembiule fiorato allacciato in vita, un mestolo che penzolava dalla mano e con la guancia destra sporca di farina, gli venne ad aprire. “Ciao amore! Hai dimenticato le chiavi anche questa volta, non è vero? Ora dammi un bacio”, disse piegandosi lentamente in avanti.

Blaine sbuffò diventando immediatamente rosso e lo spinse via con una manata poco gentile all'altezza dello stomaco. “Non mi chiamare così, Seb-”

“Quante storie!”, Sebastian andò in cucina ridacchiando. “Lo sai che sei il mio coinquilino preferito, nonché l'unico che ha avuto il coraggio di affittare un appartamento con il sottoscritto.”

Proprio come Blaine sospettava, in cucina regnava il caos più completo. Decise di non dire nulla e lasciare che Sebastian finisse di preparare cena. Era confusionario e sporcava più pentole del dovuto, ma i suoi piatti erano semplicemente deliziosi. Se Sebastian avesse continuato a cucinare così, gli avrebbe perdonato perfino la settimana prima, quando l'aveva trovato in atteggiamenti decisamente espliciti con tale Blake, la sua ultima nuova conquista incontrata una decina di minuti prima al bar -di cui già dal giorno successivo persero le tracce.

“Ah”, si ricordò solo in quel momento delle buste che aveva ancora in mano, dato che la pastella che gocciolava inesorabile sul linoleum era troppo ipnotizzante da non poterci fare caso. “Mi sono arrivati una multa, un richiamo del signor Jefferson e un pacco-”

“Oh, B, così disperato da farti arrivare i pacchi a casa perché non sei in grado di prenderli come il tuo amico Sebastian nei locali”, disse strappando letteralmente la busta dalle dita di Blaine, che era di nuovo diventato rosso per la poco sottile allusione. “Comunque questo è mio.”

Blaine lo guardò un po' confuso. “Ma... Ma se è indirizzata a me-”

“Lo sooo”, lo derise, interrompendosi subito notando l'espressione accigliata dell'amico. “Ho messo il tuo nome come destinatario per motivi di sicurezza, sai com'è.”

No, Blaine non sapeva com'era, ma decise di non addentrarsi ulteriormente nel discorso. “Che cos'è?”, chiese e, all'improvviso, sbarrò gli occhi. “Giuro che se è uno di quei giochini che vendono su quei siti pieni di virus-”

“Uh, e come sai che quei siti sono pieni di virus?”, Sebastian gli sorrise maliziosamente. “Non ti preoccupare, non è niente di quello -anche perché non mi vergogno a mettere il mio nome quando li compro. Circa due settimane fa ho ordinato una cosa da Internet...” Sebastian lanciò il mestolo sporco di sugo nel lavandino e iniziò a scartare frenetico, cosa che a Blaine ricordò tanto un procione alle prese con i bidoni della spazzatura. “Pensavo non sarebbe mai arrivata e pensare che ho anche speso di più per la consegna veloce... Oh, che bella.”

Blaine si aspettava una rivista, una locandina di un musical o, al massimo, una nuova custodia per il cellulare, ma mai e poi mai avrebbe immaginato di veder apparire tra le mani di Sebastian una... maglietta.

“È proprio come in foto”, disse Sebastian continuando ad ammirarla e leggendo scrupolosamente l'etichetta. “Taglia giusta, cotone al cento per cento e non ci sono nemmeno sbavature dei colori e nelle cuciture. È perfetta.”

Blaine rimase interdetto per qualche secondo ed evitò saggiamente di fare domande, prima tra tutte quella riguardante il perché Sebastian avesse acquistato una maglietta con cinque cerchi contenenti delle mani che facevano strani gesti*. Questione, comunque, seguita da un'altra ancora più importante: cosa accidenti ci faceva con una t-shirt tipicamente da nerd?

“Ma...”, iniziò cercando di trovare le parole adatte. “È un regalo?”

“Oh, no, è per me.” Quando non trovò in Blaine una risposta che non fosse uno sguardo incredulo, continuò. “È carina, vero? La userò come maglia del pigiama... Mi sono sempre piaciute le maglie simpatiche e, quando l'ho vista, non potevo non prenderla. Vado a metterla in camera, poi finisco di cucinare. Stasera bistecca e chutney, ok?”

Non valeva la pena fargli altre domande. Blaine lo guardò andare nella sua stanza, dopo aver piegato la t-shirt con cura, e aprì la busta del loro padrone di casa con un flebile sospiro.

Sembrava praticamente impossibile ma, invece, dietro la facciata cinica e sfrontata di Sebastian Smythe giaceva assopito un animo nerd. Certo, sapeva che da ragazzino leggeva i fumetti ed era un patito di videogiochi, ma non avrebbe mai pensato di vederlo con una di quelle magliette 'simpatiche'.
 

 

Mentre Blaine premeva il tasto play del lettore DVD e si gettava a peso morto sul divano, Sebastian uscì dalla sua camera sfoggiando il suo nuovo acquisto che, curiosamente, gli cadeva un po' largo sulle spalle. Lo guardò interessato, chiedendosi perché non fosse ancora uscito con Hunter per andare in discoteca come era solito fare ogni venerdì.

“Rimani a casa?”, domandò posizionando un cuscino sotto la testa mentre lo sentiva trafficare in cucina. “Devi studiare?”

Sebastian scrollò le spalle senza dire nulla, prese dal frigo una lattina di Coca-Cola e bevve un lungo sorso. “Nah, non mi andava di uscire. Sai, sempre le solite facce, sempre i soliti cul-”

“N-non c'è bisogno di entrare nel dettaglio”, balbettò Blaine avvampando. Non capiva come Sebastian avesse lo strano potere a far vertere ogni discorso sul sesso ed era una cosa a cui non aveva ancora fatto l'abitudine, nemmeno dopo più di un anno di coabitazione. “Quindi-”

“Cosa guardi di bello? Un altro patetico film da vomito sull'amore?”

Senza aspettare la risposta, sollevò con poca gentilezza le gambe dell'amico dal cuscino e si sedette accanto a lui. Ancora non contento, le spostò di nuovo mettendole sopra alle sue distese sul tavolino, mentre si impossessava del telecomando e ridacchiava per qualcosa che Blaine non aveva colto, quasi immobilizzato dal suo gesto.

“Allora, Killer? Non 'Moulin Rouge' un'altra volta, spero”, roteò gli occhi e gli pizzicò scherzosamente la gamba coperta dai jeans. “Ah, non mi hai ancora detto niente sulla maglietta? Ti piace?”

Blaine annuì, rubandogli subito il telecomando per mettere in pausa il film, in modo da non fargli notare che aveva ragione. “Ma non ti sta un po' larga?”

“Mi piace stare comodo”, rispose e sbuffò quando riconobbe la canzone d'apertura. “Comunque l'hai visto il disegno? Non è geniale?”

In realtà Blaine ci aveva pensato per tutta la sera, mangiucchiando quell'ottima bistecca, ma proprio non l'aveva capito. Aveva riconosciuto i tre gesti della morra cinese -sasso, carta e forbici- ma gli altri due gli erano completamente all'oscuro.

“Sono Lizard e Spock”, lo informò Sebastian con lo stesso tono di una maestra che dice al bambino dell'asilo che non può mangiare il fango. Toccò ogni simbolo stampato sulla maglietta a mano a mano che continuava a spiegare. “Lizard mangia la carta, Spock vaporizza il sasso, le forbici decapitano-”

“Oh, lo sai che non ci capisco niente di fantascienza.”

Ed era vero, dato che Blaine preferiva commedie romantiche ai film con supereroi -anche se, tuttavia, non aveva saputo dire di no ad Andrew Garfield inguainato nella tutina di Spider-Man.

“No, aspetta, non c'è niente di difficile”, Sebastian rise e gli prese la mano per l'indice, appoggiandolo ad un cerchietto, ignorando il fatto che Blaine fosse diventato di una commovente tonalità di cremisi. “Dicevo, questo segno con medio e anulare divisi indica il saluto vulcaniano di Spock. Te lo ricordi, vero? Era in quel film che siamo andati a vedere al cinema con Duval e fidanzatino platinato la settimana scorsa.”

“Sì, sì! Star Wars!”

Blaine potè giurare di averlo sentito irrigidirsi sotto le sue gambe ed emettere un lieve rantolo.

“Quello. Era. Star. Trek.” sibilò con ferale lentezza, come se le parole gli causassero dolore fisico. “Star Wars è quello con-”

“No, ok, mi sono confuso un momento! So qual è 'Star Wars'! È quello con la lucertolona simpatica che fa ridere un sacco!”

E Sebastian si lanciò in una cruda filippica di due ore sul degrado della società civile a causa della gente che, come Blaine, apprezzava Jar Jar Binks. Non capì mai come terminò, perché si addormentò sul divano con ancora le gambe appoggiate a quelle del coinquilino, la mano sul suo petto e un sorriso sereno dipinto in volto.
 

*


Erano trascorsi cinque mesi da quel venerdì sera e le cose non erano cambiate molto, se non si conta il fatto che i due coinquilini avessero iniziato a passare la maggior parte del tempo a baciarsi in ogni stanza di quel minuscolo bilocale newyorkese.

Blaine, che aveva appena finito di lavare il pavimento, per poco non trafisse Sebastian con il mocio quando lo vide uscire dal bagno -con solo un minuscolo asciugamano allacciato per miracolo alla vita- lasciando che l'acqua cadesse per terra e macchiasse dove aveva pulito.

“Ma vestirsi prima di prenderti un raffreddore?”, chiese tentando di ignorare quella maledetta gocciolina che scivolava impunita giù per i pettorali del ragazzo fino a tuffarsi nell'ombelico. “Qui sono appena passato, cerca di non lasciare le chiazze.”

Sebastian, continuando a frizionarsi i capelli, gli mandò un bacio da lontano a cui Blaine rispose con una linguaccia. Non si sorprese di vederlo rispuntare un minuto dopo dalla sua ex camera da letto -ormai usata come ripostiglio perché dormire abbracciati era diventata una buona e sana abitudine- con in mano una nuova maglietta, anch'essa acquistata online più di due settimane prima.

“Mi ero dimenticata di provarla,” borbottò infilandosela con fatica. “E ovviamente solo ora scopro che mi sta un po' troppo stretta.”

“Che taglia è? Una S?”, domandò Blaine osservando con attenzione come la stoffa delineasse perfettamente la curva degli addominali.

“No, è una M, ma credo che abbiano sbagliato a stamparla,” rispose togliendosela e leggendo l'etichetta con sopracciglia aggrottate. “Il problema è che non posso rimandargliela indietro perché è ormai scaduto il tempo per farlo."

Blaine, intanto, stava per avere un crollo nervoso per colpa di quel continuo togli-e-metti; tutta quella pelle bianca e invitante che prima era scoperta e poi nascosta ai suoi occhi che non desideravano altro che mangiarselo. Era solo un umano con le sue debolezze e le sue fragilità -che in quell'istante riguardavano soprattutto il suo bassoventre- e non era un robot come quelli che erano disegnati su un'altra t-shirt indossata da Sebastian, il quale si era raccomandato più e più volte di ricordargli che erano 'ammassi di ferraglia' ma Dalek* e che l'avrebbero sicuramente sterminato se solo si fosse osato a ripeterlo di nuovo. E, come se non fosse bastato, il suo ragazzo era veramente troppo sexy e il lamento che uscì dalle sue labbra era più che giustificato.

“Che palle, però,” sbuffò Sebastian, incerto se rimettersi la maglietta addosso oppure lasciare perdere. “È pur sempre una maglietta fighissima di Ezio Auditore*.”

Blaine gli sorrise ignaro. “È uno stilista italiano?”

Dal modo in cui Sebastian gli scoccò un'occhiataccia e alzando le mani al cielo si chiuse in bagno, Blaine capì che quella notte l'avrebbe trascorsa a pensare a quanto sarebbe stato bello fare sesso con Sebastian invece di farlo per davvero.

 

*

 

“Sebastian, tu lo sai che ti amo e tutto, ma la tua è un'ossessione.”

“Eeeh, che parolona! Non mangio la carta igienica e nemmeno i cuscini come quei tipi di quel programma che vedi sempre, quindi sto benissimo.”

Blaine scosse la testa e aprì le braccia sconsolato. “E tutte queste?”, indicò un numero spropositato di magliette piegate più o meno male buttate sul letto e addirittura quella che indossava in quel momento. “Ci saranno almeno trecento dollari di roba, te ne rendi conto?”

“Esagerato. Le ultime le ho prese a nove dollari e novantacinque, quindi non il totale non è di trecento”, asserì tranquillo. “E poi io non vengo a dirti niente sui tuoi papil-”

“Non compro un papillon da anni, Sebastian, e dovresti saperlo dato che li hai banditi dopo quella volta in cui hai rischiato di strozzarti da solo volendo provare, cito testualmente, 'qualcosa di nuovo'.”

Bastava uno sguardo per ammonirlo, ma niente riusciva ancora a fargli chiudere quella boccaccia.

Vabbè, ma devi ammettere che-”

“Ammettere cosa?”, Blaine tentò di non gridare, ma era troppo frustrato per non farlo. “Punto primo: il postino ormai vede più spesso il nostro condominio che quello in cui abita e, se non fosse così vecchio, potrei pensare che tra voi due ci sia qualcosa. Punto secondo -e non provare a zittirmi, Sebastian Smythe- hai iniziato ad andare fuori con quelle maglie addosso.”

Ebbene sì: era arrivato al punto da non utilizzarle più come pigiama come aveva detto tempo addietro, ma frequentava corsi universitari, faceva il tirocinio e usciva così vestito anche il venerdì sera, suscitando risatine divertite da parte dei loro amici. Blaine non ne vedeva una via d'uscita, se non quella di dar direttamente fuoco all'armadio. Quanto gli mancava quella polo a righe bianche e verdi schifosamente firmata- e che puzzava di soldi e presunzione- che gli aveva visto indossare anni prima...

“E ci sarebbe qualcosa di male?”, domandò quasi incredulo di star facendo una conversazione così sciocca e Blaine si passò le mani sul volto.

“Sì! Voglio ricordarti che stanotte hai dormito con una maglia che mi diceva di non parlare ad alta voce, altrimenti avrei abbassato il QI di tutto il quartiere!*

Sebastian ridacchiò compiaciuto. “Ma quella è una citazione! Sherlock, ricordi? E pensare che volevo comprarla per regalarla a tuo fratello per Natale.”

Roteò gli occhi per un momento e scosse la testa. “Senti, già so che non riuscirò ad impedirti di comprarne altre -anche perché con la scusa che ti regalano anche le caramelle a forma di orsetti hanno conquistato anche me-, ma ti chiedo solo di darti una regolata.”

“Ma Blaine, queste magliette sono il mio tessss-”

“Non ci provare nemmeno.”

Il ragazzo si sedette a bordo del letto e, dopo un lungo e faticoso sospiro, annuì con un cenno del capo. “Va bene, cercherò di non far fuori tutto il mio stipendio in magliette e-”

"E smetti di metterle anche per uscire, non è vero? Non è vero?"

Sebastian non poté far altro che dire di sì ma, appena tentò di aggiungere qualcosa, Blaine gli sorrise diabolico.

“Bravo amore, così mi piaci”, disse sporgendosi in avanti per potergli dare un veloce bacio sulle labbra prima che il ragazzo potesse tornare sui suoi passi. “Perché, se vogliamo trovarci un appartamento più spazioso, dobbiamo mettere qualche soldo da parte, mh?”

E, dopo altri numerosi baci, Blaine riuscì addirittura a convincerlo ad andare con lui a comprare qualche maglioncino, cardigan, camicie e, perché no, anche un blazer.

“Comunque...”, iniziò Sebastian stringendogli forte la mano per poi farlo rimbalzare sul letto e fargli solletico dove riusciva a raggiungerlo; cosa difficile, siccome si dimenava come un ossesso in preda alle risate. “...l'ho comprata anche per Cooper, ma gli orsetti gommosi ce li teniamo noi.”







Note dell'autrice: non guardate le magliette linkate perché potreste farvi del male.


 


Quanto ho amato questo prompt, voi non ne avete idea *___*

Perché anch'io sto facendo fuori il mio stipendio a causa di magliette, magliette e ancora magliette. Ne ho bisogno, capite? Proprio l'altroieri mi è arrivata una di Sherlock e sto ancora piangendo per la bellezza ç_ç


Spero vi sia piaciuta!

-violetsugarplum

 

  
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