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Autore: alip16    07/07/2013    1 recensioni
“Trovato! Vediamo..” si avvicinò alla pagina sgualcita del libro per leggere meglio e Sebastian poggiò la testa nell'incavo tra la spalla e il mento del ragazzo, in modo da vedere lo scritto lui stesso.
“FAMILIARE: Un animale che ha un legame spirituale con una strega; spesso è l'animale domestico di famiglia. I familiari possono anche essere entità create per proteggere le case dagli influssi astrali. “
“Ora capisco perché quel demone fosse tanto ansioso di uccidere il tuo gatto.”
[Prendete la mia coppia preferita, il mio telefilm preferito, il mio animale preferito e shakerate il tutto]
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Jessie St. James, Rachel Berry, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian, Jessie/Rachel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Risposta alla sfida, con il bellissimo prompt "Gatto", lanciata sul perfetto gruppo Seblaine Events
che mi sopporta nella mia psicoinettitudine.







Blaine sapeva che la sua vita non sarebbe mai stata normale, lo aveva intuito quando a tredici anni aveva capito di essere gay.

Quello che allora ancora non sapeva, era che alla morte della sua prozia Phoebe, avrebbe ricevuto dei poteri magici con la quale avrebbe dovuto sconfiggere le forze del male.

Ci aveva messo davvero tanto tempo ad abituarsi a quella situazione, a dire addio per sempre alla possibilità di avere una vita normale in qualche modo, però non aveva rimpianti. Più di una volta si era ritrovato davanti ad una scelta, alla possibilità di rinunciare per sempre al grande dono che la sua famiglia gli aveva lasciato, ma aveva sempre pensato al grande bene e alla differenza che poteva fare nel mondo.

Tante persone aveva salvato e ancora di più ne aveva incrociate.

Aveva incontrato anche molte creature decisamente curiose ed interessanti. Era rimasto affascinato dalla grazie delle fate, aveva conosciuto il suo angelo custode e cantato con le sirene. Ma più di tutto era contento di aver conosciuto la sua musa personale, che era piuttosto felice di essere stata assegnata a Blaine Anderson. Tutto nel suo cuore ispirava creatività e dava alla musa grande forza per alimentare il talento del ragazzo stesso. Alla fine era uscito che la sua e quella di sua cugina Rachel, erano sorelle gemelle e molto unite. Erano state assegnate ad una coppia di cugini con grande talento ed erano riuscite a stare insieme. Niente sarebbe potuto andare meglio, finché una delle due non fu uccisa da un demone e la rimanente era costretta a fare i doppi turni con lacrime represse in fondo al cuore. Aveva scoperto veri molti racconti, che prima considerava solo leggende e aveva avuto il suo bel da fare con le lotte continue contro il male.

Soprattutto contro i demoni, tanti demoni. In quasi due anni Blaine e Rachel, avevano sconfitto ed eliminato quasi cinquecento demoni, di ogni forma e grado. Collezionisti, Banshee, Custodi e Angeli Neri erano solo alcuni esempi di quello che gli inferi potevano offrire. Ogni incubo era divenuto realtà grazie al demone della paura, Barbas, rinato in una nuova forma e nuove realtà erano state scoperte. Piuttosto divertente fu la volta nella quale Blaine si era materializzato nel Mondo Capovolto e si era ritrovato a fare squadra con la versione demoniaca e letale di sé stesso e della cugina per riuscire a tornare a casa e ristabilire l'equilibrio del grande disegno. Lì, ogni cosa era l'inverso e ciò che conosceva era ribaltato.

Erano passati due anni da quando si era trasferito a San Francisco, a villa Halliwell, e da allora la sua vita era totalmente cambiata.

Ma un' altra cosa che non aveva messo in conto, era ritrovarsi a vivere con sua cugina Rachel e suo marito nel bel mezzo di una crisi matrimoniale. La loro relazione durava da molti anni, e lui aveva preso più o meno bene questo grande cambiamento della magia. Cercava di gestire come meglio potesse la vita movimentata della famiglia, il suo lavoro e il bambino che avevano avuto da poco.

"Jessie, non andartene!" le urla della ragazza rimbombavano per tutta la casa e Blaine si portò una mano a massaggiarsi gli occhi. Era la centesima litigata della settimana e non ce la faceva più a sopportarli. Sospirò profondamente e pensò intensamente sul da farsi.

"Jessie St.James, non andartene mentre ti parlo!" urlò Rachel al marito percorrendo velocemente il corridoio del piano superiore.

"Dovevi proprio farlo? mi hai messo in imbarazzo! Ti ho detto mille volte di non improvvisare nuove canzoni senza prima provarle. Te l'ho detto eppure hai fatto di testa tua. E abbiamo fatto una figura pessima davanti a tutta la sala!" puntualizzò il biondo guardandola negli occhi "Perché non mi ascolti mai? Il fatto di essere una super strega non ti da automaticamente ragione tutte le volte!". La moglie sbuffò, e lo guardò entrare in camera e sbattere la porta, sempre più adirata.

"Fermati! Non abbiamo finito!" Fece a malapena in tempo ad alzare una mano che un grande botto fece tremare l'intera casa. Blaine, allarmato dall'esplosione attraversò il corridoio velocemente e quando raggiunse la cugina tutto preoccupato, l'unica cosa che riuscì a notare fu l'enorme buco che aveva sostituito il muro della camera da letto dei due neogenitori e il pianto di un bambino che proveniva dal piano di sotto. "Ecco! Complimenti, sei riuscita a spaventare tuo figlio! Finché non ti sei calmata vedi di starci un po' lontana! Non vorrei facessi esplodere uno di noi!" le urlò Jessie arrabbiato e anche un po' spaventato mentre scendeva le scale diretto verso la culla.

Rachel non rispose, rimase semplicemente ferma a fissare il muro squarciato ancora con le mani a mezz'aria e le lacrime agli occhi.

"Rachel, vieni qua" disse Blaine prendendo la ragazza per mano. La condusse in camera sua e la fece sdraiare sul letto, accarezzandole dolcemente la nuca. "Andrà tutto bene, ok? È solo un momento difficile, passerà sicuramente". Sorrideva mentre diceva quelle parole e cercava di utilizzare un tono rassicurante, anche se in realtà era molto preoccupato per la situazione coniugale dei due. Le mise una coperta a dosso e le baciò la tempia. "Ti va un tè?"
La ragazza annuì leggermente e si rannicchiò ancora di più in se stessa, con le prime lacrime che iniziavano a bagnarle le guance.

Era così occupato a cercare il tè nella follia generale, che non si accorse del fascio di luce scura che apparì alle sue spalle.
"Dove caspita è il tè, eppure era qua solo due giorni fa", cercava negli armadietti e spostava le erbe e le spezie, attento a non avvicinare quelle più esplosive.

"Nel secondo armadietto, in basso a destra"

"In basso dici? Ah sì, eccolo! Gr-" si girò di scatto, strabuzzando gli occhi e lanciò la busta del tè in aria. "Sebastian!" sorrise entusiasta e si buttò letteralmente tra le braccia dell'altro ragazzo.

"Mi sei mancato anche tu, Killer!" gli disse carezzandogli i ricci con una mano e ricambiando l'abbraccio con l'altra.

"Che ci fai qua? Non è pericoloso? Ti stanno ancora inseguendo? Stai bene?" chiese Blaine senza prendere fiato, preoccupato e agitato, tremava ma non voleva che Sebastian se ne accorgesse, cosa che ovviamente non avvenne.

"Calmati Blaine! Hey guardami, sono sano e salvo. Ho eliminato molti dei miei inseguitori e agli altri ho fatto perdere le mie tracce abbastanza facilmente, non potevo certamente stare lontano dal tuo bel culo ancora per molto!" cercò di tranquillizzarlo stringendolo forte, in modo che i battiti del proprio cuore calmassero quello di Blaine che, una volta preso un profondo respiro, si staccò dal petto del ragazzo e lo guardò nei suoi splendidi occhi verdi.

"Un mese, è passato un mese" disse e senza dar tempo a Sebastian di rispondergli si fiondò sulle sue labbra. Non ci misero molto ad approfondire quel bacio, lasciando che una familiare sensazione s'impadronisse di entrambi. Le loro lingue si cercarono avare e le loro mani s'incrociarono con la speranza, vana, di non lasciarsi mai più.

Sebastian fu il primo ad allontanarsi, cercando di riprendere un respiro regolare e sorpreso dall'incredibile quanto inusuale silenzio nella villa chiese a Blaine cosa stesse succedendo in quella casa.

"Il tè" gli rispose, portando una mano alla fronte, "ti racconto tutto mentre preparo il tè".

"Uhm uhm" fu l'unico suono che uscì dalla bocca di Sebastian per tutto il tempo del racconto, non che non stesse seguendo, ma una volta scoperto che il problema era che Rachel e Jessie litigassero tutti i minuti di ogni giorno, la sua curiosità e la sua attenzione erano improvvisamente tornate da dove erano venute. In poche parole non gliene fregava niente dei bisticci amorosi della Primadonna e della Nana.

Blaine portò il tè in camera di Rachel, mentre Sebastian andò in soffitta per cercare le ricette di alcune pozioni sul Libro delle Ombre, era una vera benedizione che Blaine avesse fatto un incantesimo per permettergli di toccare il libro nonostante fosse un angelo nero. Un angelo nero che eliminava altri demoni. Una barzelletta per bambini insomma.

Mentre prendeva nota degli ingredienti per eliminare i collezionisti, venne raggiunto da Blaine.
"Qualcosa non va?" gli chiese spostandogli un ricciolo dal viso.

"Um.. non lo so, ho una strana sensazione. Non è una premonizione, ma come un sentore che sta per accadere qualcosa e non sapere di che si tratta mi rende nervoso" rispose appoggiando la propria mano su quella dell'altro che si era fermata sulla guancia.

"Non ci pensare, quando accadrà saremo pronti, come sempre"
"Come faccio a non pensarci? Lo sento con ogni fibra del mio corpo"

"Magari" disse Sebastian premendo leggermente le sue labbra contro quelle di Blaine "ti posso aiutare, in questo. Sono bravo, lo sai bene".

Sentì le labbra dell'altro rilassarsi in un sorriso sotto le sue e cercando di dimenticare i grandi casini che li circondavano, fecero l'amore con tutta la loro anima e si addormentarono sul divanetto della soffitta.

L'indomani, dopo un giro abbastanza lungo di telefonate, Blaine riunì Jessie e Rachel in salotto e al finire di un nuovo battibecco e nuove lamentele prese parola, conscio del fatto che non si potesse più vivere così e che quella casa fosse diventato un inferno peggiore di quando quello vero si era riversato sulla terra.

"Bene. Sono felice che siate molto propensi a parlare oggi, perché ho chiesto un favore ad alcuni amici e vi ho prenotato un incontro con uno consulente matrimoniale molto conosciuto".

Alla parola consulente, gli altri due ragazzi si guardarono allarmati, ma ancor prima di riuscire a dire qualcosa vennero preceduti da Blaine "Dovete fare un tentativo, ne avete passate così tante che ve lo dovete" e voltando lo sguardo verso la culla aggiunse "e lo dovete al vostro bambino".

Rachel posò immediatamente gli occhi dentro la culla, sul suo bellissimo bambino che stava dormendo stringendo la copertina e si girò verso il marito che le chiese cosa ne pensasse. "Un tentativo dobbiamo farlo" rispose.

Il pomeriggio passò abbastanza tranquillamente, con Blaine e Sebastian che preparavano pozioni e si lasciavano andare a qualche effusione più o meno casta sul tavolo della cucina, fin quando il rumore di un vaso che si schiantava a terra e un miagolio catturò la loro attenzione.

Allarmati corsero in salotto, dove un demone con un pugnale era appena apparso.

"Va via!" gridò Blaine all'angelo nero, che ovviamente non era d'accordo nemmeno un po'.
"Ma sei cretino? Non ti lascio qua da solo con un demone! Specialmente dato che metà del Grande Potere è dallo psicologo a piagnucolare!"
"Non fare storie! Se ti cattura è la fine!" ma una luce nera circondò Sebastian, che orbitò vicino al demone pronto a colpirlo da dietro. Quello che non aveva previsto, era che il demone si aspettasse esattamente quella mossa e quindi fu lui a prendere una sfera di energia in pieno petto.
"Cristo! Non sei così idiota come sembri!" disse Sebastian alzandosi dal pavimento e massaggiandosi il petto. "E tu sei più resistente di quel che mi avevano riferito" ghignò l'essere malvagio, squadrandolo con i suoi occhi azzurro ghiaccio "ma rimani un fetente traditore".

Il demone sentì alcuni leggeri tocchi sulla spalla, come se qualcuno lo stesse chiamando.
"Forse hai dimenticato che ci sono anche io!?" gli urlò Blaine scagliando una catena di pugni alla bocca dello stomaco di quell'essere scaraventandolo abbastanza lontano da permettere al mago di prendere il gatto e fare cenno a Sebastian di andare in soffitta.

Lì, sarebbero sicuramente stati più avvantaggiati e il Libro delle Ombre li avrebbe aiutati.

"Meno male che il piccolo è dalla baby-sitter!" sospirò Blaine, alla ricerca di una pagina che non sapeva nemmeno lui quale fosse.
"Avanti, avanti, avanti, ci deve essere qualcosa qui".
Sfogliò il libro da cima a fondo, ma non trovò nulla che facesse al caso suo. Rachel era dal consulente matrimoniale e non ci sarebbe stato niente al mondo che l'avrebbe convinto a chiamarla.
Doveva pensare velocemente.

"Sicuro di aver guardato bene? Non è che la mia perfetta presenza ti deconcentra e hai saltato qualche pagina?" chiese ironico Sebastian.

Blaine roteò gli occhi e non appena il nemico si presentò in soffitta, si ritrovarono tutti al di fuori della villa.

Confusi, si guardarono intorno cercando di capire cosa fosse successo e avvantaggiato da ciò, il demone svanì. Ancora più confusi rientrarono frettolosamente in casa e si accorsero subito che qualcosa non andava. I mobili erano diversi, così come le pareti e le tende.

"Ma che... cosa sta succedendo?" chiese Blaine in evidente allarme stringendo la mano di Sebastian. "Non ne ho idea, ma se stringi ancora un po' mi togli la circolazione. Calmati, che fai agitare anche me. Sai che non controlli ancora bene l'empatia."

"Non c'è bisogno di sottolinearlo" sbuffò poco prima di sentire delle voci provenire dalla cucina.

La sua voce?

Si guardarono negli occhi e nell'indecisione si diressero verso i suoni appena sentiti.

"Oh mio Dio, non ci credo!" esclamò Blaine, pur tenendo un tono di voce bassissimo "no, non guardare!" ma ovviamente Sebastian non lo ascoltò nemmeno per un nano secondo e si affacciò sulla cucina.

La scena che si trovò davanti era assurda quanto ridicola.

Erano Rachel e Blaine, prima del trasloco a New York, che si contendevano un molto più giovane Jessie che teneva in mano dei volantini.

"Siete molto affezionati a questo gatto?" chiese il biondo.
"In effetti sì, appartiene alla nostra famiglia da qualche anno" rispose Rachel sorridendo incantata.
"Non è più giovanissimo, ma è molto attivo per la sua età. Al contrario della nostra Rachel qua" Blaine ridacchiò all'imbarazzo dell'amica e al sorriso di un confuso dell'altro ragazzo. "Dai che scherzavo. Lo sai che ti voglio bene, cugina."
"Si, certo. Tanto quanto ne voglio io a te!" rispose al cugino. "Grazie mille per il grande aiuto, Jessie. Te ne siamo davvero grati!"
"Di niente, ragazzi!"

Poco più in là tra le risate a stento trattenute da Sebastian, Blaine non sapeva cosa dire per giustificare un simile comportamento. Certo era diverso qualche anno prima, ma non aveva notato quanto. E non solo caratterialmente.

"Dio Santo, Blaine. Quelli erano i tuoi capelli, sul serio? Una leccata di mucca?" lo canzonò non troppo velatamente Sebastian, notando quanto fosse cambiato il ragazzo.
"Giuro su quello che ho di più caro al mondo, che se non la smetti di ridere ti arriva un pugno in faccia!" brontolò Blaine.
"Ma dai che scherzo!" sorrise Sebastian avvicinandosi al ragazzo, "eri comunque sexy da morire, e quei pantaloni così aderenti devi rimetterli qualche volta" bisbigliò languidamente.

Un battito di ciglia e si ritrovarono catapultati in un altro luogo della casa, la soffitta.

Luogo che conoscevano piuttosto bene, perché Blaine era riuscito ad isolarla grazie a dei cristalli così da non essere presi di sorpresa dai demoni e dagli stregoni. Era molto importante per Sebastian non farsi trovare da nessuno; da quando aveva voltato le spalle al male per stare con Blaine, era nata una grande taglia sopra la sua testa e non c'era emissario del male che non lo volesse morto.

Ma ancora una volta erano stati trasportati nel passato, ma questa volta più recente. Dai mobili si poteva capire che si trattava del periodo del ritorno di Blaine a San Francisco subito dopo l'acquisizione dei poteri magici che hanno rivoluzionato in pieno la sua vita. E a quanto pare non solo la sua.

"Ma ti sembra normale? Come faremo adesso? Cosa faremo? Che ne sarà delle nostre vite?" la voce di Jessie si alzava ad ogni domanda, come se così facendo riuscisse a sfogare tutti i sentimenti che aveva dentro.
"No che non è normale, cosa pensi? Lo so anche io! Ora lasciati medicare quel braccio" si avvicinò piano Rachel, cercando di prendere il braccio insanguinato del proprio ragazzo che si agitava sempre di più.

Non era da molto che aveva quegli strani poteri e che degli esseri infernali davano la caccia a lei e a Blaine; ovviamente non aveva detto nulla al suo Jessie per paura di essere lasciata e di essere considerata un fenomeno da circo, ma soprattutto perché non voleva metterlo in pericolo. Ovviamente questa strategia non aveva funzionato nemmeno un po', infatti il ragazzo si trovava in mezzo alla soffitta con il braccio ferito da una sfera di fuoco e aveva costretto Rachel a raccontargli la verità. Su chi fosse lei, su Blaine, sui demoni e sui poteri.

"Questo significa che non avremo più delle vite normali, vero? E che un giorno anche i nostri figli erediteranno questo grande dono?" gridò mimando delle virgolette invisibili nell'aria. Non ricevette subito risposta e capì che anche la sua ragazza stava soffrendo per tutta questa storia. Si avvicinò piano alla strega, che era già in lacrime e le carezzò i capelli.
"Io-io credo di sì" riuscì solamente a dire Rachel "Se vuoi lasciarmi non ti biasimo, ma sono sicura che ce ne pentiremmo entrambi molto presto. Noi siamo destinati a stare insieme".

"Lo so, tesoro. Ma non credo di poter reggere tutto questo. Non è un gioco. Per un po' è meglio separarci. Ho bisogno di tempo." sospirò e se ne andò dalla soffitta, seguito subito da Rachel, che evidentemente non era felice della risposta e avrebbe provato in tutti i modi a fargli cambiare idea.

"A quanto pare non siamo gli unici ad avere qualche intoppo nella gestione dei problemi" bisbigliò Blaine da sotto al tavolino.

"Sì ma noi siamo più fighi" gli rispose subito Sebastian da dietro alla poltrona. "Quello che non capisco è perché stiamo andando a spasso nel tempo, non che mi stia lamentando di averti visto in quei pantaloni rossi, ma non ha senso."

Blaine arrossì leggermente al commento sui pantaloni, meno male che era nascosto, e stava per rispondere quando in soffitta entrò di corsa il gatto, miagolando a più non posso seguito dal demone.
I due ragazzi presero la situazione a loro vantaggio e senza farsi vedere, riuscirono a mettere il nemico in trappola, che però svanì in un battito di ciglia.

"Tutto questo è molto strano" disse Blaine pensieroso "non ti sembra che non stia seguendo noi, ma... il gatto?" come finì la domanda, entrambi si girarono verso il felino, che si stava leccando la zampa e Blaine lo prese in braccio.

"C'è qualcosa che non ci hai detto, Kit?" ma come risposta ricevette solo un lungo miagolio.

"Meglio andare in cucina, mi è venuto in mente un possibile piano" disse improvvisamente Sebastian.
"Ah sì? E quale?" domandò curioso Blaine lasciando andare il micio che corse via.
"Te lo spiego giù!"

Ma non fecero in tempo ad incamminarsi che si ritrovarono fuori dal locale di Rachel, in un altro viaggio temporale. Si nascosero subito dietro ad un grande albero e assistettero alla proposta di matrimonio che Jessie fece a Rachel.

"La smetti di palparmi il sedere, per piacere?"
"Oh, che noioso! Cosa ci posso fare se è così invitante?"
"Se è così invitante un corno! Smettila! Non è né il luogo, né il momento!"
"Che signorina casta e pura!" sbuffò Sebastian e in quattro secondi circa gli arrivò una gomitata dritta sulle costole.

Fu ovviamente un gesto in grande stile, ripreso anche dalla televisione e in mezzo a tantissima gente.

Jessie si schiarì la voce ed iniziò ad intonare una canzone d'amore. Tutte le persone che erano nei dintorni furono catturate dalla melodia e si riunirono a cerchio intorno ai due ragazzi.
Era una vera e propria dichiarazione in piena regola. Jessie aveva indossato uno smoking e le scarpe eleganti lucidate apposta per l'occasione e nel taschino aveva uno scatolino di velluto blu che conteneva un anello bellissimo. Era molto particolare, niente di troppo eccessivo o convenzionale. Un modello anni '30 con la montatura in oro bianco e una grande perla color rosa cipria al centro, mentre ai lati erano incastonati due piccoli brillanti. Era speciale, proprio come la sua ragazza.
S'inginocchiò e citando il testo di qualche poeta sconosciuto, la chiese in moglie.

Rachel rimase stupefatta per qualche minuto, cercando di capire se fosse la realtà o un sogno, ma presto annuì e si gettò al collo del suo fidanzato riempiendolo di baci e promesse.

"C'è qualcosa di strano" disse Sebastian ad un certo punto, non aspettandosi minimamente un Blaine in lacrime al suo fianco. Si girò e borbottò un 'oh, per favore' prima di prendere la mano del ragazzo e di tirarlo a sé per abbracciarlo.

"Senti, Killer. Non c'è qualcosa di strano? Mi sa che questa è tutta opera della nana."
"Scusa? Che c'entra Rachel?" chiese l'altro tirando su con il naso.
"Avanti! Pensaci bene, qual è stato il comune denominatore di queste noiosissime tappe nel nostro entusiasmante tour nel tempo?" chiese sarcastico Sebastian.
Blaine s'illuminò "Rachel e Jessie?"
"Rachel e Jessie. Tua cugina deve aver fatto qualche incantesimo dallo psicologo che evidentemente non è andato a buon fine. Qualcosa per aiutare i ricordi."

Anche questa volta, vennero trascinati in un altro luogo e tempo senza nemmeno rendersene conto.

"Sto iniziando ad innervosirmi, ne ho abbastanza di questi spostamenti" disse Blaine massaggiandosi le tempie.
"Almeno siamo già in cucina, chissà a quale strambo evento dobbiamo assistere ora, ne ho piene le scatole di quei due. Sì hanno avuto qualche ostacolo sulla loro via, ma un rapporto umano-strega non può di certo essere più difficile di uno strega-angelo nero. Quante storie."
Blaine si girò verso di lui e lo guardò con i suoi occhi caldi "Ce la faremo, un giorno ce la faremo anche noi".
Sebastian sorrise portandosi la mano dell'altro davanti alle labbra e premendo delicatamente gliela baciò con tutta la dolcezza di cui era capace.
"Lo so".

Prepararono la pozione per impedire al demone di sbattere le palpebre e iniziarono a perlustrare la casa, attenti a non farsi scoprire dai sé stessi del passato né dal demone stesso.

Un rumore e degli strani versi li attirarono in cantina.

Blaine aveva una strana sensazione di déjà-vu, ma non gli diede troppa importanza. Grande errore.

Aprirono lentamente la porta della cantina, cercando di fare il meno rumore possibile, quando i suoni divennero sempre più chiari. Di sicuro non era il demone che stavano cercando, ma qualcosa di diabolico stava sicuramente accadendo.

Dal fondo della cantina, quelli che sembravano semplici rumori in lontananza, si trasformarono in chiarissimi mugolii e gemiti.

Blaine deglutì.

"Quelli...quelli siamo...noi?" arrossì violentemente e distolse subito lo sguardo. Non sapeva cosa pesare, non voleva pensare, voleva solo scappare nella direzione opposta per almeno duecento chilometri.

"Che spasso!" esultò Sebastian "Guarda come sono figo anche da dietro! Non mi ero mai visto nel bel mezzo di un amplesso! Hey Blaine, hey! guarda come siamo snodati!"

"Blaine?"

Qualche insulto e un cambio stanza più tardi, i due si ritrovarono in veranda.

"Perché ce ne siamo andati?" si lamentò Sebastian.
"Farò finta che tu nemmeno me l'abbia posta questa domanda"
"Ma dai B! Dovevi vederci! Comunque quella è stata la nostra prima volta no? Quando ancora mi chiamavi con tutti quei dolcissimi nomi come 'dannato figlio di buona donna' o 'rifiuto della comunità magica' o il mio preferito 'marciume dei cieli'. Quasi poetico" Disse portandosi la mano al cuore con un gesto incredibilmente teatrale.
"Quando tu mi chiamavi stupida strega, vuoi dire?" chiese Blaine fingendosi accigliato.
Sebastian alzò un sopracciglio e ricordò.
"Sempre a rivangare il passato Blaine, dai su!" scherzò.

Un forte miagolio si udì dal piano superiore e un grande tonfo lo seguì.

"Presto, presto! Di sopra!" urlò Blaine. Sebastian afferrò il suo braccio veloce e orbitarono avvolti dal fascio di luce scuro. Quando comparvero al piano di sopra, videro il demone piegato sul gatto, tutto insanguinato che si alzò e si girò verso di loro ridendo.

"La curiosità uccide il gatto" ghignò.

E svanì com'era comparso.

Il gatto, morente, si trasformò in una bellissima donna dai lunghi capelli corvini. La ferita al petto l'aveva portata in fin di vita e in un attimo spirò.

"Ma cosa sta succedendo?" chiese Blaine "oggi non faccio altro che questa domanda" sbuffò.
"Blaine, te l'ho già detto, calmati. Ora riflettiamo. Ovviamente il vostro gatto non è un gatto normale, bensì uno spirito che si trasforma. Bene, fino a qui ci siamo." cercò di controllarsi Sebastian, nonostante il mago grazie al suo potere di empatia gli stesse facendo crescere l'ansia, che non era di certo la sua emozione preferita.
"Siamo dove? Mi vuoi spiegare?" chiese l'altro, respirando a fondo, cercando di calmarsi.
"Ci sono alcuni spiriti speciali, che hanno dei compiti da assolvere sulla terra, e per questo vengono spediti sotto forma animale accanto agli umani. Ora, non so che tipo di spirito sia quel gatto e non so quale sia la sua funzione. Ma è evidente che è molto importante che resti in vita."

Blaine annuì, senza dire niente, rapito dalla voce dell'angelo nero che come al solito riusciva a farlo rilassare.

"Perfetto, dobbiamo trovare un modo per tornare indietro in questo ricordo, così da arrivare in tempo a salvare il gatto e uccidere il demone." Si passò la mano tra i capelli, pensieroso e Blaine non poteva che trovarlo assurdamente attraente. In ogni momento, qualsiasi cosa facesse, Sebastian era la tremendamente bello, quasi da togliere il fiato.

"Ci sono!"

Blaine fu preso di soprassalto a quelle parole improvvise.

"Ok che sono figo, ma concentrati due minuti." Ghignò l'angelo.

Blaine roteò gli occhi di tutta risposta.

"Allora, noi siamo qua grazie ad un incantesimo fatto dalla nana. Ci sballotta qua e là mentre percorre il viale dei suoi melensi e noiosissimi ricordi e Dio solo sa quanto voglio uscirne, ma prima è meglio salvare il gatto. I poteri sono controllati dalle emozioni e si dia il caso che qua abbiamo qualcuno che è in grado di usufruire dei poteri altrui grazie alle emozioni."
"Cosa? Io?" spalancò gli occhi Blaine. "Non so se ce la posso fare, è da poco che l'ho sviluppato e non so ancora come controllarlo!" ammise.
"Non ti preoccupare, ci sono io qua. Ti aiuto. Tutto quello che devi fare è concentrarti su Rachel e percepire nell'ambiente circostante le sue emozioni. Siamo in un ricordo dopotutto." Si avvicinò al mago e lo fissò negli occhi, cercando di dargli tutta la sicurezza della quale avesse bisogno. Era sicuro che Blaine riuscisse a leggere nei suoi occhi verdi, l'aveva sempre fatto, in ogni momento.

"Ok, ci provo". Chiuse gli occhi e provò a concentrarsi per sentire qualcosa, ma in quel momento riusciva a udire solo i battiti del suo cuore e null'altro. Riaprì gli occhi e riguardò Sebastian che gli fece un piccolo cenno con la testa, al quale rispose subito e prese ancora un paio di profondi respiri.

Si concentrò ancora di più e le recepì. Tante, tantissime emozioni, una accavallata all'altra che avvolgevano tutto come un abbraccio.

"Le sento Sebastian, le sento! È meraviglioso!" non riuscì a contenere un grandissimo sorriso e a sentirsi incredibilmente fiero di sé. Era fantastico riuscire a controllare così bene il suo potere e doveva tutto a Sebastian, ancora. Ormai era diventato la sua forza e, stentava a crederci, anche la sua guida nel mondo magico. Grazie a lui aveva potuto sconfiggere diversi nemici. Era prezioso sia per il suo essere mago che per il suo lato umano.

"Bene, ora utilizzale per tornare indietro nel ricordo. So che ce la puoi fare!"

Blaine annuì in silenzio, chiuse gli occhi e in pochissimo tempo si ritrovarono ancora in veranda.

"Ce l'ho fatta" sorrise "Ce l'ho davvero fatta!" gridò gettandosi al collo di Sebastian, visibilmente contento anche lui.

Si scambiarono un fugace bacio e si sorrisero.

"Andiamo a uccidere quel 'dannato figlio di buona donna', adesso! In fretta che voglio tornare nel nostro tempo e fare un giretto nel letto. Con te sopra di me, possibilmente."
"Perché devi sempre rovinare questi momenti teneri" si lamentò Blaine mentre orbitarono di sopra.

Come previsto, arrivarono prima del demone dagli occhi azzurri e lo colsero di sorpresa quando gli lanciarono la fialetta con la pozione che gli impediva di sbattere le palpebre per teletrasportarsi.

"A te l'onore, streghetta!" disse Sebastian facendo cenno con la mano.
"Grazie" sorrise e annuì Blaine che si avvicinò al demone.

Sfilò velocemente il pugnale dalla mano del nemico e lo pugnalò più volte al petto, guardandolo negli occhi che si spalancarono fissi nel nulla per il dolore.

"Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"

Sebastian ghignò divertito, dopotutto era un angelo nero e scene così violente lo intrattenevano parecchio. Arrivò addirittura ad applaudire.

Il demone si dissolse tra le fiamme e il gatto, salvo, si strusciò tra i piedi del padrone, che lo prese in braccio.

"Ci sono alcune cose che mi devi spiegare, eh Kit?", ma come risposta ricevette ancora solo un miagolio.

Più tardi, a casa, Blaine e Sebastian raccontarono tutto a Rachel e Jessie, che avevano ritrovato la propria armonia di coppia. Un'armonia ad alto volume e piena di isterismi, ma pur sempre un' armonia.
La ragazza confessò che dal consulente aveva utilizzato un incantesimo per far sì che i ricordi non fossero sbiaditi ma vividi, così da non dover impiegare troppo tempo a raccontare i vari episodi allo psicologo, e che aveva percepito qualcosa di strano nell'ultimo ricordo che l'aveva convinta ad annullare la formula magica. In questo modo Blaine e Sebastian erano tornati nel presente senza ulteriori complicazioni.

Blaine si trovava ancora una volta in soffitta e stava girando freneticamente le pagine del Libro delle Ombre quando sentì un calore improvviso insieme a due braccia che lo avvolsero presto, comparire da un familiare fascio di luce nera.

"Che cerchi?" chiese Sebastian curioso, lasciandogli un bacio sulla nuca.
"Voglio capire una volta per tutte chi è in realtà Kit" rispose il ragazzo, ricambiando con un piccolo bacio sul braccio."Trovato! Vediamo.." si avvicinò alla pagina sgualcita del libro, per leggere meglio e Sebastian poggiò la testa nell'incavo tra la spalla e il mento del ragazzo, in modo da vedere meglio lui stesso.
"FAMILIARE: Un animale che ha un legame spirituale con una strega; spesso è l'animale domestico di famiglia. I familiari possono anche essere entità create per proteggere le case dagli influssi astrali. "

"Ora capisco perché quel demone fosse tanto ansioso di uccidere il tuo gatto."
Blaine di rigirò nell'abbraccio, in modo di avere il viso dell'altro davanti, e sorrise felice.
"Già, perché senza di lui questa casa di streghe sarebbe in balia di tutti i nemici"
"Allora abbiamo fatto bene a salvarlo! Come farei senza il tuo bel culo in giro!"

Blaine alzò gli occhi al cielo e sospirò.

"Non cambierai mai!" ridacchiò.

"È per questo che mi ami" scherzò Sebastian mentre lasciava dei piccoli baci al collo del mago.
"È vero, è per questo che ti amo" gli sussurrò Blaine.

Sebastian si fermò qualche secondo e lo guardò negli occhi, per poi mordere famelico il labbro di Blaine; morso che in pochi secondi si trasformò in un profondo bacio che sapeva di verità. Perché anche se grazie ai suoi poteri Blaine non aveva il minimo bisogno di sentirselo dire, quando lo udì con le sue orecchie, credette di aver raggiunto il paradiso. Insieme ad un Angelo Nero. Che barzelletta per bambini.

"Anche io ti amo."





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Cgggggg!
In realtà io non dovevo partecipare ad un bel niente, ma hanno tirato fuori dal cilindro la parola gatto e son partita per la tangente!
Ora... ovviamente siamo nel Charmed!au e mi sono divertita tantissimo a scrivere QUESTA NOTTE (me tapina)

Se non avete mai visto Streghe, siete delle persone cattive.
Se non shippate Phoebe e Cole, siete delle persone cattive.
Se non shippate St.Berry, siete delle persone cattive.
Ma dato che shippate Seblaine vi lovvo lo stesso.

Inutile dire che ho amato questo prompt alla follia e che se qualcuno vuole regalarmi un gatto, prego! Liberissimo di farlo :D
Baci, Ali =)

   
 
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