Gli adulti tendono a criticare spesso e volentieri i giovani.
Dicono che sono troppo pazzi, incoscienti e che vanno incontro a dei rischi o delle imprese più grandi di loro. Eppure, nonostante ciò, capitano i momenti in cui esclamano “Beata gioventù” quasi sospirando di nostalgia.
Sì, nostalgia. Nostalgia per aver perso gli anni più belli. Gli anni in cui noi ci sentiamo come se fossimo davvero padroni del mondo.
In fondo, lo diceva pure la canzone dei Tears for Fears, che nel frattempo stavano cantando alla radio con grandissima energia la loro celeberrima “Everybody wants to rule the world”.
Mi pettinai i capelli osservandomi un’ultima volta allo specchio.
Ero davvero io a fare quella pazzia? Sì.
Ero davvero io quella ragazza tutta carina e perfetta che stava per compiere il grande passo? Sì.
Ero davvero io, Martina Sisani, che stava per lasciare la sua piccola Gubbio per recarsi a Roma per frequentare l’università? Esattamente.
Un colpo di citofono si diffuse per tutta la casa e subito corsi per rispondere.
Non risposi e nemmeno la condannai per tutta quella fretta. Aveva ragione in fondo. Io e lei stavamo per buttarci in qualcosa di forse troppo grande, ma in fondo non importava.
Eravamo insieme e insieme ce l’avremmo fatta.
Misi il mio zaino Seven sulla spalla, presi le due valigie blu cobalto e aprii la porta di casa per poi richiudermela alle spalle.
Era fatta. Mi ero davvero buttata e ancora stentavo a crederci.