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Autore: _SimpleButEffective    07/07/2013    0 recensioni
Damon furioso, con una mano sanguinante, camminava da un lato all’altro del salone. Sapeva che quelle ferite sarebbero guarite subito, ma sperava che i continui pugni che sferrava contro il muro e quel piccolo dolore che gli procuravano, lo facessero distrarre da quel dolore più grande. Un dolore che nasceva dritto dal cuore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONELa storia non è mia. L'ho trovata per caso girando su internet,mi è piaciuta davvero molto, ma ho perso il link della storia..se l'avete già letta,linkatemi il link della OS che la cito immediatamente. 


                                 

                                                                              Un grazie alla ragazza che ha scritto questa storia.


                                                            
                                                               Everything is lost?


 

Damon furioso, con una mano sanguinante, camminava da un lato all’altro del salone.
Sapeva che quelle ferite sarebbero guarite subito, ma sperava che i continui pugni che sferrava contro il muro e quel piccolo dolore che gli procuravano, lo facessero distrarre da quel dolore più grande.
Un dolore che nasceva dritto dal cuore. Il dolore di un sentimento  spezzato e di un orgoglio ferito.
Non riusciva a capacitarsi del perché delle sue parole.
Quelle parole della sera prima gli risuonavano ancora nella testa.
Come aveva potuto dire “ BE’ FORSE E’ QUESTO IL PROBLEMA”?
Come poteva avergli detto ciò, dopo tutto quello che lui aveva fatto per lei?
Come poteva considerare il suo amore un problema?
Avrebbe donato la sua vita per lei, ma questo sembrava non bastarle.
Un altro pugno contro il muro, un’altra piccola ferita. Aveva bisogno di allontanarsi da quelle quattro mura ,ma sapeva che se fosse uscito di lì, avrebbe commesso qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentito. Si accomodò sul divano e fissò il fuoco. Guardava quel legno bruciare, così come bruciava il suo cuore. Lasciò cadere la testa all’indietro, socchiuse gli occhi e si lasciò trasportare dai ricordi.  Ripensò alla prima volta che mise piede a Mystic Falls e la vide. 

 
                                                                                                                           Mystic Falls 2009
 
 
Nascosto dietro una fitta nebbia, la vide.
Non riusciva a credere a quello che i suoi occhi stavano osservando: era identica a lei.
Era appoggiata a una statua, nel bel mezzo del cimitero e stava scrivendo nel suo diario.
Bella da mozzare il fiato. I lunghi capelli scuri facevano da cornice al sottile viso abbronzato. Un’emozione strana lo travolse, e non né capiva il motivo. O semplicemente non voleva ammetterlo. Quella somiglianza, gli riportava alla mente ricordi ed emozioni mai sopite.
Come potevano essere così identiche?
Per un istante i ricordi presero il sopravvento. Un tuffo nel passato.
In quel 1864, la prima volta che la incontrò: la vide scendere dalla sua carrozza, con una delicatezza e una grazia consona alle donne di quel tempo. Ricordava ancora quando i loro sguardi s’incrociarono per la prima volta, mentre un sorriso le illuminava il viso.
Fu quel sorriso che gli rimase impresso.
Quel sorriso che tutt’oggi non riusciva ancora a dimenticare.
Ritornò al presente, quando udì la sua voce.  Stava cercando di scacciare il corvo nero, che le ronzava intorno. La nebbia diventò sempre più fitta. Lei guardò nella sua direzione, ma non lo vide. Iniziava ad avere paura, lo percepiva. Avrebbe voluto avvicinarsi, ma quello non era il momento giusto. Così lei scappò. Non la inseguì, com’era solito fare. Da predatore qual era avrebbe dovuto rincorrerla, far sì che lei lo temesse e poi stanarla e bere fino all’ultima goccia del suo sangue. La sua fuga lo avrebbe dovuto eccitare. Ma non fu così. Quella somiglianza non glielo permetteva. Sapeva che anche se il suo aspetto gli diceva il contrario, non era lei. Non era Katherine. E in serbo aveva altri progetti.
 
Girovagava per la piccola cittadina di Mystic Falls e il suo unico pensiero era di distruggere quella città, di prosciugare fino all’ultimo abitante. Di eliminare tutte le famiglie fondatrici per quello che le avevano fatto. Se Katherine non c’era, era colpa loro… e di Stefan. Se lui non avesse fatto ciò che ha fatto, se non si fosse fidato di nostro padre, se fosse stato leale, come lo era sempre stato lui nei suoi confronti, lei sarebbe ancora viva, e non starebbe marcendo in una cripta.
Purtroppo le cose andarono diversamente, si era fidato del fratello ed aveva sbagliato.
Ma questo era un errore che non avrebbe ricommesso mai più.
Se c’era una persona di cui sapeva di non potersi fidare, quella è proprio suo fratello.  Il suo fratellino, il Santo Stefan, che si è trasferito in quella città solo per conoscerla. Che per mesi aveva cercato di capire se la ragazza che aveva salvato da quell’incidente in auto, fosse il loro più grande amore.
Illuso. Non poteva essere Katherine.
Meno male che era più scaltro di lui, e invece di cercare in quella ragazza, Elena, un qualcosa di Katherine, preferiva riportare alla luce l’originale. L’unica donna che lui avesse mai amato. Ripensare a lei, gli faceva sempre male, era una ferita che dopo 145 anni non riusciva ancora a rimarginarsi.  A volte aveva la sensazione di sentire sulla sua pelle, il suo profumo. Il calore del suo corpo sul suo, durante quelle notti fredde. Come aveva potuto Stefan avergli tolto la possibilità di amarla?
 
Nascosto nell’ombra, li osservava. Osservava tutta quella gente, e il suo desiderio di sangue bramava sotto la pelle.
Un bosco pieno di liceali, quale occasione migliore per mangiare?
Le due persone che aveva ucciso non gli bastavano più ormai, e a quella sottospecie di festa c’erano troppi ragazzi che fingevano di divertirsi. Non che gliene importasse qualcosa, ma qual era il modo migliore per scacciare quella tristezza se non… la morte?
Lui, era ben lieto di aiutarli. Tra tutta quella gente la più triste sembrava proprio lei, Elena.
La sua tristezza era velata da un sorriso, un sorriso di cortesia certo, ma pur sempre un sorriso.
Si trovava in mezzo a tutte quelle persone, ma si vedeva benissimo che avrebbe preferito essere da tutt’altra parte.
Da dietro gli alberi notò che non perdeva occasione per starle vicino.
Aveva deciso di ritagliarsi un ruolo nella vita di quella ragazza, aveva deciso di prendersene cura e di proteggerla.
Sempre il solito Stefan.
Oh il Santo Stefan.
Il martire Stefan.
il povero Stefan, che da troppi anni aveva deciso di nutrirsi solo di conigli e scoiattoli.
Chi sa come sarebbe stato fargli assaggiare di nuovo il sapore del sangue?
Forse questo gli avrebbe inflitto quella sofferenza che da anni professava di fargli provare. Fargli perdere di nuovo il controllo, proprio come un tempo. Pensandoci però, preferiva fare qualche altra cosa. Qualcosa che lo avrebbe sconvolto di più. Avvicinarsi a Elena.
 
                                                                                                             Mystic  Falls settembre 2010
 
Ritornò con la mente al presente. Quei ricordi avevano lasciato in lui una strana inquietudine. Dovette ammettere che aveva raggiunto il suo scopo, si era avvicinato ad Elena, ma non aveva preventivato che se ne sarebbe innamorato.
 
 







                                                                              

  
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