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Autore: Malachia    07/07/2013    0 recensioni
Ricordi quando da ragazzina sognavi spensierata una te vent'anni più grande, in una casa enorme, con un lavoro importante, un marito che ti ama e dei figli?
Ricordi la prima volta che hai creduto a un "ti amo"? La volta dopo, in cui hai smesso di crederci?
Ricordi il primo lavoro? La prima volta che il capo ti ha licenziato con quello sguardo freddo e senz'anima?
E adesso, guardandoti allo specchio sai chi sei?
Sei chi vuoi?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Contesto generale/vago
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I suoi profondi occhi marroni mi guardavano con un'intensità disarmante, mai avrei pensato che uno sguardo avrebbe saputo farmi perdere ogni resistenza, e che un solo tocco mi avrebbe resa come creta, del tutto volubile e priva di volontà propria.
Sentivo le sue labbra sfiorare le mie, il suo caldo respiro si univa al mio, diventando uno solo; anche i nostri cuori, che prima parevano rincorrersi forsennatamente adesso dipendevano l'uno dall'altro, armonici, coordinati, sincronizzati.
 
Lasciavo che le sue mani mi sfiorassero il volto, non mi opponevo alla sua forte presa che stringeva saldamente a se, e non contestavo le volte in cui sentivo le sue dita solcarmi pelle nuda con un'avidità dettata solo dalla passione.
 
Ogni bacio bruciava come un ferro arso per secoli, ogni bottone slacciato segnava l'avvicinarsi del punto di non ritorno, e ogni sguardo complice e lussurioso lasciava spazio ai nostri corpi, che si parlavano senza parole, che si vedevano a occhi chiusi, e che si ascoltavano nel silenzio..
 
"Te ne andrai anche stavolta?" sussurrai  con il viso poggiato sul suo petto, mentre ascoltavo rispettosamente il suo battito.
"Cosa vuoi dire?" mi chiese, aveva capito ciò che intendevo e con molta probabilità voleva prender tempo, per evitare un dispiacere così grande che avrebbe rovinato anche quel momento idilliaco.
"Te ne vai, sempre. Io resto qua, ad aspettarti, donandomi totalmente a te, anima e corpo, ma tu mi lasci di continuo." conclusi, chiudendo gli occhi e stringendo la mano al poco amor proprio che mi restava.
Con due dita poste sotto al mio mento mi alzò il  viso; "gli occhi, mi fottono sempre" pensai.
 "Ti prometto che resterò con te, per te" mi rassicurò baciandomi.
Rimanemmo per più di un ora in quella posizione ad ascolare il silenzio, sentivo le sue dita scorrermi trai capelli e i suoi occhi sfogliarmi dolcemente l'anima privandola di qualsiasi difesa.
L'acuto trillo della sveglia riportò le nostre menti alla realtà facendo cadere un velo di tristezza sul suo volto.
Si alzò silenziosamente, dicendomi che doveva andare a lavoro e si dileguò dalla stanza velocemente; seguì la sua sagoma avvicinarsi al bagno e scomparire dietro la porta.
Mi misi a sedere sul letto, osservando il riflesso dello specchio in fondo alla camera; per un attimo non pensai neanche di essere io, sorridevo, sorridevo come non facevo da tempo. Mi passai una mano tra gli arruffati capelli rossi che mi impedivano di indagare nei miei occhi ambrati, rimasi così a guardare quella ventenne felice come una ragazzinza, in cerca di un ombra finchè l'acqua della doccia non si chiuse, spingendomi ad alzarmi dal letto ed andare da lui.
"Oggi non puoi restare?" chiesi con occhi imploranti, come facevo da bambina a mio padre quando stava per partire per lunghi viaggi di lavoro.
"Tesoro lo sai, è un brutto periodo, non posso assentarmi così, oggi viene anche un cliente importante. Un altro giorno, va bene?"
"Un altro giorno" ripetei rattristata.
Rimasi appoggiata allo stipite della porta osservandolo mentre si passava le mani trai capelli castani cercando di sistemarli, mi persi nella sua immagine, in quel sorriso così affabile, ed a tratti inquietante, rimasi assorta dalle linee decise del viso, dai baffetti scuri e dal pizzetto che invano avevo cercato di fargli tagliare, rimasi catturata da lui, che emanava così tanta sicurezza ed eleganza anche in un momento stupido come quello.
Tornai in camera, rimettendomi i vestiti della sera prima.
"Te ne vai stella?" mi chiese sentendomi camminare troppo frettolosamente.
"Sisi, vado a casa." annunciai, cercando una scusa.
"Sai che puoi rimanere da me quanto vuoi, vero?" Disse con quell'aria di proposta fatta per gentilezza, che tutti ascoltano ma mai nessuno prende sul serio.
"Lo so, lo so, ma devo andare."
Si affacciò dal bagno, sorridendomi amabilemtne e avvicinandosi mi sussurrò:
"Stai bene tesoro?" baciandomi piano, svelto, come un'abitudine, come se avesse tutta la vita per farlo.
"Sisi, tranquillo, mi chiami tu?"
"Farò di meglio, stasera ti porto fuori, per farmi perdonare perchè ora devo andarmene." 
Dalla gola mi usci un urletto di gioia, che lo fece sorridere soddisfatto e, dopo poco aggiunse: "allora resti ancora un po'?"
"Ma non ho vestiti per cambiarmi, e non sapei che fare oggi, mentre tu non ci sei."
Aprì un grande armadio bianco vicino allo specchio in cui prima si rifletteva nitida la mia immagine e tirò fuori da li un vestito azzurro a balze, così chiaro e soffie da sembrare quello degli angeli.
"Me lo ha dato Carla, lo ha preso dal tuo armadio tempo fa, avrei dovuto restituirtelo io, ma ho pensato che sarebbe stato utile qua; per il da farsi invece, beh, esci in centro" sussurrò aprendo un cassetto in cui era messa la sua carta di credito.
Lo osservai stranita per un po', cercando di capire quanto fosse serio in ciò che diceva, e lui, capendolo aggiunse che era a mia disposizione,  che per me doveva esserci solo il meglio.
Mi lasciò sola in quella stanza, lasciai cadere il mio corpo pesante estraneandomi dal resto del mondo; le lenzuola vellutate mi accarezzavano la pelle, per un attimo il pensiero della carta di credito mi sfiorò la mente facendomi sentire così sola; bastavano dei soldi per coprire la sua assenza? Bastava una carta di credito per giustificare le ore di solitudine passate ad aspettarlo?
Ripudiai quei pensieri, scancciandoli con un gesto brusco quando il cellulare s'illuminò:
"Tesoro, domani mi sono liberato per te, andiamo alle terme che ne dici? Lo volevi da tanto! -Mi manchi in ogni attimo Alex."
Sorrisi senza rispondergli, e mi stesi sul letto di nuovo, lasciando che il silenzio mi cullasse tra le braccia di Morfeo placando le urla nella mia testa  che lentamente scemavano.
  
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