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Autore: Yuki Delleran    20/01/2008    4 recensioni
«Allora l’ha fatto davvero…» mormorò Al.
Winry strinse le mani in grembo. Di cosa stava parlando?
«Cosa? » incalzò. «Parla, Al! »
«Ti farà stare peggio…» tentò di tergiversare il ragazzo distogliendo lo sguardo.
«La persona che amo è morta! Non posso stare peggio di così! »
Quello scatto sembrò convincere Alphonse.
«Mio fratello… non l’aveva detto a nessuno ma lui voleva… bhè, voleva chiederti di sposarlo. Quello è un anello di fidanzamento. »
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Pride, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Love & Pride 13 Disclaimer: tutti i personaggi di Fullmetal Alchemist appartengono a © Hiromu Arakawa. Pride appartiene agli © Ocean X. Il personaggio di Maris è della mia amica © Miki. Tutte le canzoni utilizzate sono degli aventi diritto.




Love & Pride

di
Yuki Delleran



03
***
"INNATURALE"


Alphonse aspettò di essere fuori dalla visuale di Winry prima di stringersi convulsamente addosso il soprabito rosso. Ormai era vecchio e consumato, non poteva certo proteggere dal freddo, ma aveva il profumo di suo fratello. Erano passato sette anni da quando lo aveva indossato la prima volta, la sera in cui avevano bruciato la loro casa. Sette anni… eppure sembrava una vita intera. Erano sempre stati insieme, nel bene e nel male potevano sempre contare sul sostegno incondizionato dell’altro e quei due anni che avevano trascorso separati da quell’orribile Portale per Alphonse erano qualcosa di inconcepibile. A poco a poco si era convinto di essere riuscito a superarli solo grazie all’amnesia. Se si fosse ricordato tutto quello che suo fratello aveva fatto per lui, arrivando a sacrificare sé stesso, probabilmente sarebbe stato divorato dai sensi di colpa. Esattamente come lo era adesso.
Si accucciò sul ciglio della strada e si strinse ancora di più nel soprabito respirando profondamente. Sapeva della lavanda che Winry metteva negli armadi e del loro shampoo. L’aveva comprato lui e Ed si lamentava sempre che aveva un profumo troppo dolce, ma poi finiva immancabilmente per usarlo. Tipico di suo fratello. Come avrebbe fatto a sopravvivere senza le sue lamentele, senza i suoi strilli isterici, senza i suoi sorrisi solari? Alphonse non lo sapeva. Da quando erano precipitati in quell’incubo, aveva sempre dovuto mostrarsi forte, soprattutto davanti a Winry, ma ora sentiva tutto il peso dell’essere un diciottenne nel corpo di un ragazzino di quattordici e la voglia di piangere si fece impellente.
Si alzò e deviando dalla strada principale, fece una corsa fino al cimitero.
«Qui non mi vedrà nessuno. » pensò lasciandosi scivolare sull’erba fresca respirando affannosamente. Le lacrime avevano già iniziato a bagnargli le guance.
«Fratellone…» mormorò alzando lo sguardo e sfiorando la lapide bianca. «Fratellone… io adesso come farò? »
In quel momento pregò che suo fratello gli rispondesse, desiderò spasmodicamente sentire la sua voce che lo prendeva in giro.
«Al, che piagnucolone che sei! » gli avrebbe detto.
Il pensiero che non l’avrebbe sentita mai più gli era inaccettabile. Appoggiandosi alla pietra, si coprì il volto con le mani e pianse silenziosamente dando sfogo a tutto il dolore che in quei giorni si era tenuto dentro. Quando finalmente riuscì a ritrovare la forza di alzarsi, si rese conto di aver perso il treno e che se non si fosse sbrigato avrebbe perso anche il secondo dovendo rimandare così la partenza all’indomani.
Si voltò per l’ultima volta verso la tomba.
«Fratellone, finalmente sei riuscito a rivedere la mamma. Cerca di farle compagnia, ok? E, per favore, tieni d’occhio Winry. Io… non so davvero cosa fare per lei… stupido fratellone… prenditi le tue responsabilità! »
Tentò di abbozzare un sorriso, poi lanciò un’occhiata all’orologio e si allontanò di corsa senza voltarsi.

Il viaggio in treno fino a Central City fu in assoluto il più triste che avesse mai fatto. Solo nello scompartimento deserto, Alphonse si sentiva completamente abbandonato. Non ci sarebbe stato nessuno ad accoglierlo alla stazione e nemmeno a casa. L’idea della villetta completamente vuota e silenziosa e della stanza di Edward rimasta esattamente come l’aveva lasciata, gli trasmetteva un senso di angoscia e la voglia di piangere riaffiorava prepotentemente. Allora appoggiava la fronte contro il vetro freddo del finestrino respirando a fondo per ricacciare indietro le lacrime.
Diverse volte, nelle stazioni intermedie, vedendo un ragazzo biondo che camminava sulla banchina ebbe l’impressione che si trattasse di suo fratello. Una volta addirittura si sporse dal finestrino chiamandolo e dovendosi poi di conseguenza scusare per lo scambio di persona.
«Basta, Al. » si disse sprofondando di nuovo nel sedile. «Di questo passo finirai per impazzire. »
Del resto non era colpa sua. Lui non aveva visto suo fratello colpito a morte, era privo di sensi quando era successo. L’unico ad averne visto il corpo era il generale Mustang, che per salvare lo stesso Alphonse, era stato costretto ad abbandonarlo nel rogo del magazzino. Tutto quello che Al sapeva, gli era stato riferito e il fatto di non avere un corpo da seppellire non faceva che aumentare il senso di irrealtà della situazione. Irrazionalmente, nonostante le parole di Mustang non lasciassero spazio a dubbi, Al sperava che suo fratello fosse in qualche modo sopravvissuto.
«Sto decisamente impazzendo…»
Fortunatamente la prossima fermata sarebbe stata Central City e quell’orribile viaggio sarebbe finito.
Scendendo dal treno, si guardò attorno istintivamente, anche se sapeva che non ci sarebbe stato nessuno ad accoglierlo.
«Alphonse! Qui! Qui! »
Tra le folla che riempiva la banchina, una voce attirò la sua attenzione e voltandosi riconobbe il sottotenente Havoc che agitava un braccio nella sua direzione.
«Va tutto bene? » gli chiese il militare facendoglisi incontro. «Ti aspettavo con il treno precedente.»
«L’ho perso… ehm… mi dispiace. » rispose incerto il ragazzo. Non si aspettava quell’incontro. «È successo qualcosa? Perché si trova qui? »
«Il generale mi ha mandato a prenderti, non voleva che rientrassi da solo, e poi effettivamente c’è anche un altro motivo. »
Mentre si avviavano alla macchina parcheggiata fuori dalla stazione, Al rivolse ad Havoc un’occhiata interrogativa. Sperava non si trattasse di nulla di lungo o complicato perché in quel momento desiderava solamente chiudersi in casa al buio e non vedere nessuno per un po’.
«Una persona si è presentata al Quartier Generale dicendo di conoscere te e Ed. Ha portato una notizia a dir poco sconcertante e abbiamo pensato che fosse il caso che lo incontrassi anche tu. » spiegò il sottotenente.
Alphonse si lasciò portare docilmente fino all’imponente edificio che rappresentava il suo posto di lavoro e condurre attraverso i corridoi fino all’ufficio del generale Mustang. Quando Havoc aprì la porta, quattro paia di occhi si voltarono verso di loro e quattro volti abbozzarono un sorriso.
«Bentornato, Al. » disse il tenente Hawkeye andandogli incontro con espressione materna.
«Grazie…»
Nonostante tutte quelle persone, quel luogo sembrava così vuoto senza la presenza costantemente corrucciata di suo fratello. Nessuno che strillava, nessuno che correva avanti e indietro con documenti ritardatari da firmare, persino i telefoni tacevano. Era tutto innaturalmente tranquillo. Innaturale. Ecco, era quella la definizione esatta che Alphonse cercava. Spiegava perfettamente l’intera realtà che lo circondava.
«È ancora qui? » chiese Havoc.
«Sì. » rispose Hawkeye. «È nell’ufficio privato con il generale. »
Fece segno ad Alphonse di procedere pure e il ragazzo bussò entrando poi nella stanza. Seduto alla consueta scrivania, il generale Mustang lo accolse con un sorriso tirato.
«Bentornato. Vieni pure avanti. »
In piedi accanto alla finestra si trovava un giovane che volgeva le spalle alla stanza. Portava l’uniforme militare e Al si chiese se fosse lui la persona che volevano fargli incontrare.
«Il maggiore Tringum sostiene di conoscerti già, quindi suppongo non siano necessarie le presentazioni. » continuò Mustang.
Il maggiore Tringum? Quando il giovane si voltò, Al ebbe un lampo di riconoscimento.
«Russell?! Sei tu? » esclamò stupito.
Gli occhi azzurri del nuovo venuto si illuminarono.
«Edward! Quanto tempo! Certo che non sei cresciuto nemmeno un po’…»
Se fosse stato in un’altra disposizione di spirito, Al sarebbe scoppiato a ridere. Solo in quel momento ricordò di essere ancora vestito allo stesso modo di come era solito fare Ed all’epoca in cui avevano conosciuto Russell. Biondo come lui e con quel corpo di quattro anni più giovane del dovuto, ai suoi occhi doveva apparire come una sorta di fotocopia di suo fratello. Lanciò un’occhiata a Mustang, ma il generale si limitò a scuotere impercettibilmente la testa.
«Non sono Edward. Io… ehm… sono Alphonse. »
Russell si lasciò sfuggire un’espressione imbarazzata e piuttosto sconvolta.
«Al?! Quindi ce l’avete fatta! Congratulazioni! Accidenti, Al, è un piacere conoscerti di nuovo! Perdonami se ti ho scambiato per Ed, ma…»
«Sì, lo so. » fece Al. «Anche tu però non scherzi in quanto a novità. Sei entrato nell’esercito e hai fatto carriera. Cosa ti ha portato qui? »
Lo sguardo di Russell si rabbuiò.
«Io sono di stanza al Quartier Generale di East City, ma a volte vengo mandato a fare delle ispezioni. Recentemente sono stato inviato a Zenotaim per controllare la fonte dell’acqua rossa e… insomma, sembra assurdo, ma… non c’era più. »
«Intendi la fonte? » chiese Alphonse.
«No, intendo l’intera città. È scomparsa, non c’è più nulla. Al suo posto ho trovato una landa deserta. La cosa strana è che non si sono verificati terremoti o altre anomalie del genere. Per un fatto così grave mi hanno inviato a fare rapporto direttamente a Central City e ho pensato di informarvi subito perché potrebbe centrare l’acqua rossa o la pietra filosofale. Immaginavo che a Ed potesse interessare. A proposito, dov’è? »
Alphonse abbassò la testa e non trovò la forza di rispondere.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Rieccomi!
Prima di tutto volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno chiesto di non interrompere la storia. Grazie all'affetto che mi avete dimostrato, state tranquilli che non lo farò. Capisco che la maggior parte di voi sia molto impegnata, ma proprio perchè questo apparente "calo di interesse" è arrivato in un periodo non molto roseo neanche per me ci sono rimasta peggio di quanto pensassi e il mio morale è crollato. In ogni caso ringrazio tutti quelli che hanno recensito e mi hanno mandato addirittura delle mail per rassicurarmi. Siete adorabili, grazie mille per il vostro sostegno!!
Veniamo al capitolo. E' arrivato! E' arrivato!! RUSSEL!!! Questo personaggio mi piace tantissimo e se fosse stato possibile avrei volutro farlo interagire con Ed! Quei due insieme fanno scintille! Peccato che non sia possibile... Questa parte della storia è abbastanza triste quindi abbiate pazienza, ok? Manca ancora un po' prima che LUI arrivi...
BeautifulKirja: Che bello, una new entry!!! Benvenuta!! Lo so che spesso la mancanza di recensioni è dovuta alla (chiamiamola così) pigrizia dei lettori e in questo mi ci metto anch'io. Questa storia mi ha insegnato una cosa: d'ora in poi, quando riterrò un racconto davvero valido, non mancherò di lasciare il mio commento. Ora che ho capito come ci si sente dall'altra parte, mi darò da fare in questo senso!
MalkContent: Lo scoraggiamento è passato per fortuna e con questo anche il rischio di interruzione, quindi va tutto bene! Evviva! ^_^ Spero che il tuo computer si riprenda presto!
fullmetalQUEEN: Mi sa che è davvero un periodo pieno per tutti quindi tra le pagelle (per chi studia) e il superlavoro pre e post-Natale (per chi lavora) il tempo è davvero poco, comunque con tutto l'affetto che mi avete dimostrato, la depressione mi è passata di colpo! Quanto ai capitoli, in effetti non è un bel periodo per Winry, poverina! Mi piange il cuore a pensarci! Per adesso l'attenzione si sposterà un po' su Al, anche lui non se la passa bene, ma li seguirò entrambi in questo "mare di lacrime" :-p
Chibisimo: Allora, che mi dici? Piange abbastanza Al? Questi capitoli per lui non saranno per niente una passeggiata e spero che possano soddisfare almeno un po' la tua sete di vendetta (Perchè poi? Povero cucciolo!)
meby138: Ciao! Non pretendo assolutamente delle giustificazioni, evidentemente ho davvero beccato un periodo pieno un po' per tutti. Mi dispiace se la mia è suonata come un'accusa, ero solo giù di morale perchè questo dispiacere si è aggiunto al periodo di nervosismo che sto passando sia a casa che sul lavoro. Sono contenta che i capitoli ti piacciano. Da qui in poi la storia andrà sempre avanti!
lunachan62: Lo so lo so che la storia ti piace e ne sono felice! Cercherò di non farmi più prendere da momenti di depressione nera come quello dell'ultima volta! Allora resto in attesa della tua mail, un bacio!
Vi ringrazio ancora tutti e ci vediamo al prossimo capitolo!
YUKI-CHAN




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(«Se fosse così, sarebbe colpa mia. Solo ed esclusivamente colpa mia! Significherebbe che ho provocato la morte del mio fratellone! »)
   
 
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