Era seduta come ogni sera su una delle poltrone accanto al fuoco che erano posizionate nel salotto. 
I suoi lunghi capelli neri erano legati in uno stretto chignon alto, sul naso erano appoggiati degli occhialini da vista per riuscire a leggere il suo libro. 
Glielo aveva consigliato Will alcuni giorni prima e doveva ammettere che si era rivelato davvero un'ottimo libro. 
Sicuramente era nello stile di suo fratello, sorrise nel ripensare a Will, in quel momento era partito insieme alla sua famiglia per risolvere alcuni affari dell'enclave nello Yorkshire, ma nelle sue condizioni non avrebbe mai potuto affrontare il viaggio.
Richiuse il libro e prese un respiro profondo poggiandolo sul piccolo tavolino accanto ala poltrona. 
Chiuse gli occhi, appoggiò la testa allo schienale della poltrona e si sistemò lo scialle di lana che aveva indossato a causa del forte freddo.
Ricordava ancora quando era arrivata all'Istituto, era stato tutto cosi difficile.
Quel primo giorno in cui era arrivata si era sentita del tutto fuori posto, immersa nella felicità di persone che nemmeno conosceva.
Ma lei era andata lì per Will, e per lui era rimasta. Okay forse non solo per lui, infondo anche lei amava essere una shadowhunter. 
La cosa più difficile era stata relazionarsi con loro all'inizio, lei li aveva considerati sempre freddi e indifferenti a qualsiasi cosa ma si era sbagliata di grosso. 
« Cara sei qui? »
Chiese una voce familiare qualche istante dopo che si era aperta la porta
« Si, complimenti sei riuscito a trovarmi! »
Disse lei con un sorriso sulle labbra mentre si rivolgeva a suo marito.
Sentì i passi di Gabriel sul pavimento finché non la raggiunse, le posò le mani sulle spalle e inizio a massaggiargliele con gesti rilassanti.
Tutto in Gabriel era familiare ormai, dal suono della sua voce al tocco delle sue mani callose, dal suo sorriso che illuminava tutto ciò che aveva attorno al modo in cui il suo corpo aderiva perfettamente a quello di lei quando erano stretti l'uno all'altra.
« E' tardi lo sai? »
Le domandò lui serenamente, come se quella fosse la più naturale delle domande, e lo era per loro, erano sposati da tanti anni ormai.
« Certo andiamo! »
Accettò Cecily togliendo gli occhiali e alzandosi con cura tentando di non fare del male al piccolo Alexander, o alla piccola Isabelle, che ancora portava in grembo. 
Gabriel le cinse subito la vita con un braccio e le diede un tenero bacio sul lobo dell'orecchio.
« Lo sai che ti amo Cecily Herondale? » 
Chiese ad un tratto Gabriel.
Cecily alzò la testa per guardarlo in volto ed aprì la bocca 
« Anch'io ti am... »
« PAPA'! MAMMA! »
Urlarono delle voci da bambini, i due si voltarono e videro i loro figli
Anna e Christopher che avanzavano verso di loro con sguardo triste mentre si asciugavano gli occhietti.
« Amori miei! Avete fatto un brutto sogno? »
Chiese Cecy con voce dolce.
« Si! Abbiamo sognato che la zia Charlotte era venuta e ci aveva detto che vi era successo qualcosa e che non sareste più tornati »
Disse la loro figlia maggiore.
« Allora volete dormire nel lettone con noi? »
Chiese Gabriel sorridendo ai due bambini senza lasciare la presa sulla moglie.
I bambini annuirono e iniziarono ad uscire seguiti subito da Gabriel.
Cecily rimase ferma un momento e prima che Gabriel uscisse dal salotto lo chiamo.
« Gabriel Lightwood! Ti amo anche io! Oggi più del primo giorno, e ti amerò per sempre. »
Gabriel si era voltato ed era andato verso di lei, l'aveva presa per mano e le aveva sussurrato ad un orecchio un'unica frase per poi portarsi Cecily via con sè alla ricerca dei loro figli.
Quelle parole Cecily non le avrebbe mai dimenticate.
« Il nostro amore può sopravvivere anche alla morte. »