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Autore: MadChemestry    21/01/2008    6 recensioni
Breve fanfiction RenxRuk. Renji pensa a Rukia ed esterna i suoi sentimenti.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Ruchia, Renji Abarai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un bagno.

Finalmente potevo riposare le mie stanche ossa, immergendomi in quelle calde acque, nell'emporio di Urahara. La mia vista era annebbiata dal vapore, i miei sensi appagati dal tepore dell'acqua che avvolgeva il mio corpo sudato, la bocca dischiusa lasciò uscire un sospiro di sollievo, mentre una ciocca dei miei lunghi capelli rossi cadde davanti al mio viso.

Ma non avevo voglia di scostarla, non avevo voglia di far nulla.

Nulla, se non pensare a lei...

Rukia...


Chiusi gli occhi, e la vidi nella mia mente.

Quei suoi profondi occhi neri. I suoi capelli dai riflessi blu.

Quel viso che, per quanto possa sembrare inespressivo, mi ha strappato più di un sorriso, nel rivederlo.

Già, un sorriso. Sono pochi quelli che avevo viso sul tuo volto. Ma quei pochi, rivolti a me, mi han sempre scaldato il cuore.


I miei occhi si riaprirono, e andarono a sbirciare curiosamente fuori dalla finestra, quasi attirato dalla luce della luna. E ti vidi di nuovo, seduta su di un muretto, a contemplare il cielo stellato, la soffusa luce lunare disegnava l'armonioso profilo del tuo volto.


Rukia... eri così bella...

Non era la prima volta che lo pensavo, ma più lo ripetei, più ne ero convinto.

E mi sentivo stupido a non averci pensato prima...

Quando eravamo a Kurongai, ero troppo giovane per capire una cosa del genere.

Quando eravamo all'accademia volevo eccellere per guadagnarmi la sua attenzione, e non gli potei dare la dovuta importanza. E quando Byakuya la prese come sorella le cose non fecero che peggiorare.

Byakuya, non sai quanto ti odi per tutto questo, per averla portata via da me, per l'essere coswì tremendamente irraggiungibile.

E non sei il solo...

Ichigo, quel maledetto dall'assurdo colore dei capelli. Lo vidi, era lì vicino a te. Stavate parlando, tu gli sorridevi. Il mio cuore si rabbuiò. Chiusi gli occhi quasi involontariamente.


Gelosia....?

Forse...

probabilmente era quello che provavo quando era venuto a liberarti alla Soul Society.

Quel suo tono arrogante, quell'espressione sicura di se... la odiavo...

ma più che altro odiavo me stesso, in quel momento, per essere stato un debole e non aver fatto nulla per non farti andar via da me...

Io...


non ebbi modo di finire quel mio pensiero, che la porta del bagno si aprì rumorosamente, appena mi girai a vedere chi fosse, tutto si fece buio e il mio volto venne coperto da un qualcosa che ben non compresi.


-Eccoti l'asciugamano, scroccone...- la voce di Jynta, senza dubbio, anticipò il richiudersi della porta. Ma io non mi mossi, ero ancora lì con l'asciugamano sul volto, a riprendere il filo del mio pensiero.


Stupido... stupido a non averlo capito...

che ti amavo, Rukia, e che ti amo ancora.

Lasciai cadere l'asciugamano dal mio volto e lo poggiai sul bordo della vasca, quindi sprofondai completamente in essa, immergendo la testa nell'acqua.

I miei pensieri... erano così leggeri...così come lo erano le bolle che lentamente salivano in superficie.

E mi interrogai... quanto avrei retto un simile greto? Quanto mi sarebbe importato di tenere quella cosa solo per me? Quando mi sarei finalmente ritenuto il tipo d'uomo adatto per lei?


Riemersi, e scossi il capo per asciugarmi i capelli, gran parte dei quali mi rimase attaccata alle gote. Quindi uscii, strofinandomi con l'asciugamano che mi era stato portato poco prima, lanciai nuovamente un occhiata alla finestra.

Lei era ancora lì, con le gambe incrociate, ad osservare i suoi piedi che balzavano avanti e indietro.

Mi rivestii, nella mia testa vi era solo un enorme confusione.


Con ancora l'asciugamano in testa e i capelli bagnati, andai all'aperto, in un insano gesto dettato dal mio desiderio di averti vicino a me.

Non sapevo cosa dire. Forse perché non c'era un bel niente da dire.

Solo il mio solito -Hei...!- interruppe il silenzio di quella notte.

Tu risposi con un timido sorriso.

-Io... volevo dirti che...-

Così, d'impulso, esternai i miei pensieri.


Non mi ricordo cosa esattamente ti dissi. Forse, solo che volevo starti vicino e proteggerti.

Ricordo solo quella tua espressione stupita, seguita dal tuo dolce sorriso.

  
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