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Autore: Emily27    08/07/2013    7 recensioni
Un matrimonio, un ritorno, un giorno perfetto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jackson Hunt, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Il padre dello sposo




 

Martha Rodgers era emozionata: suo figlio stava per sposarsi.
Certo, si trattava del terzo matrimonio, doveva averci fatto l'abitudine, ma questa volta era diverso, Richard sarebbe convolato a nozze con la sua esatta metà: Kate Beckett. Una donna forte e dolce, che lo amava in modo sincero, una donna vera. Non poteva chiedere di meglio per suo figlio. Doveva ammettere che la detective Beckett sapeva essere anche decisamente cocciuta, ma chi non possiede qualche difetto? Aveva fatto penare Rick prima di rispondere con un bel sì alla sua proposta di matrimonio, se n'era anche andata a Washington, ma l'unica cosa che contava adesso era che tra meno di un'ora avrebbe pronunciato un altro sì.
L'agitazione le punzecchiava lo stomaco, un'emozione che la rendeva eccitata e raggiante, perchè la felicità di Richard era anche la sua, e sapeva con certezza che Kate lo avrebbe reso felice.
Lo sposo non appariva meno emozionato della madre. Martha lo poteva leggere nell'espressione e nei gesti del figlio, il quale stava cercando di farsi un nodo alla cravatta che fosse per lo meno decente, ottenendo però scarsi risultati. Seduta sulla sponda del letto, lo osservava mentre mentre sbuffava e se la prendeva con il povero pezzo di stoffa, davanti allo specchio a parete nella camera da letto della villa negli Hamptons.
Attraverso la finestra aperta arrivava il vociare degli invitati, i quali erano già tutti in giardino dove era stato allestito un buffet, e dove Alexis era rimasta a fare gli onori di casa dopo che lei era salita da Richard, desiderando restare un po' da sola con lui prima della cerimonia.
“Ci penso io” si offrì, temendo che sarebbe rimasto alle prese con la cravatta fino a sera.
Castle la lasciò fare, mentre lei con abili gesti creava magicamente un nodo da manuale.
“Non capisco, l'ho sempre fatto. Com'è che adesso non mi riusciva?” si lamentò Rick tornando a specchiarsi. Sollevò il pollice. “E' ok.” Indossò la giacca e lisciandosi le maniche si mise in posizione davanti alla madre. “Come ti sembro?”
Martha sorrise, ricordando quando gli aveva fatto indossare la divisa scolastica il primo giorno di scuola, e come Richard fosse stato nervoso, proprio come in quel momento. Quanto tempo era trascorso, un'eternità.
“Sei il più bello sposo che io abbia mai visto.”
“Significa che sono migliorato, quindi” scherzò Castle stemperando la tensione.
“E' diverso ciò che senti dentro” disse Martha avvicinandosi a lui. Gli prese la mani e gliele strinse. “E' quella giusta, Richard.”
“Lo è, mamma.” Gli occhi di Rick brillavano mentre lo diceva. “Oggi è un giorno perfetto. Sposerò la donna che amo, circondato dalle persone a cui tengo di più e dall'amore di una figlia stupenda e di una madre... esperta in nodi della cravatta!” concluse sorridendo.
“Vieni qui...” fece lei lasciandogli le mani per prenderlo fra le braccia e stringerlo forte. Il suo Richard, un amore immenso, tutta la sua vita.
Castle ricambiò la stretta, senza curarsi di poter sgualcire il suo completo da sposo impeccabile. “Ti voglio bene, mamma.” Quando si sciolsero dall'abbraccio, disse: “Sarà meglio scendere, o Kate arriverà prima di me.”
“Oh, non preoccuparti” lo rassicurò lei muovendo una mano a mezz'aria. “Le spose sono sempre in ritardo, e Kate non farà eccezione.”
“Il problema è che Kate fa sempre eccezione...” sostenne Rick sollevando gli occhi al cielo. Porse il braccio alla madre, invitandola a prenderlo a braccetto. “Andiamo?”
“Inizia a scendere, Richard, ti raggiungo subito.”
“Va bene, lo so che vuoi farti ancora più bella, anche se per me sei già splendida.” Lo scrittore le strizzò l'occhio è uscì dalla stanza.
Martha si guardò allo specchio e sorrise. Splendida... Era così che la vedeva suo figlio, ed era così che lei si sentiva in quel giorno perfetto, come lui lo aveva definito. Forse però a quella perfezione mancava qualcosa, o, per meglio dire, qualcuno.
Nel corso degli anni aveva pensato a lui, in fondo era il padre di suo figlio, ma da quando Richard lo aveva conosciuto era presente sempre più spesso nei suoi pensieri.
Ci si può innamorare in un giorno soltanto? La risposta le era arrivata una quarantina di anni prima, quando aveva incontrato un uomo dal fascino brillante, che l'aveva fatta stare bene e amata come nessun altro, che le aveva regalato la magia di un momento. Un uomo il cui lavoro lo aveva portato via da lei e dalla creatura che portava in grembo.
Non poteva dimenticare la fatica e i sacrifici di una madre sola, le difficoltà di crescere un figlio senza una figura paterna, ma, al di sopra di tutto, Richard era anche stato la sua gioia più grande e ogni giorno ringraziava il cielo di averglielo donato. Era orgogliosa di lui come di se stessa, per aver contribuito a renderlo l'uomo che era.
Il padre, le aveva raccontato Rick, aveva seguito le loro vite da lontano, nell'ombra. Non era stata la maniera migliore di fare il genitore, ma Martha era consapevole che non si poteva lasciare un lavoro nella CIA dall'oggi al domani, e gli anni erano passati veloci, uno dopo l'altro. Non gli serbava rancore, in qualche modo lei e Richard avevano fatto parte della sua vita, ora l'unica cosa che provava era il desiderio di rivederlo.
Andò alla finestra, dove l'accolsero l'azzurro del cielo e del mare e il verde del prato davanti alla villa. Respirò l'aria fresca, che profumava di estate e di cose buone.
Vide Rick uscire in giardino, subito raggiunto da pacche sulle spalle da parte di Ryan ed Esposito, al loro fianco Lanie e Jenny, la quale teneva in braccio la piccola Lauren. Lo sposo fece un giro fra gli invitati, stringendo mani e facendoli ridere con le sue battute, un modo per nascondere la sua agitazione, intuì Martha.  
Inoltre, nonostante non ne avesse parlato, era certa che anche lui stesse pensando a suo padre.


Jackson Hunt aveva girato mezzo mondo, ma non era mai stato negli Hamptons. A condurlo nell'esclusiva località di mare, in quella splendida mattina di metà giugno, era stato un evento importante: le nozze di suo figlio. Si era chiesto il motivo per cui aveva sentito il bisogno di esservi presente, a differenza dei primi due. Forse perchè, dopo che lui e Richard si erano conosciuti a Parigi, ora sentiva il figlio più vicino, o forse, semplicemente, stava invecchiando e diventando quindi più sentimentale.
Jackson non aveva intenzione di presentarsi alla villa all'improvviso, né tanto meno di fare un'entrata trionfale nel bel mezzo della cerimonia, non era nemmeno sicuro di voler palesare la sua presenza. Farlo avrebbe significato incontrare Alexis, Kate e, soprattutto, Martha. Non poteva ripiombare così nella sua vita, creando scompiglio proprio nel giorno del matrimonio di Richard, non gli sembrava opportuno.
Si sarebbe accontentato di assistere alle nozze di nascosto, in fondo nascondersi era il suo mestiere. Aveva trovato un buon punto d'osservazione tra un gruppo di pini marittimi nei pressi della villa: abbastanza lontano da dove si sarebbe svolta la cerimonia per non essere notato, ma vicino quanto bastava per vedere tutto.
Anche se nessuno lo avrebbe visto, si era vestito elegante, e con quel completo scuro si sentiva un po' James Bond. Il mio nome è Hunt, Jackson Hunt, disse fra sé e sé levandosi gli occhiali da sole. Si appoggiò al tronco di una pianta e puntò lo sguardo verso il luogo in cui si sarebbe celebrato il matrimonio, cioè sul prato davanti alla villa, da dove si vedeva il mare.
Sulle file di sedie avevano già preso posto tutti gli invitati, che dovevano essere una cinquantina, occhio e croce. Approvava la scelta del figlio di sposarsi in semplicità, lontano dal clamore dei media, che in caso contrario avrebbero preso d'assalto il matrimonio del famoso scrittore Richard Castle.
Il prete era già in posizione, sotto ad un arco fiorito da quelli che, visti da lontano, gli sembravano girasoli e gigli bianchi, gli stessi che adornavano il percorso tra le sedie che gli sposi avrebbero seguito.
Alexis, in prima fila, era in piedi a stava parlando ad una signora di colore: il capo della detective Beckett. Con un abitino nei toni del verde ed i capelli raccolti, sua nipote era uno splendore. Accanto a lei, un giovane dai capelli neri le cingeva i fianchi con un braccio. Thomas Parker, ventitrè anni, figlio di genitori rispettabili e studente di legge con ottimi risultati, nessuna denuncia, niente droga, poteva essere definito un bravo ragazzo.
Ad un certo punto il brusio fra gli invitati cessò e tutte le teste si voltarono indietro: stava arrivando lo sposo con al braccio la madre.
Il cuore di Hunt fece un balzo. Martha... La donna che lo aveva conquistato con un solo sguardo, esuberante e sbarazzina, bellissima e passionale. L'aveva amata quella donna che ora, vestita d'azzurro, stava accompagnando il loro figlio verso una nuova vita. Si domandò come sarebbe stata la sua, se fosse fosse rimasto con loro. Era rimpianto quello provava? Non sapendo darsi una risposta, si limitò a ripetere a se stesso che stava davvero diventando vecchio e sentimentale.
Martha e Richard si sistemarono ai loro posti, rispettivamente accanto ad Alexis e davanti al prete, in attesa che arrivasse la sposa.
Non bisognava essere un esperto di comunicazione non verbale, per capire dal suo linguaggio del corpo quanto Rick fosse teso. Eppure doveva aver maturato una certa esperienza nel recitare la parte dello sposo, pensò Jackson sorridendo. Credeva di sapere da dove arrivasse tanta emozione, dato Kate gli sembrava diversa da tutte le donne che avevano fatto parte della vita amorosa del suo figliolo. Sì, perchè Richard ne aveva collezionato un numero considerevole, e del resto era comprensibile tenuto conto del fascino che possedeva. Tutto suo padre. Non era solo quello però a renderlo immensamente fiero di suo figlio, esisteva un milione di altri motivi.
Facendo eccezione alla regola, che voleva la sposa in ritardo, ecco che Kate stava arrivando al braccio di Jim Beckett. Per Hunt non fu difficile immaginare che il loro pensiero fosse rivolto ad una madre e una moglie che non c'era più, ma che attraverso i loro cuori era presente, a sorridere alla figlia nel suo giorno più bello.
Sapeva tutto del caso Johanna Beckett, e di conseguenza del senatore Bracken. Se quel bastardo avesse osato nuocere a Kate o a Rick, avrebbe dovuto vedersela con lui, e Jackson non voleva essere nei suoi panni.
La sposa era incantevole, con un semplice vestito bianco e i capelli sciolti, appuntati solo per qualche ciocca con piccoli fiori dello stesso colore dell'abito. Teneva in mano un bouquet di rose gialle, così gli parevano, e avanzava verso Richard, il quale teneva lo sguardo puntato su di lei.
Jim consegnò il futuro della sua unica figlia nelle mani dello sposo, dopodichè il prete diede inizio al rito del matrimonio.
Jackson non riuscì ad udire distintamente le parole che vennero dette, ma quando Kate e Rick si scambiarono un bacio e diversi fazzoletti asciugarono lacrime, capì che due sì erano stati pronunciati. Era commozione quella che lui, il duro agente della CIA, stava provando? Questa volta il suo cuore rispose affermativamente.
Si allontanò dal suo nascondiglio e dalla villa, camminando sull'erba con la brezza che arrivava dal mare a solleticargli il viso. Provava una dannata voglia di partecipare alla felicità della sua famiglia, non da semplice spettatore, ma come un vero padre, compagno e nonno. Forse era buffo usare il termine famiglia, riferendosi a persone che aveva incontrato una sola volta o che addirittura non aveva mai conosciuto, tuttavia era così che le considerava, anche se di quella famiglia non aveva ancora potuto assaporare il calore. Sperava di poterlo fare, presto o tardi, ma non era quello il giorno più adatto.
Poi, alle sue spalle, una voce.
“Alexander.”
E il suo cuore si fermò.
Non ricordava l'ultima volta che qualcuno lo aveva chiamato con il suo vero nome, e, ancora prima di voltarsi, seppe chi l'aveva pronunciato.
Si girò, la vide e fu come se tutti quegli anni non fossero passati.
“Martha...” mormorò. Il suo viso era rimasto bello, nonostante recasse i segni del tempo, e nei suoi occhi brillava la stessa luce di allora. Nel suo sguardo lesse la gioia, senza ombre.
Martha gli si avvicinò e lentamente gli mise una mano sulla guancia. Lui ne avvertì il calore.
“Sei rimasto lo stesso...” La sua voce vibrava di emozione.
Jackson posò una mano sulla sua e l'accarezzò, ritrovando sensazioni che che non aveva più provato. “E' davvero passato tutto questo tempo?”
“Temo di sì” rispose Martha. “Ma sembra ieri.”
Senza inutili indugi, si unirono in un abbraccio dolce e silenzioso.
Hunt strinse a sé la giovane donna conosciuta quarant'anni prima, strinse la Martha di adesso, che non era cambiata affatto, e la madre di un figlio cresciuto senza avere un uomo accanto, perchè lui l'aveva lasciata da sola.
In mezzo a tante emozioni belle, in lui si fece strada il senso di colpa.
Si staccò da Martha e sentì il bisogno di chiederle: “Puoi perdonarmi?”
Lei scosse il capo, facendo intendere che non serviva. “Tutto quello che farò sarà ascoltare ciò che avrai da dirmi. Avremo tanto di cui parlare, Alex, ma adesso non è il momento, ora c'è qualcosa di importante da festeggiare” disse sorridendo e accennando con la testa verso la villa.
“Credi sia il caso?”
“Assolutamente. Sei il padre dello sposo!” affermò Martha con i modi allegri che lui ricordava. Era meravigliosa. “Lo vuoi fare questo regalo di nozze a tuo figlio?” Gli tese una mano e lui la prese nella sua. Certo che lo voleva!
Si incamminarono in direzione della villa e Jackson si sentì leggero, diverso. Si era sbagliato, quello era davvero il giorno più giusto per cambiare un bel po' di cose.
“Martha, dimmi una cosa. Come hai fatto a scoprire che ero qui?”
“Non crederai di essere il solo ad avere doti da zero zero sette.”
“Devo avere paura che mi rubi il mestiere?”
“Hmm... Forse dovresti... Ma ammetto di avere avuto un vantaggio.”
“Quale?”
Martha lo guardò con un sorriso dolce e furbo al tempo stesso, e rispose: “Sapevo che saresti venuto.”






Ho adorato il padre di Rick fin da subito e mi sono detta che dovevo assolutamente
scrivere una storia su di lui, dovevo solo aspettare che arrivasse l'ispirazione... :P
Mi piacerebbe rivederlo, magari nella sesta stagione. Capito Marlowe?! :D
Approfitto dell'occasione per augurare a tutte buone vacanze!
Ciao!

 

  
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