Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Liris    21/01/2008    7 recensioni
Mia prima One-shot, e storia su Tsubasa Chronicle.
Spero sia venuta bene, altrimenti potete sotterrarmi con pietre XD o dizionari, dipende XD
"Quando si pensa di aver perso tutto:
l'affetto,
l'amicizia,
la fiducia,
ecco che chi credi sia la persona più fredda al mondo, ti prende per mano e ti aiuta a vedere ciò che la tua mente tenta di nascondere al tuo cuore"
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione, ci sono spoiler per chi non avesse letto dal n° 111 in poi.
Comunque son spolerini piccini picciò, chi vuole solo leggere una tenera storia della coppia più caratteristica di Tsubasa Chronicle, ci passa sopra^^
Beh, mi resta da dire che i diritti sui personaggi son tutti delle care Clamp, e io ho avuto solo la malsana idea di scrivere questa One-shot^^



Nothing Else



Sentire la calma della notte, provare sulla propria pelle la carezza della leggera brezza…
Cos’altro?
Un gufo si mosse sul ramo di un albero, mentre piccole creature dal battito cardiaco velocizzato, correvano a nascondersi nelle proprie tane.
Un posto quieto…forse finalmente un luogo da chiamare casa?
Ma chi voleva prendere in giro..
Non era nessuno, o meglio, ora era il fantasma di se stesso, dopo che lui era morto.
Si lasciò cadere ai piedi di un bellissimo albero; come lo chiamavano li? Sakura?
Un leggero sorriso si dipinse sulle sue labbra.
Che bellissima assonanza con la piccola gattina che se ne stava raggomitolata nel suo letto, al piano superiore di quella reggia che era la casa di Tomoyo Hime
Ma era sola, la piccola Sakura? Mai… il cagnolino era sempre di guardia.
Shaoran.
Si portò una mano sul viso, sorridendo tristemente per ciò che tornava alla mente, dei nuovi ricordi creati con loro.
Quanto aveva mentito, e quanto li aveva presi in giro.
E ora doveva solo essere preso a schiaffi dall’ultima persona di quello strambo gruppo, che se ne rimaneva tranquillamente appollaiato sul davanzale del proprio balcone.
Abbassò il viso, per non incontrare i suoi occhi, rossi ma intensi, profondi quanto un baratro infinito.
Kurogane.
Colui che più di tutti aveva preso in giro, divertendosi a sentirlo sbraitare contro di se
Una cosa sul quale non poteva mentire, era la gioia che provava a provocarlo….a farsi rincorrere, scappando ai suoi tentativi di menarlo.
Portò ora entrambe le mani sul volto, come a sostegno della testa, ormai pesante, e inutile.
Cosa serviva continuare a farsi del male con certi ricordi?
Rabbrividì, quando una brezza fine ma gelata si insinuò nel suo colletto, solleticandogli la schiena.
Non doveva pensare ad altro che alzarsi, armarsi di buona pazienza, e rientrare nella reggia, e rinchiudersi nella sua stanza, vuota e calda, ma che a lui pareva fredda, ed ivi, trovare riposo.
Erano azioni semplici, dopotutto…no?
Sbuffò piano, cercando di tirarsi su, posando le mani a terra, come perni, per issarsi in piedi.
Qualcosa però non tornava..
Da quando c’era una massa davanti a lui?
Non capì bene la situazione, finchè non alzò il viso, trovandosi davanti un altrettanto faccia perplessa.
Rimase immobile, sentendosi studiato da quegli occhi rossi come il miglior vino, o per rimanere nel suo attuale tema, un ottimo sangue.
Non riuscì nemmeno a far finta di sorridere, verso l’uomo che aveva perseguitato fin dall’inizio del viaggio, e che ora era diventato indispensabile per la sua sopravvivenza.
Il tutto però non si riallacciava ad un unico scopo alimentare..vi era molto altro, o almeno, per il mago era così.
“Kurogane-sama… perché sei qui?” domandò Fay, indietreggiando solo di un unico passo, come terrorizzato, ma allo stesso tempo affascinato da quella scura e forte figura.
Gli occhi rossi e piccoli del guerriero si strinsero, riducendosi a due sottili lame.
“Se hai finito di autocommiserarti, potresti anche rientrare. La polpetta bianca si è svegliata, e non trovandoti ha iniziato a piangere e a saltellare per tutta la stanza” borbottò con irritazione Kurogane, posando la mano sana, chiusa a pugno su un fianco, mentre spostava il peso del corpo su una gamba.
Il mago abbassò la testa, dopo aver ascoltato le poche parole irritate dell’uomo che gli stava davanti; le braccia rimanevano parallele al corpo, mentre i pugni si stringevano, per la sua stupidità.
Era ovvio che Mokona, non trovandolo si sarebbe messo a fare così tanto chiasso.
“Non ha svegliato Shaoran-ku e Sakura-chan, vero?” mormorò preoccupato, sentendosi però spingere contro il tronco dell’albero, dopo pochi secondi che aveva concluso la frase, da una mano sul suo petto.
Aveva paura di alzare il viso, perché sicuramente avrebbe incontrato due occhi vermigli e irritati.
“Non eri tu quello che doveva rimanere estraneo a certi sentimenti? Non dovevi rimanere lontano da loro per non ritrovarti coinvolto? Bene, allora smettila di commiserarti, e preoccuparti” affermò piano Kurogane, rimanendo con la mano sul petto del mago, sentendo il suo respiro quasi fermarsi, mentre l‘altra era posata sul tronco dell‘albero, vicino al viso del ragazzo..
Fay sapeva che non erano state quelle parole appena pronunciate a dar fastidio all’uomo, ma al suo comportamento in quei giorni, e soprattutto quella notte.
Alzò il viso, facendo incontrare così i loro sguardi, e poi annuì piano, sentendo il peso sul petto, e all’interno di esso, togliersi; era tornato libero, sia esternamente che interiormente..
Tutto per poche parole di Kurogane? O perché quelle essenziali frasi le aveva aspettate da giorni, dal guerriero che più di una volta gli aveva detto che non glie ne importava niente.
Il moro lo guardò un momento, e poi, giratosi, tornò sui suoi passi, diretto verso la dimora di Tomoyo, seguito dal mago.
Questo chiuse gli occhi, rimanendo distante solo di pochi passi dall’uomo che l’aveva appena ripreso; i metodi di lui erano sempre così rudi, pensava Fay, mentre si massaggiava il petto, sentendo un leggero pizzicore alla schiena.
Rudi…ma se diceva qualcosa non era per dar aria alla gola. Come ora…sapeva per certo che quello stupido e malinconico mago l’avrebbe seguito dentro la dimora della sua principessa
Una volta entrato, salì le scale che portavano di sopra, alle stanze che erano state loro assegnate, e li vide entrare Kurogane nella sua, chiudendosi alle spalle la porta.
Fay rimase davanti a quell’unico ostacolo, pronto almeno a ringraziare davvero l’uomo che più di una volta l’aveva salvato.
Pose una mano su quel materiale di cui era fatta la porta scorrevole, ma non si mosse.
Suvvia, adesso ci mancavano solo pensieri così stupidi di imbarazzo….era grande e con la testa a posto, cosa gli impediva di entrare nella stanza del compagno di viaggio e dargli i suoi più sinceri ringraziamenti, mai dati prima, e chiedergli in definitiva scusa per tutto quello che aveva loro combinato?
Socchiuse gli occhi, prima di far scorrere la porta, ed entrare con un leggero passo.
“Kurogane-sama…” mormorò, richiudendosi alle spalle il pannello, rivolgendo lo sguardo verso quella figura immobile, vicino all’unica finestra aperta, da cui entrava una leggera brezza notturna.
La luna illuminava il suo viso, rendendolo così ancora più statuario e serio.
Fay rimase immobile, sentendo gli occhi del moro su di se, prima che essi furono riportati verso il cielo.
“Volevo..volevo solo ringraziarti..” sussurrò, prendendo coraggio, mentre avanzava verso di lui, fermandosi a pochi passi dal suo corpo. “Lo so che…è poco, ma non ho mai avuto un occasione per dirti grazie, o forse l’ho avuta, ma non ho mai avuto il fegato per farlo” mormorò, con occhi bassi, alzandoli poi, con coraggio, per incrociare i suoi, che erano tornati nuovamente sulla sua persona.
“Hai tutto il mio rispetto e la mia amicizia, anche se…beh, la smetto di farfugliare” disse, infine, facendo un doveroso inchino, tornando poi eretto per guardarlo.
In quel momento…solo in quel preciso momento capì che forse quell’uomo, uno scorbutico guerriero, era ciò che di più importante aveva al mondo.
Era per questo che gli era stato ordinato di ucciderlo subito? Perché l’avrebbe cambiato, e portato prepotentemente alla realtà, sconvolgendolo così profondamente?
Kurogane non gli rispose, ma da uno come lui, così silenzioso e fiero, non si aspettava certo risposta, e non la reputava una mancanza di rispetto.
Storse di poco il viso su un lato, come un saluto, per potersi congedare, e tornarsene nella sua stanza a tranquillizzare Mokona.
Si girò, pronto per uscire, quando una mano sul suo polso, forte, ma in un certo senso gentile, lo trattenne, trascinandolo di nuovo davanti a Kurogane, così vicino a quella statua all’apparenza fredda e fiera.
“Non ti sei nutrito” disse l’uomo, guardandolo con occhi attenti.
Poche parole, che però trasmisero al mago, qualcosa di più che una semplice affermazione.
Stava per controbattere che non c’era bisogno che si disturbasse, per quella sera, quando il cipiglio del guerriero lo fece bloccare, e sorridere.
Un sorriso di gratitudine, verso l’uomo che aspettava solo un suo cenno, per potersi tagliare il polso.
Fay annuì piano, sospirando, mentre faceva un altro passo, per tagliare ancora un poco la distanza che li separava.
Vide Kurogane ferirsi il braccio, e porgerglielo, senza fare un fiato.
Il mago posò le sue candide mani sulla calda pelle del guerriero, avvicinando le labbra alla carne offesa, nutrendosi così del sangue che lento, scorreva dal braccio alla sua gola, rinfrescando la sua ‘sete’
Fay si sentiva meglio ad ogni goccia che scendeva nel suo corpo, e non capì, perché, d’un tratto, si ritrovò stretto al compagno.
Sgranò di poco l’occhio ormai ambrato, staccandosi dal braccio, per alzare il viso, perplesso, per incontrare lo sguardo di Kurogane, che fermo, lo studiava in ogni particolare.
Il mago rimase perplesso, quando vide una linea sottile di sangue scendere dalle labbra chiuse dell’uomo; quel liquido lo attirava.
Chiamava la sua parte di vampiro, e dovette usare tutta la sua determinazione, per non avvicinarsi al viso del compagno, e ripulire ciò che lo sporcava.
Si concentrò sugli occhi profondi e decisi di Kurogane, perplesso per il gesto che aveva compiuto.
Era uno scambio di silenziose parole, di sguardi intensi, come lo erano stati quelli passati…come lo era stato il primo che si erano dati, davanti alla casa della strega.
Ora ciò che si agitava nell’animo di Fay, non era più la sete del sangue di Kurogane…ma qualcosa che aveva tentato di rinnegare, proprio la prima volta che si erano visti.
Il braccio artificiale, che solo ora si accorse, lo circondava, si strinse, portandolo così attaccato al suo petto del guerriero.
“Kurogane-sama…” soffiò a poca distanza dal suo viso Fay, con l’occhio sbarrato, tremando per ciò temeva, sarebbe successo.
Non poteva lasciare che tutto ciò li travolgesse…ne avrebbero solo sofferto
Quasi era senza fiato, per la stretta che Kurogane esercitava sul suo minuto corpo, mentre le sue mani erano appoggiate al petto del moro.
“Non chiamarmi così..” mormorò solamente l’altro, annullando la distanza che li divideva, catturando le labbra del mago, costringendolo a bere dal taglio che si era procurato sulla lingua, con i denti.
Fay strinse nei pugni la stoffa leggera del kimono scuro di Kurogane, mentre cercava di fuggire, all’inizio, a quel bacio, lasciandosi però travolgere successivamente dal richiamo di quelle labbra e del sangue.
Al diavolo ogni buon proposito…che quella semplice passione li travolgesse, estraniandoli in quel momento dai problemi e le preoccupazioni della loro vita.
Insieme al suo sangue, il compagno di viaggio, con quel bacio, gli stava donando qualcosa di ancora più prezioso, che non pensava potesse trovarsi così vicino a lui, in quel momento.
Leccò i denti perfetti, e il palato, sentendo il sapore dolciastro del sangue di Kurogane, con gesti piccoli e timidi, come se fosse sotto esame, pronto per essere ripreso al primo sbaglio.
I loro corpi erano così uniti, stretti l’uno all’altro, divisi solo dai vestiti che portavano indosso, che Fay gemette in quel bacio, separandosi controvoglia.
Lo guardò negli occhi, mentre il suo unico, tornava di un azzurro intenso, rimanendo fermo in quella calda stretta, data dal braccio artificiale di Kurogane.
“Come devo chiamarti..?” sussurrò, di nuovo a poca distanza dalle sue labbra, ripulendo con un unico movimento della lingua, la linea sottile di sangue, colata precedentemene dalla bocca del compagno.
Un leggero sorriso increspò le labbra di Kurogane, e Fay comprese ciò che il ragazzo intendeva. “Kuro-tan va bene?” domandò, posando il viso, contro la pelle scoperta, sotto il mento, tenendo l’occhio chiuso, ascoltando il suo respiro.
“No…preferisco Kuro-rin” sussurrò il guerriero, scostandolo di poco, per scendere a baciare la pelle del collo del mago, sedendosi sul davanzale largo, portando così il compagno fra le sue gambe, tenendo sempre incollato al suo corpo.
Questa volta fu il turno di Fay, di sorridere, mentre portava indietro la testa ai baci che Kurogane gli donava sulla pelle fresca.
“Allora te li ricordi…” mormorò il ragazzo, sentendo il tepore al cuore farsi più forte, quasi come se tutto il suo animo stesse prendendo fuoco.
Ma era anche un calore piacevole, non di quelli che portavano solo fastidio..l’aveva mai provato così intenso? No…mai.
Aveva sempre pensato che quei nomignoli fossero un offesa al guerriero…
“Perché non Kuro-bau?” propose Fay, osservando ora il ragazzo, che mostrava un viso falsamente scocciato.
“Non sono un cane” affermò questo, fieramente, prendendo il mento del giovane mago, passando il pollice sulle labbra di questo, che avvertì un brivido piacevole lungo la schiena.
“Tu potrai chiamarmi Fay-miao” continuò questo, mordendosi il labbro inferiore, quando Kurogane lasciò il suo mento, per accarezzargli la parte di viso, proprio sotto la benda nera.
“Kuro-pu, e non ne parliamo più” affermò ridacchiando il guerriero, suggellando il patto con un bacio, stringendo a se il ragazzo che portò le braccia intorno al suo collo, completamente in balia di una passione sfrenata, e nuova nel suo animo.
“hai fatto una rima, Kuro-pu!” disse questo, riprendendo fiato, sorridendo al viso perplesso del compagno.
“It’s Love! It’s Love!!” gridò d’un tratto una vocina, proveniente dalla testa di Kurogane.
Entrambi sbiancarono, facendo decisamente invidia al color panna di Mokona, tutto allegro e saltellante, mentre assisteva a tutto ciò.
Il colorito tornò poi ad entrambi, decisamente amplificato sul rosso, e per Kurogane arrivò al bordeaux.
“TU…..maledetta polpetta di riso!” gridò il guerriero, staccandosi dal mago, per rincorrere Mokona che saltellava ora per la stanza, inseguita per essere pestata.
Le risa di Fay continuarono per tutto il resto della notte, fino alla mattina successiva, che trovò tutti e tre, stanchi ognuno per una fatica diversa, distesi sul tatami*
Ognuno con un espressione serena, e un legame di più nel cuore
O un legame rinforzato e maggiore
End...?




*tatami: pavimento in giapponese


Beh, spero che sia piaciuta^^ adoro la coppia Kurogane/Fay, e li trovo semplicemente teneri, anche quando il fiero guerriero rincorre il mingherlino mago XD
Non sapevo bene come concludere la situazione fra i due, perché arrivare a fare Lemon…eh, sperateci, forse un giorno ce la farò XD….
o magari proprio domani A__A ghghgh
Tutto soprattutto dipenderà da come va questa, e magari si può pensare anche a qualcosa in futuro^^
Comunque, alla fine l’intervento di Mokona era la cosa più ovvia che poteva esserci, in una scena seria e romantica come quella sopra ^^
Ecco, ultima cosa, fattore Mokona…io l’ho messa al maschile, perché sinceramente da una parte vedo che la chiamano al femminile e dall’altra al maschile…io nn ci capivo più nulla XD così l’ho messa maschio
Ringrazio già da subito i commenti che (speroç_ç) arriveranno^^
Arigatou
   
 
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