Gli occhi di Loki si posarono sul libro lasciato cadere sul letto, poi fissò velocemente la porta.
Quindi ritornò a fissare il libro, che cinque secondi dopo si ritrovò tra le braccia, a sfogliare.
Molte volte aveva passato il pomeriggio in quello stato di indecisione costante, perchè lui era l'unico bambino (di questo ne era certo anche se non possedeva dati concreti) che fosse indeciso tra: giocare all'aria aperta con i coetanei oppure leggere un libro su antichi popoli di cui non si rimembra il nome.
A volte si odiava: sceglieva sempre il libro e mai una volta aveva preferito giocare con gli altri, non che trovasse gli altri antipatici, ma erano distanti, forse tre secoli da lui, era forse anche colpa sua se gli amici di Thor non lo trovavano divertente.
Ma in fondo sa che stare da solo non gli fa male, non è la solitudine che lo fa stare male, ma la perfida capacità dei bambini di non saper credere che anche chi si isola è un buon amico, ed è per questo che poco per volta, poco per anno i legami si sciolgono.
Loki diventa quasi un fantasma, ed è come se si guardasse un giovane straniero quando all' età di 13 anni, la Madre di tutto chiama il suo secondo figlio a sedere a fianco a lei, in un trono che ha fatto realizzare su disegno di personale suo gusto, Loki siede alla sua sinistra, finalmente può "entrare" in società.
E un giovane che ne Sif ne i tre guerrieri hanno mai realmente visto, ha un sorriso disarmante, trasuda ancora la dolcezza della fanciullezza e già spicca un forte senso di mistero, come se Loki tenesse custodito la parte più interessante della conversazione solo per farti stare con il fiato sospeso.
Sif imparerà poi che il fiato a volte non basta quando si sta in privata compagnia del principe cadetto.
Ma questo avverrà solo dopo che Thor abbia rifiutato la ragazza in questione.
Loki comunque non si scoprirà indeciso quando la giovane busserà alla sua porta per cercare dolci carezze.
Lei in qualche modo riuscirà sempre ad averla vinta su di lui.