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Autore: Inguaribile_Romantica    09/07/2013    0 recensioni
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Piccoli e teneri (si fa per dire) - serie'
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CAPITOLO XV

 
Era l’alba di un nuovo giorno. La città di Trento si era già svegliata e le strade cominciavano pian piano ad affollarsi. Carmelo si era appena alzato e si stava preparando un bel bagno caldo per svegliarsi meglio.
Silvana era ancora a letto. La donna aveva le sue sacre abitudini giornaliere e non voleva proprio saperne di alzarsi se non prima si fosse fatto un certo orario.
Carmelo questo lo sapeva bene e non aveva mai osato opporsi: ogni mattina usciva di casa mentre la moglie era ancora a letto e quindi doveva rendersi autonomo: si preparava i vestiti, il bagno e doveva perfino cucinarsi la colazione da sé e ovviamente doveva consumarla da solo. Ma questo non era più un dilemma per lui: Carmelo in tutti quegli anni di matrimonio infatti, ci aveva preso l’abitudine e il fatto di non ricevere più certe dolci attenzioni dalla propria moglie per lui non rappresentava più un problema.
Così, il nostro cardiologo si preparava ad affrontare la sua solita routine quotidiana. Una volta pronto, non usciva mai di casa se non prima aveva salutato la moglie a letto con un bacio augurandole un buongiorno e nonostante i suoi recenti strani pensieri non mancò di questo gesto nemmeno quella mattina.
Durante il suo viaggio in auto Carmelo era combattuto. Pensava:- Stamattina passo o non passo da Charlotte? Forse dovrei controllare come sta, a prescindere dalla figura ridicola che ho fatto ieri – ma poi ripensandoci diceva:- no no, è meglio che non mi faccia vedere! Sarebbe troppo imbarazzante! -.
E quest’ultima scelta alla fine fu quella che prevalse. Il dottore una volta entrato in clinica, imboccò direttamente la strada che portava al suo ufficio senza prima fermarsi altrove.
Charlotte che la notte precedente non aveva chiuso occhio, sperava che almeno quella mattina Carmelo si facesse vedere. Quando però si accorse che l’orario in cui lui era solito farle visita era già passato da un pezzo, la delusione già presente dalla sera prima non poté far altro che intensificarsi.
 
Ben presto arrivò l’ora di pranzo e Carmelo, come ogni giorno, una volta terminate le visite andò nel suo ufficio per mangiare un boccone. Il suo cuore desiderava vedere Charlotte anche solo per un saluto ma il suo orgoglio no… glielo impediva! Il dottore era molto irrequieto, aveva così tante cose per la testa che gli era passato perfino l’appetito, così pensò di uscire dalla clinica per prendere una boccata d’aria in modo da rinfrescarsi le idee.
Mentre si dirigeva verso l’uscita, passando dal reparto in cui era ricoverata Charlotte, sentì un certo trambusto provenire dalla sala medici. Incuriosito, decise di andare a controllare e mentre entrava nella stanza vide che effettivamente vi era una gran confusione così domandò:- Buongiorno colleghi, cosa succede? –
- Ciao Carmelo – rispose una delle dottoresse presenti – niente, stamattina c’è un po’ più confusione del solito. Stiamo preparando le dimissioni e i ricoveri di alcuni pazienti e devo ammettere che stiamo andando in tilt –
- Davvero? – rispose Carmelo avvicinandosi al tavolo sul quale erano sparpagliati alcuni fogli – se volete vi aiuto io, sono in pausa pranzo -.
E la dottoressa: – Ma no figurati, goditi il tuo momento di riposo, possiamo farcela non preoccuparti, grazie lo stesso –
Allora Carmelo abbassò lo sguardo e diede un occhiata a tutte quelle carte. Ad un tratto si accorse che su una di queste vi era il nome di Charlotte. Quasi istintivamente dunque, raccolse il documento con lo scopo di capire meglio di cosa si trattasse…
…ma provò una forte fitta al cuore quando capì che quelle che aveva in mano erano proprio le sue dimissioni. Eh si, era proprio così! Charlotte stava per essere dimessa e lui non l’avrebbe mai più rivista. Da un lato sapeva che il fatto di non vederla più sarebbe stato un bene per lui: non avrebbe più avuto dubbi, incertezze, pensieri… avrebbe solo pensato a sua moglie e al suo matrimonio, cosa che in questi ultimi giorni aveva molto trascurato. D’altra parte però non poteva lasciarla andare così. Avrebbe dovuto vederla almeno un’ultima volta perché in fondo lo sentiva che se avesse buttato via questa sua ultima occasione l’avrebbe rimpianto per tutta la vita.
 
Carmelo aveva deciso: avrebbe portato lui le dimissioni a Charlotte, non poteva permettere che se ne andasse in quel modo! Così, alzando lo sguardo verso la dottoressa disse:- Dottoressa, insisto! Per me è un piacere aiutarvi, lasci che vi dia una mano. Ci penso io a portare alcune di queste dimissioni ai pazienti e a spiegargli la terapia domiciliare -.
I medici lì presenti non poterono fare a meno di guardarsi tra loro: ultimamente in reparto, si era parlato molto dell’anomalo comportamento del Dott. Scala con la paziente della camera n° 15 e sapendo che tra le dimissioni che il dottore aveva in mano c’era anche quella della ragazza, capirono subito le sue intenzioni.
- E va bene Carmelo – rispose la dottoressa, anch’ella al corrente dei pettegolezzi – se proprio insisti fai pure... grazie in anticipo! –
E una volta ricevuto il consenso, il cardiologo si diresse spedito verso la camera della giovane.
Charlotte era seduta alla scrivania della sua stanza a leggere il suo solito libro universitario. La ragazza si era ormai ra
  
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