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Autore: LMCriss    09/07/2013    2 recensioni
La gente viene, la gente va, spesso indifferentemente dalle nostre scelte, dalle nostre reazioni, dal nostro pensiero. L'importante è come, e se, le ricordiamo.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ciao!» sussurrò entrando. L'unica risposta fu solo l'eco della sua voce.
Socchiuse la porta alle sue spalle, cercando di fare meno rumore possibile. Fece qualche passo lungo lo stanzino stretto e lungo, il rumore dei suoi passi risuonò nel vuoto. Si guardò intorno e le sue labbra si incurvarono in un sorriso malinconico, tutto era come l'aveva lasciato. Il tempo sembrava essersi fermato in quella stanza, mentre lento si avvicinava silenzioso alla parete opposta. Si sedette incrociando le gambe, sistemò la rosa che aveva in mano nel vaso, insieme alle altre. Si dondolò appena indietro, poi si piegò in avanti. Un sospiro accompagnò gli occhi che ora osservavano alla loro altezza quella tanto odiata incisione.
Erano passati anni, eppure non aveva ancora smesso di presentarsi lì ogni Venerdì.
Era stato di Venerdì che tutto era cominciato. 
O meglio, finito.
Non erano bastati i sintomi per far scoprire ai suoi parenti e ai suoi amici di quella malattia che gli stava lentamente divorando il corpo dall'interno.
Passò un dito sulla parete marmorea. Uno strato di polvere la ricopriva. Uno strato di polvere che ricopriva l'anima persa che ora stava osservando quella parete con occhi pieni di lacrime. Gliene sfuggì solo una, che calda percorse la linea che andava dal suo zigomo fino al mento. Avrebbe potuto rimanere lì ore, giorni, una vita.
Ignorò di sua volontà il rumore di quei passi sul terreno ciottoloso che sembravano farsi sempre più vicini.
Possibile che il suo tempo fosse già scaduto? Perché la sua anima non poteva riprendersi ciò che era suo, che gli era stato promesso?
«Hey,» una voce profonda interruppe i suoi pensieri. Una voce tagliente, ma ormai aspettata. «mi dispiace, ma... Stiamo per chiudere.»
Annuì a fatica senza voltarsi, asciugandosi il viso con l'orlo della manica della camicia.
«Certo, mr. Humphrey, arrivo!» Rispose, la voce più ferma che poteva. Si alzò lentamente, sapeva di doversi sbrigare, ma non riusciva ancora ad allontanarsi da lì, quasi vi fosse incatenato. Si voltò, chiuse gli occhi, a passo accelerato si diresse verso la porta dove quell'anziano signore dalle mani tremanti attendeva. Lo salutò con un gesto educato del capo. Lo fissò chiudere con un lucchetto quella porta, mentre provava per lui un misto tra invidia e compassione. Aiutò il vecchio a scendere quei pochi gradini, e s'incamminarono verso l'uscita. Il cielo era grigio, così come il paesaggio circondante, completamente avvolto dalla nebbia.
Un rigido silenzio interrotto solo dai loro passi sui ciottoli.
 
«Kurt-Hummel, eh?» scandì con tono pensieroso il vecchio, fissando con un sorriso rincuorante gli occhi offuscati dalle lacrime che gli stavano accanto. «Deve mancarti molto...»
La sua bocca impastata dal pianto dovette deglutire un paio di volte prima che riuscisse a sussurrare in risposta un semplice «Sì.»
«Sai, Anderson?» riprese subito dopo portando una sua mano stanca sulla sua spalla, per consolarlo. «Ascolta le parole di un vecchio stupido come me. La gente viene, la gente va, spesso indifferentemente dalle nostre scelte, dalle nostre reazioni, dal nostro pensiero. L'importante è come, e se, le ricordiamo.»
Il ragazzo sorrise malinconico guardandosi le scarpe, mentre tentava di assimilare le parole appena sussurrategli. 
Non potè fare a meno di pensare alla storia che il vecchio mr. Humphrey gli aveva raccontato, una storia così incredibilmente simile alla sua eppure così diversa, così lontana, di una morte che aveva reso solo un allora giovane signore che era stato costretto ad invecchiare da solo. Via dalla famiglia, via dal resto del mondo. Che aveva scelto di lavorare in un cimitero solo per poter essere di conforto a tutte le anime disperatamente sole che lì incontrava.
Alzò lo sguardo al cielo nebbioso, mentre le parole di mr. Humphrey ancora gli risuonavano in testa. L'ardore delle stelle lontane era appena percepibile tra le nuvole scure, che oscuravano il cielo. E mentre camminava con gli occhi puntati in alto gli venne in mente un'incisione. Una data. Data che era stata incisa precedentemente, ma in una ben diversa occasione.
Il 15 Ottobre del 2021.
La data della morte di Kurt.
La data del loro matrimonio.
 


Angolo Autore:
Ok, sì, è un po' scontata! E poi è la seconda OS Angst sui Klaine che scrivo. D: Ringrazio MissLuna per avermi quasi costretto a pubblicarla fatto da beta! :3 Spero vi piaccia! <3
  
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