Dischiuse lentamente gli occhi.

La prima sensazione che avvertì era solo una: confusione.

Cercò pian piano di mettere a fuoco l’ambiente in cui si trovava e di ricordare come fosse finita lì, ma c’era solo vuoto nella sua mente.

“Dannazione” – bisbigliò Santana dopo un tentativo vano di alzarsi.

Aspettò immobile che la testa smettesse di girare. Odiava aspettare. Santana Lopez poteva essere riconosciuta con qualsiasi aggettivo tranne che  “paziente”.
Appena riuscì a sollevarsi da quello che le sembrava potesse essere un letto, si guardò intorno. Si trovava in una stanza enorme con le pareti completamente ricoperte di bianco.
Sicuramente non era la sua camera visto che non era così grande e soprattutto le pareti erano tinte di nero, proprio come il colore dei suoi occhi.
E proprio mentre stava per scendere dal letto notò una ragazza dai capelli biondi addormentata accanto a lei. A prima vista non sembrava conoscerla.

La confusione aumentò.

“Ok, deve essere decisamente uno scherzo di cattivo gusto”- pensò

“Chi sei?” – la voce di quella ragazza interruppe ogni suo pensiero.

“Non per essere scortese.. anzi sì. Questa domanda dovrei portela io visto che decisamente non mi trovo in casa mia e non ricordo di averti mai vista.. Forse devo smetterla di ubriacarmi ed andare a letto con chiunque” – rispose una Santana molto irritata ma allora stesso tempo desiderosa di capirci qualcosa.

La bionda non diede peso alle parole dall’altra e rimase in silenzio pensierosa, e questo infastidì maggiormente la ragazza dalla pelle più scura.

“Bè.. ti hanno mangiato la lingua?”

“Stavo pensando che neanche io ho la più pallida idea di chi tu sia e – prese una pausa per guardarsi intorno per poi continuare- questa non è la mia camera.” – rispose a tono la ragazza sconosciuta.

Santana decise così di alzarsi.

Cercò nelle tasche il suo cellulare senza però alcun risultato.

 In quell’istante si rese conto che indossava una tuta bianca, e non era la sua. Alzò lo sguardo verso l’altra e notò che anche lei era ricoperta dagli stessi abiti.

“O sono pazza io, cosa da escludere, o sei pazza tu, cosa molto probabile. Sei pregata di spiegarmi cosa diavolo ci faccio qui con te e perché sono vestita così ”- sbottò Santana

L’altra continuò a fissarla.

Santana notò per la prima volta i suoi occhi.

Erano azzurri, così chiari che potevano fondersi con tutto quel bianco che la circondava.

Distolse lo sguardo e prese a camminare da una parte all’altra della stanza.

Odiava quando non riusciva a mantenere il contatto visivo con gli estranei.
Si era sempre reputata una persona sicura di sé, ma ogni volta che qualcuno la guardava negli occhi, lei era la prima a distogliere lo sguardo.

“Mi chiamo Brittany, Brittany Pierce.. Ed ora sai chi sono. Ti ripeto che neanche io so dove mi trovo, ergo non posso darti alcuna spiegazione. Quindi, potresti evitare di darmi addosso e dirmi il tuo nome, gentilmente?”- disse Brittany con un tono di voce estremamente calmo e con un sorriso stampato sul volto.

Se si trovava nella stessa situazione di Santana, come faceva ad essere così calma? Sicuramente era una presa in giro, o almeno era questo che passava per la testa della mora. Decise comunque di rispondere, per cercare di capirci qualcosa di quella situazione tanto strana quanto bizzarra.

“Santana.. mi chiamo Santana”- esclamò continuando a muoversi su e giù per quell’ampio spazio.

“Allora.. Santana.. Qual è il tuo ultimo ricordo?” - disse Brittany alzandosi anche lei

Santana si concesse un attimo per osservarla, soprattutto notò la differenza di altezza, per poi rispondere: “Non so.. – si prese un piccolo momento per pensare – ricordo di essere uscita con una mia pseudo amica  e di essere andata in un locale insieme.. Poi vuoto totale."

“Capisco.. io invece ricordo di essere scesa di casa per portare il mio gatto a spasso”- rispose pensierosa Brittany

“Il tuo gatto?!” – disse un’incredula Santana

“Sì il mio gatto perché? Non lo lascio mai andare da solo, non vorrei che ricominci a frequentare i tipacci dei suoi ex amici.. Brutta gente, senza dubbio.”

La ragazza più bassa rimase basita.

“Ora sono più che cerca che mi sta prendendo in giro” – pensò

Calò di nuovo il silenzio. Santana si guardò nuovamente intorno per cercare una via d’uscita, ma non c’erano né porte né finestre.
Una spiacevole consapevolezza si fece largo nella testa di Santana. Sperava non fosse così, ma era l’unica spiegazione plausibile in quel momento.

“Siamo state rapite”- disse tutto d’un fiato.

Angolo dell'autrice:

Salve a tutti, questa è la mia prima fanfiction quindi siate tolleranti u.u
So che il capitolo è corto, ma è soltanto l'introduzione ;)
Vi avviso che, salvo imprevisti, cercherò di pubblicare con frequenza un capitolo a settimana.
Fatemi sapere cosa ne pensate :D 
A presto, Eleonor27
P.s. vi lascio il mio contatto ask per eventuali domande http://ask.fm/Eleonor27