Luna piena
“Ricordati di guardare la luna piena, sarà com’essere lì con te, sotto lo stesso cielo stellato, ad ammirare la stessa luna che con la sua bellezza ci tiene uniti nonostante la distanza…”
Omar Bashir fece così la sua promessa alla dolce Jamie Corinne London attraverso smielate ed intense lettere d’amore. Lui soldato Iracheno, lei studentessa universitaria inglese.
Riusciranno i due giovani a dar sfogo alle proprie sensazioni senza che nessuno possa ostacolare il loro grande amore?
Introduzione….
Era una calda serata
d'estate ed io giacevo sdraiato sul molo di Torquay, innanzi
ad un tramonto da mozzare il fiato, con una bottiglia di Becks in mano e una
gamba che penzolava in acqua, mentre ripensavo al mio bizzarro passato e a come
certe scelte avessero potuto influenzare tanto la mia vita.
Certo l'effetto che
facevo alla gente, conciato com'ero, era del tutto negativo. Diversi genitori
passando davanti a me coprivano gli occhi ai propri figli pensando a chi
diavolo potessi essere o al fatto che magari ero un
povero mendicante senza tetto o un disoccupato in depressione o forse un
musicista di strada.
Ero talmente assorto
nei miei pensieri che feci fatica a riconoscere le due
figure che varcarono proprio in quel momento l'orizzonte: si trattava di due
reclute dell'esercito, due ragazzi dall'aspetto imponente, due belle spalle
larghe, pettorali ben scolpiti e una buona prestanza fisica.
Quella
immagine mi pareva già
conosciuta e immediatamente realizzai, come fosse un 'dejà vu' tornai nel
passato, in un passato non troppo remoto ma ormai chiuso e cestinato dalla mia
memoria. Non molti anni addietro presi la scelta di entrare a
far parte dell'esercito proprio grazie ad un’omologa situazione, ed ora eccomi
qui, in congedo per una settimana a Torquay.
Mio padre era morto
ormai da anni e il motivo per il quale ero ritornato nella mia città natale non
era tanto chiaro neanche a me, forse solo per nostalgia o perchè sentivo che
avevo ancora qualcosa da fare laggiù, qualcosa da concludere.
Mi ritrassi indietro e
mi alzai in piedi barcollando leggermente. Percorsi tutto il molo e, arrivato
ad una campana verde per la raccolta differenziata del
vetro, ci feci scivolare dentro la bottiglia di birra semi-vuota e mi apprestai
ad andarmene. D'un tratto la scorsi, bella come un tempo,
sdraiata di pancia sulla sabbia d'orata dal colore rossastro del cielo.
Accanto a lei però non c'ero io, bensì il mio peggior nemico, nonché il mio migliore amico.
Un sorriso beffardo si
disegnò sulle mie labbra, d'altra parte dovevo esserci
io al suo posto, a spalmare la crema sulla sua morbida pelle e a massaggiarle
le sue dorate spalle. Quanto avrei dato per essere al
suo posto. Purtroppo per una serie di coincidenze io ero qui e loro erano là.
"E se..." Quante volte mi ero domandato che ne sarebbe
stata della mia vita se avessi non mi fossi arruolato, se quel giorno avessi
trascorso il mio congedo altrove, se quella notte non l'avessi conosciuta e non
me ne fossi innamorato. Ma probabilmente sarebbe
cambiato tutto o niente. Fatto sta che mi tocca vivere la mia vita, i rancori
non mi servono a niente, d'altra parte sono stato io a scrivere la parola FINE
tra le righe della nostra storia.
Era il Maggio di
cinque anni fa, quando mi ritirai dall'ultimo anno di scuola superiore. Ormai
avevo accumulato talmente tanti richiami dai professori e minacce dal preside
che era inutile fingere che me ne potesse importare qualcosa. D'altra parte non
facevo altro che deludere mia madre e "distruggere mentalmente" i
professori. Due anni prima ero arrivato addirittura al punto di far saltare in aria quasi tutto l'edificio, peccato che il bidello se ne
era accorto prima ed era riuscito ad allontanare il congegno dalla struttura.
Sì, insomma non potevo
certo considerarmi un ragazzo tranquillo o uno studente modello, però avevo
anche io i miei pregi, come tutti del resto. Per esempio avevo imparato a fare wakeboard da solo, sapevo a memoria tutte
le date delle battaglie più famose d'Europa, sapevo centrare un bersaglio con
una Magnum a distanza di cento metri ed avevo
imparato ad assemblare e riassemblare un fucile senza alcun supporto. Nulla di
cui vantarsene, ma per me all'epoca erano cose di cui andarne fiero.
Se dovessi descrivere
l'uomo che sono diventato ora, oserei dire che sono
l'esatto opposto di quello che ero prima: sicuramente più maturo, nulla a che
fare con il ragazzaccio che un tempo incendiava i capelli alle sue compagne di
classe o che durante la ricreazione si divertiva ad inserire vermi nei pranzi
dei “primini”. Se sono
cambiato così radicalmente, lo devo unicamente all'esercito...