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Autore: Heart InRussia    09/07/2013    4 recensioni
Chiamatemi Jo, anche se per gli Oasis io sono Joel.
Non avrei accettato di lavorare per loro se non mi servissero i soldi per andarmene da qui.
Non dovrei fingermi un ragazzo, non dovrei comprare la birra a Liam, non dovrei fare la barista al mattino e il facchino dopo pranzo. Non dovrei abbassare la voce per sembrare un ragazzino. Non dovrei fare un lavoro da uomo.
Non ti avrei mai sentito suonare, non ti avrei conosciuto. Non avrei sentito i brividi che può dare una chitarra.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Eccomi!

Mi sono resa conto di avere ancora  a disposizione poco tempo per finire la storia, e quindi pochi capitoli. Quindi mi scuso in anticipo per la lunghezza di questo!

Come vedrete le vicende di Jo, Sally e Oasis qui procedono di molto.

Non faccio altri commenti, ma anzi aspetto i vostri, dato che ho visto che capite molto bene ( e più di me) i personaggi! Ho preferito scrivere lìintroduzione anziché il commento finale al capitolo stavolta, proprio perché credo che questo non vada commentato da me  ma da chi lo legge.

Vorrei ringraziare in particolar modo FraRose, Mrclean e WIndofchange che mi hanno detto la loro e che ormai stanno facendo amicizia coi personaggi... I vostri commenti mi aiutano sempre tanto,mi fanno capire ogni volta qualcosa di più sulla storia! Siete fantastici e quello che scrivete é sempre un piacere da leggere!

Un ringraziamento sincero e detto col cuore va anche a voi lettori silenziosi, che state leggendo queste righe e ti sei fermato/a qualche minuto per dedicare attenzione a questa storia, staccandoti dal mondo per un istante. Spero che questo capitolo ti piaccia e se mi vorrete scrivere mi faraà tantissimo piacere.

Passo la parola al racconto, mettetevi comodi, accendete il condizionatore, rilassatevi e.... se volete fatemi sapere!

Il giorno dopo iniziò come un pessimo giorno.

Sally non disse nulla, vedendo l’amica così di malumore. Era meglio non indagare, quando Jo era girata.

Alle otto il bar aprì e la donna sperò che non si presentasse Liam: era diventato parecchio invadente nei riguardi della sua collega, ultimamente. Sentì il telefono suonare, e fece segno a Jo di andare ad accogliere lei gli eventuali clienti.

Jo annuì.

Era stufa di quella routine.

La sera precedente l’aveva proprio scazzata, aveva ancora nelle orecchie le parole di Noel. Aveva di colpo iniziato a fingere con lei, non era più spontaneo come i primi giorni e lei non  capiva dove avesse sbagliato. La cosa che la irritava moltissimo era l’aver capito che lui non si fidava di lei, quando invece all’inizio la ragazza pensava di aver trovato in lui un potenziale amico.

la solita, commentò ironica tra sé.

La porta si aprì, e decise che comunque avrebbe dovuto indossare la maschera del oggi-va-tutto-bene, soprattutto perché era al lavoro. Quella sera ne avrebbe parlato con Sally.

Era immersa nei suoi pensieri quando si accorse di aver davanti un Noel Gallagher che la fissava.

Avvampò di colpo. -Ehi- disse.

Poi si ricordò che Jo teoricamente non lo conosceva né ci aveva mai parlato.- Buongiorno-si corresse.

-Ciao- rispose lui sorridente-sei nuova qui?-

Si ricordò che per loro era un classico provarci con la barista [ipse dixit]. Ancora, si comportava come se avesse avuto un copione.: non era Noel il potenziale amico, spontaneo e naturale, ma il chitarrista di una rock band che recitava la sua parte...

-Sì, e tu?-

Sally era rientrata. Salvami, pensò la ragazza.

-Noeeel, che piacere! Non ti si vede mai da queste parti!

-Sì, commentavo con la tua collega che entrambi non ci siamo mai visti.

-Sarà che a volte torna tardi la sera-inventò la donna-e capita che arrivi tardi al mattino.

-Capisco.- tornò a rivolgersi a lei-E cosa si fa la sera, da voi?

Al largo amico. –Si fa-rispose enigmatica-ieri sera, ad esempio, ero con un amico.

Era una mezza verità, ma per lui avrebbe dovuto essere un gigantesco KEEP OFF  che si andava formando sopra la sua testa.

Amico, capito? Un ragazzo di cui non ti dico il nome né l'identità, e dato che per te sono una ragazza qualunque dovresti pensare che dico ‘amico’ ma magari è qualcosa di più. Non  mi conosci e ti dico che ero con un ragazzo, sloooggia!

Non sloggiò.

Sembrava sempre più di buonumore.

Ordinò una birra e si sedette al bancone, perso d’un tratto nei suoi pensieri. Mentre serviva altri clienti, Jo lo vide salutare gli altri Oasis che scendevano dalle camere. Ogni tanto i loro sguardi si incrociavano, ed imbarazzata sentiva di arrossire ogni volta.

 

Erano le due, e vestita da Joel si dirigeva verso lo studio.

Oggi i ragazzi suonavano, e gli uomini del magazzino dovevano occuparsi di aprire la sala di registrazione effettiva. Tutto perché gli oasis avevano deciso di incidere qualche pezzo.

Jo, quasi arrivata, abbassò la visiera sugli occhi. Non sarebbe stato un pomeriggio facile, l’aspettava un lavoro faticoso: scatoloni da aprire, strumenti da spostare e scaricare dal loro camion, e avrebbe dovuto comportarsi come un ragazzo, fisicamente più forte di quello che lei non era.

E poi doveva stare attenta a Noel che era strano.

Sospirò, guardando la porta verde presso cui era giunta.

Si va in scena, pensò mentre abbassava la maniglia.

 

-Stoooop!- Gridò Liam nel microfono.

Smisero tutti di suonare e alzarono i loro sguardi su di lui. –What’s on?-chiese il batterista.

-Succede-rispose seccato- che avere questi che ancora lavorano mi da fastidio. Sono le quattro cazzo, son qui da due ore, cosa stanno facendo? Dico a voi!

Jo e i due uomini che stavano scaricando insieme a lei gli scatoloni dal furgone lo guardarono perplessi.

-Anche tu-riprese il cantante rivolto a lei-si può sapere che hai? A guardarti sembra che la roba pesi chissà cosa. Vi voglio fuori dalle palle entro un’ora, okay?-

Aveva gli occhi quasi coperti dalla visiera, e comunque Jo non abbassò lo sguardo. Che isterico di un Gallagher, pensò tra sé e sé.

L’altro era sempre più arrabbiato, tanto che prese a camminare verso lei e  gli altri due- Per esempio, quella che hai in mano ora, quella cassa che tieni nello scatolone, è davvero così pesante, ragazzina?

Il collega di lei le lanciò uno sguardo comprensivo, come a dire: non prendertela. Figurati, pensò lei, se solo sapesse la verità.

Liam le strappò la roba dalle mani:- Non mi sembra che ci vogliano cinque fottuti minuti per ognuna di ste cose per trasportarle fin qui! Mi ascolti?-

Le prese il polso, con forza, e la costrinse ad alzare lo sguardo. –Vi voglio fuori di qui, tutti e tre!-

Vide qualcosa cambiare nei suoi occhi. Per un attimo sembrò stupito. Le mollò la presa, come se il suo braccio scottasse, e subito tornò dagli altri del gruppo, calmissimi.

-Soprattutto tu!- Gridò ancora, dandole le spalle.

 

Finalmente arrivarono le sette ( e mai cinque ore le erano parse così lunghe), e perciò la fine della sessione.

Non vedeva l’ora di stare da sola. Liam era stato insopportabile tutto il pomeriggio, chiamava loro tre per le cose più stupide, e le sembrava di aver svolto i compiti più pesanti proprio lei.

Uscì dal salone ed entrando subito nel magazzino si chiuse la porta alle spalle.

Non ne poteva più, avrebbe solo voluto urlare qualcosa, qualcosa di offensivo.

Non era molto femminile ma tirò un pugno contro il muro. Chi credeva di essere? E gli altri che lo lasciavano fare? Era arrabbiatissima.

Sentì la porta dietro di lei aprirsi.

-E’permesso?-chiese Noel. Non l’aveva mai chiesto. Era venuto a fare il bravo ragazzo dopo un pomeriggio ad osservare i suoi maltrattamenti?

-NO!- Gridò lei.

La porta si chiuse.

SI girò stupita, ma vide che il ragazzo se l’era chiusa alle spalle.

-Devo parlarti.-

Appoggiò la schiena al muro e incrociò le braccia. –Va bene, signore-disse contrariata. I capi erano loro, erano loro che pagavano, il cliente ha sempre ragione, eccetera eccetera. Chissà cosa voleva chiederle, capriccioso di un musicista! A lei sarebbe bastato rimanere sola. Andare a correre magari, o scoppiare a piangere o qualsiasi cosa che la aiutasse a sfogarsi.

Il ragazzo le si avvicinò. Sembrava aver dimenticato cosa dire. –Io..mi dispiace per Liam.

-Non ti credo- ribatté sincera- siete tutti fatti a quel modo. Il nostro lavoro è lasciare che pensiate solo a voi stessi!

-Non è sempre così- ribatté il chitarrista sereno. –Per esempio, lascia che ti tolga quel groviglio di polvere che hai sulle spalle.

Si mosse svelto, allungando velocemente il braccio verso di lei. Sentì che qualcosa che non doveva succedere stava accadendo, e cioè il cappellino le stava scivolando dalla testa.

I lunghi capelli castani si sciolsero sulle spalle e sentì il viso molto più libero, gli occhi non più nascosti. Jo si rese conto che Noel la stava guardando sorridente, il berretto in mano.

-Ma che…- L’aveva fatto apposta.

-Ecco cosa stava succedendo-commentò lui.

Non sapeva che fare. Si passò una mano tra i capelli, realizzando che era stata scoperta. –Shit-disse.

Era paralizzata. E ora?

Parlare con Sally?

Cosa ho fatto?

-E’ tutto a posto- le disse l’altro.- L’avevo capito. Oh bé, a meno che tu non mi stia per dire che hai una sorella gemella che ho incontrato stamattina.- Jo era di pietra. Lui capendolo le fece gesto di mettersi comoda:-Siediti un momento, dai.-

-Io… tu.. cosa?

Si sedette davanti a lei.

Ancora spiazzata lo imitò.

-Ora tutto si spiega-iniziò Noel- stavo iniziando a preoccuparmi.

Lo guardò senza capire.

Sorrise –I discorsi che facevi, il modo di sorridere, ogni tanto, sai, arrossivi… O eri un ragazzino innamorato di me o una ragazza.-

-Ma…-

-Perché pensavi che non l’avrei capito? Per esempio sono un musicista, so riconoscere i vari tipi di voci. Il tuo non era maschile.-

-Da quanto..?-

-Da qualche giorno. Ho iniziato a far caso a un po’ di cose. Mi trovo bene a parlare con te, ma eri troppo…strano. E a volte dicevi cose che tra amici non si direbbero mai, eri un ragazzino troppo femminile. Ti ho tenuto d’occhio, ci ho pensato e ho provato a fare un’ipotesi…credo che la cosa più divertente sia stata venirti a vedere stamattina.-

-Tu..-

-Dai, si capiva che mi conoscevi, e la barista non l’avevo mai vista! E poi, quando mai uno scazzato si lascia avvicinare come te due minuti fa? Non puoi nascondere chi sei, neanche vestendoti da ragazzo!-

Si prese la testa tra le mani. E ora?

-E’perché tu mi hai parlato… Non se ne sarebbero accorti. Non dirlo a nessuno, o io perdo il lavoro-disse.

-Nessun altro segreto? Non sei, che so, la nipote che non sapevo di avere?

-Zero. Non ridere,è una cosa seria!

-Non ne parlerò con nessuno, resterà tra noi.-

Stava per aggiungere qualcosa, ma prima che aprisse bocca lei si era mossa di scatto per riprendere il berretto. Non funzionò, perché alzò prontamente il braccio.

-NOEL!-

-Continueremo a trovarci, non è un problema per te, vero?-

Lo guardò scocciata. Non era in  vena di fare promesse, quel giorno stava sbagliando tutto.

-Okay, okay-disse lui rialzandosi- i patti sono questi. Io non lo rivelerò a nessuno, ma tu non smetterai di essere il mio interlocutore della sera. Ho davvero bisogno del tuo parere per la canzone che sto scrivendo, gli altri se ne sbattono.-

-Mi ridarai il cappellino?- chiese Jo. Le faceva piacere che ci tenesse  a lei.

-Forse-sorrise enigmatico.- Se mi accompagni a cena.-

-Non se ne parla!-gridò stupita. Voleva farla scoprire?

-Almeno vieni con me, si saranno già messi a mangiare! Ti prendi un panino e torni qui.-

CI pensò un attimo, poi allungò la mano.- Andata!-

 

Il locale sembrava affollato, così Jo decise di raggiungere Sally e di raccontarle tutto, prima di farsi dare qualcosa da mangiare.

Aveva mantenuto la promessa, ora poteva anche separarsi da lui, ma..-Dov’è Liam?-

-Già- rispose Noel-e la tua amica bionda?-

-Magari è sul retro. Vieni con me.

Si allontanarono dalla sala, piena delle chiacchiere dei commensali, per inoltrarsi nel silenzio del retro-bar, verso la cucina. Mentre si avvicinava alla stanza dove si cucinava, sentì una voce maschile parlare da dietro la porta e si fermò. Era Liam.

-Non mi avevi detto che era una ragazza!

Trattenne il respiro. Come faceva a saperlo? Guardò il suo compagno, ma Noel alzò le spalle.

-Non fa nessuna differenza-disse Sally da dentro.

-Sì, sì invece! You know, dici una cosa al magazziniere un attimo, lo guardi negli occhi e capisci di averla già vista. E dove l’avevo vista? QUI, Sally, una donna! Ma ti sei chiesta cosa avrei potuto…

Il fratello del cantante decise di aprire la porta ed entrare in cucina, e lei lo seguì, sempre più confusa.

-Che sta succedendo?- Esordì il più vecchio dei due Gallagher.

-Jo!- Esclamò stupita la donna. Poi si sedette su una sedia che aveva vicino, e con calma disse:-Okay, forse è il caso di spiegarsi.

-E’ lei, no?- le chiese brusco il giovane, indicando la ragazza.

Lei capì cosa intendeva, e rassegnata si tolse il berretto, sistemando subito dopo i capelli come poteva.- Sì.

Anche lui si sedette. Noel prese posto di fianco a Sally, e anche gli altri due si sedettero.

-Lasciami spiegare, Liam.-Esordì la donna.-Jo, non ti avevo detto una cosa sugli Oasis.  Io e lui ci conoscevamo già. Era passato qui qualche anno fa quando tu eri ancora da mio fratello, e…

-Lei cosa?- Fu Noel a chiedere, stavolta.

-Lasciami andare avanti.  Jo è stata adottata da mio fratello e sua moglie quando aveva cinque anni. Mi  ha raggiunto per lavorare compiuti i diciotto, quindi due anni fa. Qualche tempo fa, dicevo, avevo conosciuto qui Liam. Nel momento in cui mi ha chiamato per avvisarmi che sarebbe tornato, gli ho chiesto il favore di prendere nello staff una persona in più e…

-Favore-la imitò beffardo lui- Mi hai ricattato.

-Quella partita di erba era abbastanza ingombrante, Gallagher, e alla polizia non ho mai detto nulla!

Jo trasalì. Liam aveva spacciato?

Nessuno dei due Gallagher sembrò stupirsi, perciò rinunciò a fare domande.

-Comunque non mi aveva detto che fosse una ragazza.- commentò il giovane.

-Neanche un ragazzo-ribatté pronta Sally.

-Non può lavorare con noi. Non è un lavoro da donna e poi non mi concentrerei molto, mi darebbe fastidio!

-Ma ho bisogno di quel lavoro!-pigolò la ragazza, inserendosi per la prima volta nel discorso.

-Non so che dirti, piccola.

-No Gallagher, don’t let her down. Hai promesso.  Jo-l’amica si rivolse a lei-c’é comunque bisogno di qualcuno che faccia le pulizie lì, no? e ti farò fare qualche turno in più al bar.

-Aspetta- disse Noel- c’è anche da considerare il fatto che per star lì a suonare occupiamo una parte dello spazio in cui dorme. Quindi mi sembra giusto pagarle l’affitto, non credi Liam?

L’idea era quasi paradossale per lei, ma per come la stava salvando Jo avrebbe voluto correre ad abbracciare il ragazzo, il cuore colmo di gratitudine.

-Si può fare-rispose l’altro. Si rivolse a lei- Guarda che se ti ho intorno mi fa solo piacere, eh!

-Finiscila, Gallagher!- Rispose secca.

I  due più vecchi nella stanza sorrisero.

Il ragazzo sembrava seccato:- Ah, e scusa Noel se ti ho rivelato la vera identità di uno di quelli che tu mi fai pagare!

Noel, che si stava alzando per uscire in quel momento, alzò le spalle:-veramente mi sta aiutando a scrivere una canzone. Nessun problema Liam, c’ero arrivato da solo e già qualche giorno fa.

Il fratello non poté far altro che tacere.

 

 

 

-E quindi sei la nipote della bionda?-chiese Noel qualche sera dopo.

Ormai avevano preso l’abitudine di cenare insieme, e si ritrovavano prima. In quel periodo avevano parlato molto di più rspetto a quando era Joel.

-Mmm.. non proprio-rispose- Le cose sono andate così:-si fermo e deglutì il panino prima di iniziare a spiegare- sono rimasta orfana a due anni. Il fratello di mia mamma mi ha preso in casa, ma dato che non era un molto a posto non me la devo essere passata molto bene. Ricordo molto poco di allora, ma non  ho dimenticato che mi picchiava spesso quando tornava a casa. Una volta è passato di qui e si è fermato al bar di Sally, e deve aver dato spettacolo. Preso dalla sbornia mi ha dimenticata qui, e lei ha deciso di provare a tenermi, dato che suo fratello e sua moglie non avevano figli. Il tribunale le ha dato ragione. Fatti i diciott’anni sono tornata qui, per mettere insieme dei soldi e partire.

Disse tutto d’un fiato, e glielo disse perché era Noel e poteva sapere quelle cose, ma non voleva passare troppo tempo sull’argomento.

-Anch’io avevo un padre violento-rispose semplicemente lui, guardando le corde della chitarra che stava riaccordando- e quindi hai vent’anni, uh?

Apprezzò molto che avesse capito. –Non uno di meno-

-Ti facevo più giovane-

-Me lo dicono spesso. E tu scusa, quanti anni hai?

Lui sorrise con un angolo della bocca e alzò lo sguardo verso di lei:- Ventisette.

-Sì, più o meno ti davo quell’età.  Ma a parlare con te non sento i sette anni di differenza!

-E’ un bene che ci siano. E’ più facile parlare senza che tu, ecco, ti faccia strane idee su di me, che tu sia spaventata dalla mia età.

Lo osservò sorpresa da quel cambio di ton o nel loro discorso. Ecco, quello era Noel, prima serio e che poi buttava tutto sul ridere.- Io mi farei strane idee su di me? Sbagliato, ragazzo! Sei tu  che rischi di crollare!

Gli tirò un cuscino in faccia mentre lui scoppiava a ridere. –Forse, se non ti avessi conosciuto come Joel. E’ un buon deterrente essere un ragazzo per non farmi provare attrazione. Anche se- si interruppe per guardarla, già divertito- hai un modo molto affascinante di pronunciare quel ‘Gallagher’. Com’è che fai?- Noel imitò una ipotetica Jo che, con tono basso e caldo, diceva- Galla-gaa.

-Non ho quel tono da battona!- replicò Jo divertita-Sei uno stupido!

-Piano coi termini, potrei offendermi! –Noel ormai aveva appoggiato la chitarra per terra e continuava a ridere, tenendo tra le mani il cuscino che aveva appena ricevuto in faccia.

-Comunque-riprese lei, più seria-anche a me va bene chiarire subito che al momento ho bisogno di parlare con un amico e basta. L’amore incasina troppo tutto.

-E’vero- disse l’altro, più pensieroso-Messo nelle mani sbagliate ti fa perdere le persone. O forse le metti alla prova, e vedi davvero come sono.

-Allora solo amici, Noel.

-Solo amici, Jo. Se ce la fai, si intende.

Una felpa che doveva essere stata dimenticata da qualche avventore anni prima lo andò a colpire sopra la fronte, mentre lei scoppiava a ridere ancora.

 

-Devo trovare il testo, ho la musica ma non le parole.

-Ti aiuto io!

Si andò a sedere di fianco a lui dopo essersi raccolta i capelli.

Ormai Giugno era arrivato, e la sua mise tipica era canotta-calzoncini-elastico pronto sul polso.

Lui teneva un bloc-notes tra le mani, e pensieroso giocava con la matita.

-Hai in mente un tema, o un argomento preciso?

-No, per nulla. Ma non mi importa che abbia senso. Questo testo lo scriviamo io e te, venga fuori quello che deve essere, basta che stia bene con gli accordi.

-Non saprei. Mmm. Tu sei bravo coi testi, guarda se hai qualche idea. Gira l’occhio musicale che hai verso il tuo cervello.

-Questa è buona- disse mettendosi  a scrivere.

-Cosa?

-Segue molto bene.

E in una calligrafia poco curata e frettolosa lasciò sul foglio bianco:

slip inside the eye of your mind

-Senti che suona?- e iniziò a canticchiare quelle parole.

-Bé, direi che è stato facile! Ho solo dovuto dire la mia…

-Magari saresti un’ottima autrice di testi e ancora non lo sai, ci hai mai pensato?

-Smettila di prendermi in giro!- E ridendo, gli prese dalle mani il taccuino.

Glielo ridiede dopo averci scritto, e ironica gli disse:- Ecco, perché non metti anche questo?

 

Don’t you know you may find a better place to play?

 

Noel lesse e sorrise. –Prova con might, suona meglio -commentò correggendolo.- e comunque puoi piantarla con ste commedie, lo so che ti fa piacere stare al fianco di un grande musicista.

-Dove, dove? Non lo vedo!- gli rispose, guardandosi intorno per poi sorridergli.

-Simpatia da ventenne, proprio.

-C’mon, Gallagher!- Gli passò una mano tra i capelli per scompigliarli, poi si alzò per andare a prendere da bere.- Vuoi acqua o birra?

-Quando mai ti ha chiesto acqua il Gallag-aaa?

 

  
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