Il giorno dopo
iniziò come un pessimo giorno.
Sally
non disse nulla, vedendo l’amica così di
malumore. Era meglio non indagare, quando Jo era girata.
Alle
otto il bar aprì e la donna sperò che non si
presentasse Liam: era diventato parecchio invadente nei riguardi della
sua
collega, ultimamente. Sentì il telefono suonare, e fece
segno a Jo di andare ad
accogliere lei gli eventuali clienti.
Jo
annuì.
Era
stufa di quella routine.
La
sera precedente l’aveva proprio scazzata, aveva
ancora nelle orecchie le parole di Noel. Aveva di colpo iniziato a
fingere con
lei, non era più spontaneo come i primi giorni e lei non capiva dove avesse
sbagliato. La cosa che la
irritava moltissimo era l’aver capito che lui non si fidava
di lei, quando
invece all’inizio la ragazza pensava di aver trovato in lui
un potenziale
amico.
la
solita,
commentò ironica tra sé.
La
porta si aprì, e decise che comunque avrebbe
dovuto indossare la maschera del oggi-va-tutto-bene, soprattutto
perché era al
lavoro. Quella sera ne avrebbe parlato con Sally.
Era
immersa nei suoi pensieri quando si accorse di
aver davanti un Noel Gallagher che la fissava.
Avvampò
di colpo. -Ehi- disse.
Poi
si ricordò che Jo teoricamente non lo conosceva
né ci aveva mai parlato.- Buongiorno-si corresse.
-Ciao-
rispose lui sorridente-sei nuova qui?-
Si
ricordò che per loro era un classico provarci con
la barista [ipse dixit]. Ancora, si
comportava come se avesse avuto un copione.: non era Noel il potenziale
amico, spontaneo e naturale, ma il chitarrista di una rock band che
recitava la sua parte...
-Sì,
e tu?-
Sally
era rientrata. Salvami,
pensò la ragazza.
-Noeeel,
che piacere! Non ti si vede mai da queste
parti!
-Sì,
commentavo con la tua collega che entrambi non
ci siamo mai visti.
-Sarà
che a volte torna tardi la sera-inventò la
donna-e capita che arrivi tardi al mattino.
-Capisco.-
tornò a rivolgersi a lei-E cosa si fa la
sera, da voi?
Al
largo amico.
–Si fa-rispose enigmatica-ieri sera, ad
esempio, ero con un amico.
Era
una mezza verità, ma per lui avrebbe dovuto
essere un gigantesco KEEP OFF che
si
andava formando sopra la sua testa.
Amico,
capito? Un ragazzo di cui non ti dico il nome né
l'identità, e dato che per te sono una ragazza qualunque
dovresti pensare che dico ‘amico’ ma magari
è qualcosa di più.
Non mi conosci e ti
dico che ero con un
ragazzo, sloooggia!
Non
sloggiò.
Sembrava
sempre più di buonumore.
Ordinò
una birra e si sedette al bancone, perso d’un
tratto nei suoi pensieri. Mentre serviva altri clienti, Jo lo vide
salutare gli
altri Oasis che scendevano dalle camere. Ogni tanto i loro sguardi si
incrociavano, ed imbarazzata sentiva di arrossire ogni volta.
Erano
le due, e vestita da Joel si dirigeva verso lo
studio.
Oggi
i ragazzi suonavano, e gli uomini del magazzino
dovevano occuparsi di aprire la sala di registrazione effettiva. Tutto
perché
gli oasis avevano deciso di incidere qualche pezzo.
Jo,
quasi arrivata, abbassò la visiera sugli occhi.
Non sarebbe stato un pomeriggio facile, l’aspettava un lavoro
faticoso:
scatoloni da aprire, strumenti da spostare e scaricare dal loro camion,
e
avrebbe dovuto comportarsi come un ragazzo, fisicamente più
forte di quello che
lei non era.
E
poi doveva stare attenta a Noel che era strano.
Sospirò,
guardando la porta verde presso cui era
giunta.
Si
va in scena,
pensò mentre abbassava la maniglia.
-Stoooop!-
Gridò Liam nel microfono.
Smisero
tutti di suonare e alzarono i loro sguardi
su di lui. –What’s on?-chiese il batterista.
-Succede-rispose
seccato- che avere questi che
ancora lavorano mi da fastidio. Sono le quattro cazzo, son qui da due
ore, cosa
stanno facendo? Dico a voi!
Jo
e i due uomini che stavano scaricando insieme a
lei gli scatoloni dal furgone lo guardarono perplessi.
-Anche
tu-riprese il cantante rivolto a lei-si può
sapere che hai? A guardarti sembra che la roba pesi chissà
cosa. Vi voglio
fuori dalle palle entro un’ora, okay?-
Aveva
gli occhi quasi coperti dalla visiera, e
comunque Jo non abbassò lo sguardo. Che
isterico di un Gallagher, pensò tra sé
e sé.
L’altro
era sempre più arrabbiato, tanto che prese a
camminare verso lei e gli
altri due- Per
esempio, quella che hai in mano ora, quella cassa che tieni nello
scatolone, è
davvero così pesante,
ragazzina?
Il
collega di lei le lanciò uno sguardo comprensivo,
come a dire: non prendertela. Figurati,
pensò lei, se solo sapesse la
verità.
Liam
le strappò la roba dalle mani:- Non mi sembra
che ci vogliano cinque fottuti minuti per ognuna di ste cose per
trasportarle
fin qui! Mi ascolti?-
Le
prese il polso, con forza, e la costrinse ad
alzare lo sguardo. –Vi voglio fuori di qui, tutti e tre!-
Vide
qualcosa cambiare nei suoi occhi. Per un attimo
sembrò stupito. Le mollò la presa, come se il suo
braccio scottasse, e subito
tornò dagli altri del gruppo, calmissimi.
-Soprattutto tu!-
Gridò ancora, dandole le spalle.
Finalmente
arrivarono le sette ( e mai cinque ore le
erano parse così lunghe), e perciò la fine della
sessione.
Non
vedeva l’ora di stare da sola. Liam era stato
insopportabile tutto il pomeriggio, chiamava loro tre per le cose
più stupide,
e le sembrava di aver svolto i compiti più pesanti proprio
lei.
Uscì
dal salone ed entrando subito nel magazzino si
chiuse la porta alle spalle.
Non
ne poteva più, avrebbe solo voluto urlare
qualcosa, qualcosa di offensivo.
Non
era molto femminile ma tirò un pugno contro il
muro. Chi credeva di essere? E gli altri che lo lasciavano fare? Era
arrabbiatissima.
Sentì
la porta dietro di lei aprirsi.
-E’permesso?-chiese
Noel. Non l’aveva mai chiesto.
Era venuto a fare il bravo ragazzo dopo un pomeriggio ad osservare i
suoi
maltrattamenti?
-NO!-
Gridò lei.
La
porta si chiuse.
SI
girò stupita, ma vide che il ragazzo se l’era
chiusa alle spalle.
-Devo
parlarti.-
Appoggiò
la schiena al muro e incrociò le braccia.
–Va bene, signore-disse
contrariata.
I capi erano loro, erano loro che pagavano, il cliente ha sempre
ragione,
eccetera eccetera. Chissà cosa voleva chiederle, capriccioso
di un musicista! A
lei sarebbe bastato rimanere sola. Andare a correre magari, o scoppiare
a
piangere o qualsiasi cosa che la aiutasse a sfogarsi.
Il
ragazzo le si avvicinò. Sembrava aver dimenticato
cosa dire. –Io..mi dispiace per Liam.
-Non
ti credo- ribatté sincera- siete tutti fatti a
quel modo. Il nostro lavoro è lasciare che pensiate solo a
voi stessi!
-Non
è sempre così- ribatté il chitarrista
sereno.
–Per esempio, lascia che ti tolga quel groviglio di polvere
che hai sulle
spalle.
Si
mosse svelto,
allungando velocemente il braccio verso di lei. Sentì che
qualcosa che non
doveva succedere stava accadendo, e cioè il cappellino le
stava scivolando
dalla testa.
I
lunghi capelli castani si sciolsero sulle spalle e
sentì il viso molto più libero, gli occhi non
più nascosti. Jo si rese conto
che Noel la stava guardando sorridente, il berretto in mano.
-Ma
che…- L’aveva fatto apposta.
-Ecco
cosa stava succedendo-commentò lui.
Non
sapeva che fare. Si passò una mano tra i
capelli, realizzando che era stata scoperta. –Shit-disse.
Era
paralizzata. E
ora?
Parlare
con Sally?
Cosa ho fatto?
-E’
tutto a posto- le disse l’altro.- L’avevo
capito. Oh bé, a meno che tu non mi stia per dire che hai
una sorella gemella
che ho incontrato stamattina.- Jo era di pietra. Lui capendolo le fece
gesto di
mettersi comoda:-Siediti un momento, dai.-
-Io…
tu.. cosa?
Si
sedette davanti a lei.
Ancora
spiazzata lo imitò.
-Ora
tutto si spiega-iniziò Noel- stavo iniziando a
preoccuparmi.
Lo
guardò senza capire.
Sorrise
–I discorsi che facevi, il modo di
sorridere, ogni tanto, sai, arrossivi… O eri un ragazzino
innamorato di me o
una ragazza.-
-Ma…-
-Perché
pensavi che non l’avrei capito? Per esempio
sono un musicista, so riconoscere i vari tipi di voci. Il tuo non era
maschile.-
-Da
quanto..?-
-Da
qualche giorno. Ho iniziato a far caso a un po’
di cose. Mi trovo bene a parlare con te, ma eri
troppo…strano. E a volte dicevi
cose che tra amici non si direbbero mai, eri un ragazzino troppo
femminile. Ti
ho tenuto d’occhio, ci ho pensato e ho provato a fare
un’ipotesi…credo che la
cosa più divertente sia stata venirti a vedere stamattina.-
-Tu..-
-Dai,
si capiva che mi conoscevi, e la barista non
l’avevo mai vista! E poi, quando mai uno scazzato si lascia
avvicinare come te
due minuti fa? Non puoi nascondere chi sei, neanche vestendoti da
ragazzo!-
Si
prese la testa tra le mani. E ora?
-E’perché
tu mi hai parlato… Non se ne sarebbero
accorti. Non dirlo a nessuno, o io perdo il lavoro-disse.
-Nessun
altro segreto? Non sei, che so, la nipote
che non sapevo di avere?
-Zero.
Non ridere,è una cosa seria!
-Non
ne parlerò con nessuno, resterà tra noi.-
Stava
per aggiungere qualcosa, ma prima che aprisse
bocca lei si era mossa di scatto per riprendere il berretto. Non
funzionò, perché
alzò prontamente il braccio.
-NOEL!-
-Continueremo
a trovarci, non è un problema per te,
vero?-
Lo
guardò scocciata. Non era in
vena di fare promesse, quel giorno stava
sbagliando tutto.
-Okay,
okay-disse lui rialzandosi- i patti sono
questi. Io non lo rivelerò a nessuno, ma tu non smetterai di
essere il mio
interlocutore della sera. Ho davvero bisogno del tuo parere per la
canzone che
sto scrivendo, gli altri se ne sbattono.-
-Mi
ridarai il cappellino?- chiese Jo. Le faceva
piacere che ci tenesse a
lei.
-Forse-sorrise
enigmatico.- Se mi accompagni a cena.-
-Non
se ne parla!-gridò stupita. Voleva farla
scoprire?
-Almeno
vieni con me, si saranno già messi a
mangiare! Ti prendi un panino e torni qui.-
CI
pensò un attimo, poi allungò la mano.- Andata!-
Il
locale sembrava affollato, così Jo decise di
raggiungere Sally e di raccontarle tutto, prima di farsi dare qualcosa
da
mangiare.
Aveva
mantenuto la promessa, ora poteva anche
separarsi da lui, ma..-Dov’è Liam?-
-Già-
rispose Noel-e la tua amica bionda?-
-Magari
è sul retro. Vieni con me.
Si
allontanarono dalla sala, piena delle chiacchiere
dei commensali, per inoltrarsi nel silenzio del retro-bar, verso la
cucina.
Mentre si avvicinava alla stanza dove si cucinava, sentì una
voce maschile
parlare da dietro la porta e si fermò. Era Liam.
-Non
mi avevi detto che era una ragazza!
Trattenne
il respiro. Come faceva a saperlo? Guardò
il suo compagno, ma Noel alzò le spalle.
-Non
fa nessuna differenza-disse Sally da dentro.
-Sì,
sì invece! You know, dici una cosa al
magazziniere un attimo, lo guardi negli occhi e capisci di averla
già vista. E dove
l’avevo vista? QUI, Sally, una
donna! Ma ti sei chiesta cosa avrei potuto…
Il
fratello del cantante decise di aprire la porta
ed entrare in cucina, e lei lo seguì, sempre più
confusa.
-Che
sta succedendo?- Esordì il più vecchio dei due
Gallagher.
-Jo!-
Esclamò stupita la donna. Poi si sedette su
una sedia che aveva vicino, e con calma disse:-Okay, forse è
il caso di
spiegarsi.
-E’
lei, no?- le chiese brusco il giovane, indicando
la ragazza.
Lei
capì cosa intendeva, e rassegnata si tolse il
berretto, sistemando subito dopo i capelli come poteva.- Sì.
Anche
lui si sedette. Noel prese posto di fianco a
Sally, e anche gli altri due si sedettero.
-Lasciami
spiegare, Liam.-Esordì la donna.-Jo, non
ti avevo detto una cosa sugli Oasis. Io
e lui ci conoscevamo già. Era passato qui qualche anno fa
quando tu eri ancora
da mio fratello, e…
-Lei
cosa?- Fu Noel a chiedere, stavolta.
-Lasciami
andare avanti. Jo
è stata adottata da mio fratello e sua
moglie quando aveva cinque anni. Mi
ha
raggiunto per lavorare compiuti i diciotto, quindi due anni fa. Qualche
tempo
fa, dicevo, avevo conosciuto qui Liam. Nel momento in cui mi ha
chiamato per
avvisarmi che sarebbe tornato, gli ho chiesto il favore di prendere
nello staff
una persona in più e…
-Favore-la
imitò beffardo lui- Mi hai ricattato.
-Quella
partita di erba era abbastanza ingombrante,
Gallagher, e alla polizia non ho mai detto nulla!
Jo
trasalì. Liam aveva spacciato?
Nessuno
dei due Gallagher sembrò stupirsi, perciò
rinunciò a fare domande.
-Comunque
non mi aveva detto che fosse una ragazza.-
commentò il giovane.
-Neanche
un ragazzo-ribatté pronta Sally.
-Non
può lavorare con noi. Non è un lavoro da donna
e poi non mi concentrerei molto, mi darebbe fastidio!
-Ma
ho bisogno
di quel lavoro!-pigolò la ragazza, inserendosi per
la prima volta nel
discorso.
-Non
so che dirti, piccola.
-No Gallagher,
don’t let her down. Hai
promesso. Jo-l’amica
si rivolse a lei-c’é comunque
bisogno di qualcuno che faccia le pulizie lì, no? e ti
farò fare qualche turno
in più al bar.
-Aspetta-
disse Noel- c’è anche da considerare il
fatto che per star lì a suonare occupiamo una parte dello
spazio in cui dorme.
Quindi mi sembra giusto pagarle l’affitto, non credi Liam?
L’idea
era quasi paradossale per lei, ma per come la
stava salvando Jo avrebbe voluto correre ad abbracciare il ragazzo, il cuore colmo di gratitudine.
-Si
può fare-rispose l’altro. Si rivolse a lei-
Guarda che se ti ho intorno mi fa solo piacere, eh!
-Finiscila,
Gallagher!- Rispose secca.
I due più
vecchi nella stanza sorrisero.
Il
ragazzo sembrava seccato:- Ah, e scusa Noel se ti
ho rivelato la vera identità di uno di quelli che tu mi fai pagare!
Noel,
che si stava alzando per uscire in quel
momento, alzò le spalle:-veramente mi sta aiutando a
scrivere una canzone.
Nessun problema Liam, c’ero arrivato da solo e già
qualche giorno fa.
Il
fratello non poté far altro che tacere.
-E
quindi sei la nipote della bionda?-chiese Noel
qualche sera dopo.
Ormai
avevano preso l’abitudine di cenare insieme, e
si ritrovavano prima. In quel periodo avevano parlato molto di
più rspetto a
quando era Joel.
-Mmm..
non proprio-rispose- Le cose sono andate
così:-si fermo e deglutì il panino prima di
iniziare a spiegare- sono rimasta
orfana a due anni. Il fratello di mia mamma mi ha preso in casa, ma
dato che
non era un molto a posto non me la devo essere passata molto bene.
Ricordo
molto poco di allora, ma non ho
dimenticato che mi picchiava spesso quando tornava a casa. Una volta
è passato
di qui e si è fermato al bar di Sally, e deve aver dato
spettacolo. Preso dalla
sbornia mi ha dimenticata qui, e lei ha deciso di provare a tenermi,
dato che
suo fratello e sua moglie non avevano figli. Il tribunale le ha dato
ragione. Fatti
i diciott’anni sono tornata qui, per mettere insieme dei
soldi e partire.
Disse
tutto d’un fiato, e glielo disse perché era
Noel e poteva sapere quelle cose, ma non voleva passare troppo tempo
sull’argomento.
-Anch’io
avevo un padre violento-rispose
semplicemente lui, guardando le corde della chitarra che stava
riaccordando- e
quindi hai vent’anni, uh?
Apprezzò
molto che avesse capito. –Non uno di meno-
-Ti
facevo più giovane-
-Me
lo dicono spesso. E tu scusa, quanti anni hai?
Lui
sorrise con un angolo della bocca e alzò lo
sguardo verso di lei:- Ventisette.
-Sì,
più o meno ti davo quell’età. Ma a parlare con te non
sento i sette anni di
differenza!
-E’
un bene che ci siano. E’ più facile parlare
senza che tu, ecco, ti faccia strane idee su di me, che tu sia
spaventata dalla
mia età.
Lo
osservò sorpresa da quel cambio di ton o nel loro
discorso. Ecco, quello era Noel, prima serio e che poi buttava tutto
sul
ridere.- Io mi farei strane idee su
di me? Sbagliato, ragazzo! Sei tu che rischi di crollare!
Gli
tirò un cuscino in faccia mentre lui scoppiava a
ridere. –Forse, se non ti avessi conosciuto come Joel.
E’ un buon deterrente
essere un ragazzo per non farmi provare attrazione. Anche se- si
interruppe per
guardarla, già divertito- hai un modo molto affascinante di
pronunciare quel
‘Gallagher’. Com’è che fai?-
Noel imitò una ipotetica Jo che, con tono basso e
caldo, diceva- Galla-gaa.
-Non
ho quel tono da battona!- replicò Jo
divertita-Sei uno stupido!
-Piano
coi termini, potrei offendermi! –Noel ormai
aveva appoggiato la chitarra per terra e continuava a ridere, tenendo
tra le
mani il cuscino che aveva appena ricevuto in faccia.
-Comunque-riprese
lei, più seria-anche a me va bene
chiarire subito che al momento ho bisogno di parlare con un amico e
basta.
L’amore incasina troppo tutto.
-E’vero-
disse l’altro, più pensieroso-Messo nelle
mani sbagliate ti fa perdere le persone. O forse le metti alla prova, e
vedi
davvero come sono.
-Allora
solo amici, Noel.
-Solo
amici, Jo. Se ce la fai, si intende.
Una
felpa che doveva essere stata dimenticata da
qualche avventore anni prima lo andò a colpire sopra la
fronte, mentre lei
scoppiava a ridere ancora.
-Devo
trovare il testo, ho la musica ma non le
parole.
-Ti
aiuto io!
Si
andò a sedere di fianco a lui dopo essersi
raccolta i capelli.
Ormai
Giugno era arrivato, e la sua mise tipica era
canotta-calzoncini-elastico pronto sul polso.
Lui
teneva un bloc-notes tra le mani, e pensieroso
giocava con la matita.
-Hai
in mente un tema, o un argomento preciso?
-No,
per nulla. Ma non mi importa che abbia senso.
Questo testo lo scriviamo io e te, venga fuori quello che deve essere,
basta
che stia bene con gli accordi.
-Non
saprei. Mmm. Tu sei bravo coi testi, guarda se
hai qualche idea. Gira l’occhio musicale che hai verso il tuo
cervello.
-Questa
è buona- disse mettendosi
a scrivere.
-Cosa?
-Segue
molto bene.
E
in una calligrafia poco curata e frettolosa lasciò
sul foglio bianco:
slip inside the eye of your mind
-Senti
che suona?- e iniziò a canticchiare quelle
parole.
-Bé,
direi che è stato facile! Ho solo dovuto dire
la mia…
-Magari
saresti un’ottima autrice di testi e ancora
non lo sai, ci hai mai pensato?
-Smettila
di prendermi in giro!- E ridendo, gli
prese dalle mani il taccuino.
Glielo
ridiede dopo averci scritto, e ironica gli
disse:- Ecco, perché non metti anche questo?
Don’t you know you may find a better
place to play?
Noel
lesse e sorrise. –Prova con might, suona meglio
-commentò correggendolo.- e comunque puoi piantarla con ste
commedie, lo so che
ti fa piacere stare al fianco di un grande musicista.
-Dove,
dove? Non lo vedo!- gli rispose, guardandosi
intorno per poi sorridergli.
-Simpatia
da ventenne, proprio.
-C’mon,
Gallagher!- Gli passò una mano tra i capelli
per scompigliarli, poi si alzò per andare a prendere da
bere.- Vuoi acqua o
birra?
-Quando
mai ti ha chiesto acqua il Gallag-aaa?