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Autore: unastellaincompresa    10/07/2013    4 recensioni
Un college, un professore, un'alunna.
Lui la insegnava a studiare, e lei lo insegnava ad amare.
1O anni di differenza, ma c'e' amore, riusciranno a mostrarci che l'amore non ha ostacoli?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Image and video hosting by TinyPic Erano appena finite le vacanze estive, era incredibile, non potevo neppure salutare la mia classe, quella con la cui ho passato 10 anni, 10 anni, era incredibile, maledetto aereo.
Oh, neanche il tempo di alzarmi dal letto che mia mamma attacca subito, con la sua vocina a trombetta, ad entrare in camera mia, incitandomi di alzarmi.
E’ odioso quanto possa essere dolce, affettuosa, sensibile, unica una mamma, ma allo stesso tempo odiosa e irritabile.
Erano le cinque del mattino, tutta New York, dormiva ancora, si sentiva soltanto l’abbaiare dei cani, e il passo dei lavoratori, che si alzano a quest’ora per andare a lavorare.
Corsi subito in bagno, ci trascorsi un’ora bella piena, ma soltanto mezz’ora per lavarmi, volevo riflettere.
Ecco riflettere, su che cosa..Su tutto, sulla mia infanzia in questa casa, in questa citta’, le mie amicizie, i miei amori, anche se ben pochi, le mie litigate, quel cuscino pieno di lacrime, risate, libri… Anche se dovro’ trasferirmi in Brasile, New York restera’ per sempre nel mio cuore.
Si, be’, ho soltanto diciotto anni, diciannove a dicembre, non dovrei correre, ma il desiderio, nuoce sempre piu’; io ho degli idoli, come tutte le ragazzine come me, ma anche se loro vengono quasi ogni mese qui, non voglio andare ad un loro concerto, perche’ so che in qualche parte del mondo, non vanno mai, e quelle ragazze, che muoiono dalla voglia di andarci, vorrebbero stare al mio posto, percio’ mi limito ad ascoltarli da un pc, e da un mp3.
Io, sono fidanzata con un ragazzo, da ben sei mesi, pero’ mi fa male lasciarlo, lo amo comunque, ma purtroppo devo farlo, anche se lui ama le relazioni a distanza, ma io non ne voglio nemmeno sentir parlare.
Mentre pensai a tutte queste cose mi vestii, faceva leggermente freddo a quell’ora, ma sapevo che dopo due ore si sarebbe scatenato l’inferno.
Scesi giu’ a fare colazione, c’erano gia’ tutte le valigie all’ingresso, dio, che malinconia; mio fratello, giocava alla PS3, ma gli sembra il momento?!? Mia sorella di ben 8 anni, saluta la sua cameretta, mia mamma spolvera la casa per non lasciarla sporca ai nuovi proprietari, e infine mio padre, carica la macchina.
Sono le sette  meno dieci, e sono in macchina, gia’ con la musica a palla nelle orecchie, perfetto.
L’aeroporto, eccolo la’, non so perche’ ma io inizio ad odiarlo, cosi’, improvvisamente, lo odio.
Facciamo i biglietti, ci imbarchiamo, e scopro di non essere seduta vicino ad un componente della mia famiglia, ma bensì, ad un ragazzo, o meglio un uomo, che si da un po’ troppe arie.
Mi siedo, e l’aereo parte, mi ricordo di aver portato un giornalino, lo prendo e inizio a leggerlo, sempre con le cuffie, nelle orecchie, naturalmente. Non mi accorgo pero’ che il tizio accanto a me, mi stava chiamando.
-Scusa..Hei…Scusa…-scuotendomi con forza, inizio’ a chiamarmi, il bruno affianco a me.
-Si..emh..scusa, cosa succede? Ci conosciamo?- Dico, con un tono abbastanza freddo.
-Io..beh..no…ma sono parecchie ore e vorrei conoscerti, giusto per passare queste ore in compagnia- Disse il bruno con aria molto timida, poteva avere sulla trentina d’anni, penso
-Oh..si, scusami, se sono fredda, comunque piacere, il mio nome e’ Charlotte, ma per gli amici Charlie- dissi, con molta disinvoltura, mi ispirava fiducia d’un tratto, il bruno al mio fianco.
-Il mio nome e’ William, ma per gli amici Will, come mai questo viaggio per il Brasile?- Chiese con disinvoltura e anche con un pizzico di interesse il bruno.
-Lavoro dei miei genitori, per loro risulta facile cambiare, e beh…per me no, tu invece?- Mi ero intimidita, non lo ero mai stata, ma quel tizio era molto, strano, ecco.
-Sono un’insegnante, e mi hanno trasferito in un’altra scuola, insegno matematica, la materia piu’ temuta- disse con fare ironico.
-Oh, io la matematica la detesto, non oso pensare ai compiti di matematica, scusate l’insulto per la materia, ma la odio con tutta me stessa.- dissi sfogandomi.
Il tempo passo’ velocissimo, non mi resi nemmeno conto, di quanto avevamo parlato, così salutandolo, me ne scesi dall’aereo alla ricerca dei miei genitori.
I miei genitori, mi accompagnarono alla scuola, alla mia nuova scuola, per iniziare a prendere la chiave per la stanza del dormitorio; ebbene sì, dovro’ andare ad un college, ma il fatto bello, sta che si puo’ uscire tranquillamente, quindi, un aspetto positivo nella cosa c’e’.
Appena salutai i miei genitori, ed entrai in camera, mi scaraventai sul primo letto che trovai.
Le mie coinquiline, che tra l’altro sconosciute a me, ancora dovevano esserci.
Passando al college, era immenso, con tanto di verde, di fiori, di alberi, di panchine, di mense, di biblioteche, di bagni, di classi, e c’era anche una palestra; ero passata dalle stalle alle stelle, mi iniziava a piacere questo college.
Vedendo dei professori passare davanti alla stanza,  notai un uomo, con un viso conosciuto, ma la, su due piedi, non mi veniva il nome e non riuscivo a ricordare.
Tornando alla realta’, mi si piazzo’ una ragazza davanti a me, abbastanza alta, bella, magra ma non troppo, capelli lunghi, ma non si vantava.
-Piacere, mi chiamo Elen, e sono la tua coinquilina- disse, porgendomi la mano.
-Oh, ciao, io sono Charlie- dissi stringendole la mano, pero’ poi scansandomi, perche’, naturalmente, doveva passare.
Sistemo’ tutte le sue cose, compresi vestiti, scarpe, trucchi e cose varie, a proposito, aveva una montagna di vestiti, e be’ forse mi sarebbe stata d’aiuto nei periodi con saldi.
Bussarono alla porta, mi voltai, e vidi un’altra ragazza, bionda, abbastanza alta ma non troppo, in carne, capelli lunghi e con un paio d’occhiali che la rendevano dolcissima e simpatica.
-Ciao, io mi chiamo Ross- disse entrando timidamente e inquadrandoci.
-Ciao, io sono Elen- disse porgendole la mano.
-Ciao, io sono Charlie- dissi, facendo un grande sorriso e porgendole la mano.
-Ragazze, stasera, daranno un Party di benvenuto, in un discopub, qua in giro, venite no?- Disse eccitata, Elen
-Verrei, se mi sarei portata dei tacchi e dei vestitini abbastanza corti- dissi io, delusa
-Ovvio che vengo- Disse Ross, entusiasta.
-Ei, Charlie, te li presto io, ne ho uno al caso tuo.- Disse tuffandosi nel suo armadio.
La abbracciai, fu l’unica cosa che mi veniva spontaneamente in quel momento.
Mi preparo’ un vestitino blu, con tanti brillanti sulla stoffa, e con dei tacchi abbinati alla stoffa.
La ringraziai per tipo, mezz’ora, poi finii perche’ dovevamo iniziarci a preparare.
Mi piombai per prima in bagno, sfilandomi tutti i vestiti, ed immergendomi nella vasca, calda e rilassante.
A cosa stavo pensando?
Alla mia giornata, alle mie giornate al college, chi incontrero’, se i professori sono simpatici, ovviamente.
Uscii dalla vasca, e iniziai a pettinarmi i capelli, e be’, dopo averli asciugati, ci impiegai tempo a pensare a cosa farne di loro, l’acconciatura, cosa potevo fare?
Naturalmente, mi vestii prima e mi truccai, perche’, povere Elen e Ross, che stavano aspettando fuori.
Uscii e sentii sussurrare da Ross un “Che bella che e’”, sorrisi, dopo tutto, era simpatica.
Erano le otto, e dovevamo incamminarci all’uscita-entrata del college per aspettare gli altri alunni.
Alle otto e mezza iniziammo ad andare a questo disco-pub che da come capii si chiamava ‘L’estasi d’amore’
Wow, bel nome.
Entrammo, e io e Ross, ci piazzammo su dei divanetti, intente a scrutare le movenze di tutti.
Ad un tratto parti’ una canzone bellissima, che io personalmente amavo, e be’ mi buttai in pista.
Ballavo con delle movenze sensuali, che ad alcuni ragazzi, eccitavano; era anche colpa del vestitino pero’.
Ma non mi lamentai, dopotutto a chi non piace essere al centro dell’attenzione?
Mi sentii prendere leggermente la vita, e trascinarmi di alcuni centimetri.
Mi girai per capire chi era, e capii che era William, il tizio conosciuto in aereo.
Certo niente male, per avere sulla trentina d’anni, e poi com’era vestito, lasciava immaginare, camicia sbottonata, bianca, pantaloni neri, abbastanza aderenti, capelli scompigliati, e il profumo, oohh, la vi voglio, era una fragranza sensuale, che ti invadeva le narici.
-Hei- sussurrai, avvicinandomi al suo orecchio.
-Sei bellissima stasera, Charlie- sussurro’, avvicinandosi ancor di piu’.
-Andiamo a bere qualcosa?- chiesi, per distrarci un po’.
-Si, cosa prendi tu?- Mi chiese, appena arrivati al bancone.
-Rum- Dissi, d’un fiato.
-Allora Due Rum- rivolgendosi al barista, sempre lasciandomi gli occhi addosso.
-Prima serata in Brasile?- chiesi io, sorseggiando la mia bibita.
-Si, te?- chiese lui.
-Serata d’apertura.- Dissi facendogli l’occhiolino.
Erano le due passate, cavolo avevo parlato un sacco di tempo con questo uomo-ragazzo.
-Diamine, sono le due passate, il college e’ abbastanza lontano da qua’.- Alzandomi dissi
-Ti accompagno io, non ti preoccupare.- disse prendendomi la mano.
Notando il mio disagio, la lascio’ subito, e ci incamminammo verso la sua Mercedes nera.
Appena salii, mi indico’ la cintura, e be’ poi parti’.
Appena arrivo’ nei dintorni del college, si fermo’.
-Grazie mille, sei davvero gentile, ma non penso ci possiamo rivedere, non abbiamo contatti.- dissi delusa.
-Dammi il tuo numero, ti contatto io appena posso.- disse enfatico.
Gli segnai il mio numero, e lo baciai sulla guancia dolcemente, e sussurrandogli una lieve ‘Buonanotte’.
Scappando subito nella mia stanza, bussai, ma senza risposta, poi d’un tratto mi ritrovai dietro Elen, con le chiavi in mano.
-Ei, non c’e’ nessuno dentro, non rompere la porta.- Disse aprendo la porta.
Entrai e mi fiondai subito nel letto, non appena lo toccai, sprofondai in un sonno tremendo.
 
   
 
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