-PRINCIPESSA
AZZURA-
C’era
una volta…
Sì,
c’ero io.
E
c’eri anche tu.
Ti
eclissavi tra la folla, ma c’eri.
Eri
anche affascinante, misterioso.
E
c’ero sempre io che aspettavo un principe.
Irreale,
ovvio.
Ma
ti aspettavo con tutto il cuore.
E
così un giorno, stanca dell’ attesa, mi trasformai
in una
principessa azzura.
E
venni da te.
Tu
che avevi perso le coordinate della torre.
La
torre dove io, la tua principessa, era stata rinchiusa.
Mi
armai della spada e presi il cavallo bianco.
E
con tutto il mio coraggio venni da te.
Volevo
salvarti.
Volevo
mostrarti che io c’ero.
La
tua principessa era viva.
La
tua principessa aveva le idee chiare.
Era
venuta a prenderti.
E
dopo il suo gesto eroico pretendeva un lieto fine.
Come
ogni favola che si rispetti.
Ma
tu rovinasti la favola.
Feci
piangere il bambino nel suo letto.
Lo
privai del suo ultimo sorriso prima di dormire.
Egoista.
Feci
piangere anche me.
Io
che rinunciai al candore del rosa pur di essere tua.
Ero
diventata azzurra per te.
Non
pretendevo tu facessi lo stesso.
Non
volevo un principe rosa.
Sarebbe
stato patetico.
Ti
volevo e basta.
Ma
tu confuso per quell’insolito colore rimasi perplesso.
Non
mi riconobbi.
Stronzo.
Mi
feci male.
Hai
rovinato la favola.
Me
lo dovevo aspettare.
I
principi sono stupidi, per loro è tutto rosa o tutto azzurro.
Cercasi
principe daltonico, subito.