*entra in scena con una capriola, una tutina nera attillata e la musica di 007 in sottofondo*
Hi guys!
Sebbene le mie vacanze si stiano rivelando quasi più pesanti dell'effettivo anno scolastico, riesco ancora ad immettere ed emettere ossigeno, tenendomi in vita.
E fino a che le mie cellule riusciranno a convertire carbonio organico in energia, sarò qui a postare - magari non con una frequenza così alta come poteva essere prima.
Bando alle ciance! Mi sono trascinata quì per dirvi che, nonostante nessuno commenti, mi mancaaaate e mi mancavano anche quelle due pazze sclerate e isteriche che sono Starlight e Hamleys (se sono qui è principalmente per voi, girls).
Ora ATTENZIONE.
Questa storia NON è una Larry, una Ted e insomma non c'azzecca nulla con i fandom di Ed, Taylor o One Direction.
Dovete sapere che Re.Voltage è una Killjoy e, come praticamente tutti loro, deve la sua vita ai My Chemical Romance.
E, cosa rara nel nostro fandom (IRONIAAA), shippo Frerard (Frank Iero + Gerard Way - rispettivamente chitarra e voce del gruppo).
Potrei stare qui le ore a parlarvi di quanto sono adorabili e di quanto si amino nonostante mogli e figli ma vi dirò solo le cose essenziali:
1. Andatevi ad ascoltare (o almeno leggere il testo di) Summertime.
2. Gerard e sua moglie quando sono in tour separati amano mettersi d'accordo e scriversi un pezzo di questa canzone addosso prima di salire sul palco. Forse per sentirsi più vicini, forse per far sbellicare le frerard shipper come me.
3. Non so, tutto ciò che riguardi i MCR è ultrafigo. Quindi più vi informate e vi fate intrippare da quel gruppo meglio è, a parer mio.
Alright children.
The lights are out and the party is over. It's time for me, Dr R, to start running and say goodbye, for a little while.
But I know you're gonna miss me, so I'll leave you with this:
(Il primo che mi azzecca questa citazione, giuro che lo sposo!)
PS: Scusate l'introduzione chilometrica ma ci voleva ed era da tanto che non scrivevo. Love ya all.
Revolution Voltage <3
Hi guys!
Sebbene le mie vacanze si stiano rivelando quasi più pesanti dell'effettivo anno scolastico, riesco ancora ad immettere ed emettere ossigeno, tenendomi in vita.
E fino a che le mie cellule riusciranno a convertire carbonio organico in energia, sarò qui a postare - magari non con una frequenza così alta come poteva essere prima.
Bando alle ciance! Mi sono trascinata quì per dirvi che, nonostante nessuno commenti, mi mancaaaate e mi mancavano anche quelle due pazze sclerate e isteriche che sono Starlight e Hamleys (se sono qui è principalmente per voi, girls).
Ora ATTENZIONE.
Questa storia NON è una Larry, una Ted e insomma non c'azzecca nulla con i fandom di Ed, Taylor o One Direction.
Dovete sapere che Re.Voltage è una Killjoy e, come praticamente tutti loro, deve la sua vita ai My Chemical Romance.
E, cosa rara nel nostro fandom (IRONIAAA), shippo Frerard (Frank Iero + Gerard Way - rispettivamente chitarra e voce del gruppo).
Potrei stare qui le ore a parlarvi di quanto sono adorabili e di quanto si amino nonostante mogli e figli ma vi dirò solo le cose essenziali:
1. Andatevi ad ascoltare (o almeno leggere il testo di) Summertime.
2. Gerard e sua moglie quando sono in tour separati amano mettersi d'accordo e scriversi un pezzo di questa canzone addosso prima di salire sul palco. Forse per sentirsi più vicini, forse per far sbellicare le frerard shipper come me.
3. Non so, tutto ciò che riguardi i MCR è ultrafigo. Quindi più vi informate e vi fate intrippare da quel gruppo meglio è, a parer mio.
Alright children.
The lights are out and the party is over. It's time for me, Dr R, to start running and say goodbye, for a little while.
But I know you're gonna miss me, so I'll leave you with this:
(Il primo che mi azzecca questa citazione, giuro che lo sposo!)
PS: Scusate l'introduzione chilometrica ma ci voleva ed era da tanto che non scrivevo. Love ya all.
Revolution Voltage <3
SUMMERTIME
Oramai la scritta non si vedeva neanche più.
Il
concerto era finito e l’intera band si dirigeva nei camerini del
backstage a darsi una ripulita prima di uscire insieme, magari a farsi
una birra.
Gerard
entrò velocemente nel suo camerino e una volta dentro, sano e salvo
dall’adrenalina post-concerto di suo fratello, si avvicinò allo
specchio.
Sentì provenire da fuori la voce lievemente infastidita di Frank che si lamentava dell’eccessivo caldo.
Pensò
che fino a che si fosse ostinato ad andare sotto i riflettori con quei
felponi, era ovvio che sarebbe morto di caldo. Sorrise alla
testardaggine di quel ragazzo, con lo sguardo perso nel vuoto e il
pensiero che spaziava tra Frank e Frank.
Si
passò una mano fra i capelli, rossi e sudati, e poi giù fino al collo.
Quando gli venne automatico guardarsi la mano, vi ritrovò sopra una
striscia nera.
Sbuffò, doveva aspettarselo. Si rivolse allo specchio, stanco: la scritta Anytime you want troneggiava sbiadita dal sudore ma ancora leggibile sul suo collo candido.
Si
voltò e cercò a tentoni nella sua valigia sul tavolo un fazzoletto
pulito, lo leccò e lo passò sulla sua pelle già arrossata, strofinando
violentemente.
Gli
bruciò la gola e una piccola lacrima, dal nulla, salì veloce e si
affacciò ai suoi occhi, sfidandolo grazie al suo liquido riflesso nello
specchio.
Gerard
non ce la faceva più. Quella frase aveva un motivo: da qualche parte,
in America, una donna stava suonando con il suo gruppo, portando
orgogliosa sul suo braccio la scritta Run away with me.
E
quelle parole, che ora si vedevano sempre meno, scritte su di lui
dovevano essere la risposta che aveva voluto dare. O almeno che avrebbe dovuto dare.
Summertime
era stata scritta per Linsday e l’aveva scritta lui. Eppure ogni volta
cha la cantava, non erano i suoi occhi quelli che aveva in testa. Quelli
della donna erano sì bellissimi, ma comunque privi di quella luce che
invece emanavano gli occhi nocciola del suo chitarrista.
Quella
luce che Frank emanava sempre, in ogni dannata situazione. Sia che
stessero facendo l’amore, sia che stessero semplicemente bevendosi una
birra insieme.
Mentre
si accaniva sulla scritta che non voleva venire del tutto via (quasi a
volergli ricordare che aveva sulle spalle il pesante masso del
tradimento e della bugia), si immaginò Frank seduto nel suo camerino, a
farsi aria, imprecando contro il sistema dell’aria condizionata di quel
palazzetto. Quell’immagine era riuscita a fargli ricacciare indietro le
lacrime che insistevano per essere liberate e per un momento fu tentato
di uscire, di correre da lui e semplicemente abbracciarlo.
Abbracciarlo
per poter provare a se stesso che quello che stava facendo con lui lo
faceva stare bene. E una cosa che li faceva felici non poteva essere poi
così sbagliata, giusto?
Ma
nonostante sapesse che non sarebbe stato rifiutato, non lo fece e tornò
a far sì che i sensi di colpa corrodessero le pareti del suo stomaco.
Sensi di colpa per essere perdutamente innamorato del suo migliore
amico, ancora dopo tutti questi anni.
Mogli e gelosie (con conseguenti litigi) non erano riusciti a scalfire il loro rapporto che durava da sempre, oramai.
E
anche se tutti e due sapevano che il loro comportamento non aveva
scusanti e che non si meritavano per nulla l’amore e la fiducia di Jamia
e Linsday, non riuscivano a starsi lontani e a tenere le mani al
proprio posto.
Così, ora, ogni volta che Gerard canta quell’inno all’amore che è Summertime,così come The Only Hope For Me Is You,
con quella scritta in matita nera sul collo sudato, vorrebbe che la
persona con la quale condividere tutto ciò, fosse quella che, a testa
bassa, accompagna la sua voce da più di 10 anni.
Si
guardò un’ultima volta allo specchio e, deluso dal persistere della
scritta, gettò il fazzoletto nel cestino proprio mentre qualcuno entrò
nel camerino.
Parli del diavolo…
-Ciao.-
-Ciao Frank.-
Che idioti. Ti pare che si dovevano salutare?
-Che vuoi?-sorrise malinconico Gerard, che comunque doveva ancora riprendersi dal suo monologo depresso.
-Nulla, solo passare.- sorrise Frank.
Come
al solito il moro ci mise un po’ a riprendersi da sorriso
dell’altro. Una decade e quello era ancora il magnifico effetto.
Quando
si era quasi ricomposto, Frank non aveva ancora smesso di sorridere e
lui non riuscì a fare a meno di abbassare lo sguardo, imbarazzato dalla
bellezza di quell’essere che era la persona che amava.
-Gee?-
Alzò leggermente lo sguardo, un po’ impaurito e un po’ speranzoso di assistere a quello spettacolo.
-Posso baciarti?-
In
tutta risposta, Gerard si avvicinò velocemente e premette con forza le
sue labbra su quelle di Frank, facendo scivolare suadente le sue mani
sui fianchi.
Il
chitarrista rispose subito al bacio allungando una mano sulla spalla
dell’altro e l’altra mano dietro al suo collo per stringerlo di più a
sé.
Il
bacio durò per un tempo interminabile perché nessuno dei due aveva mai
voglia di staccarsi dall’altro. Le mani di Frank corsero fino ad
intrecciarsi dietro alla nuca del cantante, per poi scendere sul collo
accarezzandolo.
C’era
qualcosa che non andava. Il collo di Gerard era eccessivamente caldo,
come se qualcuno lo avesse irritato strofinandoci della carta vetrata
sopra. Il ragazzo si staccò preoccupato da quella dolce danza e spostò
lo sguardo sul lato del collo del moro.
La pelle era innaturalmente rossa e rovinata proprio lì dove qualche minuto prima c’era la scritta per Lyn-Z.
Guardò Gerard interrogativo e ricevette in risposta un sorriso spezzato.
-Sono stanco di dividere con lei qualcosa di nostro, di tuo.-
Frank
non disse nulla, sospirò totalmente conscio di quello che provava il
suo ragazzo. Gli bruciavano gli occhi: dopotutto quella canzone era sua e
lo sapeva che era un comportamento stupido ed infantile, ma anche a lui
dava piuttosto fastidio non poter essere quello che si gode tutte
quelle attenzioni pubbliche del ragazzo.
Lo strinse forte a sé consolandolo e consolandosi.
Sentì
Gerard aggrapparsi forte alle sue spalle e spingersi a cercare più
contatto possibile con il suo corpo, quasi fosse l’unica cosa che
potesse salvarlo dal baratro.
Si
sporse leggermente all’indietro per guadarlo negli occhi, quelle pietre
verdi che ogni notte gli davano il tormento in ogni suo sogno o incubo
che fosse.
Poi si staccò del tutto e, poggiando le mani sulle guancie dell’altro, sussurrò:
-Sai cosa faccio io per sentirmi con te?-
Gerard
tirò su con il naso e si apprestò a tendere
l’orecchio a quella risposta che, lo sapeva, non l’avrebbe
deluso.
Lo
sguardo del moro era così pieno di aspettativa ed amore che per un
momento le ginocchia di Frank tremarono. Poi staccò dolcemente una mano
dal volto del ragazzo che amava (che se ne separò con un dolcissimo
lamento) e la portò febbrilmente al polsino della sua felpona.
Gerard era sempre più attento anche se qualcosa iniziava a capire.
Si
tirò su la manica e le pupille sorprese e deliziate del moro vennero a
contatto con una scritta in via di sbiadimento anche essa, scritta
probabilmente di fretta e con un pennarello verde.
‘Can you run away with ME?’
Non
era una vera e propria domanda perchè Frank conosceva dannatamente bene
la risposta. Era la stessa che gli dava da anni, appena ne avevano
l’occasione, appena erano soli e potevano liberarsi dal peso del loro
amore.
Gerard era sull’orlo delle lacrime. Che diva, signori.
Passò
le braccia intorno alla vita di Frank che ancora si fissava il braccio,
in trance, e appoggiò il mento sulla sua spalla, avvolgendolo in una
stretta colma di affetto puro.
Prese fiato e quello che Frank sentì fu un leggerissimo ma chiaro ‘Ti amo’ direttamente nel suo orecchio.
Lo fece rabbrividire.
-Anche io.-
E quella notte fu l’ennesima prova del loro amore che terminò in un soffio: ‘Anytime you want’.