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Autore: xonikkiheat    10/07/2013    2 recensioni
Il primo vero incontro di Castle e Beckett come ben sappiamo non è stato durante l'indagine dell'omicidio Tisdale, ma alla presentazione di un suo libro.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Aspettavo da giorni questo momento, non ero più nella pelle, tra poco avrei incontrato l’uomo che mi fa sognare tra le righe dei suoi libri tutte le notti: Richard Edgar Castle.
Non potevo crederci.
Ho cominciato a leggere i suoi libri da qualche mese dopo la morte di mia madre e devo dire che quei libri mi hanno distratta, mi hanno aiutata a superare la sua morte anche se non l’ho superata del tutto.
Non era mia abitudine andare a presentazioni di libri con l’autore, ma stavolta era diverso, dopo anni ho avuto finalmente un buco libero dal distretto e sono potuta venire qui, nella grandissima biblioteca Bookberris, sulla Lexington Avenue a “conoscere” il mio autore preferito, il re del macabro. Erano anni che lo seguivo su blog e giornali ma per mia sfortuna non avevo mai avuto l’onore d’incontrarlo.
Da ragazzina ho avuto altre ossessioni come quella che ho per i libri di Castle, come “Nebula 9” ma i suoi libri mi attirano, forse troppo.
Will, il mio fidanzato delle volte mi prende in giro dicendo che sembro una ragazzina quando parlo dei libri di Castle o di lui stesso, dicendomi che non è da me, non è da Katherine Houghton Beckett comportarsi così, caro Soreson, devi ancora conoscermi, ma infondo eravamo insieme da soli due mesi, avrebbe avuto il tempo d’imparare di più su di me.
Mi svegliai prestissimo, credo fossero le 6.30 e tremavo dall’ansia di poterlo incontrare, l’incontro con i fans sarebbe stato verso le 10, ma conoscendo il suo fandoom ho preferito anticiparmi, per non aspettare ore e ore con gente sudata e attaccaticcia.
Ieri sera preparai i vestiti che mi sarei dovuta mettere stamattina, ma non ero convinta della gonna e della maglietta, non ero una prostituta, ma una detective(solo da qualche mese ma dettagli)!
Decisi allora d’indossare un jeans con una maglietta a mezze maniche blu, sarei stata comoda e decente allo stesso tempo.
I capelli li rimasi sciolti, era un po’ che volevo tagliarli ma non ne ebbi mai l’occasione per questo li lasciai sciolti, erano un po’ ondulati ma andavano bene, per essere neri, forse troppo….Oltre a tagliarmi i capelli magari dovrei cambiare anche colore di capelli, credo. Mi piacerebbe un rosso, ma non un rosso tipo sirenetta, un rosso sobrio, che tende ad andare nel castano.
Prima d’uscire presi la mia copia di “Non c’è furia all’inferno” e controllai l’orario sul mio cellulare, odiavo quell’aggeggio ma era molto utile.
Erano le 7:30, dovevo scappare.
Scendendo le scale del mio condominio, incontrai una ragazzina, aveva più o meno sedici o diciassette anni ed indossava la maglia con la faccia di Castle, la ragazza appena mi vide scappò e non capì il motivo fino a quando non m’accorsi che avevo il libro in mano, brava Kate, brava ti sei fatta fregare il posto da una ragazzina.
Il mio taxi arrivò in ritardo ed arrivai alla Lexington vero se le 8:45, tardissimo. Scesi dal taxi in fretta e furia e mi fermai un secondo, c’erano almeno 150 persone prima di me, ed in quel momento ebbi paura di non riuscire a farcela.
Mi misi in fila e cercai qualche persona abbastanza “normale” con cui fare due chiacchiere prima che Castle venisse ma non trovai nessuno, erano tutti troppo impegnati a leggere il libro, che io avevo finito la sera prima.
Le ore passarono e Castle era dentro a fare autografi, finalmente, ma io non ero una di quei fortunati. Ero in fila ad aspettare il mio turno tra una ragazza puzzolente in piena pubertà e un tizio che credo sia un barbone o qualcosa del genere, volevo uscire da quella fila, ma la mia voglia di vedere quell’uomo, era troppa.
Mentre aspettavo, lo guardai, era molto più affascinante dal vivo di quanto non era in foto e molte donne se ne erano accorte a quanto pare, si facevano autografare il seno e lui non sembrava del tutto dispiaciuto.
Da quel che sapevo è stato sposato due volte e ha divorziato da poco con la sua editrice, era single e ora tutte le donne erano in cerca di accalappiarlo.
Finalmente arrivò il mio turno ma mi fermarono, la ragazzina puzzolente era prima di me.
Sbuffai e aspettai, ancora.
“Signorina è il suo turno” mi dissero quando ero in preda all’ansia.
A passo lento e a capo chino mi diressi verso la scrivania e quando alzai gli occhi lo vidi, mi fusi completamente nei suoi occhi blu e rimasi impietrita.
“Allora a chi lo dedico?” mi disse mentre io non riuscivo a parlare. Non mi guardò nemmeno negli occhi, com’era possibile parlare ad una persona e non guardarla negli occhi?
“A Kaatee” dissi balbettando mentre lui alzò lo sguardo e mi vide, mi sorrise, aveva il sorriso più bello e buffo del mondo.
“Oh che bella che sei, ho fatto male a non ammirarti prima”.
Ma cosa stava dicendo? Stava parlando con me?
Non feci nemmeno tempo a rispondergli che lui chinò il capo e mi fece una dedica sul libro che senza accorgermene avevo posato sulla scrivania.
Lui finì la dedica e presi il libro, quando stavo per andarmene lui mi fermò.
“Katy giusto? Spero di rincontrarti” disse serio mentre gli sorrisi.
“Non ci conti più di tanto Sig. Castle, sono una donna molto impegnata”
“Ho l’impressione che ci rivedremo”
“Nei suoi sogni” o nei miei.
Uscì da quel manicomio e mi diressi verso una panchina che era esattamente all’entrata della libreria e mi sedetti su di essa.
Richard Castle era sicuramente un personaggio, non l’avrei mai immaginato così scherzoso e divertente, forse era un po’ troppo diretto, ecco ma mi ha sorpresa ed incantata allo stesso tempo.
Presi il libro che egli mi aveva autografato e vidi la dedica:

“A Kate,
hai degli occhi stupendi”

Appena la lessi mi feci rossa, speravo in qualcosa di più intellettuale ma questo mi aveva colpito, e molto.
Forse l’avrei rincontrato, un giorno.
Il mio cuore lo sperava.

  
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