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Autore: Rihanna_idol    10/07/2013    4 recensioni
Non so perché continuavo ancora a vivere quest'inutile vita, non avevo nessun motivo. Tutti mi odiavano e mi definivano 'strana'. Eppure quel ragazzo vide qualcosa di buono in me, non so di preciso cosa, ma mi piaceva.
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A sguardo basso mi avviai a passo veloce verso l’aula, quando incrociai lo sguardo di un ragazzo.
Fu l’unico che non mi rise in faccia e non fece una squallida battuta su di me.
Mi guardò intenerito e mi sorrise, come se già sapesse tutto di me, la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.
 





< Sei pronta? >
< Si. > Risposi con tono deciso.
< Vuoi che ti accompagni fino alla tua nuova classe? >
< No, ci sono abituata… Ormai lo faccio di continuo, mamma. >
< Lo so, per te è molto difficile. Ci trasferiamo di continuo a causa del lavoro. >
< Non aggiungere altro, lo so bene. Non ti incolpo di nulla. > presi lo zaino, lo appoggiai in spalla e mi avviai verso la ‘’School Beez’’.
Varcai la soglia tremolante, avevo tutti gli occhi puntati addosso.
Mi guardai attorno spaesata: molte persone ridevano di me, altre bisbigliavano guardandomi con un sorriso malizioso…
Dovevo tenere duro e far finta che tutto ciò non m’interessasse, anche se era l’esatto contrario.
Mi interessava ogni piccolo giudizio su di me.
Gli altri non vedono in me una bella ragazza, e forse è stato questo a farmi credere lo stesso.
Non curo a fondo il  mio aspetto fisico, non studio. Odio studiare, sono timida e questo mi porta ad essere chiusa; ho paura di innamorarmi per poi essere delusa.
Chi si innamorerebbe mai di me?
Porto solo delusioni. Posso dire di avere l’autostima sottozero.
Vagai per la scuola cercando l’aula ‘’3°A’’ e non mancarono occhiatine disprezzose e commenti poco cortesi.
Entrai in aula.
< Signorina Mitch, la stavamo aspettando. >
< Mi scusi il ritardo, non trovavo l’aula. > Delle risate spregevoli rimbombavano nell’aula.
< Non si preoccupi, per questa volta chiuderò un occhio. >
< Grazie. >
< Ragazzi, lei è Alyson. >
C’era un gran silenzio di menefreghismo, mi faceva scoppiare dentro.
In quel momento avrei solo voluto urlare, urlare più forte che potevo…
Intravidi un posto vuoto e dopo un po’ mi diressi su di esso e mi sedetti su un sedia un po’ tremolante.
Mi sentivo spaesata, le ragazze della classe erano tutte bellissime, vestite alla moda, ricoperte di trucco, capelli piastrati con conciature a dir poco perfette.
Anche i ragazzi erano carini, avevano un fisico scolpito con tanto di addominali messi in mostra.
Quando suonò la campanella per la ricreazione i ragazzi si alzarono e si affacciarono alla porta, le ragazze cominciarono a tirare fuori dagli zaini delle trousse piene di trucchi e cominciarono a truccarsi a vicenda, si vedeva che la mia presenza era indifferente.
Ad un certo punto mi alzai dal mio posto aprii la finestra per prendere una boccata d’aria, potevo sentirle parlare male di me…
Finché una di loro non si avvicinò, ero davvero abbaiata per tutta quella bellezza.
< Ma come ti sei vestita?! > disse guardandomi dalla testa fino ai piedi.
Di solito non perdevo le ore sane a scegliere cosa indossare, come fanno di solito le ragazze di oggi, ma indossavo felpe e maglioni con taglie tre volte più grandi alla mia, per non mostrare il mio fisico minuto, con colori spenti e tristi… E a dirla tutta mi rappresentavano al massimo. < E questi capelli? Esiste la piastra ed anche i parrucchieri se non lo sapessi! > cominciò a ridere sfacciatamente insieme alle altre compagne.
Sorrisi con una faccia da ebete presa dalla collera ed andai a sedermi.
In un mondo parallelo le avrei potuto rispondere con una grande strafottenza, anzi non si sarebbero mai permesse.
Ma purtroppo questa è la realtà, sono debole.
Quando venne ora di pranzo andai in sala mensa esclusa dai miei compagni.
Alla mensa servivano delle cose immangiabili ed inguardabili, così decisi di rimanere a digiuno piuttosto che mangiare quelle porcherie sola ad un tavolo sparlata come sempre alle spalle…
Avviandomi in aula udii un ragazzo dire < non sapevo esistessero i mostri! > tutti risero alla sua battuta e la replicavano guardandomi disgustata.
A sguardo basso mi avviai a passo veloce verso l’aula, quando incrociai lo sguardo di un ragazzo.
Fu l’unico che non mi rise in faccia e non fece manco una squallida battuta su di me.
Mi guardò intenerito e mi sorrise, come se già sapesse tutto di me, la mia storia.
Presa dalla timidezza abbassai lo sguardo ed andai in classe.
Più volte pensai a quel ragazzo a quei suoi capelli color biondo, i suoi occhi color miele, un naso perfetto e le labbra a cuoricino.
Quando finì la stressante giornata a scuola tornai a casa con il pullman, dove nessuno aveva intensione né di sedersi vicino a me e né di rivolgermi la parola.
Quando arrivai a casa mia madre era occupata nelle faccende domestiche, si fermò per un momento a guardarmi.
< Com’è andata? >
< Bene! > di solito non parlavo della mia vita con mia madre, in verità non parlavo mai.
Di corsa salii in camera mia, mi distesi sul letto, dove era possibile intravedere il grande specchio davanti ad esso.
Vidi la mia immagine fragile riflessa, era alquanto orrenda…
Cominciai a chiedermi perché tutto questo stesse accadendo proprio a me, come facevo ad essere così stupida e senza cervello?
Sapevo di non essere in grado di far niente a causa del mio poco impegno e questo mi faceva stare male, pensavo a tutte le occhiate e agli insulti di questa giornata i quali mi fecero abbattere.
Cominciai a piangere silenziosamente con le mani poggiate sul mio viso, stufa del domani, sapevo che sarebbe stata un’altra giornata d’inferno, come il giorno successivo… e il giorno successivo ancora.
L’unica cosa che avrei potuto fare era dormire e sperare di sognare la vita che avrei sempre voluto avere, almeno lì era possibile.








Angolo autore:
Salve ragazze! Vi è piaciuto il capitolo? Fatemelo sapere attraverso una recensione. Ci tengo a questa storia quindi vorrei sapere cosa ne pensate.
A presto xx

  
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