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Autore: K_Theta    10/07/2013    2 recensioni
La piazza era piena, orde di persone si spingevano fra loro per riuscire a vedere meglio.
Lui se ne stava lì in piedi, ad ascoltare la sentenza. Insolito averne una in una piazza, dinanzi all' intera cittadina, ma quel giorno andò così.
James Moriarty, il criminale più pericoloso del mondo intero, fissava immobile la folla, che lo guardava con odio e disprezzo.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jim Moriarty , John Watson , Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sacrificio

 

 

La piazza era piena, orde di persone si spingevano fra loro per riuscire a vedere meglio.
Lui se ne stava lì in piedi, ad ascoltare la sentenza. Insolito averne una in una piazza, dinanzi all' intera cittadina, ma quel giorno andò così.
James Moriarty, il criminale più pericoloso del mondo intero, fissava immobile la folla, che lo guardava con odio e disprezzo.
-...E quindi, condanniamo il criminale James Moriarty alla pena di morte. Verrà giustiziato il giorno 17, fra una settimana esatta!-
Sherlock Holmes e il suo braccio destro John Watson guardavano compiaciuti la giuria; finalmente giustizia era fatta.
Tutto stava andando secondo i piani di Sherlock, era riuscito finalmente ad incastrare il suo nemico e a rendere giustizia a tutte le centinaia di persone morte per mano sua.
-Non potete ucciderlo!- Urlò qualcuno fra la folla.
Sherlock si voltò di scatto, cercando di capire da dove fosse partita la voce ma c' era troppa gente.
Un ragazzino, avrà avuto circa vent'anni, stava avanzando verso il palco dove stavano giudici, giuria e deputato.
-Che cosa?!- Fecero in coro molte persone fra la folla.
-Christopher non lo fare!- Urlò disperatamente una donna, che si suppose essere sua madre.
Il ragazzo sembrò non volerle dare retta, continuò il suo cammino finchè non raggiunse il grande palco.
-Non è stato Moriarty ad uccidere tutta quella gente...Non è stato lui a dare l' ordine...Sono stato io, lui si è soltanto preso la colpa!- Urlò il ragazzo, in modo che tutti lo sentissero.
Sherlock lo fissava furioso, era convinto che Moriarty avesse pagato la famiglia del ragazzo per evitargli la morte, era certo che lo avesse fatto, conosceva quell' uomo.
-Lui è sempre stato al corrente di tutto, è vero...Ma voleva proteggermi. Voleva che io mi salvassi, sacrificando così la sua stessa vita. Vi prego, lasciatelo andare, lui non merita la morte...La merito io!- Concluse il ragazzo senza mai incrociare lo sguardo del Consulente criminale.
-E' una bugia!- Urlò Sherlock furioso, ma il brusio della folla impedì a chiunque di sentirlo. Qualcosa attirò la sua attenzione. Guardò bene il ragazzo e sentì di averlo già visto da qualche parte.
-E' la verità, ragazzo? Sei consapevole che verrai giustiziato?- Chiese il giudice diffidente.
-Lo chieda a lui! Diglielo ti prego, digli che sono stato io!- Quella fù la prima volta che i loro sguardi s' icrociarono.
-E' la verità! Volevo prendermi la colpa per salvargli la vita.- Confermò Moriarty.
Urla di stupore si persero nell' intera piazza, nessuno di loro poteva credere alle loro orecchie.
-Ma questo è davvero incredibile! Ad uccidere tutte quelle persone è stato..Un ragazzino?..Christopher, giusto?- Chiese il giudice, furibondo per essere stato fregatato da un ragazzino.
-Si signore...Sono consapevole delle atrocità commesse e sono stanco di avere questo peso...E far giustiziare un innocente che ha tentato di coprirmi, sarebbe stato troppo...- Disse il ragazzo.
Sherlock tentò invano di avvicinarsi al palco, ma la folla lo stava spingendo dalla parte opposta e quando la piazza si fù svuotata il ragazzo era già stato portato via e Moriarty era a piede libero.



Non passarono neanche due giorni che la notizia fù su tutti i giornali e su tutti i notiziari d' Inghilterra.
-Moriarty il buon samaritano? Ti rendi conto del titolo sul giornale? Lo ha pagato! Ha pagato il ragazzo, o meglio, la famiglia del ragazzo per prendere la colpa e morire al suo posto. Io lo so, non è possibile...- Sbraitò Sherlock andando su e giù per tutta la casa.
-Hai qualche teoria?- Chiese Watson curioso.
-Si...Ma non ne sono del tutto certo, è la più probabile!-
-Ti ascolto.-
-La famiglia del ragazzo ha debiti o qualsiasi altro problema econimico, il ragazzo deve essersi sacrificato per loro, contattando Moriarty. In qualche modo lui lo sapeva e ha fatto in modo di mettersi in contatto con loro, ha convinto la famiglia anche se la madre non deve essere stata molto d'accordo, avrebbe preferito essere lei al suo posto ma a quanto pare il ragazzo ha deciso di sacrificarsi per tutti. E' possibili che non li abbiano pagati con milioni, una vita non vale molto per chi è disperato!-
-Pensi davvero che un ragazzo così giovane rinuncerebbe alla sua vita così?- Chiese John, ma Sherlock non lo stava ascoltando. -Sherlock?!-
-Io esco!- Annunciò Sherlock prendendo la giacca.
-Ma dove pensi di andare?! Vengo anch' io!-
-Vado a parlare col ragazzo!-
 

Non ci mise molto ad arrivare al carcere, pagò il tassista e dopo essersi sistemato il colletto della giacca entrò.
-Devo parlare col condannato! Sono Sherlock Holmes.-
La guardia lo fece passare ma Watson dovette aspettare fuori. Lo condussero in una grande stanza e gli dissero che il ragazzo era già lì; non fece in tempo a chiedersi il motivo che Moriarty uscì dalla stanza.
-Che cosa ci fai tu qui?!- Chiese Sherlock sentento la rabbia montare dentro di lui.
-Sono venuto a fare quattro chiacchiere con Chris.- Rispose ghignante Moriarty.
-Quanto lo hai pagato? Tanto vero?-
Moriarty fece una smorfia, diede una pacca sulla spalla di Sherlock e se ne andò.
Il ragazzo sembrava sconvolto, era ridotto molto male rispetto all' ultima volta che il consulente investicativo lo vide.
-Ciao.- Lo salutò Sherlock sedendosi sulla sedia dinanzi alla sua.
-Salve...Lei chi è?- Chiese il ragazzo, sembrava terrorizzato.
-Sono colui che ha aiutato la polizia ad incastrare Moriarty, e tu sei colui che ha rovinato tutto il lavoro. Perchè? Quanto ti ha pagato?-
Il ragazzo lo fissava sconvolto, dai segni sulla sua faccia si capiva che era stato picchiato.
-Ma lui non mi ha pagato..Lo giuro sono stato io!- Piagnucolò il ragazzo.
Sherlock battè una mano sul tavolo, facendolo sobbalzare. -Smettila! Tu non hai fatto un bel niente! La somma di denaro che vi ha dato per farti prendere la colpa non vale neanche la metà della tua vita. Tu stai morendo per un pazzo assassino!-
Il ragazzo non rispose, continuava a fissarlo ma senza proferire parola.
Sherlock inspirò profondamente, si alzò e fece per andarsene quando il ragazzo parlò.
-Vi prego! Dite al mio ragazzo, che gli voglio bene...E che starà meglio senza di me.- Lo supplicò il ragazzo.
Sherlock annuì.
-Come faceva a sapere che volevo andare a parlare con la sua famiglia?- Chiese Sherlock a John una volta uscito dalla prigione.
-Che cosa?- Chiese John confuso.
-Mi ha detto di parlare con suo ragazzo, evidentemente vive a casa con loro.-
-Un momento, il ragazzo è gay?-
-Ora non è importante. Devo riuscire a scoprire perchè si è preso la colpa!- Tagliò corto Sherlock.



Christopher viveva in un appartamento proprio vicino a Baker street. La madre era molto gentile, fece subito accomodare Sherlock e Watson e offrì loro una tazza di tè.
Poco dopo comparve anche un altro ragazzo, Martin si chiamava e si presentò come il compagno di Christopher.
-Non sono della polizia, sono un detective privato e se tenete davvero alla vita di vostro figlio vi prego di dirmi la verità. Perchè vostro figlio si è preso la colpa, e sappiamo tutti che lui non centra minimamente con questa storia. Moriarty vi ha pagato, vero?- Chiese Sherlock alla madre.
-Chris è sempre stato un ragazzo molto buono, nonostante da piccolo fosse stato maltrattato da suo padre. Quando mi ha detto di essere omosessuale ero tranquilla, mi bastava che lui fosse felice e dopo aver conosciuto Martin, ho capito che lo era davvero.- Iniziò la madre quasi in lacrime. -Ma poi un giorno...-
-Cosa? La prego signora Stoner, suo figlio il giorno 17 verrà giustiziato!- Insistette Sherlock.
La signora scoppiò in lacrime e così intervenne il compagno di Christopher. -Il 17 è il giorno del suo compleanno...Compie 21 anni...-
Watson si alzò e andò a sedersi accanto alla madre del ragazzo, poggiandole un braccio attorto alle spalle.
-Signora Stoner, continui!- Ripetè Sherlock.
-La prima volta che Christopher vide James Moriarty fù al telegiornale, il giorno in cui fù scoperto a rubare i gioielli della regina... Da quel giorno iniziò a comportarsi in modo strano. Andò anche alla sua udienza, non lo conosceva nemmeno ma ogni volta che sentiva il suo nome alla televisione si alzava ed andava ad ascoltare...-
-Moriarty lo aveva contattato? Si erano visti?- La interruppe Sherlock.
-No...Quel Moriarty non sapeva nemmeno chi fosse. Quando Chris si è intromesso durante il verdetto, quel maledetto non lo conosceva nemmeno.-
-Non capisco...Perchè si è preso la colpa allora? Non lo conosceva nemmeno...- Sherlock iniziò a riflettere, doveva capire il perchè, ma prima che ci arrivasse il compagno del ragazzo diede la risposta.
-Christopher si è innamorato di lui! A prima vista...Come lo vide alla televisione così se ne innamorò. Lo accompagnai all' udienza, non sapevo perchè volesse andarci ma lo accompagnai volentieri...Ma capii tutto quando vidi il suo volto diventare rosso mentre quel bastardo veniva condotto sul posto dei deput-
-Ma certo! Ecco dove lo avevo visto!- Lo interruppe Sherlock -Io ero certo di aver già visto quel ragazzo! Vi ringrazio, mi siete stati molto d' aiuto.- Fece Sherlock alzandosi e dirigendosi a grandi passi verso l' uscita, seguito poco dopo da John.
-Che hai intenzione di fare?- Chiese John cercando di tenere il suo passo.
-Smascherare Moriarty e convincere Christopher che non vale la pena morire per un uomo che ti lascerebbe morire senza battere ciglio.- Sherlock scoppiava di gioia, certo la sua teoria si era rivelata sbagliata ma per lo meno sapeva che Moriarty era colpevole.



I giorni passavano e l' entusiasmo di Sherlock si spegneva giorno dopo giorno, ormai il 17 sembrava più vicino che mai. Non trovava il modo di incastrare nuovamente Moriarty, Christopher era stato interrogato molte volte ma dalle sue risposte chiunque avrebbe confermato la sua colpevolezza.
-Moriarty lo sta istruendo bene! Gli fa visita giornalmente, gli narra tutti i suoi lavori in modo che lui possa descriverli passo per passo quando viene interrogato. Cavoli!- Imprecò colpendo il muro di casa sua.
-Come fai ad esserne certo?- Chiese John che da quando era iniziata quella storia aveva riposato ben poco.
-Oh andiamo, sono stato presente a tutti gli interrogatori e sapeva tutto quanto! Anche se per caso si fosse informato bene non avrebbe potuto sapere tutte quelle cose. Moriarty lo sta illudendo...Vuole essere sicuro che non si tirerà indietro all' ultimo momento. Scommetto che se avesse potuto se lo sarebbe anche portato a letto.-
Gli suonò il telefono cellulare, qualcuno gli aveva mandato un messaggio.

"Sto venendo a farti visita, a tra poco.
JM."


-Chi è?- Chiese curioso John.
-Mio fratello...- Mentì Sherlock -Vai dalla famiglia Stoner e digli che stiamo facendo il possibile.-
-Sherlock, domani è il 17!- Gli fece notare John.
-Lo so, tu ora vai.-
John uscì subito e qualche minuto dopo Moriarty bussò alla porta.
-Mi sorprende che tu abbia bussato.- Disse Sherlock aprendo la porta.
Moriarty ridacchiò ed entrò in casa ed andando a sedersi sulla poltrona su cui sedette l' ultima volta.
-Posso ritenermi vincitore?- Chiese Moriarty.
-Vincitore? Hai avuto fortuna! Un ragazzo gay si innamora di te a tal punto di salvarti la vita rinunciando alla sua. Tutta fortuna.-
-Si, ma tu hai cercato di far venire a galla la verità, perdendo miseramente, Sherlock.- Ribatte Moriarty vittorioso.
-Lo stai illudendo...Ti stai assicurando che lui non cambi idea all' ultimo momento. Sei andato a fargli visita tutti i giorni, vero?-
-Due volte al giorno, per l' esattezza. E' così felice di vedermi, dovresti vederlo. Non smette mai di sorridere.-
Sherlock lo guardò inorridito, era come se Moriarty stesse giocando a calcio col cuore del ragazzo.
-Cosa gli hai promesso? Di certo non ti potrà avere da morto.-
-In realtà niente, anzi, all' inizio ero molto stupito della sua intrusione. Gli chiesi il motivo, gli chiesi se era sicuro. Anche se non lo fosse stato avrei fatto in modo che venisse ucciso, ma lui era sicuro di tutto. Vuole morire per me, e chi sono io per impedirglielo?- Chiese con voce di chi sapeva di avere la vittoria in pugno.
Ormai era tardi, l' indomani Christopher sarebbe stato impiccato e lui non poteva fare niente per impedire tutto ciò. Moriarty era conosciuto da tutti come il buon samaritano che aveva cercato di salvare la vita ad un ragazzino e Sherlock sarebbe passato per il Detective che dà la colpa al primo che passa.

Lunedì 17 giugno.
La piazza era nuovamente piena, Christopher era al patibolo, il cappio ben legato intorno al collo, la sua ora era ormai vicina. Ma sembrava felice, sorrideva pure.
-Quello è il sorriso, di chi sta salvando la vita alla persona che ama!- Disse John guardando il ragazzo.
-E quella è la faccia di un uomo senza pietà, che guarderebbe morire la madre senza batter ciglio.- Ringhiò Sherlock indicando Moriarty. -E ha pure il coraggio di stare in prima fila.-
Con grande stupore di tutti, Moriarty salì sul grande palco e si avvicinò a Christopher.
-Sei meraviglioso.- Sussurrò all' orecchio di lui, e poi lo baciò.
-Non ci credo, lo sta baciando sul serio?- Chiese John sconvolto.
-Il bacio della morte...Moriarty vuole ringraziare a dovere il ragazzo, sa che gli basta quel semplice bacio sulle labbra. Giuda!- Rispose Sherlock furibondo.

Moriarty scese e tornò al suo posto. Il giudice iniziò a leggere tutti i crimini per cui veniva giustiziato e dopo avergli chiesto se avesse un ultimo desiderio, ricevendo un no come risposta, diede l' ordine di ucciderlo.
Un uomo tirò una leva e subito dopo il pezzo di legno che teneva in piedi il ragazzo si piegò e lui cadde. La corda gli spezzò il collo e lui morì all' istante, mentre le urla disperate della madre risuonavano nell' intera piazza.
-Perchè lei non lo ha fermato? Perchè non ha detto a tutti la verità?- Chiese John a Sherlock.
-Per lo stesso motivo per cui non l' ho fatto io. Lui avrebbe negato fino alla morte, e tutto ormai era contro di lui...Ho perso John, Moriarty mi ha battuto! Ha vinto questo raund, ma non la guerra.-
Sherlock girò i tacchi e se ne andò, non poteva sopportare di avere sotto gli occhi la sua sconfitta.

Nota d' autore: Lo so, ormai mi odierete perchè me ne esco sempre con questi finali quì...Mi scuso con i fan di Sherlock se ho fatto vincere Moriarty ma come avrete ben capito, io lo amo!
Bene, detto questo spero che questa fan fiction non vi abbia schifato...

K_Theta

  
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