Quand’è che capisci di aver toccato il fondo?

Forse quando vorresti scomparire, silenziosamente.

Quando non va nulla bene, e tu continui a fingere che vada tutto per il verso giusto.

Quando ti domandano: “tutto bene?” e la tua risposta è sempre positiva.

Quando continui a morire dentro lentamente, e nessuno se ne accorge.

Quando ti guardi allo specchio e non ti riconosci.

Quando la persona che ami, con cui hai condiviso la tua vita per molto tempo, ti lascia con una chiamata.

Jonghyun aveva vissuto in casa sua dall’inizio della loro relazione fino a quel giorno.

“Mi dispiace, non ti amo più.” gli disse.

“Mi sono innamorato di una ragazza e sono felice.” continuò.

Quando cominci a pensare che tutti i tuoi problemi abbiano una sola soluzione.

Quando aspetti l’arrivo di una qualcuno che sai non arriverà.

Quando ti ritrovi a sorridere con una bottiglia d’alcool vicino, la gola secca e gli occhi lucidi.

Quando pensi che forse se sparissi, non mancheresti proprio a nessuno.

Quando pensi che i tuoi problemi alla gente non importano.

Kibum l’aveva toccato, aveva toccato il fondo da un bel po’.

Riempì la vasca, era colma di acqua calda.

In tutti quegli anni aveva sempre sentito freddo, anche con molte coperte, anche d’estate.

Per una volta voleva sentire il calore avvolgerlo.

Si immerse, e pensò a tutta la sua vita.

Gli venne in mente Jonghyun, il suo primo ed ultimo amore.

“ti auguro di essere felice, per davvero” quello fu il suo ultimo pensiero.

Non riusciva a pensare cose cattive su di lui, anche se gli aveva preso il cuore e poi distrutto senza pietà.

Affondò una lametta nel suo braccio, spinse sempre più forte.

In quel momento si sentiva così potente.

Il sangue si sparse immediatamente, facendo colorare l’acqua di rosso.

Forse aveva colpito un punto perfetto oppure era per la profondità che era riuscito a creare.

Neanche il tempo di guardarsi la mano insanguinata, che gli si annebbiò la mente.

Cominciò a vedere offuscato, l’immagine che aveva davanti agli occhi cominciò a distogliersi.

Nessuno l’avrebbe salvato.

Jonghyun sarebbe passato a prendere i panni che restavano ancora a casa sua.

E a Kibum non importava quello che avrebbe pensato, se mai lo avesse visto.

Si sentiva sempre più debole e voleva soltanto riposare, voleva che quel dolore smettesse.

Adesso gli sembrava tutto più chiaro, banale, leggero.

E sentì caldo, per la prima volta una sensazione di calore avvolse la sua pelle.
 

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Salve. <3 Stavolta davvero non ho da dire nulla. È la prima volta che scrivo storie di questo genere, nonostante il fatto che anche nell’altra fanfiction long (Alone), sia presente una bella dose di angst.
Se siete masochiste come me e siete arrivate fin qui a leggerla, wow!.. allora potete farmi sapere se vi è piaciuta (?) anche se dubito che una cosa cosi angst possa piacere a qualcuno. xD
Thanks. <3