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Autore: trittico    10/07/2013    1 recensioni
Etho lo prendeva delicatamente e lo portava, a sirene spiegate, da Millepiedi, era lui che aveva l'onore di applicare al degente le cure necessarie, le quali, nella stragrande maggioranza dei casi, avevano un effetto immediato.
«E capì finalmente cos'era l'amore.»
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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MILLEPIEDI

 

 

 

 

A prima vista, poteva sembrare un dormiglione nullafacente, ma chi conosceva bene Bios, sapeva bene con quale solerzia si metteva al lavoro non appena veniva richiesta la sua azione e non aveva mai fatto errori. Però non era un vanitoso, anche se vedere il suo nome sempre primo nella lista, gli provocava un sottile moto d'orgoglio. Faceva umilmente il suo lavoro, ad ogni inizio del turno faceva l'appello, controllando i dati delle maestranze, Quello era un compito assai delicato, se per caso fosse passato qualche elemento indesiderato, vuoi per il cattivo stato di salute del soggetto oppure per una sua incompatibilità congenita, sarebbe stato il caos. Dai piani alti sarebbe arrivato sicuramente l'ordine che avrebbe inesorabilmente cancellato i suoi ricordi recenti. Gli era già successo, precisamente ventidue volte e non erano state delle passeggiate rimettere insieme tutti i dati, per ritornare sulla breccia. Allora al minimo dubbio soffiava nel suo fischietto per avvisare dell'intruso e non chiudeva un occhio per nessuno, fosse stato anche il capo. Aveva svolto quel lavoro indefessamente da quando era nato, a Taiwan, esattamente cinque anni, tre mesi, quattro giorni, sei ore, venticinque minuti e sei, sette, otto.... secondi fa. Il suo motto era ”ogni cosa al suo posto.”

Era il primo ad aprire e l'ultimo a chiudere e anche quando gli altri riposavano, lui, insonne, con la sua scorta di viveri se ne stava calmo calmo, in attesa del comando di inizio lavoro. Che perentoriamente arrivò in quel momento. Scattò subito sull'attenti e radunò la ciurma, controllò le loro credenziali e si assicurò stessero tutti ai loro posti, poi con ossequio passò tutto nelle mani di “millepiedi”, come chiamavano tutti, affettuosamente, il capo. Millepiedi con un inchino prese le consegne rapido, li non si perdeva tempo! Chiese che gli fossero portate immediatamente dal magazzino le procedure atte a far sbrigare i compiti ai rispettivi responsabili delle varie unità. L'attesa era snervante ma il capo era cosciente della vetustà dei suoi sottoposti, erano quasi tutti anziani li dentro, compreso lui. Solo le gemelle, che erano state inserite da poco, avevano portato in quell'ambiente grigio e polveroso, una sensazione di ampiezza e cooperazione.

Sapeva che prima o poi sarebbe stato soppiantato da una nuova leva, esile creatura, efficiente e veloce Che si sarebbe certamente fatta in quattro, con quella lena ed entusiasmo che contraddistingue da sempre la gioventù. Ma a lui non dispiaceva, l'importante era far funzionare in maniera efficiente il sistema. In fin dei conti era, seppur un elemento importante, una ruota del meccanismo e la sua sostituzione avrebbe solo giovato. Sapeva altresì che con la propria uscita di scena, anche i suoi fedeli collaboratori avrebbero fatto la stessa sorte, era il prezzo che reclamava il progresso. Non si poteva cambiare capo, senza sostituire anche il team. Quando finalmente arrivarono le procedure, si mise al lavoro, assegnò i compiti che arrivavano dai piani alti, ai responsabili delle varie unità, che prontamente si misero all'opera. gli ordinativi quel giorno erano pochi e così poteva prendersela comoda. Ma non sempre andava così liscia, c'erano delle volte in cui tutta la struttura veniva messa a dura prova, allora bisognava giocoforza, dare la precedenza ai compiti contrassegnati di alta priorità, così che i lavori inevasi si accodavano, arrivando ad intasare la linea produttiva, tanto che le gemelle dovevano sudare le famose sette camice per assolvere a quell'arduo compito, peraltro svolto egregiamente dalle nuove arrivate, doveva proprio riconoscerlo, erano in gamba. Il capo si ricordava benissimo il giorno del loro inserimento, al suo arrivo Bios gli aveva accennato qualcosa, ma fu solamente quando sentì quella bella aria di efficienza, che veniva dai reparti operativi, che si entusiasmò. Finalmente non doveva più passare quei lunghi interminabili millisecondi ad aspettare, con la scrivania ingombra di lavoro. Quello tra i suoi collaboratori che lo preoccupava di più, era quel duro del magazziniere. Tempo prima, a Millepiedi era stato comunicato, in via del tutto confidenziale dal servizio di controllo, s.m.a.r.t, che bisognava aspettarsi un eventuale cedimento di quell'elemento all'apparenza così massiccio, ma che nascondeva una fragilità intrinseca: la sua complessità. Era sensibile ai duri colpi che la vita elargisce a piene mani, bastava una semplice caduta per mandare in frantumi tutte le certezze e i ricordi di quel fedele servitore, il che scatenava il caos, bloccando tutte le attività in maniera estremamente drastica. Senza di lui.... il nulla! Per fortuna una mano previdente gli aveva affiancato un giovane promettente e molto capace, che dava una mano al vegliardo, memorizzando i dati sensibili, onde evitare il peggio. E in quei lunghi anni, di accidenti ne erano successi!. Millepiedi ricordava ancora, con un fremito, una brutta avventura occorsagli tempo prima.

Tutto era cominciato con una strana, indefinita sensazione di disagio, che lo mise subito in allarme. Insospettitosi, fece un controllo rapido attraverso la rete dei sensori, ma non trovò nulla di anormale. Eppure solo due secondi dopo era già in stato confusionale e subito svenne. Seppe solo più tardi, dalla lettura dei dati cronologici, che si era interrotto il sistema di ventilazione, e lui aveva rischiato di finire arrostito in due miliardi di oscillazioni di quarzo; fu un'esperienza traumatizzante che lasciò segni ancora tangibili nel suo core. Questo lo aveva portato, di li in avanti, a diffidare dei sensori, reputando questa, una genia fallace e traditrice.

Etho, il responsabile delle comunicazioni, con un piccolo colpo di tosse, richiamò la sua attenzione, invitato a parlare gli comunicò l'arrivo di alcune novità logistiche, direttamente dalla Grande Madre. Millepiedi non dovette aspettare ordini, le procedure gli davano il permesso di poter applicare le modifiche occorrenti, bastava che lo facesse in maniera sotterranea, senza importunare. A millepiedi, l'arrivo di queste novità, procurava sempre un'apprensione particolare; di solito questi aggiornamenti procedurali gli davano una buona sensazione di dinamismo, sentiva vecchi dolori scomparire così, di incanto, e funzionalità nuove aprirgli nuovi orizzonti. Ma ogni tanto, per quella via, alcuni malintenzionati tentavano subdolamente con i mezzi più disparati, di intrufolarsi nel sistema, per diffondersi come virus e fare i loro porci comodi. A loro ci pensava la vigilanza che aggiornata sul loro modus operandi, quasi sempre li acciuffava. Alcuni li spedivano in gattabuia, dove venivano messi in una sorta di quarantena, aspettando di vedere un ravvedimento; altri, i più virulenti, li passavano per le armi sul posto. Appena Etho ebbe finito, millepiedi cominciò a smistare le novità, quello era un momento atteso con trepidazione da tutti i caporeparto, era come aprire un pacco a sorpresa. Poteva trattarsi di migliorie gestionali per gli archivisti, oppure toppe adatte a riparare piccoli fori creati da vari insetti dannosi. Alle volte, c'era qualcuno che si lamentava, avendo ricevuto migliorie che poi non si erano rivelate tali e allora si chiudeva a riccio; e non c'era verso di farlo uscire da quel suo stato comatoso. Ma la Grande Madre non lasciava nessun figlio indietro, così che presto arrivava un pacchetto destinato solo al poverino, con il sigillo della creatrice stessa. Etho lo prendeva delicatamente e lo portava, a sirene spiegate, da Millepiedi, era lui che aveva l'onore di applicare al degente le cure necessarie, le quali, nella stragrande maggioranza dei casi, avevano un effetto immediato.

In genere ordinava di riprendere subito il lavoro dopo questi cambiamenti, ma quando l'importanza delle modifiche superava la venialità, allora le procedure prevedevano tassativamente che fosse celebrato il rito della rigenerazione. Questa cerimonia impegnava tutta la squadra nel lavoro di preparazione all'evento. Millepiedi ordinava alle singole postazioni di eseguire i controlli di routine, fatto questo, mandava un messaggio ai piani alti. Non sempre la risposta era immediata, ma il capo era dotato di una pazienza infinita, poi avendo avuto il permesso, cedeva al fedele Bios la conduzione della baracca fino al suo ritorno. Millepiedi non sapeva cosa succedesse in quel lasso di tempo, peraltro conteggiato dal precisissimo orologio centrale, era solo un'istante di smarrimento, seguito da una grossa mole di lavoro da svolgere.

Per fortuna quel giorno era iniziato all'insegna della calma così che non c'era stato neanche bisogno di fare riti particolari, stava godendosi soddisfatto il fresco flusso d'aria del ventilatore, quando avvertì improvvisamente un senso di disagio, fece subito i controlli previsti, ma non risultavano malfunzionamenti evidenti, i reparti emettevano il solito rassicurante ronzio, eppure quella sensazione non voleva scemare. Anzi, scopri con terrore di aver perso i contatti con almeno due unità, le sentiva distintamente ma non poteva agire su di loro. Era una cosa che lo riempiva di sgomento,lui che aveva sempre il controllo di tutto, adesso non riusciva a coordinare le sue funzioni. Poi in un femtosecondo, mentre disperatamente cercava di contattare il fido Bios, tutte le sue granitiche certezze crollarono come un castello di carte, lasciando posto ad uno sconcertante caleidoscopio di colori e forme. Il suo mondo finora, era stato un susseguirsi di vuoti e pieni, bianchi e neri accesi e spenti, con leggi ferree che regolavano il tutto. Adesso, invece, era immerso in un caos vorticante di sfumature. In un attimo di epifania, con un fremito, capì che erano tutte le immagini passate ed elaborate dentro di sé dalla sua nascita. Rimase così; appeso a quelle immagini, sbalordito, mentre emergevano rapide dal pozzo insondabile della sua memoria di silicio. Ma su una in particolare si soffermò, era una bellissima struttura, modellata con armonia matematica. I suoi tratti eterei seguivano perfettamente le leggi geometriche delle forme assolute, vedeva brillare in lei una luce pura, cristallina, irraggiungibile, intoccabile. Millepiedi, con una nota di rimpianto, capì che quella sarebbe stata la sua ultima emozione, aveva sentito l'emorragia di elettroni invadere man mano gli strati di silicio che formavano il suo core. Fermò tutto il suo universo su Lei, capì il significato dell'amore, e traboccante di gioia, si spense.

 

 

fine

R.I.P Intel Pentium 4 - 3GHz Malay


























 

Commento dell'autore: Questo è il primo lavoro (scritto) della mia vita, a cui faranno seguito altri raccontini. L'idea è nata dalla dipartita di un povero processore, quindi ho voluto immaginare la sua ultima giornata di lavoro.
Spero vi sia piaciuto, non esitate a lasciare qualche commento, sarà gradita ogni vostra interazione. (anche se volete lanciarmi i pomodori).

Tutti i diritti riservati alla Intel.

A presto
- Trismag

   
 
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