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Autore: lelia_chan    10/07/2013    1 recensioni
Forse era stato il colore di quella nuvola così scura e minacciosa che lo aveva intristito così tanto, fatto sta che in quel momento cominciò a sentire freddo. Il vento gli scostò i capelli color miele sul viso pallido e delicato.
Pur non volendo ammetterlo agli altri e a se stesso, la nostalgia di casa la sentiva. Anche se non ci pensava quasi mai. La famiglia, i vecchi amici o forse era solo un po’ di normalità che mancava ormai nella sua vita da tempo.
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Piccola HunHan fluff, spero vi piaccia mi ci sono impegnata molto.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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If the sky is grey, I will hold your hand.

 

Gli era sempre piaciuta l’alba. Il sorgere del sole, gli svariati colori che dipingevano il paesaggio, quella sensazione di pace che gli invadeva il corpo  quando alle cinque di mattina si trovava a svignarsela fuori di casa per trovare il prato più vicino.

Quella mattina era piuttosto fredda per uscire in pigiama ma non se ne curò più di tanto, nemmeno quando il vento fresco di giugno gli sfiorò la pelle.

Gli occhi piantati verso il cielo scrutando i colori di cui si dipingeva; dal blu intenso della notte che ormai lasciava il posto a colori ben più chiari e caldi del mattino.

In un attimo però vide la volta celeste sparire dietro una gigantesca nuvola grigia e si ridestò dai suoi pensieri felici.

Solo un momento di malinconia, di nostalgia di casa sua. Del suo paese, la Cina.

La Corea gli piaceva ci viveva da tempo ormai ma spesso e volentieri pensava a come sarebbe stata la sua se non avesse intrapreso la carriera musicale e se avesse continuato a vivere in Cina.

Casa sua era lontana, ci tornava raramente per qualche promozione musicale, sempre per lavoro.

Forse era stato il colore di quella nuvola così scura e minacciosa che lo aveva intristito così tanto, fatto sta che in quel momento cominciò a sentire freddo. Il vento gli scostò i capelli color miele sul viso pallido e delicato.

Pur non volendo ammetterlo agli altri e a se stesso, la nostalgia di casa la sentiva. Anche se non ci pensava quasi mai. La famiglia, i vecchi amici o forse era solo un po’ di normalità che mancava ormai nella sua vita da tempo.

“Possibile che dopo appena un anno il tuo cuore stia già cedendo? Abbi un po’ di contegno!”

Strinse l’erba tra le dita, come gli piaceva fare di tanto in tanto in Cina quando ancora non aveva debuttato, quando non gli era così difficile fare ciò che più preferiva quando voleva, come uscire di mattina presto e osservare l’alba su un prato dimenticando il resto del mondo.

Il cuore di Luhan si strinse in un battito quasi impercettibile fisicamente, ma fatale per i suoi occhi. Le lacrime cominciarono a rigare velocemente il suo viso bollente che si arrossava sempre di più.

Il sole mattutino sembrava sparito dietro quella maledetta nuvola spessa e minacciosa. Così come il sorriso di Luhan.

Sentiva davvero troppa nostalgia di casa.

Osservò la città attorno a quel piccolo prato che sembrava non centrare nulla con quella metropoli così frenetica e caotica. Si sentivano già le macchine sfrecciare per le strade, se non fosse stato per l’orologio forse non sarebbe sembrata l’alba.

Strinse di nuovo l’erba tra le dita ma al posto dei soffici e umidi fili d’erba le sue dita incontrarono qualcosa di caldo e affusolato che subito si intrecciò alla sua mano.

Era una mano, calda e familiare.

“Ma cos’è?”

Si voltò di scatto preso dal panico e il suo sguardo sorpreso incontrò quello tranquillo e pacato di Oh Sehun.

Le lacrime continuavano a scendere dagli occhi ormai arrossati di Luhan che sentendosi così vulnerabile, alla vista di Sehun non riuscì a trattenere un singhiozzo.

-Se-Sehun perché sei…-non riuscì a terminare la frase che gli morì in gola quando sentì le labbra morbide del più piccolo premere dolcemente sulle sue. Il cuore di Luhan si fermò per interminabili secondi , la mano libera di Sehun vagava libera sulla guancia liscia e umida del maggiore ancora interdetto. La dolcezza con cui il maknae lo baciò lasciò totalmente spiazzato il ragazzo più grande.

Dopo un po’ si separarono e Luhan, rosso forse più di prima, provò a dare abbastanza ossigeno al cervello per poter formulare una frase di senso compiuto.

-Che cosa…cosa ci fai qui?- riuscì a balbettare infine dopo un profondo respiro, teneva lo sguardo basso come vergognandosi di come era stato trovato ridotto e preso alla sprovvista.

-Hyung sarai anche leggero, ma se sgattaioli fuori dal mio letto alle 5 e mezza di mattina me ne accorgo- affermò Sehun serio. Scrutò Luhan per secondi che sembravano interminabili, il rossore del biondino si tramutò  chiaramente da tristezza ad imbarazzo. Aveva davvero suscitato l’interesse di Sehun tanto da spingerlo a seguirlo fuori dal letto ad un’ora così improponibile?

-Scusa non volevo svegliarti- lo sguardo dolce e appannato di Luhan si spostò per terra sempre più triste.

In un attimo un braccio gli cinse le spalle e si colpo si ritrovò contro il petto del più piccolo, una folata di vento gelido lo fece rabbrividire facendolo stringere alla maglietta di Sehun che si sgualcì sotto le sue dita.

Un singhiozzo, poi un altro e Luhan ricominciò a piangere come prima tra le braccia del suo amato Sehun.  Le sue mani gentili lo accarezzavano e il maggiore lo ringraziò mentalmente mille volte per quelle carezze, sapeva che Sehun non era il tipo che si lasciava andare a smancerie troppo facilmente. Lo ringraziò mille volte nella sua testa per quante volte gli era stato vicino, per quanto lo avesse fatto sentire importante e amato.

“Parlami Luhan” non riusciva a pensare ad altro Sehun in quel preciso istante, teneva il corpicino tremante di Luhan tra le braccia cercando di proteggerlo da qualcosa che nemmeno sapeva esattamente lui cos’era. Ma l’avrebbe protetto a qualunque costo.

I singhiozzi e i lamenti gli arrivarono alle orecchie come mille spilli dolorosi, odiava vedere Luhan piangere per qualunque fosse il motivo, gli distruggeva il cuore vedere anche solo una lacrima lasciare gli occhi cioccolato del maggiore. Continuava a dargli gentili pacche sulla schiena e carezze cercando di consolarlo in qualche modo.

Dopo qualche minuto di pianto straziante il viso di Luhan riemerse dal petto di Sehun. Il musetto rosso, gli occhi gonfi e il naso un po’ colante attirarono di nuovo l’attenzione del minore tra i due che lo osservò di nuovo più attentamente, cercando di non far trasparire la sua preoccupazione.

“Forse lo sto spaventando”

Il maggiore puntò gli occhi su quelli del maknae e in quell’istate gli tornarono in mente tutti i ricordi felici passati con lui e con gli EXO. I compleanni di tutti, le cene, i film guardati insieme, l’interminabile lavoro, gli scherzi fatti al malcapitato di turno, le strette amicizie, l’amore di Sehun.

In uno sguardo Luhan ricordò la prima volta in cui si rese conto di amare Sehun più di qualunque altra cosa. Pur essendo più piccolo di lui, ricordò che Sehun gli era sembrato subito più grande e decisamente più serio, quasi apatico. Col passare del tempo si era trovato a pensare a lui sempre più spesso e a stargli sempre più vicino nonostante la sua freddezza apparente. Spesso e volentieri non parlavano nemmeno molto ma riuscivano ad intendersi benissimo dopo qualche tempo, anche solo con uno sguardo.

Poi gli sguardi d’amicizia di Luhan si tramutarono in sofferenza quando ammise a se stesso di amarlo.

-Luhan perché piangi?- sussurrò Sehun appoggiando la propria fronte contro quella del biondino che tutto ad un tratto si era come imbambolato senza spiccicare parola –Potresti almeno parlarmi per favore?- continuò il ragazzo dai capelli arcobaleno cominciando ad essere più preoccupato, tirò un profondo respiro cercando di addolcire il più possibile il suo sguardo, forse troppo minaccioso.

L’interessato si sfregò gli occhi con il dorso della mano libera e il suo sguardo appannato si andò a posare sulle loro mani ancora, inesorabilmente intrecciate sul prato. Sehun non gliel’aveva lasciata nemmeno per un attimo, senza nemmeno allentare la presa.

Un leggero sorriso si dipinse sulle labbra rosee del più grande nel vedere quanto Sehun si preoccupasse per lui nonostante la sua aria da ragazzo duro e impassibile.

-Ah adesso sorridi? Mi spieghi per favore?- lo incalzò ancora più preoccupato il minore. Possibile che Luhan stesse perdendo completamente la testa?

-Cosa hai provato quando ti ho confessato i miei sentimenti, Sehunah?-

“Cosa?”

Gli occhi di Luhan tutto d’un tratto avevano ripreso il solito luccichio furbesco che tanto gli piaceva, o forse erano solo le lacrime che gli davano quel bagliore strano, Sehun non se lo spiegava era rimasto troppo scosso da quella strana domanda sputata così a bruciapelo.

Una macchina frenò pericolosamente nei dintorni, il rumore stridulo delle gomme svegliò Sehun dall’attimo di panico.

-Luhan, che razza di domanda è?- chiese in modo calmo, o così sperava di aver fatto. Le sue guance si colorarono dello stesso rosa che aveva sui capelli.

-Rispondimi- miagolò in un sussurro Luhan che si avvicinò di più al suo compagno.

Sapendo che non lo avrebbe lasciato in pace Sehun decise di rispondere sbuffando leggermente.

 –Ho pensato a come potevi provare certi sentimenti per me. Io…ho pensato che forse non ero così spaventoso come credevo, o forse eri tu il pazzo a cui piaceva gente decisamente strana- entrambi si lasciarono lasciare ad una leggera risata che fece sentire entrambi meglio –In ogni caso io…- lo sguardò di Sehun vagò per un attimo su una farfalla bianca che svolazzava vicino a loro ignorando totalmente le due figure sedute sul prato.

Il più grande lo guardò con lo sguardo sempre più incuriosito –Bhè io ho pensato che se tu eri così pazzo da esserti innamorato di me, il minimo che potevo fare io era starti accanto in qualunque situazione. Per questo sono qui, tu e anche gli altri siete la mia famiglia.- Luhan sorrise ancora e tirò su col naso senza pensarci facendo ridacchiare Sehun che lo osservava.

Era vero. Sehun nonostante tutto era sempre stato vicino a tutti, in qualunque situazione. Avevano imparato a conoscersi e ad aiutarsi a vicenda. Poi le attenzioni dedicategli erano senza dubbio legate ad un sentimento ben più profondo della semplice amicizia. Gli era sempre stato grato di quello che faceva per lui senza nemmeno chiederlo. Lui e gli altri erano come “una grande famiglia composta da decerebrati”. Le parole di Suho, la omma del gruppo risuonarono cristalline nel suo cervello.

Con sehun si sentiva al sicuro, protetto e amato. Perché non ci aveva pensato quella mattina prima di farsi vedere in lacrime in un prato?

-Sehun s-scusa se ti ho fatto preoccupare non volevo! Sono stato uno stupido, avevo nostalgia di casa e il quella nuvola ha nascosto il sole e…-

Il minore rise sonoramente interrompendo lo sproloquio del maggiore che stava per ricominciare a piangere per l’agitazione.

-Perché ridi?!- strillò gonfiando le guance in un adorabile broncio.

-Adesso te la prendi con le nuvole?- continuò a ridere il ragazzo di fronte a lui.

-Hei non prendermi in giro!- strillò Luhan dandogli un buffetto sulla fronte.

-Ti amo Luhan- un sorriso dolce si dipinse sulle labbra di Sehun che osservava come il suo amante aveva ritrovato la vivacità di sempre.

-A-anche io ti amo Sehunnie- rispose un po’ imbarazzato e preso alla sprovvista il biondino che era arrossito per l’ennesima volta a quelle parole pronunciate con tanta dolcezza.

Una brezza leggera scosse i capelli dei due ragazzi e un raggio di luce li illuminò, le goccioline di rugiada del prato brillarono di mille colori e tutto si fece silenzioso, racchiudendo i due ragazzi in una bolla perfetta sospesa nel tempo.

“Anche questa è casa mia. Anche il gruppo è la mia famiglia. Oh Sehun è la mia famiglia.”

Luhan alzò gli occhi al cielo e vide quella nuvola grigia allontanarsi e lasciare il posto ad un luminoso e caldo sole.

Sorrise ancora sentendo la mano di Sehun stringere ancora la sua.

 

 

 

 

Hola!
Salve, sono contenta che abbiate letto questa cosa qui sopra.
È la prima HunHan che scrivo e in generale la prima fanfiction sugli EXO. Avevo davvero voglia di scriverne una e sinceramente non mi andava di cominciare con una storia rossa ed erotica (Si mi piace il genere, probabile che la prossima sarà così).
In ogni caso spero vi sia piaciuta, è parecchio dolce forse un po’ troppo ma spero comunque apprezziate questa storia di 1990 parole sputata in un paio di giorni.
Magari ditemi che cosa ne pensate, ne sai davvero felice.
Detto questo, fuggo via a scrivere.
Goodbye.

   
 
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