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Autore: giulina    10/07/2013    1 recensioni
"You can see me."
"I don't count."
E Molly pronuncia quelle parole guardando Sherlock fisso negli occhi.
Coraggiosa, come forse non lo è mai stata.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Per la prima -e spero non ultima- volta in questo fandom, con una piccolissima OS nata nella mia mente durante la visione (per la quarta volta) dell'episodio 2X3 "The Reichnbach Fall". I pensieri di Molly Hooper durante il suo breve ma molto significativo dialogo con Sherlock Holmes nei laboratori del Barts.

Buona lettura,

Giulia.

 



                                               










“You can see me.”
“I don't count.”




E Molly pronuncia quelle parole guardando Sherlock fisso negli occhi. Coraggiosa, come forse non lo è mai stata in sua presenza. Come non pensava di poter essere. Fissa il suo sguardo in quello di lui, osserva quegli occhi chiari che per qualche tempo -forse anche in quel momento- ha sperato potessero guardarla in un modo diverso, speciale. Occhi che non vedessero altro che lei, come se non potesse esistere nient'altro. 
Lei non conta, e Molly l'ha detto accennando un sorriso con le labbra pallide. Sembra quasi aver accettato il fatto che nella vita di Sherlock Holmes, lei non occupa nessun posto speciale. Che lui non la guarderà mai come sogna di essere guardata, nel modo in cui Molly riesce a guardarlo.
Perchè lei lo riesce a vedere veramente -oltre la sua ironia, sfacciataggine, sicurezza- e sa che in quel momento Sherlock non sta bene, che forse, anche se non riuscirà mai ad ammetterlo, ha bisogno di aiuto.E lei gli offre il suo supporto, allunga timidamente una mano verso di lui per salvarlo da qualcosa che non sa ancora che cosa sia.

Sa solo che spaventa Sherlock, e forse anche lei. Ha paura di vederlo scomparire all'improvviso. Ha paura che quella sia l'ultima volta che osserva il suo cappotto scuro apparire dietro il vetro della porta del laboratorio del Barts. 
E gli confessa con il cuore in mano che lei per lui c'è, che probabilmente ci sarà sempre. Nascosta in un angolo, in attesa che pronunci il suo nome -Molly Hooper!- con il tono basso e autoritario, delle volte gentile, con cui spesso l'ha chiamata e che spesso le ha fatto nascondere un sorriso dietro la mano.
Molly sente di dover salvare Sherlock Holmes.







“You do count.”










   
 
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