Attorno
alle parole.
Io scrivo.
Batto parole sconnesse sulla tastiera.
Batto con
rabbia,
furia e irritazione.
Una moltitudine d'emozioni
diverse.
Mi attraversano la testa.
Mi infiammano
la mente.
Mi appannano
la
vista.
Mi confondono le idee.
Mi mandano
scosse elettriche.
Mi fanno
tremare le dita.
Scrivo - di - me stessa.
Guardo me stessa su carta bianca.
Guardo me stessa su carta bianca.
Scrivo.
Parole.
Emozioni.
Pensieri.
Scrivo.
Idee.
Sogni.
Speranze.
Scrivo.
Disperazioni.
Incertezze.
Dolori.
Scrivo!
Infuriata, con il sangue al cervello, scrivo.
Mi sembra di
rompere i tasti tanto sono
pesante nei modi.
Perdersi.
E mi vedo
cadere, su un pezzo bianco
apatico che mi brucia gli occhi con il suo veleno illuminato.
Rompersi.
Osservo le
mie dita spezzarsi sotto la forza delle braccia,
sbriciolarsi in schegge appuntite e conficcarsi nelle mie carni.
Disperdersi.
Sento la
testa scoppiare, pulsare di idee e sogni che non posso confessare a
voce, le tempie infiammarsi.
Aggiustarsi.
Osservo i miei occhi che spuntano nel buio, appannati dalla confusione dentro cui scorrono i sogni e le idee, su cui si ricostruiscono le basi della mia vita.
Impegnarsi.
Scrivere
ancora con la passione di sempre,
incatenata a giocare tra realtà e fantasia, concretezza e
irrealtà.
Perchè
non ci rinuncerei per nulla al
mondo.
Dimenticarsi.
Lasciare
indietro i torti subiti, perdonare,
azzerare il senso di tradimento che si dibatte come un demone.
Morire.
Questa volta
è game
over.
Perchè
una delle mie
più grandi passioni è anche la mia
condanna
a morte.
- Forse.
Rinascere.
Tra le righe, attorno le parole, sotto le lettere.
- Forse.
Rinascere.
Tra le righe, attorno le parole, sotto le lettere.
*Versione
revisionata e
ripubblicata.*