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Autore: Just a Shapeshifter    11/07/2013    2 recensioni
Si apre il sipario su un Duncan incazzato che esce da uno studio di registrazione... e sarà costretto a rivelare qualche piccolo particolare della sua vita ;)
-missing moments-
Autrice P.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - Il tour
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Emerse da quella stanza insonorizzata con le mani sulle orecchie e chiuse la porta con forza Duncan.
Era deciso a non cantare mai più, eppure ogni volta ci ricascava e si lasciava a quello sfrenato desiderio di appoggiare le dita sulle corde della chitarra e soffiare delle note nel microfono, appoggiandoci perfino le labbra come per baciare la maglia a forma sferica.

Era fatto così il ragazzo, dopo il riformatorio doveva trovare qualcosa da fare, uno sfogo per non cimentarsi nei soliti furtarelli nei negozi o fare a botte con i ragazzini della scuola che odiava a tal punto di rompergli il setto nasale.

-Non combinerai mai niente di buono Duncan!- glielo ripetevano sempre, ed ogni volta le orecchie del punk erano bombardate da note musicali accompagnate da voci rauche per niente dolci. Si infilava due cuffie nelle orecchie e iniziava il suo bel giro tra i concerti immaginari. Beh, questo era ciò che accadeva quando aveva circa 12 o 13 anni ed andava alle medie.
Oh, li odiava tutti i suoi compagni di classe, dal primo all'ultimo. Si ricordava di una volta in cui un grosso bambino con addosso una maglia degli Slipknot e i capelli tirati all'insù con del gel, forse troppo visto che la prospettiva dava alla punta una forma cadente e riccioluta, gli aveva rubato il pranzo. Beh dopo aver sfoderato il suo fedele coltellino di quel “boccolo” non c'era più traccia, aveva solo avuto qualche problema ad infilargli la testa nel cesso.

Era un posto in cui Duncan si faceva rispettare, e non solo come ragazzo punk che ti picchia se gli fai lo sgambetto ma anche come gira al largo dalla mia donna oppure Oh piacere è la tua ragazza? Beh dolcezza ecco il mio numero.
Di solito si fidanzava con la ragazza dal carattere più deciso e dal corpo perfetto ed atletico, mentre altre volte di accaparrava la “strana del giorno”, che come dice appunto il nome, ci stava solo un giorno e poi la mollava.

Questo suo modo di comportarsi incideva molto anche nel suo comportamento a scuola, e le cause che riguardavano il riformatorio erano oscure, ed infatti c'erano molte versioni, tra cui ho saputo che ha tirato un pugno ad un insegnante che parlava male della sua famiglia o anche ha mandato all'ospedale più volte dei ragazzini che gli davano fastidio, mentre era ubriaco è corso nudo per la strada infilandosi in una discoteca.
Ma gli unici che ne erano a conoscenza erano i suoi, e forse altri pensano che siano stati loro a cacciarlo dentro.

Duncan mi racconta di essere stato in quel posto per nove mesi e che alla fine è scappato.
Mi dice che il settore era diviso in maschi e femmine, dove le ragazze erano separate da loro da un muro.

Ebbene la sorte vuole che nella vita di un ragazzo ci sia una ragazza, e in quella del punk fu la prima delusione.

Di notte usciva per andare a trovare quella ragazza un po' più grande di lui, scavalcava la finestra ed entrava furtivamente nel posto in cui micidiali ma bellissime ragazze escogitavano di uscire o di fare baldoria nelle loro camere da letto e divertirsi quella mezz'ora prima che arrivavano le “guardie” come le chiamavano loro.

Erano semplici schiocchi di baci, ma a lui piacevano così tanto che voleva andare oltre ogni volta che si vedevano di nascosto. Solo due volte era riuscito ad introdursi nel suo giaciglio notturno e farla sua, ancora, ancora ed ancora. Credeva di amarla davvero, credeva che sarebbero scappati insieme e sperava, forse, di vivere una vita da fuggiasche rock star insieme a lei, girando per il mondo passando le giornate a suonare e cantare o se andava bene a fare sesso dopo essere andati in un supermercato e rubare un po' di birra ed vecchi alcolici accompagnati da pacchetti di sigarette.

Era il suo piccolo sogno nel cassetto

Samantha era il nome che portava la ragazza, aveva i capelli neri e gli occhi chiari, quagli occhi rari che si potevano trovare solo addosso alle modelle stampate sulle confezioni di lenti a contatto, di trucchi o sulle borse di carta nei negozi di abbigliamento. Erano speciali, come i propri, anch'essi chiari con la differenza che li inondava qualche spruzzo di verde donandogli un colore simile a quello del verde-acqua.
La ragazza inoltre aveva una splendida voce, e quando ne aveva l'opportunità si cimentava nel canticchiare a Duncan alcune strofe che adorava di alcune canzoni dei Nirvana piuttosto che degli A Day To Remember.
Aveva una voce celestiale e le note non stonavano neanche con i toni più acuti. Il ragazzo la osservava con una mano sotto il mento ed un sorriso ebete disegnato al posto della bocca.
-Hai gli occhi che brillano grande Duncan- gliel'aveva detto una volta, proprio alla una meno dieci di notte, quando I Miss You dei Blink182 era la melodia che Sam aveva appena finito di dedicargli. La osservò meglio il punk, fregandosene delle sue parole.. che cosa importava essere duro davanti a lei?
Godeva nel vedere la luce lunare accarezzarle la schiena curva e nuda quando era seduta sul letto, e tra le mani una sigaretta. Si dilettava a vedere le sagome dei suoi seni e le ombre che giocavano sulla sua figura.

Si fermò ad un tratto, e non andò più avanti.
-Duncan? Che è successo dopo?-

Mi confessò che era stata la prima volta in cui si era messo a piangere, ma a dir la verità il suo sguardo non aveva più a che fare con quell'episodio, era come se stesse raccontando la storia di qualcun altro oppure come se si vantasse, ma credo che ormai era solo una favola troppo vecchia per nascondere emozioni.

Le loro mani si sfiorarono per un ultima volta, e i loro sguardi si attaccarono per un tempo che si giudicò eterno, per poi essere diviso da un abbraccio, uno struggente abbraccio che fece unire i due corpi per un ultima volta, per poi essere ripresi e separati.
-Hai gli occhi che brillano Duncan-
Fu tutto quello che riuscì a dire Sem sbatacchiata da qualche singhiozzo.

Camminò velocemente per quel corridoio ornato di poster alle pareti colorate di un arancione acceso. La band con cui aveva suonato era davvero pessima, e avrebbe preferito di gran lunga usare quel tempo per scoparsi qualche ragazza o bere birra e fuggire da Chris, ed invece le sue orecchie hanno dovuto sorzarsi terribilmente per non farsi dilaniare il timpano da quella fottuta batteria, con i suoi rumorosi bang e sdish!
Il giorno dopo si sarebbe dovuto esibire in uno stupido concerto al chiuso a Londra, nel quartiere di Whitechapel e doveva prepararsi, ma sopratutto evitare ogni giornalista, fan, macchina fotografica o videocamera, perfino quei cinesini che si ostinano a fare almeno ventisette foto alla stessa dannata cicca spiaccicata sul marciapiede.

Mentre usciva però il suo pensiero era sempre fisso su di lei, o su di loro... ancora non aveva le idee chiare, confuso. Come se nella sua testa ci fosse un uragano, una tempesta, un temporale o un vulcano in eruzione. Courney, Gwen... Dio perché era così difficile, perché non poteva averle tutte e due! Digrignò i denti mettendosi meglio la chitarra esclusivamente elettrica sulla spalla destra.
Fu proprio fuori dalla sala prove che lo incontrai, e riuscendo a fermarlo ottenni un patto.
-Io ti dirò tutto quello che vuoi, se TU la smetti di seguirmi!-




Angolo Autrice P

Salve! *^* ok se ci avete capito qualcosa vi offro una medaglia d'oro :D
Questa fic mi è venuta in mente così, a caso, come se avessi pescato uno di quei bigliettini rosa da un euro alla pesca di beneficenza... beh, sono andata a fare la cantante in una band -di cui non si sa il nome- e quando sono andata a casa del chitarrista mi sono appioppata il suo vaio bianco e ho incominciato a scrivere :3 Non avevo una idea precisa ma le parole poi sono arrivate da sole u.u
Ma chi sarà la o il nostro giornalista barra fan barra amico? Huhuhu... vi lascio alle recensioni **
P. (in estasi)

  
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