Dignità

Era seduto, la faccia appoggiata alle ginocchia, in sottofondo la televisione con il telegiornale.
Avrebbe preferito non ascoltarlo, ma ormai non ne poteva più fare a meno, il suo masochismo lo spingeva a sentire tutto ciò che succedeva da lui, tutto ciò che di giorno in giorno, lo spingeva sempre di più nel baratro.
Per quanto ancora sarebbe andata avanti quella situazione?
Per quanto ancora i suoi capi avrebbero ignorato i suoi consigli?
Romano era già impazzito ormai, era da giorni che non lo vedeva.
La sua seconda personalità aveva preso il sopravvento, facendolo sparire nel nulla.
Aveva paura di dove fosse andato e di ciò che sarebbe stato in grado di fare.
Veneziano invece ancora reggeva, anche se non sapeva per quanto ancora ce l'avrebbe fatta.
Sentiva l'odio montargli dentro, un odio profondo e viscerale che non aveva mai provato prima.
Odio, disprezzo e rabbia, che sembravano avere personalità propria.
Ed in un certo senso era proprio così.
"Qualcuno dovrebbe ucciderli tutti..."
Feliciano spalancò gli occhi, guardandosi intorno, ma sapeva che quella voce proveniva dalla sua testa, dal suo subconscio.
Dal suo lato più oscuro.
-Non è la soluzione giusta....-
"Allora qual'è? Vuoi continuare a stare qui a piangere e disperarti senza sapere dove sia tuo fratello? O vuoi unirti a lui e fare ciò che è più giusto per voi?"
-Quello...non è più mio fratello...-
"Sì invece che lo è, è sempre tuo fratello, ma consapevole che non potete rimanere fermi a guardare mentre va tutto a puttan!"
-Ma io non...non ne ho la forza...-
"Tu la forza ce l'hai eccome, solo che non sei in grado di sfruttarla, per questo hai bisogno di me..."
Si sentì come cadere nel vuoto e si ritrovò catapultato in un mondo oscuro, nero e freddo, era ancora seduto e c'era un ragazzo in piedi che lo guardava.
Era uguale a lui, solo che aveva i capelli tendenti al rosso ed era vestito in modo diverso.
E aveva uno sguardo molto inquietante.
-Tu chi sei?-
-Io sono te, sono la parte più oscura a cui hai dato vita in questi secoli, tenendoti dentro tutte le ingiustizie che hai subito, igoiando senza mai sfogarti, sono tutta la rabbia che hai accumulato nella tua misera vita da coglione!-
-I...io...non sono un coglione...-
-Sì invece che lo sei! Che tipo di persona manderebbe tutto a puttane in questo modo?-
-Ma io non posso farci niente!-
-Non è che non puoi...tu non vuoi!-
Lo sguardo dell'altro si accese di rabbia, cominciò a soffiare un vento fortissimo e Italia si ritrovò legato con delle catene.
-C...che...?!-
-Non c'è più spazio per i deboli come te in tempi come questi, non sei in grado di affrontare ciò che sta succedendo...che ne è stato della dignità del nonno?
Lui ha lasciato tutto a voi, la sua eredità è nelle vostre mani e voi state qui a piagnucolare mentre quattro vecchiacci mandano tutto a puttane!
Adesso è arrivato il mio turno, tu te ne starai qui zitto e buono, mentre io salvo il culo a questa Nazione decadente!-
Italia provò a parlare, ma non aveva pù voce, e non riusciva nemmeno a muoversi, e non solo per le catene.
Era paralizzato, non aveva più il controllo del suo corpo.
"Aiuto..."
Ma ormai era troppo tardi.
Il corpo di Italia si alzò dalla posizione fetale in cui era rannicchiato, si scrocchiò un po' le spalle e il collo, guardando la televisione.
-L'Italia non vi vuole, e troverò il modo di farvelo capire-

Mi è venuta l'ispirazione per questa ff mentre, ahimé, guardavo il telegiornale.
Ogni giorno lo sconforto mi sale sempre di più, non si sente una buona notizia da mesi ormai...
A parte questo, dedico questa storia ad hanon993, dato che lei adora Italia 2P, e poi prova a dire che non ti voglio bene!
Comunque spero che abbiate apprezzato nonostante il pessimismo andante, e che abbiate voglia di recensire.