Era una fredda mattina
d’inverno erano i pochi istanti che
precedevano la prima luce, la neve scendeva a fiocchi sottili ormai da
molti
giorni e il cielo a Radiant Garden non era mai stato così
grigio e cupo. Pochi
metri di neve avvolgevano la città facendo appassire i
colori degli edifici
come le foglie d’autunno e il bianco nevischio si stendeva a
perdita d’occhio
in qualsiasi direzione si guardasse.
“Questo clima non è naturale… Siamo su
questo pianeta da quasi tre anni ed è la
prima volta che nevica così tanto…”.
Esordì Leon che guardava severamente fuori
dalla finestra, braccia incrociate, sguardo serio.
“Già”
Annuì Yuffie mentre si scaldava
vicino alla vecchia e arrugginita caldaia di Merlino.
“Sei sicuro che la tua magia non possa fare nulla
?” Chiese Areith con una
leggera nota di timidezza nella voce.
“No , mia
cara, il clima, come molte
altre cose, dipende dal cuore dei mondi e io e la mia magia non
possiamo interferire
col normale susseguirsi degli eventi” Fu la gentile risposta
del barbuto mago
che era impegnato a riordinare una montagna di enormi volumi dai colori
sgargianti e dai contenuti ignoti. Chiuso e sigillato il libro di
“Whinnie the
Pooh” era
poggiato su un elegante
scrittoio di legno intagliato, accuratamente separato dal resto dei
tomi.
Cid presiedeva la tastiera del computer con avarizia e faceva volare le
dita
esperte sui tasti controllando la situazione minuto per minuto in tutta
la
città ; gli occhi furbi guizzavano qua e là sullo
schermo mentre lo stecchino
veniva masticato con nervosismo.
“Eppure la situazione è normale”.
Borbottò l’uomo.
“Niente Heartless … Che si siano ritirati a causa
del freddo ?”. Tentò di fare
dello spirito, con poco successo.
La scena era del tutto normale , ormai da giorni le cose si
susseguivano con
una ripetitività scoraggiante . Fu allora e solo allora, in
quella normalissima
giornata invernale, che il rumore forte e penetrante del sistema
d’allarme
cittadino “A Doppio Taglio” fracassò i
timpani dei presenti con prepotenza.
C’era qualcosa che non andava, di colpo il cielo divenne
scuro come se fosse
stata notte e la sirena si zittì; il sistema
d’allarme si disattivò d’un tratto
e non diede più la minima scintilla di vita; tutti si
guardarono straniti ,
scambiandosi occhiate impaurite o preoccupate.
Cid si
affrettò a triangolare l’origine
del problema e accese tutte le telecamere , i presenti si portarono
davanti
allo schermo , Leon sgranò gli occhi , Yuffie
squittì spaventata , Areith si
portò le mani davanti alla bocca ma gli occhi non potevano
esprimere meglio il
terrore che l’assaliva da dentro , Cid e Merlino rimasero
semplicemente di
sasso .
L’origine del segnale veniva proprio da fuori la casa di
Merlino e le
telecamere mostravano una figura incappucciata in un lungo abito nero;
la
figura mosse lievemente il capo verso una delle telecamere, anche
dall’oscurità
completa che il cappuccio proiettava sul volto, si riusciva a percepire
il suo
sguardo gelido; le telecamere si spensero, una dopo l’altra.
Leon invocò d’istinto il Gunblade; troppo tardi.
La porta venne sfondata prepotentemente, la figura incappucciata
entrò una
spada nera di squisita fattura, che pareva essere fatta interamente
d’onice,
nella mano destra , Il Custode del Gunblade scattò verso il
nemico attaccando
con un fendente rapido e letale , la figura scartò di lato
senza scomporsi e
contrattaccò , con un colpo orizzontale che trovò
la lama del Gunblade a
bloccarlo. Preso alla sprovvista, l’uomo in nero
abbassò la guardia per un istane.
Leon non si fece scappare l’occasione e colpì la
figura con una possente
ginocchiata, colpì in pieno volto l’uomo, che
sbatté la nuca contro lo stipite
dell’ingresso; un rantolo di dolore fuoriuscì
dall’ombra del cappuccio, insieme
ad un ringhio di furia omicida. Leon puntò il suo Gunblade
alla gola dell’avversario
stordito e premette il grilletto.
Il proiettile impattò contro il legno della parete,
generando un buco grande
quanto un pallone da Basket.
L’individuo era come scomparso, teletrasportato, Leon rimase
di stucco, quando
l’urlo di Areith lo riportò alla realtà.
“Leon ! Attentò !”.
Non fece in tempo a voltarsi ,la spada attraversò la carne
di Squall fino alla
spina dorsale e lì si fermò senza intaccare
l’osso, il corpo di Leon era tagliato
per metà all’altezza dello stomaco , un fiotto di
sangue iniziò ad uscire dalla
ferita mortale , non sarebbe sopravvissuto ancora che per qualche
minuto.
Lo straniero sorrise , o meglio , ai presenti parve che sorridesse nel
buio
assoluto che il cappuccio creava , Yuffie se prima spaventata ora era
fuori di
sé dalla rabbia , lanciò contro
l’avversario tutti gli Shuriken di cui
disponeva , ma quello li deviò tutti, senza scomporsi.
Fu allora che compresero di non avere più speranze di
affrontarlo. Ma chi era ?
Cosa voleva da loro ? Perché li aveva attaccati ? Il filo di
quei pensieri fu
interrotto bruscamente da un suono simile allo scoppio di una bomba e
dalle
fiamme nere e viola che colpivano la schiena dell’aggressore
il quale gridò in
modo sovrumano e si voltò con rabbia , davanti a lui
un’altra figura
incappucciata e vestita come un nessuno stava appoggiata contro lo
stipite
della porta la gamba destra piegata e l’omonimo piede
poggiava sullo stipite ,
le braccia pendevano ai fianchi e nella mano destra era impugnata una
spada
lunga e d’argento con sopra incise queste parole
“Chi Combatte sempre il nulla
nel nulla verrà assorbito” in lettere marcate a
fondo nella lama.
Lo sconosciuto che li aveva attaccati si tolse il cappuccio mostrando
un viso
segnato da profonde cicatrici i capelli d’un nero corvino
corti e frastagliati
e gli occhi senza pupilla d’un bianco impressionante , si
gettò contro l’altro uomo
e la battaglia si portò fuori dalla casa di Merlino che
provvidenzialmente si
era tuffato a curare Leon pregando che fosse ancora in tempo per
salvargli la
vita, appoggiando la sua bacchetta sulla ferita , la quale
cominciò a
rimarginarsi e il sangue , che ormai copriva gran parte del pavimento
tornò come
a ritroso nel corpo del Custode del Gunblade .
Intanto i due abbigliati come dei Nessuno si confrontavano mostrando
abilità
impressionanti e fluidità nei movimenti , che i presenti
avevano visto solo in
Sora e Riku negli anni precedenti nei vari tornei che si erano tenuti
all’
Infernodomo , ma era più che evidente che
l’abilità di quello ancora
incappucciato erano nettamente superiori rispetto a quelle
dell’ aggressore .
Questi si scambiavano fendenti, affondi, parate con la stessa
leggerezza di un
balletto.
Ad un certo punto la battaglia si fermò e quello che ancora
indossava il cappuccio
disse all’altro . “Deficiente sai che gli ordini
del Sommo vietavano di
uccidere qualche importante Sacrificio ! Quante volte dovrò
fermarti dalla tua
furia omicida prima che ti sopprima definitivamente come un cane
rabbioso ? Eh?
Xygmab ?”
L’uomo che si chiamava Xygmab fu come se fosse tornato in
sé tutto d’un tratto
.
“Buxas ! Io …”.Fece una breve pausa.
“Sono … Mortificato … Signore
…”. Disse
con tono di sottomissione e rispetto verso colui il cui nome rispondeva
a
quello di Buxas.
“Non me ne faccio niente delle tue scuse idiota adesso prendi
quello che ci
occorre e torna al Castello, o la prossima volta ne risponderai al
Sommo”.Detto
questo Buxas aprì un varco
nell’oscurità con un gesto stizzito della mano e
fece sparire la spada, che venne inglobata in un globo di fiamme e vi
entrò
sparendo nel nulla come quando era arrivato .
Xygmab era sconcertato e il solo pronunciare del Sommo lo aveva
impietrito , si
riprese lentamente per poi tornare dentro la Casa dove tutti i presenti
lo
guardarono con un misto di paura e rabbia; Yuffie si mise tra lui e
Leon,
mentre Merlino continuava a guarirlo, controllando le mosse nemiche con
la coda
dell’occhio, ma lui li ignorò completamente e
aprì il cassetto dove era
conservata la tessera di membro onorario del comitato di restaurazione
di
Radiant Garden di Sora , e dopo averla presa anche lui aprì
un varco e
scomparve chiudendolo dietro di se .
Quando Xygmab ricomparve Buxas era davanti a lui e lo osservava sotto
il nero
del cappuccio , gli si avvicinò lentamente e gli
strappò di mano la tessera ,
poi lo apostrofò . “Il tuo potere è
importante per Noi vedi di non farmelo
sprecare uccidendoti perché non riesci a controllarlo ,
questa è l’ultima volta
che ti fermo e ti lascio in vita !”. Detto questo si
allontanò in un antro buio
dell’enorme castello.
Xygmab rimase invece
fuori sferzato dal
vento gelido che gli sfrecciava sul volto . Non voleva entrare, quella
sensazione che provava era quella più simile alla paura che
un Nessuno potesse
provare,
non poteva
andare dal Sommo , non ancora .