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Autore: hanaemi_    11/07/2013    2 recensioni
«Ora erano rimasti solo loro due, Francis e Gilbert, Gilbert e Francis. Si scrutavano, giravano in tondo, come due tigri pronte a tirar fuori le unghie. Entrambi con le spade sguainate, entrambi feriti, entrambi intenzionati a non soccombere, a resistere ancora.»
Genere: Angst, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emser Depesche|Dépêche d'Ems - A ruined friendship



{Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: France, Prussia
Parole: 782 (grazie a:
http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)}



«La crisi spagnola che si ebbe alla fine degli anni Sessanta dell'Ottocento aveva provocato la creazione di un governo provvisorio, il quale aveva offerto la corona al principe prussiano Leopoldo I Hohenzollern. I francesi pretesero che Leopoldo rinunciasse al trono, ma il cancelliere Otto von Bismarck manipolò il messaggio con cui Guglielmo I respingeva questa pretesa (il cosiddetto "dispaccio di Ems"), rendendolo duro e sprezzante: Napoleone III non ebbe altra scelta se non dichiarare guerra.»





Francis si irrigidì quando lesse il telegramma giuntogli dalla Prussia. In esso veniva comunicato che Guglielmo I respingeva la pretesa francese della rinuncia al trono spagnolo del principe Leopoldo, senza mezzi termini; il tutto era scritto, però, con un tono molto altezzoso, superbo. Si passò una mano sugli occhi, quasi ad accertarsi che fosse vero ciò che contenessero quelle righe, e rilesse il messaggio: era proprio così. Il cuore perse un battito: era stato tradito da Gilbert, uno dei suoi più cari e fidati amici. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da parte sua, mai e poi mai. Lo aveva pugnalato alle spalle, pur sapendo la situazione pessima in cui gravava la Francia in quel momento: Napoleone III aveva perso prestigio sia all'interno, sia all'estero, e la crisi imperversava. Aveva privilegiato l'interesse della nazione rispetto alle amicizie, cosa che non credeva possibile, essendo entrambi molto affezionati l'uno all'altro. Sospirò, passandosi una mano tra i biondi capelli. Napoleone stava pensando a una dichiarazione di guerra, ma prima voleva il suo parere, come gli aveva comunicato nel biglietto consegnatogli col telegramma.

"Gilbért...chi voglio prendere in giro? Una nazione deve sempre pensare prima a sé, poi agli altri. Mi sa che dovrò accettare la proposta de l'empereur e dichiararti guerra..."

Ripiegò il foglio in quattro e se lo infilò in tasca, per poi alzarsi dalla poltroncina imbottita della sua camera da letto e avviarsi verso un lungo corridoio tappezzato di ritratti, per raggiungere la Sala del Trono.

"Allora, Francis, cosa ne pensi?"

Francia si inchinò, tenendo gli occhi chiusi.

"Vostra Maestà....mi duole davvero dire ciò, ma...sì, ritengo necessaria un'azione di guerra. In questo modo potreste anche riacquistare la gloria perduta, non credete?"

"Ottimo ragionamento, ottimo ragionamento. E sia: portatemi carta e penna, per favore!" esclamò Napoleone, alzandosi dallo scranno e dirigendosi nella stanza accanto, ossia il suo studio. Francis lo seguì, osservando il momento in cui, nero su bianco, l'imperatore mise su carta la dichiarazione di guerra alla Prussia; strinse i pugni, digrignando i denti. Nonostante Gilbert lo avesse deluso, non riusciva a non stare male per ciò che stava succedendo.

"Pardonne-moi, Gilbért...1" sussurrò appena, per poi lasciare la sala.


 

«10 maggio 1871 - Fine del conflitto franco-prussiano»



Francis era ormai stremato, le forze lo stavano a poco a poco abbandonando. Aveva dato tutto se stesso in quella guerra, ma forse non era bastato. Ora erano rimasti solo loro due, Francis e Gilbert, Gilbert e Francis. Si scrutavano, giravano in tondo, come due tigri pronte a tirar fuori le unghie. Entrambi con le spade sguainate, entrambi feriti, entrambi intenzionati a non soccombere, a resistere ancora. Francia, però, non ce la faceva più. Le sue energie erano al minimo, e sentiva che presto sarebbe crollato. Ad un tratto, le lame del prussiano e del francese si incrociarono, per l'ennesima volta, affondi, parate, scintille; poi un passo falso. Francis ora era a terra, col viso voltato di lato e Gilbert con un piede sul suo petto, lo sguardo serio. Il biondo socchiuse gli occhi, guardando l'altro in viso. Doveva chiederglielo, doveva sapere.

"Gilbért, perché mi fai questo?" sussurrò in fin di vita, sperando in una risposta.
Il prussiano aveva gli occhi colmi di lacrime, la spada puntata al cuore del francese.
"Es tut mir Leid, mein Freund.2" disse semplicemente, senza aggiungere altro.

Francis schiuse appena le labbra, stupito: allora era stato costretto a fare ciò che aveva fatto, non lo aveva voluto lui! Ciò lo rinfrancava, anche se solo in minima parte.

"Avanti, finiscimi: dammi l'ultimo colpo, s'il te plaît.  3  " aggiunse, con un sorriso amaro.

Gilbert scosse il capo.

"...Nein."

Gli porse una mano. Il francese la guardò, come se non fosse reale ciò che stesse accadendo; tuttavia la afferrò e si rialzò, spazzolandosi le braghe luride e sdrucite.

Gilbert lo abbracciò, stringendolo a sé.

"Non posso uccidere un amico...convincerò Bismarck a trattare un accordo, ma mi rifiuto categoricamente di farti fuori." bisbigliò all'orecchio del biondo. Questi sorrise, sciogliendosi poco dopo da quell'abbraccio.

"Sono felice d'averti ritrovato, mon cher ami.  4  "


 

«A conclusione della guerra, dunque, Francis rimase in vita e recuperò un'amicizia che sembrava andata persa a causa della guerra. Fu firmato un accordo tra Bismarck e Napoleone III a Donchery, che prevedeva la deposizione dell'imperatore e il pagamento dei danni di guerra da parte della Francia, con conseguente cessione dell’Alsazia e della Lorena.»



***
 



1 Pardonne-moi, Gilbért: "Perdonami, Gilbert" (la "e" del nome è accentata perché così lo leggono i francesi)
2 Es tut mir Leid, mein Freund: "Mi dispiace, amico mio".
3 S'il te plaît: "Per favore"
4 Mon cher ami: "Mio caro amico".

   
 
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