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Autore: beatriceholbrookpenniman    11/07/2013    4 recensioni
E se la ragazza che ti ha fatto soffrire, si innamorasse di te? E se lui si vendicasse, per poi rimpiangere la sua azione? Ma l'orgoglio trionferà? Questa è una storia dove la canzone centrale è Popular Song. Spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Cosa vuoi?" rispose lui. ERA INCAZZATO! Cosa pretendevo? Avevo fatto una cosa orribile, non poteva mica abbracciarmi o dirmi "Mi sei mancata". Vedevo l'odio nei suoi occhi, e io dovevo rimediare all'istante
"Mika, mi-mi dispiace. Quello che ho fatto è stato imperdonabile, ma io volevi chiederti perdono. Sono stata stronza, e so che in quella testa stai progettando il modo in cui uccidermi, ma è successo tanto tempo fa, io sono cambiata. Ora ho assunto numerose responsibilità, rispetto alla ragazzina viziata che faceva scherzi a destra e a manca, e non sarei mai venuta qui per chiederti scusa dell'orribile scherzo che sicuramente ti ha causato tristezza e odio." dissi tutto d'un fiato, ma lui rimase  immobile a fissarmi, come se mi stesse studiando a fondo per capire se dicessi la verità 
"E quindi? Ora mi hai chiesto scusa, e io ti perdono. Cosa dovrei fare? Le tue scuse di certo non serviranno a tornare dietro nel tempo e a rimediare alla grandissima cazzata che hai fatto. Ma non ti preouccupare io sto bene adesso, non so se hai notato" il suo tono era un misto di arrogonza e rancore, e io non potevo controbattere, aveva un infinità di ragioni per odiarmi
"Mika ti prego! Lo so che non servirà a niente ma... ma abbandoniamo l'ascia di guerra! Ok? Io voglio esserti amica, in qualche modo, potremmo trovare un accordo. Possiamo prenderci un caffè o non so del thè... e parlare..." non mi diede il tempo di finire che attaccò subito in modo odioso
"Cosa? Ma dove te esci? Ora che non hai soldi di paparino vieni da me? Tu sei una STRONZA colossale, ecco casi sei! Ok un bel niente, tu rimarrai la solita arrogante che ho conosciuto al liceo, la STRONZA che mi ha illuso con quelle lettere, e stupido che ci ho creduto. Io non ti avevo fatto nulla,  ma per mantenere la tua reputazione da STRONZA hai voluto attaccare me, Mica-lo strambo! Vedi di lasciarmi in pace, tu ritorna alla tua vita e io ritorno alla mia." quelle parole dette con tanto astio, quel "STRONZA" così marcato dalla sua voce, procurarono in me un forte dolore al petto, e di certo le lacrime non mancarono. Mentre singhiozzavo vidi la sua faccia un po' dispiaciuto, almeno così sembrava
"Scusami! Io non ti posso dire nient'altro! Non posso rimediare alla mia stronzaggine, ma almeno ho avuto la cazzo di decenza di venire qui, dopo molto tempo, e chiederti SCUSA. Sono stata l'unica tra tutti quei ragazzi che ti hanno maltratto a chiedere perdono. Non l'ho fatto perché sei famoso, ma perché il senso di colpa mi ha divorato fino a poche settimane fa, quando la STRONZA ha preso i biglietti senza preavviso e a guidato per due ore per vederti e chiederti SCUSA. La STRONZA che hai davanti ha ascoltato tutti i cd per venire decentemente ad un concerto, LA STRONZA stava rischiando l'arresto per venire qui davanti al corridoio a chiedere scusa!" oltre alle scuse non potevo fare altro, e visto che lui non reagiva, alzai i tacchi e me ne andai sconsolata e arrabbiata.
Arrivata fuori dal beckstage sentì chiamarmi alle spalle
"Samantha! Girati" dentro di me ero davvero felice, ma fuori volevo combattere. Non volevo mostrami debole
"Cosa c'è?" mi girai incrociando le braccia sotto al petto
"Hai ragione! Sei stata l'unica che mi ha chiesto scusa! Ma rimane il fatto che nessuno ti abbia chiesto di venire qui a scusarti, e quindi sono sorpreso! Non voglio esserti amico, perchè non sei il tipo con cui fare amicizie, ma per sdebitarti potresti offrirmi la colazione! Rimarrò ancora un cinque giorni qui a Londra, quindi ho tempo. Allora domani alle dieci ci incontriamo da Starbuck! Io tornerò casa! Abito Sunset Street 35, se ce l'hai presente c'è ne uno lì, va bene?" forse un briciolo di speranza esisteva! Forse lui mi avrebbe perdonato, e saremmo diventati amici, anche se lui diceva di no. 
"Va bene" sorrisi, perché si! IO ERO FELICE DI AVERLO INCONTRATO.
Ci salutammo, con non molto entusiasmo, e io tornai a casa, stanca ma soddisfatta.
Erano tipo le tre del mattino, e volevo solo dormire nel mio comodo letto. Misi il pigiama di fretta e presi il mio peluche preferito. Si! Io dormo ancora con un pupazzo. Mi piace stritolare qualcuno quando ho paura, quando sono triste o arrabbiato, anche quando sono felice. Dormì profondamente fino al mattino successivo. 
 
 Erano le 9:00 e mi svegliai come mai prima d'ora, ero pimpante e felice, come la mattina di Natale per un bambino. Mi feci una doccia lunga e rilassante pensando a Mika, poi mi vestì con una maglietta blu a maniche corte e un pinocchietto bianco. Misi dell'eyeliner e del mascara, la mattina non bisogna mai appesantire con il trucco. Verso le 9:45 ero pronta e cominciai ad avviarmi verso il locale scelto per fare colazione; decisi di andare a piedi visto la bella giornata e la mia felicità che sprizzava da tutti i pori.
Appena arrivata vidi lui che giocava al cellulare, era annoiato
"Ciao Mika" mi sedetti di fronte a lui
"Ciao" era freddo e distaccato, come biasimarlo
"Allora cosa prendi?"
"Ho già ordinato" disse lui guardando ancora il cellulare. Non mi degnava di uno sguardo, è vero che bisogna vendicarsi, ma fino ad un certo punto
"Bene allora lascio il conto e me ne vado. Scusami ma mi è passata la fame" risposi alzandomi, ma lui mi bloccò il braccio
"Hai ragione! Siediti e parliamo" almeno si era sforzato
"Inizia tu" sfoggiai un sorriso a 32 denti
"Perché?" mi chiese guardandomi negli occhi
"Perché cosa?" ero abbastanza perplessa
"Perché hai fatto quello che hai fatto?" e quelle parole furono un bel pungo nella pancia. Perché? Perché mi comportai così? Neanche io lo sapevo, ma la verità era solo una
"Perché ero stronza! E io volevo essere popolare" abbassai il capo. Sentì la sua risata cristallina invadermi le orecchie
"Perché stai ridendo?"
"Perché ammetti di esserlo! Mi fa ridere"
"Mi fa piacere vederti ridere della mio imbarazzo" dissi ironica tenendo la testa bassa
Dopo un breve momento di silenzio, una cameriera ci portò la colazione e ringraziai all'infinito quella persona dall'alto che mi protegge e mi sorveglia. 
Vidi che aveva ordinato moltissima roba
"Ma quanto hai fame?"
"Tantissima" mi rispose con il cibo in bocca
"A vederti non si direbbe che sei un mangione" 
"Lo so", cominciammo a mangiare, d'altronde anche io avevo fame. Dopo un po' lui mi parlò
"Allora che lavora fai?" mi chiese
"Ti interessa?" chiesi curiosa
"Me lo vuoi dire, si o no?"
"S-si! Io lavoro in un cinema!"
"Fai l'attrice?" chiese lui e io cominciai a ridere
"Mika io ci lavoro dentro! Vendo i popcorn"
"Ah..."
"Ti ho spiazzato?"
"B'e si, perché tu-tu eri..." non diedi il tempo di finire, che completai la frase per lui
"Quella POPOLARE"
"Già" rimanemmo nuovamente in silenzio. Ero stanca, volevo chiacchierare con lui, ma ero tremendamente agitata
"Come va il terzo album?"
"Diciamo che c'è e non c'è"
"In che senso?"
"Che esiste e non esiste. L'idee c'e le ho presenti, le devo mettere in atto. Ma finché non finisco il tour non ho due minuti liberi"
"Capisco! Che fai oggi?" chiesi io, in effetti volevo rimanere con lui ancora
"Non lo so! Di certo riposo, mangio, e guardo la tv, visto che non lo faccio mai. Perché?"
"Pe-perché volevo sapere se ti andava rimanere con me"
"mmm.... non lo so. Non voglio mangiarmi quello che ho detto!"
"Non dobbiamo per forza essere amici. Non basta una colazione per sdebitarmi, se ti preparassi un pranzo e una cena, e infine un film?"
"Fammici pensare..." portò gli occhi in alto tipo cartone animato, e questo mi fece ridere
"Ok dai" disse ridendo. Pagai il tutto e uscimmo a fare una passeggiata. Devo dire che ci mise un po' ad aprirsi, all'inizio non parlò quasi per niente, ma dopo una mezz'oretta si "lasciò andare". Parlammo della sua carriera, visto che io non ne avevo una, e di quanto lavoro aveva svolto in tutti gli anni in cui non ci siamo visti. 
Poi mi fece una domanda inaspettata 
"Perché non hai continuato a recitare? Eri brava!"
"Non tutti hanno i genitori che ti spronano e ti appoggiano"
"Ma dovevi farlo! Solo perché non avevi un appoggio famigliare, non vuol dire che non ci siano altre persone che non ti abbiano incoraggiato"
"Mika, gli amici se ne sono andati subito dopo il liceo. Non hanno voluto più saperne di me, e io ho dovuto arrangiarmi con le mie forze"
"Perché non prendi lezioni?"
"Te l'ho detto che mi padre mi ha praticamente diseredata, e quello che prendo riesce a stento a mandarmi avanti." ero rammaricata, ma la mia vita era quella e mi sarei accontentata.
"Capisco" si vedeva che era a disagio, così cambiai discorso
"Allora sei fidanzato?" la domando lo sorprese, perchè cominciò a tossire
"Ei ei calmo. Ti è andata di traverso la saliva?" cominciai a darli colpetti leggeri alla schiena la saliva. Dopo poco si riprese e rispose alla domanda
"Ancora no, ma lo cerco"
"Quindi vorresti fare strage di cuori?"
"Non sono quel tipo. Mi do un contegno" 
"Ho visto molte ragazzino che sbavano, sembri una bistecca e loro sono i cani"
"Lo devo prendere come un complimento?"
"Credo di si! Ricordo che non avevi molte ragazze" dissi guardandolo negli occhi, che si erano leggermente rattristiti 
"Mi ero innamorato di te" disse lui serio guardandosi attentamente le scarpe
"Lo so! Scusami Mika, io-io ero una grandissima bastarda, e non me ne rendevo conto" mi sentivo una schifo dopo quello che aveva detto. Si era innamorato, lo avevo illuso e poi umiliato, non mi perdonerei mai. Dopo un silenzio che parve infinito lui ricominciò a parlare
"Ora è passato! Dov'è casa tua così così cominciamo a preparare. Anzi e tu che prepari a me, sai cucinare vero?" chiese perplesso
"Si! Secondo te di cosa mi sono nutrita in tutto questo tempo, di popcorn?"
"Potrebbe essere!" diedi un colpetto leggero al suo braccio, e cominciammo a ridere.
Una decina di minuti dopo arrivammo al mio portone e lo feci accomodare in casa. Gliela mostrai cima a fondo e poi mi diressi in cucina per cominciare a preparare qualcosa di decente
"Che si mangia?" chiese curioso sfregandosi le mani
"Allora signore le propongo un menù di tre portate: un primo un secondo e un dolce. Le va?" iniziai quel gioco che sapevo si sarebbe prolungato a lungo 
"Mi spieghi: cosa farà per primo, per secondo e per dolce?" chiese lui portandosi le mani dietro la schiena 
"Allora: come primo dei buonissimi spaghetti al sugo; per secondo della carne con patate; per dolce del gelato e biscotti, lo gradisce?"
"Mi sembra delizioso! Mi dia una tovaglia così renderò decente la presentazione dei vari piatti"
"Tenga messer" gliela porsi facendo un inchino alla principessa maniera
"La ringrazio" rispose anche lui con un inchino e uscì dalla cucina in modo teatrale. Era così divertente! Se non fossi stata egoista e soprattutto stupida, avrei sicuramente apprezzato quel ragazzo prima.
 
Diciamo che dopo una bella oretta riuscì a completare le varie portare, con un discreto successo. Non ero Gordon Ramsay, ma non facevo poi così schifo. Mentre eravamo seduti a tavola scrutai ogni suo singola espressione, ma non accennava a nulla, era impassibile
"Allora ti piace?" lo incitai io, ancora non avevo toccato la forchetta 
"Si dai! Non sei poi così male" tirai un sospiro di sollievo 
Mangiammo in tranquillità, accesi anche la tv, e lui insistette per vedere i "Simpson". Lo sapevo che era un po' ragazzino, ma fino a un certo punto. Finito il primo, il secondo, arrivammo al dolce
"Buono questo gelato" disse lui leccandosi il labbro superiore, quell'azione involontaria scosse in me un leggero brivido, a cui però non feci caso
"Anche a me è piaciuto subito, caffè e nocciola" 
"Io l'ho finito"
"Di già?" guardando il mio che ancora era metà bicchiere
"Sei lenta" 
"Io non mi strafogo" mi imbronciai per finta, e lui rise, era così bello il suo sorriso. Aveva delle fossette che lo caratterizzavano, e i suoi occhi si illuminavano quando rideva. Rimasi incantata per un attimo e lui se ne accorse
"Ci sei?" agitò una mano davanti i miei occhi, facendomi ritornare sulla terra
"S-si"
Finito il mio gelato andammo nella mia stanza a parlare. Mi fece numerose domande, soprattutto sulla musica che ascoltavo e su cosa facevo nel tempo libero. Risposi tranquillamente a quelle domande anche se una mi lasciò spiazzata
"Allora ce l'hai il ragazzo?"
"No! Ho smesso con i ragazzi. Ho avuto una relazione lunga e lui mi ha spezzato il cuore. Per adesso mi dedico solo a me." risposi raggiante
"Ti ha messo le corna?" chiese diretto
"Si! In un certo senso con più donne. Ero uno stronzo, lo dovevo sapere." odiavo parlarne e lui se ne accorse
"Due stronzi non si attraggono mai" mi rispose facendomi l'occhiolino e alzandosi dalla sedia 
"Grazie" dissi ironica, e lui si portò un indice al dito, come se stesse pensando
"Ci vediamo un film, era incluso nel pacchetto"
"Sono per caso una promozione sky?" chiesi ridendo
"L'hai detto tu. Allora cosa vediamo? Horror, drammatico, futuristico, soprannaturale..."
"Che ne dici di romantico?"
"Hai solo quelli?"
"No! In effetti ne ho uno stupendo, si chiama "August Rush" lo vuoi vedere?"
"Si l'ho visto! E' bellissimo, mettilo su dai"
Infilai subito il cd e lo avviai. Rimanemmo in silenzio a guardarlo, però il silenzio e il sonno presero il mio posto, e mi addormentai sul divano. 
 
Ad un certo punto sentì qualcuno svegliarmi dal mio sonno
"Samantha! Sveglia"
"M-mika" risposi con la voce impastata dal sonno
"Ti sei addormentata a metà film, non l'ho notato finché la tua testa non è caduta sulla mia spalla."
"Scusami tantissimo. Che ore sono?" chiesi sbadigliano e stiracchiandomi
"Sono le sei e mezza. Ma non ti preoccupare io sto andando a casa"
"E la cena?" chiesi un po' dispiaciuta
"Vedremo domani" disse lui andando verso la porta
"M-mi vuoi ancora vedere?" chiesi sorpresa
"Ti ho lasciato il numero sul tavolo. Non sei poi così stronza, sei cambiata veramente" e con questo se ne andò, lasciandomi un sorriso a 32 denti in faccia. Ero contenta di quello che aveva appena detto, forse si sarebbe rimangiato tutti gli insulti e saremmo diventati seriamente amici. Tutte quello che gli avevo era vero, e forse lui se ne era accorto, almeno in parte.
 
Ciaooo. Ci ho messo un'eternità!
Ma l'idee vengono quando meno te le aspetti.
Così questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia
e ringrazio nuovamente le persone che hanno recensito
ve ne sono grata.
Alla prossima bacioni <3 <3 <3 
  
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