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Autore: E_R    12/07/2013    1 recensioni
Il mio nome è Bernard, Bernard Wild, in quel momento non sapevo a cosa sarei andato incontro quella mattina, e in quale follia sarei stato trascinato.
Questa storia è ambientata dopo la fine Dello scontro finale, e non tiene in considerazione i libri degli Eroi dell'olimpo.
Questa è anche la mia prima storia,quindi siate clementi... spero che vi interessi e di ricevere recensioni :)
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo in una specie di salottino, illuminato solo da una luce fioca. Intorno a un vecchio tavolo da Ping Pong quattro persone stavano discutendo.
-Com'è possibile?-Chiese un giovane dai capelli neri ,che , aveva un'aria visibilmente inquieta.La ragazza che gli sedeva accanto gli posò una mano sulla spalla, mentre lo fissava preoccupata,ma lui non ci badò minimamente, e continuò a scrutare le due figure sedute di fronte a loro.
-Calmati percy- gli rispose l'altra ragazza dai capelli ricci e rossi, seduta dalla parte opposta del tavolo. Al contrario di Percy era molto calma, teneva lo sguardo puntato sul ragazzo,tenendo le bracci conserte.
-Ma come posso rachel ! - Esclamo Percy quasi urlando.
-Percy è già successo una volta una profezia si avvererà , metre l'altra no- rispose con tranquillità Rachel.
-E come è andata la volta scorsa ?- riprese ancora il giovane,ma stavolta, rivolgendosi all'uomo seduto su una sedia a rotelle ,che fino ad'allora era rimasto in silenzio,da dietro la sua barba incolta ,si poteva notare la sua preoccupazione,ma egli abbassò lo sguardo evitando quello di Percy, che continuava a fissarlo.
-Percy....- sussurò la ragazza che gli era a fianco poggiandogli una mano sul braccio.Percy distolse riluttante
lo sguardo dall'uomo puntando i suoi occhi in quelli grigi della ragazza.
-Lo sai ,la profezia potrebbe non avverarsi per generazioni .Non devi preoccupartene- gli disse lei ,tradendosi però, con il tono poco convinto con il quale aveva pronunciato quelle parole ,e così perdendo la sua attenzione. Percy torno a fissare l'uomo, che ancora esaminava con particolare interesse il pavimento.
-Allora !?- incalzò il ragazzo sempre più impaziente. Dopo un lungo e teso silenzio ,finalmente il cinquantenne alzò la testa,ma proprio mentre l'uomo stava aprendo la bocca per prendere parola la scena cambiò.
Mi ritrovai in una stanza immersa in una tale oscurità da non vederne nè la fine nè l'inizio di essa. E dal nulla lentamente una forte e lenta risata risuonò nella sala ,sempre più potente e prepotente, tanto da pulsare nelle mie orecchie come se la risata provenisse dalla mia stessa testa.
Era a questi sogni tanto vividi, da sembrare film,a cui pensavo quella mattina,mentre osservavo il mio riflesso con sguardo vacuo,allo specchio.I miei capelli riccioli,spettinati e così neri scuri da sembrare quasi finti ,ricadevano sulla fronte e sugli occhi occhi di un blu scuro, che avevano un chè di folle,e  che sempre aveva spaventato le persone intorno a me. Stavo ancora contemplando la mia figura assai massiccia per i miei tredici, quasi quattordici anni.Quando la voce d mio zio frederick , mi fece sussultare.Mi sarei dovuto muovere o avrei fatto tardi.
  
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