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Autore: hanaemi_    12/07/2013    5 recensioni
Gilbert. Jack Frost. Tanta neve. Un dialogo a tu per tu. Cosa ne uscirà?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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{Fandom: Axis Powers Hetalia, Rise of the guardians
Personaggi: Jack Frost, Prussia, Hungary
Pairing: PruHun
Parole: 780 (grazie a:
http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)}

 

Era una fredda sera di dicembre, quella. Gilbert era appoggiato contro un basso muretto, stremato, circondato dal candore della neve. Si avvolse le braccia intorno al corpo, stringendo il capo tra le spalle e chiudendo gli occhi, cercando di riposare. Frattanto aveva ripreso a nevicare:  sospirò. La neve, fredda, candida, avrebbe ricoperto il suo cadavere nella notte, senza lasciarne traccia l'indomani; l'albino sorrise.

"Una fine insignificante per una persona altrettanto insignificante. Sono nato solo e morirò da solo." disse, amaramente.

Non aveva più nessuno: tutti lo avevano abbandonato, Ludwig, Francis, Antonio....Ungheria. Almeno non avrebbero avvertito la sua mancanza. Sentì il gelo attraversare la leggera giacca militare e andare sottopelle, mozzandogli il fiato. Alzò gli occhi al cielo.

"Frost, lo so che sei tu. Forza, dammi il colpo di grazia e facciamola finita con questa pagliacciata."

Tutto a un tratto dinanzi ai suoi occhi comparve magicamente un ragazzetto, in tutto e per tutto a lui somigliante, tranne per il fatto che possedeva degli occhi color ghiaccio. Gli sorrise, appoggiandosi al suo bastone.

"Pagliacciata? Mi stai prendendo in giro?"

Il prussiano scrollò il capo a fatica, quasi rattrappito dal gelo.

"Nein. Nessuno crede più in me. Sono solo un essere inutile su questa terra."

"Ah, ma smettila! Tu queste cose non le pensi veramente, credi a me."

Gilbert socchiuse gli occhi, guardandolo quasi in cagnesco.

"E tu cosa puoi saperne? Cosa puoi saperne del sentirsi inutili, emarginati, abbandonati al proprio destino..."

"...invisibili." Jack si avvicinò, sorridendo malinconicamente.

"Gilbert, ho vissuto anch'io la tua stessa condizione. All'inizio nessuno credeva in Jack Frost e adesso guarda: tutti i bambini non vedono l'ora che arrivi a portar loro un po' di neve, per far sì che le scuole si chiudano!" aggiunse, con un gesto plateale.

"La Prussia non smetterà mai di esistere, Gilbert. Lei è qui." E lo toccò sul petto, all'altezza del cuore.

"E anche i tuoi amici, loro sanno che tu non sei sparito e che non sparirai! Ascolta: fin quando anche un solo bambino crederà in me, io esisterò. Lo stesso vale per te! Fin quando anche solo una persona crederà nella gloriosa Prussia, tu esisterai. E fidati, nessuno ti ha dimenticato."

Gilbert fece un vago cenno con la mano. "Ah, finiscila. Sono tutte baggianate."

"Ah, baggianate."
Lo afferrò per il colletto e lo trascinò con sè, in alto, in alto, fin sopra le nuvole, trasportandolo fino in Ungheria. All'improvviso Jack scese in picchiata su Budapest, più precisamente verso casa di Eliza, sempre tenendo ben stretto Gilbert. Frenò di colpo a pochi metri dall'abitazione della ragazza, riuscendo così a planare con delicatezza, senza far rotolare entrambi nello spesso strato di neve. Poi si avvicinò al prussiano e lo spinse fino alla porta della villetta.

"Ora bussa e vediamo se non sei visibile per lei." gli sibilò all'orecchio.

"Aber, aber..."

"Devo fare tutto io, ho capito..." Spinse il bastone vicino al bottone a lato della porta e suonò il campanello, per poi scappare a rifugiarsi tra i rami ghiacciati di un abete.

Dopo qualche istante Elizaveta comparve sulla soglia della porta, sorpresa come non mai. Gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre un sorriso prendeva posto sulle sue labbra.

"Credevo fossi morto..." e di slancio lo abbracciò, nascondendo il capo sulla spalla del ragazzo e stringendolo forte. Gilbert ricambiò l'abbraccio, e quando sentì un po' di neve cadergli in testa alzò gli occhi. Sorrise: Jack era sul tetto e indicava l'ungherese, come a dire "Visto?". Il prussiano annuì impercettibilmente, per poi sillabare un sincero "Grazie." Il ragazzetto fece una specie di saluto militare, e dandosi uno slancio col bastone spiccò in aria, sparendo nella notte.




"...E questa è la storia di come Jack Frost mi aiutò a conquistare la mamma, ragazzi." concluse Gilbert, spaparanzato sulla sua poltrona, mentre i suoi due bambini erano seduti dinanzi a lui sul tappeto, a bocca aperta.

"Davvero? Non te la sei inventata?"

"Inventata? Se me la fossi inventata non credo sarei ancora qui."
rispose lui, guardando il fuoco scoppiettare allegramente nel camino.

"Guarda, papà, sta iniziando a nevicare!" disse la femminuccia, alzandosi in modo un po' goffo e dirigendosi alla finestra, seguita a ruota dal fratellino. Gilbert accennò un sorriso, andando anch'egli a guardar fuori insieme a loro. Li prese in braccio e si misero tutti e tre a osservare i fiocchi che cadevano giù dal cielo, danzando con grazia nel loro tragitto verso il terreno.

"È tornato Jack Frost!" esclamò Eliza dalla cucina, raggiungendoli poco dopo. Gilbert le si avvicinò, con i bambini in braccio, per poi posarle un bacio sulle labbra, felice.




Frattanto, senza essere visto da nessuno, Jack osservava la scena dalla finestra, con un sorriso.

"Sono fiero di te, Gilbert..." pensò, alla vista di quel bel quadretto familiare. Non appena tornarono tutti a guardare fuori, però, lui era già scomparso.




I guardiani si mostrano solo di rado, no?

   
 
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