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Autore: Paradichlorobenzene_    12/07/2013    1 recensioni
"La sua stessa speranza di trovare in se stessa qualcosa di normale svaniva lentamente, secondo per secondo, quella sera."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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The game is over, dead end.
 

La prima cosa che notò, di quella stanza,  era il fatto che fosse fredda.
Non perché fosse vuota, anzi, non lo era affatto. Non era nemmeno per la finestra che, comunque, era chiusa. Era l’atmosfera.
Ci sono case che ti riempiono di calore non appena metti un piede oltre la soglia, che sembrano vissute anche se magari non lo sono, e non dipende solo dall’arredamento.
Casa sua era stata catalogata tra le case fredde e poco vissute, in cui anche gli inquilini stessi stanno malvolentieri.
La seconda cosa era l’odore. Quella stanza non ne aveva uno definito, come capita spesso.
Chissà quante ragazze ti ci sei portato su questo letto.
Ogni secondo che aveva passato in quella scuola era un secondo che l’avrebbe lentamente fatta sfociare nella pazzia.
Ma forse, inconsapevolmente, lei non aveva mai avuto la mente a posto. Forse era già pazza di suo.
Non sapeva bene da quanto avesse quella sensazione strana nella sua mente.
Quel desiderio ossessivo di possedere tutto ciò che le piaceva. Non amava, lei, mai.
Voleva solo dominare e basta. E se qualcuno provava anche solo ad avvicinarsi a qualcosa di suo, lei dava di matto.
Ma adesso era distesa su quel letto con nient’altro addosso a parte l’intimo e la sottoveste.
La mano – fredda anch’essa – che passa sicura sulla linea del fianco. La scia dei baci che ti lascia il collo leggermente umido.  
Per quanto le costi ammetterlo, suo fratello ci sa fare.
Lei, anche inconsciamente aveva sempre saputo dell’attrazione del ragazzo nei suoi confronti, che andava oltre ogni legame di sangue.  Le piaceva essere desiderata e, com’era prevedibile, aveva sempre avuto tutti i ragazzi che voleva.
Era bramosa di potere e cinica di fronte a tutto, da sempre.
La sua stessa speranza di trovare in se stessa qualcosa di normale svaniva lentamente, secondo per secondo, quella sera. 
Ma dopotutto, il suo obiettivo non era finire a letto con il fratellino. Non solo.
Era proprio per raggiungere questo obiettivo che era andata dallo zio, in Sicilia, l’estate precedente.
Per affinare la tecnica ed imparare la parte oscura del suo mestiere. Ed era stato proprio grazie a quella tecnica che nessuno aveva scoperto come quello stesso zio fosse morto, qualche mese prima.
Ma dopotutto era un esponente mafioso e  s’era fatto molti nemici.
Chi avrebbe mai sospettato dell’adorata nipotina?
Ma lei voleva l’eredità del padre per se e nessun altro.
Ed era per questo motivo che il sangue del fratello colava lentamente lungo il braccio di lei.
Il pugnale che avevi nascosto nella giarrettiera affondato fino all’elsa nella carne del ragazzo.
Lo guardava dritto negli occhi e per la prima volta notò quanto fossero simili, nella forma e nel colore.
Quel grigio senza fondo che rendeva gli occhi più tristi e che adesso, da quegli stessi occhi, voleva una spiegazione prima di non veder più la luce.
Lei sorrise, mentre estraeva il pugnale incurante delle gocce di sangue che cadevano sul baby-doll bianco.
Suo fratello che lentamente chiudeva gli occhi, nell’ultimo, flebile respiro che precede la morte.
Mi dispiace fratellino, ti volevo bene ma mi eri solo d’intralcio.
Rimase a guardarlo finché non fu sicura che fosse morto. Le richieste vanno sempre eseguite.
In fondo, lei era un sicario. Era il suo lavoro uccidere la gente, e lo prendeva così seriamente da non provare emozioni nel versare il suo stesso sangue. Presto sarebbe stata ricca e non avrebbe più dovuto faticare per ottenere quel che voleva.

Prossimo obiettivo, mamma e papà.

   
 
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