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Autore: mikeychan    12/07/2013    0 recensioni
Raphie non è più l'unico Nightwatcher in città... ma cosa succede quando altri tre sosia compaiono all'improvviso? Che sia opera del Foot Clan?
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Raphael, anche dopo il ritorno a casa di Leonardo, dall'America Centrale, non aveva rinunciato affatto a lottare l'orda di criminalità, in continuo aumento. Segretamente, infatti, non aveva mai gettato via il costume da Nightwatcher: lo aveva semplicemente riposto in una valigia, nascosta sotto il suo letto.
Nessuno, neppure Splinter, era a conoscenza di un simile segreto.
E questo non poteva che far piacere al focoso della famiglia: durante la giornata aveva una routine normale. Si allenava, praticava il ninjitsu, mangiava, dormiva. Una normale tartaruga ninja, si potrebbe azzardare.
Durante la notte, però, tutto cambiava.
Egli afferrava il suo costume particolare nero e sgattaiolava nel garage, pronto a rombare in sella alla sua moto corvina. Il costume, di per sé, era totalmente di pelle nera; aveva delle cinture sul petto, che chiudevano una protezione dura per il guscio.
Indossava delle borchie metalliche sulle braccia, ai gomiti, alle ginocchia e agli stinchi. Portava un paio di stivali sino sotto al ginocchio, guanti e soprattutto, un casco con due faretti alle tempie per illuminare, con tanto di protezione blindata per gli occhi.
Come armi non portava i suoi soliti Sai: era abile con una lunga catena d'acciaio, con un piccolo peso all'estremità finale, con la quale era solito colpire alla testa i malviventi.
Quest'idea nacque quando Leonardo fu spedito da Splinter in America Centrale per poter allenarsi e diventare un capo migliore per i fratelli. Anziché sei mesi, rimase come "Fantasma della Jungla" per un anno intero. Per le altre tartarughe iniziò una fase di declino e cambiamenti... Mikey era un animatore di feste, Donnie era un consulente di assistenza tecnica telefonica e Raph, di giorno un dormiglione, di notte il Nightwatcher.
Nonostante batterono alla grande i Guerrieri di Pietra, per far sì che dal nuovo portale delle Stelle di Kikan non uscissero altre demoniache bestie, per conquistare il mondo, Raphael non decise di abbandonare mai la sua doppia identità notturna.
Oltretutto, come poteva fidarsi degli incapaci odierni che portavano il distintivo? La nuova polizia di New York non era in grado di cavare un ragno dal buco nemmeno quando la truffa si annusava a pochi metri da loro. Erano soprattutto corrotti.
Raphael aveva studiato tutto questo nelle notti d'estate e d'inverno in cui decideva di prendere una boccata d'aria a modo suo.
Non poteva non essere un Nightwatcher, soprattutto con nuovi e tremendi criminali in giro...
Amava lavorare da solo e se inizialmente, Casey si era offerto di aiutarlo, poi aveva deciso si dedicarsi alla sua nuova famiglia, con April e la piccola Shadow.
Chi l'avrebbe mai detto che, però, un giorno il caro Nightwatcher avrebbe dovuto dividere il suo segreto di Guardiano con altri?
Tutto iniziò in una tranquilla serata invernale...
 
Era il ventisette novembre e la caotica città di New York, sembrava vivere con le migliaia di luci e persone, come sempre. Tutto era come doveva essere: i clacson strombazzavano ai semafori, le vetrine illuminavano a giorno i marciapiedi, le persone passeggiavano in solitaria o per shopping. Un normale sabato sera delle ventuno.
Forse poteva esserlo in superficie.
Ma non nelle fogne.
Lì, in una tana sulla 39esima di nostra conoscenza, quattro tartarughe, stavano praticando il ninjitsu, osservate da un topo. Leonardo, Raphael, Donatello e Michelangelo Hamato eseguivano complessi kata, monitorati da Splinter. Le doppie katana, i Sai gemelli, il Bo e i temibili Nunchaku, volteggiavano instancabilmente fra le loro dita.
-Ben fatto, figli miei- annunciò il maestro Splinter, sollevando la mano destra.
I quattro fratelli s'inchinarono e riposero le armi, pronti per combattere con calci e pugni.
-Ricordate di dare sempre il meglio di voi- ricordò il sensei.
-Hai, sensei!- esclamarono in un coro unisono i quattro.
Don e Mikey, Raph e Leo.
Avrebbero lottato come in vero combattimento, dove sarebbe rimasto solo un vincitore. Solo uno.
-Non ci andrò leggero, solo perché sei mio fratello!- ironizzò il rosso, allargando le gambe.
-Tranquillo- ridacchiò Leonardo, nella stessa posa, solo con i palmi aperti.
D'altro canto, Don e Mikey si stavano studiando, immobili come i fratelli più grandi. L'azzurro degli occhi del minore brillava della stessa vivacità di sempre, mentre in quelli nocciola del terzo s'irradiavano un alone di profonda intelligenza.
-Non scherzare come tuo solito Mikey, fammi vedere quanto sei forte!-.
Mikey rise sonoramente al commento del suo avversario e si limitò a fare un bell'OK con tanto di occhiolino.
-Potete iniziare- fu il via del maestro Splinter, serio come non mai.
Raphael ghignò e subito pensò di colpire Leonardo con un calcio al petto; l'altro lo parò con l'avambraccio. Il leader non mostrò emozioni; serio come sempre, ribatté con un duro pugno, che sfiorò appena la guancia di Raph, dato che quest'ultimo aveva schivato con rapida inclinazione laterale destra della testa.
Il rosso, a sua volta, bloccò il pugno a vuoto dell'azzurro nella mano; la torse dietro al guscio fraterno, puntandogli l'indice alla gola.
-Battuto- ghignò Raphael, notando che l'altro avesse sospirato.
Di nuovo di fronte, i due conclusero definitivamente con un inchino di rispetto.
 
Don e Mikey, intanto, stavano eseguendo una circonferenza, con i loro passi incrociati, laterali. Entrambi attendevano la prima mossa, ma Donnie, infastidito dal continuo sorriso del minore, scattò con un pugno ben caricato.
Michelangelo, come se l'avesse previsto, saltò a gambe unite, eseguendo una capovolta con la mano poggiata sulla testa dell'altro. Portandosi le mani dietro la nuca, iniziò a schivare facilmente tutti i pugni violenti che ne seguirono.
-Andiamo, Mikey! Attaccami!- imprecò il viola.
L'arancione fece l'occhiolino e sparì dalla traiettoria dell'ultimo pugno di Donatello, il quale e soprattutto basito dalla velocità della fuga, non riuscì a percepire l'aura dell'avversario. Un leggero colpetto sulla spalla: Donatello non appena si voltò si lasciò toccare sul collo dall'indice di un felice Michelangelo.
-Fine. Ho vinto- ridacchiò.
Sia Raph sia Leo erano rimasti sorpresi dall'incredibile velocità di Michelangelo il quindicenne, a differenza di loro tre, diciassettenni. Il suo era un ninjitsu molto particolare.
-Bene, molto bene, figli miei- si complimentò Splinter: -Proprio un ottimo lavoro!-.
I quattro s'inchinarono ubbidienti e rispettosi.
-Non posso credere di essere stato sconfitto così!- si lamentò Donatello.
-Beh, avresti dovuto stare più attento- suggerì Leonardo.
-E' una parola! Mikey ti fa perdere la concentrazione solo guardandoti!-.
Leo rise all'esclamazione fintamente offensiva di Donatello e guardò piuttosto un Raph alquanto distaccato. Stava seduto comodamente sul divano, a gambe aperte, con un braccio penzolante oltre il bordo dello schienale e l'altra mano in possesso del telecomando.
Con i lampi colorati sul viso, proiettato dal multi schermo, il focoso si bloccò a un telegiornale serale e chiedendo un po' di silenzio, alzò il volume.
-Buonasera a tutti i telespettatori! New York è minacciata da un'incredibile ondata di criminalità! Solamente oggi, si contano circa venticinque furti e tredici scippi. La città è in subbuglio e le autorità non sembrano all'altezza di proteggere tutti i cittadini bisognosi. Dov'è finito Nightwatcher? Ha dunque voltato le spalle alla Grande Mela?-.
Trattenendosi dall'immane voglia di schiantare il telecomando nello schermo per l'offesa, egli si limitò ad ammutolire la tv, alzandosi per rintanarsi nella sua stanza.
-Ehi, Raph! Dove vai? C'è la pizza!- ricordò accigliato Michelangelo.
Ignorando la scatola candida con una succulenta pizza margherita, Raphie preferì andarsene senza rispondere. Saltò agilmente il pilastro ramato che sorreggeva il corridoio superiore della zona notte, varcando l'uscio della sua camera.
 
Appena chiuse la porta, i tre fratelli poterono riunirsi in cucina e discutere sullo strano comportamento fin troppo introverso del rosso. Generalmente esplicito, ora sembrava un guscio chiuso.
-Avete notato che Raph è piuttosto distaccato, ultimamente?- chiese Donnie.
Si sedette sulla sedia al tavolo, prendendosi una generosa fetta di pizza nel piatto.
-Infatti. Mi piacerebbe tanto sapere cosa gli passa per la testa!- mormorò Mikey a bocca piena.
-Le buone maniere, Michelangelo- ridacchiò Splinter, preferendo di gran lunga del tè.
-Vero!- si scusò l'interpellato, deglutendo sonoramente un grosso boccone.
-Forse è solo preoccupato per la forte criminalità- proseguì Leonardo.
Il suo sguardo serio ricadde sulla fumante pizza, come se in quel rosso pomodoro, potesse scrutarne le risposte che cercava...

 
  
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