Era un giorno come gli altri,almeno,era quello che credevo io.
 
Mi svegliai con il rumore della sveglia di mio padre,che,era il problema da risolvere di prima mattina,dato che era impostata ogni giorno alle 5:30 e che ogni volta si bloccava e continuava,imperterrita,ad emettere quella “suoneria” martellante,che mi provocava un mal di testa assurdo.ero l’unica quella mattina ad essere in casa,dato che i miei erano da mio nonno in texas per motivi a me sconosciuti,ma,invece,fatti presenti a mia sorella.una di quelle sorelle che non se ne frega di niente e di nessuno e,come al solito,aveva passato un’altra notte dal suo ragazzo,più che ventiquattrenne,al quale,avrebbe rubato il contenuto del portafogli,come ogni sera e sarebbe tornata a casa dopo l’abbondante pranzo dai suoi suoceri.non c’era nessuno,ma la sveglia si,era l’unica mia compagna in una domenica piovosa.sfilai dal mio corpo il pigiama che indossavo,e,mi infilai sotto la doccia.una di quelle docce rilassanti,che nessuno può fermare,tranne la sveglia che avevo dimenticato di spegnere.avevo intensione di andare dalla mia migliore amica,come domenica scorsa,ma pioveva,e lei,era a casa di sua zia per il compleanno di suo cugino.il suono martellante della sveglia,mi riportò alla realtà e,fece uscire dalla mia mente i programmi che avevo fatto per quel giorno.uscii dalla doccia,spensi quella dannata sveglia e frugai nel mio armadio.indossai il pantalone di una tuta grigia,una felpa e scarpe da tennis.scesi al piano di sotto,fiondandomi in cucina per poi prendere dei popcorn e versarli in una ciotola trasparente.passai per il corridoio,e il mio sguardo cadde sullo specchio che era posto alla mia destra.quello speccho,rifletteva alla perfezione ciò che ero,una ragazza,di nome Julie, dagli occhi scuri e capelli castani,non troppo bassa,ma neanche troppo alta,un po’ troppo grassa per gli standard dei ragazzi che sognavo.del tipo? Beh,del tipo,Caleb Montgomery,il ragazzo più bello della mia scuola.vabbè,lasciamo stare,è troppo per me.arrivai in soggiorno,mi sedetti su una poltrona,la preferita di mio padre,e con la ciotola piena di popcorn in mano,accesi la tv.era sintonizzata su un canale di musica,mia sorella ama guardarlo,parla per lo più di talenti in internet.è questo quello che piaceva a mia sorella,il fatto che quelle persone non erano nessuno,ma aveva talento e potevano cambiare il mondo.volevo cambiare,ma mi incuriosiva,in quel momento c’era la pubblicità,ma volevo dare un’occhiata a quel canale,cosi,posai il telecomando sul piccolo tavolo al centro della stanza,non molto lontano dalla poltrona sulla quale giacevo.la pubblicità fini e il mio sguardo si posò su un ragazzo seduto su una poltrona,aveva occhi azzurri e capelli castani.iniziò a parlare e disse –e adesso,concentriamo la nostra attenzione su un talento che abbiamo scovato,il suo canale youtube si chiama kidrauhl,lui porta il nome di Justin Bieber.è un ragazzino che canta,può sembrare banale,ma,ascoltatelo e vi ricrederete,adesso sentiamo una sua cover-. Parti la musica e il video di un ragazzo,sui quattordici anni che cantava ‘wait for you’ di Elliott yamin.la sua voce mi colpi,più dei suoi occhi color caramello.la mia vita era bella,ma ascoltando quella voce,mi sembrò di aver trovato una parte di me,una parte che mancava da sempre e che necessitava di essere trovata da me,tanto quanto,io necessitavo di lei.quella voce mi completò,in un solo minuto,mi fece capire del bisogno che avevo di ascoltarla ogni giorno.provai mille emozioni.il cuore iniziò a battere forte,sentivo le farfalle allo stomaco e sentivo il calore pervadere il mio corpo,avevo i brividi e le lacrime agli occhi.le lacrime,di chi,ha trovato la sua ragione per andare avanti.