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Autore: bibersell    13/07/2013    3 recensioni
Qualcuno sfiora la mia mano. Mi prende la mano e inizia a correre. Io lo seguo. Non so chi sia. Ma immagino. Vedo solo un capello verde e dei ciuffetti biondi che escono. La morbidezza di quella mano era a me troppo familiare. È buio. Sento il mare. Il profumo di mango mischiato all’odore del mare. I granelli di sabbia cullano i miei piedi. Sono fastidiosamente delicati. Appoggiai la testa sulla sua spalla e ci lasciammo cullare dalla sabbia e il mare, quella sera, suonò per noi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che questa storia è stata scritta alcuni anni fa, perciò è un pò banale; ma ho deciso di pubblicarla perchè la mia migliore amica ci teneva che la pubblicassi. Lo so che fa cacare e so che è davvero orribile visto che è la mia prima storia, ma per la felicità della mia migliore amica la pubblico c: Ora vi saluto , e mi vado a sotterrare #peaceandlove

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Quella mattina, come tutte le altre, schiacciai il tasto play del mio mp3. Però, quella mattina non mi trovavo nella mia cameretta rannicchiata sotto le coperte con un sorriso stampato sulle labbra che nessuno riusciva a togliermi. Mi trovavo in macchina con i miei genitori e mio fratello. Stavamo tornando da una noiosa e solitaria vacanza in Lussemburgo. Quando mio padre mi disse:”Ilaria, questa non è la canzone del Canadese?”
Tolsi immediatamente gli auricolari e sentii una melodia a me familiare. Parcheggiammo e iniziammo a camminare lungo un ponte. La melodia era sempre più vicina, fin quando non mi abbassai e vidi niente poco di meno che JUSTIN BIEBER, sotto i miei piedi c’era lui , il mio idolo, che cantava Baby. Così cercai di scendere giù ma non ci riuscii. Avevo il mio idolo così vicino ma pur così lontano. Mi sentii tirare, era mia madre. Afferrò il mio braccio e mi portò all’auto. Quella notte ci fermammo in un Hotel a 5 stelle. Quando entrammo nella Hall trovai di fronte a me Justin che saliva le scale per uscire dall’albergo. Lo bloccai. Lui mi disse che se non mi fossi comportata da fan pazza esaltata, avremmo fatto una foto insieme e l’avrebbe autografata . Così fu. Cercavo uno specchio per vedere come stessi, volevo che nell’ unica foto con il mio idolo stessi bene.
Justin mi chiese ”Cosa stai cercando?”
io gli dissi “Uno specchio per vedere come sto.”
Lui rispose ”Sei bellissima, sei la ragazza più bella che io abbia mai visto.”
Mia madre chiese a Justin quale fosse il suo lato migliore e lui si protrasse e indicò me. In quel momento il mio cuore batteva a mille.
” Justin ti posso chiedere una cosa?” gli chiesi voltandomi verso di lui                                                       ” Chiedimi tutto quello che vuoi” mi rispose
“Perché questo sogno mi sembrava così reale?”.
Scoppiò in una grande risata. Tra me e me dissi:”ODDIO!”. Il suo sorriso era pazzesco. In quel momento mi sciolsi come una tavoletta di cioccolata infornata a 200°. Sulla foto scrisse:” When you smile, I smile”.
Justin se ne andò. Quella notte non dormii, pensai e ripensai a tutto ciò che era accaduto e alle splendide parole che mi aveva detto.
Dopo alcuni anni di sofferenza, dolore, speranza, pensavo che quello che avevo vissuto era soltanto un sogno, un bellissimo sogno che sembrava tanto reale. Il ricordo, però, non è più così limpido, giorno dopo giorno svanisce sempre più. Ogni volta che leggo qualche articolo su Justin e Selena, il mio cuore si spezza. Mi dico che sarei potuta essere io, poi questo pensiero annega nel dolore. Mi dico:”Sveglia! Lei è Selena Gomez, come puoi pensare che potrebbe stare con te?”. Quando un giorno, guardando la televisione, sentii la canzone di Justin, e il telecronista disse:” Chi troverà un Golden Ticket nel CD , avrà l’opportunità di passare un finesettimana con lui a Los Angeles”. Mi precipitai subito a comprarlo. Non l’ho ancora aperto. Ma , scrivendo queste righe, ho trovato il coraggio per aprirlo. Ho paura. Paura di far soffrire ancora il mio cuore. Già troppe volte si è infranto e non voglio che succeda ancona. NON VOGLIO! Non sopporterebbe un'altra rottura, io non la sopporterei. Devo essere forte per un’ ultima volta e aprire il CD.
“ Si! I pezzi del mio cuore hanno trovato dimora. Tra sette giorni passerò un intero finesettimana con Justin e gli potrò chiedere se si ricorda di me e chissà magari …” dissi piangendo dalla gioia.
La settimana passò velocemente tra un senso di preoccupazione e grande felicità. In quei giorni non facevo altro che pensare : “per la prima volta in tutta la mia vita salirò su un aereo e lo prenderò con Justin Bieber non sto più nella pelle.
Non ho dormito. Come mi presenterò. Ho delle borse enormi sotto gli occhi e il colorito della pelle è bianco, bianco come quello di un vampiro. Ma non importa. In questo momento la cosa fondamentale è quello che mi aspetta tra qualche ora. Il mio cuore non si è mai e dico MAI comportato così. Batte all’impazzata. Sembra corra la gara più importante della sua vita. È più emozionato lui di me. Mentre mi lavo e mi vesto penso a lui. Chissà se è emozionato? Chissà se mi riconoscerà? E se si, cosa farà? Come sarà vestito? E se rimango senza parole per tutto il finesettimana cosa farò? No, non voglio pensarci. Mi devo godere al meglio tutto, sia le cose belle che le cose brutte
.”
Durante il tragitto per arrivare all’aeroporto la mia mente era occupata da tantissimi pensieri, c’era una tale confusione, mi sembrava di essere un ingrediente dimenticato dell’insalata mista. Finalmente arrivai e lo vidi. Tutte le emozione che avevo provato anni fa erano ritornate. Non capivo più niente, nella mia mente erano scomparsi i tanti pensieri, le preoccupazioni, c’era solo lui. Tutto intorno a me era scomparso. Sentivo nello stomaco le farfalle che agitavano le loro ali come non mai. Volevano uscire, avevano voglia di esplorare il nuovo mondo che presto avrei visto con una persona speciale. Fui riportata alla realtà da mia madre che mi desse: “Mi mancherai”. Dopo un grande abbraccio familiare, le mie gambe e i miei piedi iniziarono a muoversi e quel viso che avevo visto su You Tube, quel viso che avevo tanto sperato di incontrare, quel viso che avevo sognato così tante volte si avvicinava sempre più. Più le mie gambe si muovevano, più il mio cuore batteva e più veloci le ali delle farfalle battevano. All’improvviso udii “piacere di conoscerti, come ti chiami?”
Io:“ I-ilaria”.
Salimmo sull’aereo. Il cuore si regolarizzò. Justin era seduto di fianco a me. Iniziammo a parlare del più e del meno. Mi chiedeva tante cosa ma nella mia mente c’era una sola e unica domanda con una sola e unica risposta.
Così mi feci coraggio e glielo chiesi.
”Ti posso fare una domanda?”
”Certo!”
” Ti ricordi di me?”
Dopo 2 minuti di silenzio mi rispose
”Mi dispiace, ma non mi ricordo di te.”
In quel momento il mio cuore si frantumò. Un dolore così non lo avevo mai provato. Justin aveva infranto il mio sogno, la mia unica speranza. Pensavo e speravo che i pezzi del mio cuore avessero trovato dimora, ma quando andarono a bussare alla porta, gli fu chiusa, non sarebbero potuti entrare in un mondo fatto di felicità e spensieratezza. Sentivo che qualcosa in me stava cambiando. Qualcosa era cambiato.
Justin mi disse:” In questo finesettimana non voglio che mi tratti come la nota pop star, vorrei essere semplicemente me stesso, un ragazzo che viene dal Canada che vuole conoscere la ragazza che gli sta accanto. Me lo prometti?”
Io:” Te lo prometto.”
intrecciammo i nostri mignoli come fanno i bambini.
Prima avrei pianto, ora no. Sentivo che sarei stata me stessa. Ero calmissima. Non ero su di giri perché il mio idolo era di fianco a me. Avevo abbastanza lucidità per capire che i personaggi noti sono come noi. Lui è un semplice ragazzo, ha voglia di divertirsi, di fare quello che più gli piace, di sbagliare, ma soprattutto ha voglia di essere un normale ragazzo e di essere trottato come tale. Spero che questi giorni siano stupendi.
Quando atterrammo un auto ci portò in albergo.
”Ci vediamo tra un’ora nella sale ristorante.” Mi disse
”A dopo.” Risposi salutandolo con la mano
Un’ ora dopo scesi nella sale ristorante e lo vidi. Era bellissimo, come sempre. Indossava dei pantaloni color ghiaccio, una canotta bianca con una camicia azzurra aperta. Le scarpe, ovviamente, erano le Supra. Erano un colore particolare, andavano un po’ nel marroncino. Si avvicinò e mi baciò la guancia. Aveva un buonissimo profumo. Era un incrocio tra mango e melone. L’accostamento può sembrare un po’ bizzarro, ma vi assicuro che era bellissimo. I suoi capelli sembravano morbidissimi e i suoi occhi non erano mai stati così chiari. Ci sedemmo e a cena finita risalimmo nelle nostre stanze. Mi sdraiai sul letto e pensai e ripesai. All’improvviso sentii bussare alla porta. Aprii ma non c’era nessuno, eccetto un bigliettino con scritto:”Se vuoi rivedermi vieni su in terrazza. ORA.
Decisi di andare. Quando salii vidi una coperta e lui. Vidi Justin. Mi disse:” Ciao, sono contento che sei venuta.”
” Ciao, però forse e meglio che ora vado, non è stata una buona idea venire.”
“No, ti prego rimani qua solo per 10 minuti.” Disse con aria supplichevole
“va bene. Però solo 10 minuti.” Risposi acconsentendo alla sua richiesta, guardandomi intorno.
”Ma qui la vista è magnifica, non ho mai visto niente di così bello.” Continuai subito dopo
”Sapevo che ti sarebbe piaciuto.”
Sembrava così sicuro di se, si comportava come se mi conoscesse da molto tempo. Era anche un po’ arrogante. Parlammo di cose futili fin quando non disse:”Sono passati 10 minuti, io sono uno di parola. Ti riaccompagno in stanza”. Non avrei voluto andarmene. Stavo benissimo. Mi sembrava di toccare il cielo su quella terrazza insieme a lui. Ma andammo lo stesso, ed una volta arrivati lui disse:” Spero di non averti annoiata. Sono stato benissimo.” Poi ci salutammo con un bacio sulla guancia e lo vidi allontanarsi.
La mattina seguente scesi nella sala ristorante per fare colazione. Mentre mi incamminavo per andarmi a sedere, mi sentii afferrare per il braccio e sentirmi dire:” Cosa hai visto di Los Angeles?” ” Niente.”
“Allora vieni con me!” disse trascinandomi.
E così senza dire niente uscimmo dall’albergo e facemmo un giro turistico della città. Quando arrivammo sotto la scritta “HOLLIWOOD” Justin mi disse:”Ieri sera eravamo sulla lettera L.
 Rimasi senza parole e mi scese una lacrima.
”Perché piangi, ho fatto qualcosa di sbagliato?” mi chiese preoccupato per la mia reazione.
”No, tu sei stato dolcissimo. E solo che mai nessuno ha fatto certe cose per me.”
Mi accarezzo il viso e mi sussurrò all’orecchio ”When you smile I smile”.
Quella fu la giornata più bella della mia vita. Quando tornammo in albergo il manager rimproverò Justin per essere uscito senza guardia del corpo e non avvertendo nessuno. Così anticipò la partenza e la sera stessa partì.
Justin mi lasciò un mazzo di rose bianche con sopra una spruzzatina di brillantini dorati. Vicino c’era un biglietto con scritto “Questi giorni trascorsi insieme sono stati favolosi, sono stato me stesso e non lo ero da parecchio. Ed è bellissimo. Però ti ho mentito. Ti ricordi quando in aereo mi chiedesti se mi ricordavo di te? Beh ti ho detto di no, che non mi ricordavo di te. Ma come avrei potuto dimenticare quel viso stupendo. Così dolce. Appena ti ho visto mi sono innamorato. In questi anni non ho fatto altro che pensarti e quando ti ho rivista all’aeroporto il mio cuore si è riempito di felicità. Adesso dobbiamo separarci ancora e io non so se ce la farò senza di te.”
Leggendo questo biglietto, avevo appoggiato la gamba al muro, ma scivolava sempre più, fin quando mi sedetti per terra e iniziai a piangere.
Quei giorni sono stai i più belli della mia vita. Non li dimenticherò mai. Sono passati sette mesi. Sono sette mesi che il mio pensiero è fisso su di lui. Sono sette mesi che il mio cuore soffre. Soffre quando vede un bacio tra Selena e Justin, soffre quando legge le cose dolci che Justin fa per Selena. Soffre quando capisce che quella ragazza sarei potuta essere io. Soffre… il mio cuore soffre…
Ma non posso continuare così devo trovare il coraggio per parlargli e per chiedergli le cose, i pensieri che da sette mesi affollano la mia mente. Devo trovare il coraggio. Devo trovarlo.
Così ho preso la decisione di partire. Vado in Canada. Andrò ad un suo concerto.
Arrivata all’aeroporto mi vengono in mente le emozioni che provai quel giorno. Ho una fitta nello stomaco. Mi sento male. Sembra che i muri si restringano. Più sto male e più si restringono. Sembra di vedere un film horror.
Poi sento “When you smile I smile” penso sia Justin, mi giro ma dietro di me non c’è nessuno. Era solo un sogno, anzi un incubo. Quando riapro gli occhi mi ritrovo sull’ aereo diretto in Ontario. Appena scesa dall’aereo, prendo un taxi e arrivo dove Justin terrà il concerto. Sono le 7:20 del mattino e Justin arriverà solo alle 20:00 di sera. Può sembrare strano che io già sia qui, ma volevo assicurarmi di vederlo.
Ci sono tantissime Beliebers. C’è chi piange, chi urla il suo nome a squarcia gola, chi canta le sue canzoni e poi ci sono io che penso a ciò che gli dirò quando lo incontrerò.
Cala la sera e in lontananza si vede un automobile nera. Si ferma. Scende Justin. Partono urla, pianti, grida.
Passa tra le fan per firmare gli autografi o per scattare foto. Tra un autografo e un alto mi vede. I nostri sguardi si incrociano. Poi scompare. Le fortunate che hanno il biglietto entrano. Io rimango fuori insieme alla mia tristezza. Mi dico che sono una fallita, non sono riuscita a dirgli:”Perché, perché quel giorno non mi dicesti la verità, perchè?”. Mi incammino. Ma ad un certo punto.
Sento qualcuno che cammina dietro di me. Non sento più i passi. Qualcosa sfiora la mia mano. Qualcuno sfiora la mia mano. Mi prende la mano e inizia a correre. Io lo seguo. Non so chi sia. Ma immagino. Vedo solo un capello verde e dei ciuffetti biondi che escono. La morbidezza di quella mano era a me troppo familiare. È buio. Sento il mare. Il profumo di mango mischiato all’odore del mare. I granelli di sabbia cullano i miei piedi. Sono fastidiosamente delicati. Appoggiai la testa sulla sua spalla e ci lasciammo cullare dalla sabbia e il mare, quella sera, suonò per noi.

  
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