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Autore: Mirrine    13/07/2013    4 recensioni
Salve a tutti!! Dopo la mia grande fatica di" A Wammy's Love Story" ho fatto ritorno al mondo di Oz, cioé a questo fandom con una shot che avevo scritto per un concorso( C'era una svolta) e che, riesumata miracolosamente dalla valle dei cassetti perduti ora propongo a questo splendido pubblico!
Il tema è un po' delicato e forse il finale vi lascerà un po' tristi ma l'amore è sempre quello sincero e imperituro a cui sono tanto legata!
Buona lettura!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando stanno per scendere, dentro si accende una luce. Ma prima che possano un commento, due fari illuminano la scena: un grosso fuoristrada nero sopraggiunge e si ferma. Il motore si spegne e la strada del ritorno diventa irraggiungibile.
 

-     Ok, ok e poi spunta fuori un pazzo maniaco omicida che li spezzetta con l’accetta del bisnonno boscaiolo!
Matt rise di gusto piegandosi in due dalle risate per la faccia di Mello che lo guardava vagamente irritato da dietro la copertina del volumetto.
-     Si prospettava interessante, sai?
-     Certo, certo, come no...- si lasciò scappare un’altra divertita risata- Senza nemmeno uno zombie come pretendi che possa essere interessante?
-     Il bello non è tutto rinchiuso nei tuoi videogiochi, sai Matt?
-     Mah. Nemmeno in quello stupido romanzetto però!
-     Forse hai ragione tu...- Mello richiuse il libro con delicatezza e lo rimise a posto sullo scaffale ammuffito lanciandogli un ultimo sguardo perplesso prima di voltargli definitivamente le spalle e dirigersi verso l’uscita della stantia libreria.
-     Come se non sapessi che in realtà volevi comprarlo!- Matt congiunse le mani sotto il mento e spalancò gli occhi smeraldini in maniera follemente sognante- Perché sei una principessina romantica!
-     Piantala o ti spacco il naso di nuovo! – lo minacciò Mello fulminandolo con il proprio sguardo ghiacciato e fingendo di caricare già il colpo.
-     Oh daì lo sai che scherzavo. – Matt gli rivolse un sorriso dolce e si chinò per apporgli un breve bacio sulle labbra.
-     Siamo in strada.- borbottò Mello ritraendosi di scatto per poi guardarsi nervosamente attorno.
-     Già.
Matt lasciò andare un lungo sospiro malinconico.
Ancora quell’imbarazzato disagio.
Eppure era passato circa un anno da quel giorno...
Il giorno in cui avevano scoperto di amarsi.
Matt conosceva Mello da circa quattro anni, ricordava ancora perfettamente quella mattina!
Era il suo primo giorno di liceo e se ne stava stravaccato su di una di quelle odiose sedie di legno a ingannare il breve tempo che lo separava dall’inizio delle lezioni giocando a massacrare alieni con la propria fidata consolle portatile. Era arrivato al penultimo livello quando la sedia su cui aveva ineducatamente posato le gambe venne scostata di colpo da Mello che l’occupò senza la minima esitazione e con un cipiglio di sfida che Mail mai aveva visto sprizzare tanto audace orgoglio.
Da quel giorno avevano occupato lo stesso posto per quattro anni.
Dire che erano diventati subito amici sarebbe stato scontato, stupido e quanto mai falso.
C’era voluto tempo, un bel po’ di tempo, ricordava sempre Matt quando si trovavano a parlarne.
-     Solo perché tu sei uno stupido timidone!- rimbeccava sempre Mello stizzito.
-     E tu un borioso orgoglioso!- rincarava Matt ridendo  a crepapelle prima di beccarsi un bel pugno alla Mello, che, come era stato chiaro sin dall’inizio, diventava un tantino aggressivo se veniva offeso.
In effetti avevano entrambi ragione sull’altro.
Matt era, come preferiva autodefinirsi, una persona riservata; nei fatti un timidone senza speranza che si era rinchiuso nel proprio mondo virtuale, l’unico in grado di dargli la gioia che le persone con cui aveva avuto a che fare non erano state in grado di donargli.
Mello, dal canto proprio, aveva aggressivamente eretto attorno a sé un’autentica muraglia di ghiaccio, nell’infantile, ma dolorosamente giustificata, speranza che il dolore atroce provato quando, a cinque anni, sua madre era morta di aneurisma mentre dormiva nel letto accanto a lui, non si ripetesse più.
E scalfire quel muro di diffidente odio verso il mondo non era stato semplice.
Matt però, forte della forzata allegria che faceva splendere, nonostante tutto, il cielo della sua vita minacciato quotidianamente dalle oscure nubi del tumore al colon con cui suo padre lottava da quattro anni, non si era arreso.
Perché la prima volta in cui aveva fissato i propri occhi di giada nei suoi di lapislazzuli, aveva visto una muta richiesta d’aiuto a malapena soffocata nonché un bruciante desiderio di essere capito e amato.
Il cuore gli si era stretto in petto talmente forte che, per un attimo, aveva pensato di finire sommerso da quel mare di emozioni contrastanti; la celata dolcezza del suo viso candido e il lieve sorriso che gli aveva timidamente solcato le labbra chiare però gli gettarono un’ancora che lui non aveva mai mollato.
E lentamente, scalando con pazienza ogni nodo di quella dura fune con la resistente abnegazione di un missionario, era salito sulla splendida caravella che era l’essenza di Mello.
Amici, fratelli, come entrambi avevano più o meno segretamente sperato di diventare.
Inseparabili, si comprendevano al volo e avevano veleggiato serenamente per circa tre anni superando l’orgoglioso scetticismo di Mello e l’incerta timidezza di Matt con inaspettata abilità.
La burrasca era giunta con ingannevole violenza appena l’inverno scorso.
Matt non ricordava nemmeno esattamente com’era iniziata.
Semplicemente un giorno aveva iniziato a guardare Mello con occhi diversi.
Particolari, che prima i suoi occhi non osservavano neanche di sfuggita, ora gli si imprimevano a fuoco nel cuore offuscandogli al contempo il suo povero cervello, prima assorbito completamente dai videogiochi.
Per esempio come il suo sorriso fosse dolce in una foto che avevano scattato all’ultima gita scolastica o di quanto splendidamente luminosi potessero diventare i suoi occhi chiari o ancora l’assoluta bellezza del suo portamento orgogliosamente fiero e tanti altri dettagli che mai si sarebbe aspettato di notare.
E poi ci furono le reazioni sempre più assurde che si accorgeva di avere in sua presenza, che oscillavano buffamente dal batticuore inarrestabile quando scorgeva la sua magra figura venirgli incontro allo stritolamento di viscere ogni volta che si sfioravano e culminavano nel ridicolo balbettio imbarazzato che Matt, pur sentendosi un perfetto idiota, non riusciva proprio a fermare.
E con sintomi così chiari ed evidenti solo uno stupido non si sarebbe accorto della malattia che aveva contratto.
Dunque Matt, che era re attivamente sveglio, ci aveva messo ben poco a capire quello che stava succedendo.
Si era innamorato.
Be’ non che fosse una cosa aliena di per sé; da buon diciassettenne prima o poi doveva accadere, solo che... insomma... non immaginava che avrebbe provato quel tipo di sentimenti per un ragazzo e in modo particolare per Mello.
Cazzo.
Non aveva saputo pensare niente di più intelligente quando, prendendo infine atto che l’unica persona a scatenargli una potente burrasca emozionale, e non solo, era esclusivamente Mello, aveva dovuto prendere coscienza di essere... gay.
Insomma, non aveva mai avuto niente contro gli omosessuali, per indifferenza alla questione se non altro, ma dalla tolleranza alla consapevolezza di esserlo, ce ne passava un bel po’...
A scuola i compagni si sfottevano chiamandosi in quel modo e ogni accenno alla cosa, inutile a dirlo, veniva preso come sinonimo di debolezza, stupidità e, nei casi più gravi, malata anormalità.
A casa la possibilità non era nemmeno lontanamente contemplata e l’unica persona con cui, forse, Matt avrebbe potuto confidarsi era proprio la diretta interessata.
Tra l’incudine e il martello, Matt non aveva potuto fare altro se non raccogliere tutto il coraggio che il suo povero cuore sottosopra riusciva a contenere e tentare di confessare tutto a Mello.
Più facile a dirsi.
Non che di occasioni non ce ne fossero state, e in alcuni casi ci era andato maledettamente vicino, ma ogni volta la vergogna di provare quei sentimenti e la paura di essere brutalmente respinto da un Mello che, d’altra parte, sembrava più che giustificato a farlo, lo avevano trattenuto.
Il destino però, a cui prima di quel fatidico giorno di pochi mesi prima non credeva, aveva argutamente deciso per lui.
Stavano rientrando da un locale quando un’inaspettata pioggia notturna li aveva colti in flagranti in mezzo alla strada sfortunatamente parecchio lontano da casa di Mello.
Ormai fradici si erano riparati sotto una malandata tettoia nella speranza che l’acquazzone si placasse permettendo loro di correre a rifugiarsi in un posto migliore ed evitare intanto di bagnarsi ulteriormente.
Forse perché era buio pesto o probabilmente perché la strada attorno a loro era  completamente deserta, Matt aveva trovato il coraggio che aveva così disperatamente raccolto in quei giorni e, di getto, prima che tutto quell’ardore morisse, aveva apposto un lieve bacio sulle labbra di Mello.
-     T-t- tu m-mi p-piaci Mello.- aveva biascicato allontanandosi lentamente dal viso umido dell’altro, con il panico che minacciava di mangiarselo vivo, nel tentativo di riparare all’irreparabile.
Per alcuni, infiniti, attimi il rumore della pioggia era stato l’unico suono udibile nel raggio di chilometri ma, proprio prima che Matt perdesse ogni flebile speranza e iniziasse a blaterare le scuse più disperate per tentare di non perdere la persona a cui ormai teneva più di qualunque altra nell’universo...
-     Anche tu mi piaci Matt.
E lo aveva baciato nel modo più dolcemente intenso che Matt, nemmeno nei propri sogni più edificanti, avrebbe mai immaginato di provare.
In quel momento si era sentito felice come mai in vita propria.
Se avesse saputo che il peggio sarebbe venuto dopo, avrebbe conservato un po’ di quell’allegria per sostenerlo.
Si piacevano.
E si erano  anche baciati.
In qualunque altro caso questo sarebbe bastato e dire, senza ombra di dubbio, che erano fidanzati, ma loro non erano qualunque altro caso.
Loro erano due ragazzi, maschi...
Non un ragazzo e una ragazza ma ragazzi, solo ragazzi.
E la cosa allora come andava gestita?
Matt, superato il, per lui incredibilmente spinoso, scoglio della dichiarazione, era pronto ad affrontare il mondo intero e la possibile vergogna o imbarazzo di farsi vedere insieme con le mani intrecciate o a darsi un bacio in mezzo alla strada non lo sfiorava nemmeno.
Amava Mello e questo, per lui, surclassava di gran lunga ogni altro dettaglio.
Mello al contrario, in questo caso, non era così spavaldo.
Non che non fosse certo di ciò che provava per Matt ma proprio per questo aveva paura.
Paura di quell’amore che sentiva crescere in lui: innato, arcano e al contempo nuovo e travolgente.
Paura, perché loro non dovrebbero amarsi.
E preso dall’indecisione, sentimento che mai prima di allora gli aveva sfiorato l’anima, ne aveva parlato con l’unica persona che era riuscita a comprenderlo quasi meglio di se stesso: Matt.
Ne avevano discusso a lungo e, alla fine, l’audace coraggio di Mello era riemerso fieramente portandolo alla decisione che, era convinto, avrebbe impresso una svolta definitiva e decisiva alla loro situazione.
Lo avrebbe detto a suo padre.
Aveva organizzato tutto.
Erano seduti a pranzo, tutti insieme, e proprio mentre Mello era in procinto di confessare tutto al genitore, quest’ultimo, turbato da una notizia appena sentita in tv, aveva esclamato con disattenta ferocia:” I gay sono dei malati, del tutto anormali! Niente è più contro natura  di quei bastardi!”
A quelle parole i giovani erano letteralmente impalliditi mentre Matt aveva sentito crescere in se un impeto iroso che aveva rafforzato la propria voglia di confessare ciò che provava.
Mello invece era scivolato inesorabilmente in una deprimente vergogna a cui, ancora quel pomeriggio davanti all’unica libreria del quartiere malfamato, riusciva a malapena a sottrarsi.
Così ciò che avrebbe dovuto sbloccare la loro situazione non aveva fatto altro che incatenarla ulteriormente e loro erano tra l’incudine e il martello, di nuovo.
 
 
 
 
 
 
Salve a tutti. Per chi non mi conoscesse ancora, piacere!
Se invece qualche vecchia conoscenza mi fa nuovamente visita non posso che salutarla con affetto smisurato!
E io che non pensavo di tornare e invece...?
Invece rieccomi, con una storia un po’ molto triste e deprimente e anche un po’ pesante ma che spero possa esservi ugualmente gradita!
Grazie a tutti, anche a coloro che arriveranno sino a queste parole senza recensire.
Vi consegno questa storia a me molto cara, spero ne comprendiate e apprezziate la sua essenza più vera e profonda.
P.S. L’introduzione non è mia ma di una scrittrice, era parte di un lungo estratto da cui dovevamo partire e continuare a scrivere!
 P.S. 2 Come vedete questa storia non ha propriamente una fine, me astuta così se ha tanti tanti ammiratori potrei continuarl... ehm ehm volevo dire...
Ciao!!!
Mirrine!!
  
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