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Autore: eika    26/01/2008    0 recensioni
Scritta in un momento di delirio più totale...non ha alcun senso, perciò non cercatelo...spero vi piaccia...
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza era sdraiata comodamente sul divano, la musica e la televisione a tutto volume, in grembo un libro

La ragazza era sdraiata comodamente sul divano, la musica e la televisione a tutto volume, in grembo un libro. –Che noia! Ormai è buio e io non posso uscire. Non ho nemmeno voglia di cucinare…Come al solito papà tornerà da lavoro tardissimo…Perché esisto?- da sola in casa pensava ad alta voce (primo sintomo…). Aveva ragione. Da quando il padre era stato promosso all’azienda e loro si erano trasferiti, lui non era mai a casa prima di mezzanotte. “Meglio così, potrò esaminare meglio la mia strana situazione…” si alzò e si diresse lentamente verso la cucina “E’ da un po’ di tempo che è come se quello che mi succede fosse condizionato dalle mie emozioni, come quella volta che ho mandato a gambe all’aria un ragazzo che mi aveva spaventata da dietro. Il problema è che era appeso nel vuoto, a testa in giù. E…bhe, sì, ero stata io…In fondo non è colpa mia se quando mi spavento perdo il controllo dei miei pensieri e le cose prendono a volare da sole, no?!” Stava fissando insistentemente la pentola dell’acqua che aspettava di bollire. “Pentola guardata non bolle mai…” distolse lo sguardo e cominciò ad apparecchiare. Il suo “ricchissimo” menù prevedeva solo un piatto di pasta, un vero pasto da re! Accese il televisore di malavoglia, almeno la voce dei presentatori l’avrebbero fatta sentire meno sola.

-Telegiornale, telegiornale e ancora telegiornale…-disse facendo un po’ di zapping

-…non c’è nient’altro!- La sua scarsa attenzione venne attratta da un notiziario:

-Strani eventi stanno accadendo nella nostra città. Un passante ci ha assicurato di aver visto un puntino nel cielo. Che siano forse alieni intenzionati ad invadere il nostro pianeta? Ma colleghiamoci con il nostro inviato. Tom, ci sei?

-Sì, certo Mike. Qui vicino a me c’è la signora Cromwell. È sicura di aver visto oggetti volanti sospesi per aria che si aggiravano nella strada. Giusto signora?

-Sì. Ieri, verso le otto stavo cenando quando fuori dalla finestra è schizzato qualcosa che poteva essere un libro. Mi sono spaventata a morte e ho chiuso tutte le finestre.

-Mi dica, signora, dove abita così che tutti quelli che abitano nella sua zona possano proteggersi adeguatamente.

-Abito in via Doniselli 15, al terzo piano.

-Da qui è tutto. Se ci saranno delle evoluzioni ti farò sapere, a te la linea Mike.

-Grazie Tom, passiamo ora allo sport…

Emily spense il televisore, preoccupata. “Dannazione! È la casa vicino alla mia. Ieri sera mi sono spaventata e gli oggetti hanno preso a volare…Cosa succederà se dovessero scoprire la verità?” Meccanicamente versò la pasta, si legò i capelli rossi e si sedette. Dal cortile giungevano grida e schiamazzi. Emily uscì sul balcone, con il mestolo ancora in mano. Prima di rientrare lo scagliò con tutta la sua forza oltre il cortile, colpendo una macchina parcheggiata lì sotto. (scoperta la misteriosa provenienza degli oggetti volanti…Ndeika)

Nella notte i suoi occhi si restrinsero e riuscirono a distinguere due sagome.

Una stava minacciando l’altra con un coltello, probabilmente a serramanico. “Ci risiamo. Chiamo la polizia, o no?!” sollevò la cornetta e compose il numero. Poco dopo rispose una voce maschile, allegra –Buonasera. Qui è la centrale di polizia. Con chi parlo?

-Ciao Max, sono Emy. Ci risiamo però questa volta usa un coltello…

-Veniamo subito, Emy. Non ti preoccupare, ok?!

Emy riattaccò e si guardò intorno. Era sicura di aver preso il mestolo…

Una decina di minuti più tardi una macchina della polizia portava via l’uomo e un giovane poliziotto si stava piacevolmente intrattenendo con Emy.

-Hai fatto bene a chiamare. Questa volta lo chiuderemo in manicomio…

-Ho 16 anni, ma non sono stupida. Sali, ti offro qualcosa da mangiare…

-Emy! Sono in servizio, non posso.

Max era un bel ragazzo, alto con la carnagione scura, mediterranea. I capelli scuri, corvini, gli arrivavano quasi alle spalle e i suoi occhi erano di un blu così intenso da sembrare finti. Aveva indubbiamente un debole per la ragazzina. Emy era bella, arrivava a malapena al metro e 70. la carnagione era chiara, ma si abbronzava in fretta al mare. Aveva lunghi e lisci capelli rossi che le arrivavano sotto le spalle e i suoi occhi potevano essere paragonati solo ad un verde ottenuto mescolando uno smeraldo all’erba più tenera e fresca. Max ne era rimasto incantato dalla prima volta che l’aveva vista. Incantato a guardare il suo profilo perfetto Max non si rese nemmeno conto che Emy gli stava parlando.

-Max? Mi stai ascoltando? Ti ho chiesto se vuoi salire un attimo…mi vuoi rispondere?

-Eh? Ah, sì certo. Però sono in servizio e…

-Fregatene. Dì che devi compilare dei documenti e assicurarti che la donna stia bene…

-Emy, e tuo padre?

-Bho?! È al lavoro, ma non ti so dire dove…

“E così siamo soli…”

-Mi parli dell’ultimo caso?!

-Sei una cuoca fantastica, Emy!

-Okay… Ma l’ultimo caso?!

-Come sta tuo padre??

-…L’ultimo caso Max, l’ultimo caso…(per la serie “ho una pazienza infinita”)

-Ah sì… stiamo cercando il pazzo che lancia oggetti dalle finestre…

Emy arrossì fino alla punta dei capelli, sorridendo come se niente fosse. “Ma io non li lancio…volano da soli!!”

Max tornò in centrale ed Emy rimase di nuovo sola. “Sto bene con Max, ma se rischio di ferirlo quando sono in balia delle mie emozioni, tanto vale che venga estraniata…”

Guardò preoccupata la foto del poliziotto che teneva sul comodino “Se rischio di ferirti, non posso avere il tuo amore…” tornò in sala e dopo aver cercato un numero sull’elenco, compose il numero e attese. Chiuse l’elenco e si girò verso la finestra.

Al piano di sotto, Agatha Cromwell si vide sfrecciare la guida telefonica a pochi centimetri dai vasi di fiori. 

-Pronto? Qui è l’Istituto per Igiene Mentale di Housbourn. Cosa posso fare per voi?

La voce della segretaria era allegra ed entusiasta, di sicuro era nuova. Emy fece un respiro profondo prima di rispondere –Vorrei prenotare una camera…-

Una lacrima le solcò solitaria il viso mentre si apprestava a dire addio mentalmente all’unico uomo che avesse mai amato. 

 

 

-Non so come la pensiate voi, ma a me pare normalissimo che la gente si metta a lanciare cose dalla finestra… ^^ insomma… io soffro di smanie suicide, parlo da sola/ con oggetti inanimati (che mi rispondono pure!!), inciampo in tutto ciò che trovo… perché non dovrei mettermi a lanciare oggetti giù dal terrazzo?? Ndely…

-Tu sei un caso a parte - _ -  Ndeika

-Non è vero…Faffalla!!!

-Shhh…torna a dormire…Tricky…

 

-Alla prossima demenzialità!! Ndkia& ely

 

 

  
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