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Autore: Fiamma Erin Gaunt    14/07/2013    2 recensioni
Camelot e Fireland sono alleate da anni, per rinforzare quest’unione appare possibile un solo modo: un matrimonio tra l’erede dei Pendragon e la secondogenita dei Fraumros. Peccato che i diretti interessati non siano affatto d’accordo, anzi, diciamo pure che non si sopportano; a ciò si aggiunge l’improvvisa morte del sovrano di Fireland, la comparsa di un misterioso e temibile stregone, il desiderio di vendetta, e il senso del dovere del principe Artù.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Seconda stagione
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Prologo

 

 

Nel castello di Camelot si respirava da giorni un’aria di trepidante attesa. Non c’era castellano o membro del popolo che non fosse curioso di scoprire se l’accordo matrimoniale tra la casata dei Pendragon e quella dei Fraumros si sarebbe concluso o sarebbe finito con un nulla di fatto; del resto, che Artù ed Eris non potessero sopportarsi era ben noto a tutti. La figlia di Morzan lo giudicava un ragazzino viziato, arrogante  e spocchioso, incapace di mostrare la minima forma di rispetto e ringraziamento verso chi non apparteneva alla nobiltà; d’altro canto l’erede di Camelot poteva tranquillamente affermare di non aver mai avuto l’occasione di conoscere una ragazza più insopportabile, dispotica e indisponente di lei. I genitori di entrambi, nel corso di quegli anni, avevano cercato in tutti i modi di suscitare un sentimento se non proprio di amore almeno di simpatia reciproca, ma avevano fallito miseramente e, mentre Uther non si faceva scrupoli nell’imporre il matrimonio al figlio, facendosi forte del fatto che avrebbe incredibilmente giovato al regno e che rientrava tra i suoi doveri, Morzan sembrava avere ancora qualche incertezza. Eris era la sua secondogenita, affrettare il suo matrimonio non era strettamente necessario, ed inoltre non credeva nei matrimoni combinati. Aveva accettato la proposta di Uther solo perché da sempre il loro sogno era quello di unire i due regni, ma avrebbe rinunciato se la figlia non fosse stata proprio convinta della cosa. Era per quel motivo che, malgrado i problemi che si registravano al confine del suo regno, era partito verso Camelot: Eris aveva opposto il suo ennesimo rifiuto a quell’unione. Voleva parlarne con Uther, magari insieme avrebbero trovato una soluzione, e poi c’era ancora la ratifica del rinnovo della loro alleanza da sistemare. Giunse al castello a metà mattinata, scortato da un piccolo drappello del suo corpo di guardia, e venne accolto con educato rispetto dai cavalieri che si allenavano nel cortile. Venne condotto dal re, congedando le sue guardie.

- Morzan, amico mio. –

Si scambiarono un virile abbraccio, assestandosi un paio di pacche sulla schiena.

- Purtroppo non porto delle buone notizie, Uther. –

L’uomo aggrottò la fronte, osservandolo con i glaciali occhi azzurri: - Vuoi forse dirmi che tua figlia si rifiuta di sposare Artù? –

Morzan assentì con aria grave, accettando il calice che uno dei valletti gli offriva. Lo sorseggiò lentamente, studiando l’espressione sul volto del vecchio amico. Era evidente che non ne era sorpreso, né tantomeno contento.

- Questo è un bel problema. Sono ancora giovani, certo, ma la decisione dovrebbe essere presa il prima possibile. Non ci sono speranze che Eris cambi idea, voglio dire, dopotutto ha solo undici anni? –

Il sovrano scosse la testa; conosceva bene sua figlia, malgrado fosse appena entrata nell’età adolescenziale e quindi poco più che una bambina: quando si metteva in testa una cosa era quella e basta.

- Lo escludo, ha lo stesso carattere di sua madre: è di una testardaggine incredibile. –

- Artù non è da meno, anche se in questo caso suppongo dipenda dai miei geni. –

Si guardarono per un paio di secondi, poi scoppiarono a ridere nello stesso istante.

- Sì, non sei esattamente ciò che si dice un uomo flessibile. – confermò, ridendo, Morzan.

- Suppongo sia il caso di limitarci a rinnovare il nostro trattato d’allenza, almeno per il momento. –

Uther annuì, facendo un cenno al valletto affinchè portasse loro il calamaio e riempisse nuovamente i loro calici. Siglarono i documenti, mandandoli a Geoffrey affinchè provvedesse ad archiviarli, poi tornarono al loro consueto brindisi.

- Camelot e Fraumros sono amiche da anni, e così continuerà ad essere. Prendi, amico mio, brindiamo alla nostra eterna amicizia. –

Fecero cozzare i calici, incrociando le braccia prima di vuotarli tutti d’un sorso.

- Sei proprio sicuro di non voler rimanere almeno per stasera? –

Morzan si passò una mano tra i capelli leggermente brizzolati, sospirando: era evidente che fosse stanco e provato dagli eventi che si stavano succedendo.

- Mi farebbe davvero piacere, Uther, ma la situazione non è delle migliori. –

Il re di Camelot annuì, comprendeva pienamente le ragioni dell’amico.

- D’accordo, ma spero comunque che tornerai presto a farmi visita, e questa volta con tutta la tua famiglia. –

- Certamente. –

Si scambiarono l’ennesimo abbraccio e poi si separarono.

La mattina dopo arrivò la notizia: Morzan Fraumros non aveva mai fatto ritorno a casa. Il re e la sua scorta erano stati aggrediti appena fuori dai confini di Camelot; l’unico superstite era una delle guardie, giunto a Fireland in fin di vita.

- Il re è morto… Sabin. –

Questo era tutto ciò che aveva avuto il tempo di riferire prima di spirare. La questione del matrimonio era stata messa da parte e, malgrado l’alleanza tra i due regni fosse sopravvissuta, le casate di Pendragon e Fraumros non si erano più incontrate… questo almeno fino ad otto anni dopo.

********

- Mio signore, ci sono problemi al cancello Est della Cittadella. –

Artù si era appena ritirato nelle sue stanze quando Leon entrò come una furia, abbandonando il consueto decoro che imponeva la cortesia di bussare e attendere che il principe desse il proprio permesso ad entrare.

- Che succede? –

- Un cavaliere in nero, si è rifiutato di dire anche una sola parola, ora sta combattendo con le guardie. –

Con uno scatto, si alzò dal letto a baldacchino, rimise gli stivali e agguantò la spada che Merlino si era affrettato a porgergli.

Percorse in fretta la strada che lo separava dal piazzale, seguito a ruota da Leon e Merlino, anche se non gli era chiaro perché il suo servo si ostinasse a mettersi in gioco in questioni che non era chiaramente in grado di affrontare.

Vide subito il cavaliere, intento a menare fendenti con una rapidità ed una precisione impressionanti; sembrava che l’armatura lo rendesse innaturalmente imponente, e da ciò dedusse che doveva trattarsi di qualcuno di statura e corporatura esile: questo spiegava anche come facesse a muoversi con quella rapidità.

Oltrepassò i cavalieri caduti, sfoderando la spada e frapponendosi tra il misterioso sconosciuto ed Elayn. Scambiarono un paio di colpi lenti e presero a girarsi intorno, cercando di valutare l’avversario che avevano davanti. Era veloce, ma i suoi colpi erano meno potenti di quelli che era solito menare lui. Un affondo, una parata, e poi un taglio obliquo, sferrato con la mano di sinistra, che lo colse di sorpresa, ferendolo al polso e facendogli sfuggire la spada di mano.

La lama dell’avversario puntò velocemente verso la sua gola, arrestandosi nel momento stesso in cui la punta sfiorò la morbida pelle al di sotto della mandibola.

- Artù Pendragon? –

La voce suonava troppo delicata per essere quella di un uomo.

- Sono io, vuoi rivelarmi la tua identità? –

Il cavaliere nero si tolse l’elmo, scuotendo la testa e lasciando che una lucida cascata di onde corvine ricadesse sull’armatura; gli occhi azzurri, talmente chiari da sembrare fatti di ghiaccio, lo fissavano in un misto di divertimento e compiacimento. Aveva già visto quella ragazza da qualche parte, ma dove? Stava giusto sforzandosi di ricordare, quando lei prese la parola.

- Eris Elena Fraumros, figlia di Morzan. –

Ma certo, ecco perché era così familiare. Quell’abile spadaccina altro non era che la ragazzina con cui aveva condiviso ogni vacanza fino al suo dodicesimo compleanno: la sua promessa sposa.

Spazio autrice:

Questa è la mia prima fic su Merlin, quindi ogni commento sia positivo che negativo sarà ben accetto, in quanto ogni vostro suggerimento mi aiuterà ad acquisire maggior dimestichezza con un fandom che sperimento per la prima volta. Come detto nella presentazione della storia, questa è ambientata nella seconda stagione, ma alcuni avvenimenti (mano a mano che la storia procede) potranno essere ripresi anche dalla terza stagione. 

Bè, lascio a voi l'ardua sentenza.

Al prossimo capitolo.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

  
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