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Autore: Hilary Anne Carstairs    14/07/2013    4 recensioni
Anyway non linciatemi per quello che ho fatto. Volevo fare qualcosa di triste e che dimostrasse la perdita di una persona amata nel suo momento più brutto.
Spero che vi piaccia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La sua mano era protesa verso la mia e lui mi sorrideva come sempre, come anche quel primo giorno che mi ero resa conto di essere innamorata di lui. Non potei fare a meno di restituirgli il sorriso ed allungare la mia mano verso la sua. Lui mi trascino verso di sè accarezzandomi gli zigomi con le sue dita morbide e familiari. Con le labbra che mi tremavano per l'emozione gli sussurrai "Sei davvero qui?". Sapevo che la risposta era un no ma non ero riuscita a trattenermi. Lui si limitò a scuotere la testa continuando a sorridermi e mi diede un bacio sulla fronte. "Aspetterò sempre che tu torni da me, e spero di aspettarti per anni sai?" Disse lui a voce bassa..."

 
Con un movimento fulmineo dall'essere stesa ero finita seduta sul letto con il fiato corto ed irregolare. Gli occhi aperti ed una mano tra i capelli. 
Tentavo in tutti i modi di calmarmi e di farmi scivolare quel sogno addosso perché sapevo di non poterlo sopportare, sapevo che in quel momento era troppo per me.
Ma per quanto io ci provassi tutti i ricordi insieme a lui mi svolazzavano per la mente ogni qual volta chiudevo gli occhi.
Tutto quello che avevamo passato, tutto ciò che IO avevo passato per stare con lui. 
Era strano che il destino s fosse accanito cosi tanto, prima facendolo svanire nel nulla quando lui aveva perso la memoria ed adesso...
Almeno allora potevo dire che l'avrei cercato. L'avrei cercato e lo avrei sgozzato con le mie mani solo per vendicarmi del fatto che se n'era andato da me.
Con uno sforzo enorme mi voltai ad osservare la finestra luminosa della mia stanza, poi guardai il display dell'orologio che era sul comodino.
Era presto, troppo presto. Probabilmente nessuno al campo si era svegliato ancora. 
Fatto sta che non riuscivo a rimanere più in quel letto, con quei vestiti. Mi alzai andando nel bagno, nel mentre camminavo mi sfilai la sottoveste di seta bianche che avevo comprato appositamente per il nostro matrimonio che se fosse andato tutto bene si sarebbe svolto la settimana seguente.
Strinsi l'indumento fra le mani sforzandomi di non scoppiare a piangere di nuovo, avevo tempo per farlo quel giorno.
 

[...]

 
La doccia era stata veloce, ed avevo già indossato l'abito verde che avevo deciso di indossare per l'occasione. Si forse sarebbe stato più appropriato qualcosa di nero per simboleggiare il lutto, ma io non volevo simboleggiare il lutto. Volevo simboleggiare Percy ed il suo eterno amore per il mare. E con quel vestito color dell'onde mi sembrava di riuscirci.
Stavo aspettando seduta sul letto che Chirone venisse a chiamarmi, ed invece lui busso solo alla porta quando mi sarei aspettata un discorso strappalacrime. 
Dal giorno della catastrofe eravamo tutti molto taciturni. Anche se in alcuni come Nico ad esempio, non era una cosa che si notava molto.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo e mi trascinai a stento fino all'arena dove Poseidone sedeva accanto a Tyson, che a sua volta era seduto accanto a Grover. 
Loro erano gli unici che ero riuscita a distinguere a parte Clarisse e mia madre Athena che erano in piedi accanto a loro. Tutti sul volto avevano uno sguardo costernato, sicuramente ognuno presente lì non sapeva cosa dirmi in quel preciso istante. 
Avrei tanto voluto ci fosse anche sua madre, lei avrebbe capito di sicuro. Ma eravamo al campo e al campo gli umani non erano ammessi.
A passo lento iniziai ad avanzare, sentii una mano posarsi sul mio fianco sinistro ed una mano poggiarsi sulla spalla allo stesso lato. 
Mi guardai prima da una parte e poi dall'altra trovandomi accanto Nico e Talia. 
Per quel giorno anche il campo di Giove aveva superato la sua avversione per il campo-mezzosangue.
Erano tutti presenti, tutti i semidei che avevamo conosciuto nelle nostre avventure, tutti gli Dei dell'Olimpo. Sia i dodici più importanti che quelli minori.
Perfino Ares sembrava in un certo senso rattristito da ciò che era successo.
Con la mente tornai a quell'evento accaduto circa due giorni prima quando io, Percy e Nico eravamo in missione. 
Io e Nico ci eravamo distratti un secondo, un maledettissimo istante e lui per proteggerci si era fatto trafiggere da 5 frecce avvelenate. 
Eravamo immediatamente tornati al campo con il carro volante. 
Percy era rimasto sofferente per due notti ed un giorno e la mattina precedente era stato dichiarato ufficialmente senza vita.
Con le lacrime agli occhi avevo chiesto se fosse possibile rimandare l'incendio del drappo funebre al giorno prima cosi da fare in modo che tutti coloro che l'avevano conosciuto e gli avevano voluto bene potessero salutarlo un'ultima volta.
Lui avrebbe voluto così. 
E vedere quel drappo funebre nel bel mezzo dell'arena, come a ricordarmi in un modo crudele che era tutto finito mi riportava in mente la morte di Luke, l'unico apparte Percy, il mio Percy, al quale tenessi cosi tanto. 
C'era stato un tempo in cui ero convinta di amare Luke, ma tutto ciò era passato in secondo piano nel momento in cui avevo conosciuto il ragazzo della mia vita. Quello che mi aveva fatto battere il cuore più forte di chiunque altro. 
Arrivai alla pedana dove c'erano tutti gli altri e con un gesto del capo gli feci segno di lasciarmi stare, di non abbracciarmi. 
Mi stavo facendo forza per non piangere, per essere quella forte. Ma non lo ero. Non ora.
Mi ritornava sempre in mente Percy che chiedeva un drappo per Luke, il figlio di Hermes. E poi mi tornava in mente Chirone che con le stesse parole aveva chiesto un drappo funebre per la mia testa d'alghe. 
« Portate un drappo, un drappo funebre per il figlio di Poseidone. » 
Chirone mi fece segno di andare verso di lui, era ora che io dicessi le parole che mi ero preparata. La realtà è che non mi ero preparata niente.
Andai accanto a lui, trovandomi di fronte tutti quanti e quel simbolo. 
« Sapete... La prima volta che vidi Percy... Beh la prima volta che lo vidi stava quasi morendo. Non riuscivo a capire come uno potesse essere cosi stupido da farsi uccidere cosi senza correre al riparo. Io personalmente non l'avrei mai fatto ed inizialmente l'avevo anche trovato un completo idiota. Ma fin da allora sapevo che era coraggioso. Talmente coraggioso da combattere il minotauro senza essersi mai allenato, senza nemmeno sapere come si usa una qualsiasi arma. Poi scoprii perché l'aveva fatto. Per salvare sua madre e per salvare Grover. E mi colpì, non mi aspettavo tanta bontà da uno cosi. Ogni giorno che passavo vicino a lui iniziavo a scoprire emozioni sempre più forti per quello stupidissimo ragazzino che al posto del cervello aveva solo delle alghe e probabilmente erano anche secche. Ma sapete, un giorno mi sono accorta di amarlo, mi sono resa conto che lui era tutto per me. Che non sarei mai riuscita a lasciarlo, o a dimenticarlo. Lui era... Era lui. Era diventato il pezzo più importante della mia vita ed io.. Io.. Non riesco ad immaginare che sia morto a ventisei anni! So che per noi semidei è quasi un miracolo arrivare a quest'età.. Ma speravo solo che quando sarebbe morto lui.. Sarebbe stata anche la fine per me... » 
Non ero riuscita a parlare senza piangere, e mia madre si era alzata venendomi incontro e abbracciandomi stretta mentre non la smettevo di singhiozzare. 
Mi portò con se a sedere, mi mise fra lei e Poseidone che mi posò una mano sulla spalla guardando il terreno.
Ci furono gli altri discorsi che durarono un tempo per me interminabile ed infine fui chiamata a dare la brace al drappo.
Presi la torcia accesa e guardai il lago all'orizzonte.
Il ricordo del sogno mi torturava intensamente e non facevo altro che ripensare alle sue ultime parole.
Non riuscii a trattenermi e ad alta voce parlai, fregandomene che tutti ascoltassero.
« Non so dove adesso tu sia... Ma so che starai bene, e so che Luke si prenderà cura di te, cosi come faranno tutti coloro che abbiamo conosciuto. Ti impediranno di fare sciocchezze, ma tu le farai lo stesso. Ti prego solo di stare attento a te Testa D'Alghe perché un giorno tornerò da te e voglio trovarti lì ad aspettarmi. Fino a quel giorno ti giuro una cosa. Ti renderò fiera di me amore mio. » 
  
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