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Autore: floricienta    14/07/2013    1 recensioni
Vi ricordate del rapimento di Yuna da parte degli Albhed? In questa oneshot si scopriranno i dietro le quinte mentre i suoi fedeli guardiani accorrevano a salvarla, il tutto condito dalla promessa di fischiare se l'invocatrice fosse stata allontanato da loro, soprattutto da Tidus.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tidus, Un po' tutti, Yuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Da un po' di mesi sono fissata con Final Fantasy X, l'ho anche ricominciato da capo con la guida sempre al mio fianco per non perdermi neanche uno scrigno! Ahaha
Mi è venuta in mente questa storia proprio quando ho rivisto la scena dove Tidus e Yuna si mettono a ridere "per finta" prima di avviarsi verso la via Mihen e trovo che sia una delle scene più belle di tutto il gioco. Però ho pensato: ma gli Albhed che hanno rapito Yuna cose le hanno fatto? Ed ecco che è uscita fuori questa storia simpatica e che spero vi faccia sorridere. Ho seguito fedelmente il gioco, descrivendo pari pari (se ci sono riuscita xD) le scene che infatti riprendono il gioco...
Inoltre ci saranno delle frasi in Albhed, quindi a fine pagina metterò una nota per ognuna di esse con la traduzione, non mi aspetto mica che sappiate l'Albhed! Ahah non lo so neanche io... AVE AL DIZIONARIO ALBHED! Ahahaha! Detto ciò vi lascio alla lettura! Spero che vi piaccia!
Ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno, commenteranno, metteranno tra i preferiti eccetera!

 

Whistle

“Se dovessimo perderci di vista...”

“Yuna!” Tidus richiamò l’attenzione della ragazza e, mettendosi due dita in bocca, fischiò con gran forza.

“Che cos’era?” chiese lei sorpresa.

Il ragazzo scoppiò a ridere.

“A Zanarkand lo facciamo per acclamare i blitzer.” fischiò nuovamente.

Yuna portò lentamente la mano destra alla bocca, facendo oscillare al vento la sua grande manica bianca, ma la riabbassò subito. Tidus le si avvicinò guardandola sorridendo.

“Dai, prova. Metti le dita così...” bofonchiò con la mano in bocca.

“Così?” chiese lei, provando.

“No... Così...” scosse la testa e le fece rivedere il giusto movimento da fare. Yuna ci riprovò e Tidus annuì “E poi soffia.”

Yuna si mise d’impegno e tentò di fischiare, ottenendo solo un piccolo sibilo. Ancora una volta, ma senza successo.

“Non ci riesco...” disse quasi divertita.

“Esercitati.” rispose semplicemente.

“Va bene” fece lei annuendo.

“Ehi! Fischia se ti perdi. Correrò da te!”

“Mh”

“Allora staremo appiccicati finché non avrai imparato!” continuò Tidus.

“Ricevuto!”

 

Solamente pochi minuti dopo questa promessa, Yuna fu rapita dagli Albhed, una razza di umani dediti alla costruzione di macchinari e esperti nel loro utilizzo.

Yuna era stata portata sulla nave che aveva trasportato i giocatori Albhed di blitzball fino a Luka, dove si sarebbe dovuto tenere il torneo. Era stata presa di peso e non era riuscita a liberarsi da quegli uomini forzuti, agghindati in modo strano con maschere e occhialoni tondi e neanche a chiamare aiuto. Ora era seduta all’interno della cabina del capitano della nave, insieme a tre uomini, due erano con le braccia incrociate ai lati della porta e l’altro era davanti all’invocatrice.

Yuna provò a fischiare, si mise due dita in bocca e soffiò, ma non uscì nulla di nulla. L’unico risultato che ottenne fu l’occhiata stranita dei suoi rapitori e dopo un altro paio di prove ci rinunciò.

“Non credete che state facendo qualcosa di male?” chiese la ragazza con tono pacato e gentile.

“Nell’aver rapito una seguace di Yevon?  Hu.” rispose, dicendo l’ultima parola nella sua lingua, ovvero no. Yuna inclinò solamente la testa, accennando anche un mezzo sorriso per poi controbattere “Yevon è un bene prezioso per tutti noi di Spira, la sua religione ci permette di sorridere e credere in un futuro senza più Sin.”

L’Albhed non seppe che rispondere e concluse lì la chiacchierata. Poco dopo entrò un altro Albhed che cominciò a parlare nella sua lingua. Yuna osservò che era vestito da giocatore di blitzball.

Ru nevanedu em saccykkeu.”  (1)          

L’altro esultò “Banvaddu!”   (2)              

Yuna cercò di comprendere quello che stava dicendo, dato che nel suo corpo c’era anche sangue di quella razza e in parte riusciva a capirlo, anche se facendo un po’ di fatica.

“Abbiamo avvisato i tuoi kiynteyhe.” (3)

“I miei guardiani?” chiese sorpresa “Perché avvisarli?”

“Abbiamo detto alla syky (4)  nera e al blitzer che se non perdono la partita contro gli Albhed Psyches, allora non ti riavranno.”

“Io non credo che lo farete” cominciò a parlare l’invocatrice “Non sembrate affatto cattivi, anzi secondo me siete solamente un po’ troppo fanatici per quello sport.” Si mise a ridere, alzandosi dalla sedia.

Catidy!” (5) gridò uno degli uomini che stavano vicino alla porta, intimandole di sedersi.

“Ok, ok...” mise le mani davanti a sé e tornò sulla sedia, incrociandole poi sulle ginocchia “I Besaid Aurochs non hanno mai vinto una partita, poverini, e se vi siete allenati con diligenza non avrete problemi credo, anche se Wakka non molla mai e poi...” fece un attimo di pausa “Adesso c’è anche Tidus.”

“È proprio lui che ci preoccupa!” esclamò il rapitore “Da quando ha fatto quel discorso sulla banchina, dnaseysu lusa vukmea.”  (6)

 

Nel frattempo Lulu aveva avvisato Tidus e Kimahri del rapimento di Yuna e insieme si prepararono subito al salvataggio. Corsero verso la banchina numero cinque per arrivare più facilmente alla quattro, dove si trovava la nave degli Albhed Psyches, ma non si aspettavano proprio che una catasta di scatoloni, carichi e casse bloccasse qualunque passaggio.

“Che cos’è?!” esclamò Tidus, guardandosi intorno.

“Opera degli Albhed, credo. Andiamo dall’altra parte.” Suggerì Lulu.

“Dannazione!” il ragazzo diede un calcio contro una cassa di legno, facendola tremare leggermente. In un momento gli venne in mente di far crollare tutta la pila che ostruiva la banchina, ma optò per il piano della maga.

Corsero tutti e tre insieme fino alla banchina numero uno, proprio dalla parte opposta a dove si trovavano prima. Durante il percorso incrociarono diversi giocatori di blitzball di tutte le squadre che si erano unite a Luka per il torneo. Stavano per raggiungere il molo seguente, ma la loro corsa fu bloccata da un paio di macchinari strani.

“Wow! Cosa sono?” Tidus chiese stupito, mettendo una mano sulla spada donatagli qualche tempo prima da Wakka e estraendola di fronte ai nemici. Anche Kimahri fece oscillare davanti a sé la sua pericolosa lancia.

“Antiche macchine scovate dagli Albhed.” Fu la risposta di Lulu “Sono vulnerabili alle magie Tuono.”

Come mostri non erano molto forti, se non per il fatto che non erano fatti di carne e ossa e che quindi era difficile scalfirli con delle armi, fortunatamente Lulu era una grande esperta nell’uso della magia nera. Erano in due contro tre, erano sicuri che ce l’avrebbero fatta senza dispendio di molta energia.

Mentre la maga caricava un primo attacco contro un Portiere Albhed, questo il nome di quelle macchine, Tidus e Kimahri si scaraventarono contro l’altro. Il ragazzo riuscì a tagliare via un braccio e il Ronso una gamba, così che si accasciò al suolo, ma non smise di combattere. Lulu scagliò un raggio proprio sull’altra macchina e questa si distrusse in un sol colpo, sfasciandosi in mille pezzi. Un altro colpo di spada ruppe anche il primo Portiere e i tre continuarono la loro corsa.

“Arriviamo Yuna!” gridò Tidus, avanzando con la spada pronta in mano.

 

“La partita di blitzball sta per iniziare, se non perderanno...” intimò l’uomo Albhed, guardando la ragazza dall’alto in basso.

“Che cosa accadrà?” chiese ingenuamente Yuna.

“E...emh...” si ritrovò in difficoltà e non seppe cosa rispondere, scuotendo velocemente la testa e tornando con lo sguardo serio subito dopo. Come risultato ottenne una risata da parte dell’invocatrice, che si mise una mano chiusa a pugno davanti alla bocca. “Sei simpatico.”

L’uomo rimase sbalordito del modo in cui si comportava quella ragazza, non riusciva a capire il perché del suo essere sempre così quieta e calma anche davanti a una situazione del genere. Insomma, era appena stata rapita e non le importava niente di quello che sarebbe potuto succederle se i Besaid Aurochs avessero vinto. Sembrava che tenesse di più a loro che a se stessa e forse era davvero così.

“Emh...” cominciò a parlare lui, un po’ imbarazzato “Prima, cosa stavi cercando di fare?” lei lo guardò senza capire e l’uomo imitò il gesto di mettere in bocca due dita.

“Oh, cercavo di fischiare.”

Veclreyna...” ripeté l’Albhed. (7)

“Purtroppo non sono ancora capace, ma ho promesso di imparare nel caso mi fossi separata dai miei guardiani.” Si alzò e osservò il mare dalla finestra dietro di sé. All’improvviso rientrò l’uomo vestito da blitz di poco prima.

Le cdyhhu yddyllyhtu!” (8) e si voltò verso la ragazza, che subito pensò fossero Tidus e gli altri suoi compagni.

“Non gli è successo niente di male, vero?” si preoccupò all’istante, ma nessuno le rispose, allora si voltò triste nuovamente verso il mare, guardando l’orizzonte del cielo che si confondeva con il finire dell’oceano.

“Mandate altri Portieri, non possono interrompere il nostro piano!” esclamò l’uomo e l’altro se ne andò subito dopo aver annuito. “Sono degli ossi duri i tuoi guardiani.”

“Sono i migliori che un’invocatrice possa desiderare...” si voltò verso l’Albhed, poi alzò la voce “Non fategli del male!” si tenne una mano vicina al cuore, facendo scivolare fino al gomito la manica del suo abito.

“Mh... Vieni che ti insegno come si fischia.” Così dicendo fischiò lui stesso e la ragazza sorrise di nuovo.

 

I tre guardiani si ritrovarono di fronte ad altri due Portieri Albhed. Attraverso altre magie elemento tuono e colpi di spada e di lancia riuscirono a sconfiggere anche queste macchine.

“Ci vediamo!” esclamò Tidus, dando il colpo di grazia e continuarono così la loro corsa verso la banchina numero quattro.

Erano quasi arrivati, ma proprio mentre stavano per avvicinarsi al porto, furono bloccati da altri due macchine.

“Ma quante sono!” fece ancora il ragazzo di Zanarkand e sfoderò per l’ennesima volta la sua spada nella quale era riflesso lo splendore delle acque e dell’oceano. Riuscì a malapena a scalfire il primo nemico che contrattaccò allungando il braccio meccanico e ferendolo a una guancia.

Lulu lanciò una delle sue magie all’altro Portiere, colpendolo in pieno prima che potesse anch’esso attaccare Tidus. Subito dopo Kimahri lo penetrò con la sua lancia e questo si accasciò al suolo.

Ancora una magia nera fu scagliata sull’altra macchina, che non desistette e tornò alla carica. Andò contro il Ronso, ma i guardiani riuscirono a prevenire la sua mossa, colpendolo sia con la spada sia con la lancia, andando a fondo e squarciando la corazza di metallo.

Appena entrambi i nemici si accasciarono a terra, arrivarono altri due in loro soccorso.

“Che diavolo vogliono?” fece ironicamente Tidus e Kimahri rispose solamente con un ringhio, gettandosi subito nella mischia e colpendo forte una prima macchina.

La lancia rimase incastrata tra il braccio e la spalla di questa e fu costretto a far leva, lanciando un gran grido. La maga cercò di aiutarlo, mandando il pupazzo che teneva in braccio, e che era in grado di darle parte dei suoi poteri, e questo saltò in testa alla macchina, liberando la lancia e staccando un bullone dal collo di quest’ultima.

Anche Tidus si diede da fare, colpendo ripetutamente l’altro Portiere, che parava molti colpi utilizzando il braccio come spada. Alla fine ottennero la meglio, ancora una volta.

“Gli Albhed ci aspettavano.” Lulu guardò verso la nave con lo sguardo serio e si poteva notare una punta d’ira. Infatti altre due macchina corsero verso di loro, impedendogli di farli avvicinare a quello che era diventato il covo dei rapitori.

“Non finiscono più...” si lamentò Tidus.

“Meno parole e più spada...” disse con voce profonda il Ronso.

Un attacco tuono colpì una prima macchina, distruggendola all’istante e l’altra colpì la maga, che si inginocchiò a terra.

“Tutto bene Lulu?” si preoccupò Tidus e lei annuì, rialzandosi in piedi e lanciando l’ennesima magia che mancò il bersaglio. Il Portiere rimasto cercò di infilzare Tidus, ma si scansò in tempo per poi tagliarli via il braccio con la lama e un ultima magia nera lo distrusse del tutto.

 

“Su prova a fischiare...” fece l’Albhed, che aveva rivelato di chiamarsi Podda.

“Sì, questa volta devo farcela...” Yuna mise le mani in posizione e soffiò, uscì un sibilo non molto convincente. Podda si grattò la testa e la scosse “Non ci siamo ancora... hu, hu...” (9)

L’invocatrice abbassò la testa e sentì un gran fracasso provenire da fuori, subito dopo entrò in cabina un altro Albhed.

Didde! Didde nudde!”  (10) urlò scalmanato, sembrava stesse per impazzire.

“Non è possibile!” Podda si girò verso Yuna “I tuoi guardiani hanno rotto tutte le nostre meravigliose macchine!”

“Oh...” la ragazza sorrise tra sé e sé, contenta che i suoi amici stessero bene “Se è un problema te le ripagherò non appena sarò libera” si alzò dalla sedia e si inchinò. “Mi dispiace che i miei guardiani abbiano fatto questo, ma sei stato te a scatenare questa piccola battaglia e ora devi accettare le conseguenze.”

“Emh...beh...forse hai ragione” rispose lui, sempre grattandosi la testa e dando segno di essere a disagio. “Ma non possiamo perdere sia la partita che le nostre macchine! Ylletarde!” (11)

Lucy vylleysu?” chiese l’altro, sempre più nel panico. (12)

Podda camminò avanti e indietro per un po’ di tempo, mentre Yuna andò in fondo per provare a fischiare, riuscendo sempre di più a emettere il suono corretto. Improvvisamente Podda si affacciò per vedere il monitor sulla banchina dalla quale si vedeva la partita.

“Partiamo subito!” ordinò l’Albhed e Yuna sussultò, girandosi di scatto e rimanendo a bocca aperta.

 

“Gli Aurochs difendono il risultato con i denti.” Disse il cronista della partita. Il risultato era un pareggio, due a due. Wakka era riuscito a prendere la palla e ora si affrettava verso la porta, ma fu bloccato da tre avversari e uno di essi lo spinse, facendogli perdere la palla.

“Ahi! Questo farà male domani mattina!” continuò il cronista e poi intervenne il commentatore “Ma l’arbitro non fischia! Wakka subisce duri contrasti!” infatti lui sembrò svenire nel bel mezzo del campo.

Anche i guardiani lo stavano osservando, prima di correre verso la nave.

“Ci dà dentro!” fece Tidus, mettendosi le mani sui fianchi.

“Ma non per molto. Wakka fa sempre così” rispose Lulu mettendosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa.

“Ouch!”

“Andiamo.”

Mentre la partita continuava i tre entrarono nella banchina e videro la nave che stava per lasciare il porto. Si lanciarono senza paura e riuscirono per un soffio a salirvi sopra.

 

“Oh no! Cuhu cimmy hyja!”  (13) esclamò Podda e Yuna fu felice di sentirlo, perché significava che i suoi guardiani e amici la stavano per salvare, anche se non era davvero in pericolo.

“I miei guardiani sono i migliori.” fece un sorriso l’invocatrice, chinando la testa come in segno di rispetto. Cercò di sporgersi per controllare dov’erano Lulu, Kimahri e Tidus, ma fu bloccata dal braccio dell’Albhed, che scrollò anche la testa.

“Seduta e continua a fischiare.” l’ammonì, dirigendosi poi verso il suo compagno e dandogli istruzioni precise. A quanto pare avevano tenuto per ultima l’arma più potente.

Yuna si preoccupò molto per i suoi amici, ma era anche convinta che sarebbero riusciti ancora una volta a farla franca.

 

Erano arrivati sul ponte della nave sani e salvi, certo con qualche graffio per via delle battaglie precedenti, ma nulla che qualche pozione curativa non avesse potuto guarire.

Tidus sentì come un qualcosa tremare sotto i suoi piedi e mise velocemente mano alla spada. Dalla nave sbucò un enorme mostro di metallo, ferro e fili, il suo nome era Lanciatore Albhed, che fosse una macchina usata per allenarsi a blitzball? Sta di fatto che era davvero gigantesca e anche impossibile da scalfire.

“Ehi! Potremmo usare questa gru!” disse Tidus, guardando proprio di fianco a lui una gru. Si avvicinò per azionarla, provò più e più volte, ma non si accese minimamente “Dai, muoviti!” si arrabbiò con essa.

“Avrà la batteria scarica.” Suggerì Lulu “Ci penso io” cominciò a caricare una magia di tipo tuono, mentre il Ronso e Tidus andarono alla carica, cercando di abbattere quelle che sembravano le braccia di quell’essere.

La gru sussultò non appena ricevette un po’ di energia, ma non era ancora carica del tutto.

La lancia di Kimahri graffiò a malapena la corazza della macchina e anche la spada di Tidus sembrava abbastanza inutile. Improvvisamente il nemico aprì le braccia e cominciò a sparare a raffica dei palloni da blitzball.

“Ehi! Ehi! Io non sono un portiere!” ironizzò il biondo, schivandone un paio e nascondendosi dietro una cassa, ma il getto era talmente potente che fracassò il legno e lo colpì in pieno stomaco.

Kimahri corse a riparare Lulu che stava caricando un altro potente attacco per la gru e subì una decina di colpi alla schiena.

“Grazie Kimahri...” fece la maga, ottenendo solamente un mugugno come risposta.

Appena sembrò che la macchina avesse finito i proiettili, Tidus si alzò e iniziò il contrattacco. Insieme al Ronso combatté con foga, cercando di danneggiare il più possibile il Lanciatore.

La seconda magia tuono andò a segno, ma ancora non bastava, quindi si tenne pronta ancora per un ultimo sforzo.

Una palla uscì all’improvviso dall’alto della macchina e colpì in pieno viso l’as degli Zanarkand Abes. Era un po’ rintronato, ma subito si riprese quando sentì il rumore della gru che si stava accendendo. Corse per azionarla, facendo attenzione che non gli arrivasse un’altra pallonata e spostò il braccio della gru sopra al Portiere.

“Evvai!” esultò, lo trascinò in aria e si staccò la parte superiore della macchina, quella dove vi erano le palle e la gettò in mare.

Ormai avevano la vittoria in pugno.

Con una magia sempre di tipo tuono e un attacco con la spada, la macchina sembrò impazzire. Scariche elettriche partivano dai suoi circuiti e ci furono tante piccole esplosioni.

I tre si ripararono dietro a delle casse fin quando non si disintegrò totalmente.

 

“Com’è possibile!?” urlò Podda “Hanno distrutto anche il nostro Lanciatore!”

“Mi rincresce davvero tanto.” Cercò di scusarsi Yuna, anche se lei non aveva fatto nulla.

“Non avevamo speranze contro i guardiani dell’invocatrice.” Podda era sconsolato e teneva le braccia a penzoloni.

“Non è colpa tua.” La ragazza gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla, sorridendogli “Voi avete fatto del vostro meglio, ma io so che non siete cattivi. Adesso quello che vi resta da fare è liberarmi così tornerà tutto come prima.”

“E la partita di blitz?” chiese l’Albhed.

“L’importante non è vincere.” Sorrise ancora, socchiudendo gli occhi.

“Forse hai ragione...” fece un fischiò e chiamò così il suo compagno “Bundymy tye ciue kiynteyhe” (14)

Il compagno prese Yuna per un braccio e l’accompagnò alla porta. Questa prima di andarsene si voltò verso Podda.

“Grazie per avermi insegnato a fischiare.”

Una risata e un volto completamente imbarazzato e rosso come un peperone furono la risposta.

 

La porta si aprì e i tre guardiani videro uscire Yuna, che sembrava molto serena.

“Yeah!” esclamò Tidus vedendola “Vittoria!”

Sia lui che la maga le si avvicinarono e quest’ultima la prese per la manica del vestito con fare materno.

“Spero che ti sia fatta valere.” Le disse con fermezza mentre le accarezzava dolcemente i capelli. Questo suo doppio carattere era tipico e familiare ormai per Yuna che la conosceva da quando erano piccoli e giocavano insieme a Besaid.

“Più o meno.” Fece l’invocatrice, portandosi le mani unite al petto.

Tidus andò verso l’Albhed disteso a terra, e si guardò intorno.

“Cosa c’è?” Yuna se ne accorse e si preoccupò subito.

“Quando giunsi su Spira, degli Albhed mi salvarono la vita.” cominciò a spiegare “Mi portarono su una nave e mi diedero da mangiare. Speravo fosse la stessa nave, ma non lo è. Chissà se sono morti...” disse con una punta di tristezza.

“Cosa successe?” continuò a chiedere Yuna, incrociando le mani davanti a sé.

“Arrivò Sin. Io mi salvai, ma non so cosa successe alla nave.”

“A bordo non c’era un tale Cid?” domandò la ragazza, sempre più curiosa.

“Non lo so.” Incrociò le braccia “Parlavano in Albhed.”

“Capisco...” rispose Yuna, abbassando lo sguardo.

“Chi è Cid?” Tidus si sedette sulla ringhiera di ferro della nave.

“Mio zio, ma non l’ho mai incontrato.” Spiegò lei, gesticolando con le mani.

“Mh... Un momento! Anche tu sei un Albhed?” si stupì il biondo.

“Da parte di mia madre. Cid è suo fratello. Non volle più vederla da quando si sposò.” Kimahri da lontano guardava la scena impassibile, così come Lulu, che già sapevano la storia “Ma lei mi disse di cercarlo se mi fosse occorso aiuto.”

Tidus si mise una mano sul mento, come se stesse pensando a qualcosa.

“Temi che lui...” ma non riuscì a finire la frase che fu interrotto da Lulu.

“Non parlare con Wakka delle origini di Yuna. A lui non sono mai piaciuti gli Albhed.”

“Wow” Tidus tornò con i piedi per terra “Devo dirlo a Wakka!”

“Ti ho detto di no!” si infuriò la maga.

“La partita!” esclamò ad un tratto Yuna, mettendosi una mano sul cuore.

“Oh...” fece Lulu e si allontanò dal gruppo, nel mentre Tidus si stava riscaldando correndo sul posto.

Con una magia, tornarono tutti sulla banchina, giusto in tempo per vedere la fine dell’incontro, il passaggio di Letty a Wakka, la sua schivata e il suo tiro andato a segno, dando così la vittoria ai Besaid Aurochs.

“Abbiamo vinto!” strepitò Tidus.

“Sì! Siamo in finale!” disse contenta Yuna e le venne subito in mente Podda, poverino voleva tanto che la sua squadra del cuore vincesse.

 

Successivamente si incamminarono verso gli spogliatoio dello stadio, nella stanza dei Besaid Aurochs. Tidus entrò fermando con il piede il pallone per poi rilanciarlo a un giocatore.

“Vi sono mancato?” subito dopo di lui entrò anche l’invocatrice, che fu accolta da tutti i blitzer.

“Lady Yuna!” fece Datt.

“Tutto bene?” continuò Letty.

“È tutta colpa mia!” disse dispiaciuta, portandosi una mano chiusa a pugno al cuore “Mi dispiace tanto!” ripeté più volte chinandosi per scusarsi e il suo orecchino pendente la colpì sulla guancia.

“Come puoi farti rapire dagli Albhed?” chiese Wakka, dolorante e steso sulla panchina.

Yuna sorrise tra sé e sé.

“Lascia stare. Ok?” fece Tidus.

“Non avvicinarti più a quella gentaccia!” finì Wakka per poi stendersi nuovamente sulla panchina.

Se solo Wakka avesse sapute che Yuna era per metà Albhed e che non erano stati affatto cattivi con lei, sicuramente non avrebbe reagito in quel modo.

La ragazza rise a quel pensiero, poi augurò buona fortuna a tutta la squadra, soprattutto a Tidus e si avviò all’interno dello stadio per guardare la partita.

 

Adesso si trovava insieme ai suoi guardiani nel confine tra Luka e la via Mihen. Nel mentre erano successe molte cose: erano comparsi dei mostri dopo la finale di blitzball, era arrivato Auron, che si unì al gruppo di guardiani, e avevano conosciuto Seymour. Inoltre ci furono molte rivelazioni, che sconvolsero Tidus, ovvero Sin era suo padre.

Yuna stava guardando la città di Luka da una balconata sopra la piazza principale e Tidus le si avvicinò. Sembrava davvero malinconico e giocherellava con il piede.

“Guarda!” cercò di ridargli il sorriso l’invocatrice, sporgendosi verso di lui e facendo svolazzare le grandi maniche dell’abito. Si girò verso il vuoto, prese un gran respiro, si mise due dita in bocca e fischiò.

“Ehi, vai alla grande...” rispose il ragazzo con tono sconsolato. Se avesse saputo che erano stati gli Albhed a insegnarle, sicuramente gli avrebbe fatto scappare una risata molto prima.

“Sei triste?” chiese lei piegando la testa di lato, cercando di guardare lui negli occhi.

“Forse sì.” Continuò a stare a testa bassa, ciondolando avanti e indietro.

“Vuoi gridare?” rispose Yuna ridendo, ricordando quando Tidus aveva gridato tempo prima perché pieno di pensieri.

“Mh, non credo servirebbe a molto stavolta.” Si allontanò di qualche passo e l’invocatrice si voltò verso la città di Luka.

“Sai una cosa?” catturò così l’attenzione del ragazzo “Non dovrei dirlo io, ma... Invocatori e guardiani sono il barlume di speranza di Spira. Molte vite dipendono da noi. Ho imparato a sorridere anche quando sono triste.” Si rivolse nuovamente verso il biondo “So che è difficile...”

“Capisco cosa vuoi dire, credo...”

“Forza!” Yuna cercò di trasmettere tutta l’energia positiva che aveva “Vediamo cosa sai fare!” lo sfidò, mettendo un braccio tra loro.

“Eh?”

“Dai!” chinò la testa di lato, mostrando il suo lato più dolce.

Tidus si sforzò con tutto se stesso di sorridere, ottenendo un risultato pessimo. Si aiutò persino con le mani per stirarsi la faccia e poi scoppiò a ridere.

“Questo è assurdo!” disse tra le risate.

“E ora, ridiamo a squarciagola!” continuò Yuna.

“Che?” rispose il ragazzo divertito e confuso.

“Forza, provaci!” lo incitò l’invocatrice, agitando le braccia, facendo svolazzare ancora una volta le maniche e facendo un passo indietro, come per dargli la scena.

Tidus si avvicinò alla ringhiera, prese un respiro profondo, inarcando anche la schiena e allargando le braccia per poi scoppiare in una risata finta, ma mettendoci tutto se stesso. Posò anche le mani sui fianchi e gli altri lo guardarono sbigottiti.

“Così è sufficiente.” Disse Yuna, mettendo le mani davanti a sé, ma il ragazzo non l’ascoltò e continuò a ridere guardando il cielo azzurro. Allora lei gli andò di fianco, raccolse tutto il fiato che aveva e Tidus la guardò e cominciarono a ridere insieme per finta.

Dopo qualche secondo si fermarono e scoppiarono in una vera risata di cuore. Yuna si tenette persino la pancia con una mano mentre l’altra era davanti alla bocca e il biondo barcollò, guardando verso l’alto, per poi piegarsi in due e tenersi lo stomaco.

“Che buffo!” esclamò la ragazza.

“È stata una tua idea!”

“Grazie.” Disse improvvisamente Yuna “Voglio un viaggio pieno di risate!”

“Ok.” Rispose lui tornando serio.

“Se dovessimo separarci, fammi un fischio!” affermò Yuna dopo pochi attimi di silenzio, ripetendo le parole che il ragazzo stesso le aveva detto prima che venisse rapita dagli Albhed. Tidus si voltò verso di lei, che stava fissando il vuoto “Correrò da te. Promesso!” chiuse gli occhi per poi guardare l’altro. Tidus annuì e la guardò dritta negli occhi.

“Andiamo.” Disse infine, dandole una piccola pacca sulla spalla.

E così continuarono il loro viaggio verso il tempio di Djose per riportare la pace su Spira.

 

 

 

 

(1): Ho riferito il messaggio
(2): Perfetto
(3): Guardiani
(4): Maga
(5): Seduta
(6): Tremiamo come foglie
(7): Fischiare
(8): Ci stanno attaccando
(9): No, no
(10): Tutti! Tutti rotti!
(11): Accidenti
(12): Cosa facciamo
(13): Sono sulla nave
(14): Portala dai suoi guardiani

 

 

Oook! Fiiineeee!! Spero che non rechi problemi il fatto della linga Albhed, ma così era più realistico eheh! :)
Alla fine è solamente tutta quella parte messa per iscritto, anche se con qualche scena in più! E sì, nella mia testa gli Albhed che l'hanno rapita erano un po' idioti e buoni, volevano solo vincere la partita di blitzball! Ahahah

Spero vi sia piaciuta! Un bacio a tutti e alla prossima! ;D

Flor :)

  
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