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Autore: Some_Duped    14/07/2013    0 recensioni
Los Angeles. Che bella città, tutti la vedono come città di mare, di sole, di relax, di vip... Io no. Io ci vivo oramai da tempo, e sono sempre piu impaurita. Ho deciso di scrivere questa storia perché chiunque volesse leggerla, sapesse la verità. La verità sul caso del serial killer di Los Angeles, perché non tutto è ancora svelato. Io Lui l'ho conosciuto veramente, Lui l'ho visto tempo fa, e non posso piu dimenticarlo. 'Oh ti sei persa, piccola pecorella. Non avere paura.. Il tuo angelo è qui'
Ok, forse l'ultima frase non c'entrava un granché, ma mi ispirava... Spero apriate questa storia... Per noia, per curiosità... E leggiate almeno il primo capitolo,(in verità era nata come racconto horror per una ragazza ed è diventata una fan-fiction..) Insomma, non posso che augurarvi buona lettura!! -Giuly_crazyXD p.s non sapevo se mettere il Rating giallo o arancione, è
la mia prima storia, infondo
Genere: Azione, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, L, Naomi Misora, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP 3.       Under  the bed....Rue Ryuzaki
 
Erano le quattro di notte. Non c'è cosa più snervante dei call center che ti chiamano nel cuore della notte...
Ma da brava agente feci un profondo respiro e mi appoggiai la cornetta all'orecchio.
 
"Pronto?" dissi con voce seccata.
 
Quello che avvenne dopo mi lasciò così sorpresa che non riuscii più a prendere sonno.
 
"Agente Naomi Misora, sono Elle"
 
Sgranai gli occhi. Strinsi forte con la mano la stoffa dei pantaloni del pigiama.
 
"Elle...?"
"Credo che lei abbia sentito parlare del caso del serial killer di los Angeles. Vorrei che lavorasse per me in questo caso. So che ha lasciato l'F.B.I. Ed è molto meglio così.
Non voglio un agente federale...."
"Aspetta Elle( se sei davvero Elle... ) io non ho detto di voler accettare, ho anche i miei impegni"
"No, il suo fidanzato è preso da impegni lavorativi e non mi risulta che lei abbia trovato un altro lavoro"
Chiusi gli occhi. Avevo già lavorato per Elle, ma non ci avevo mai parlato.
I suoi ordini ci venivano impartiti dai nostri superiori.
"Ti chiamerò nei prossimi giorni su questo numero, per tutti i particolari, buonanotte"
 
E questo fu tutto.
 
 
 
Ripensai a tutto quello che era successo nell'ultimo mese...
 
1 un serial killer era comparso dal nulla e stava gettando nel terrore la città di Los Angeles .
2 avevo praticamente sognato i particolari del secondo omicidio.
3 un tipo stranissimo, tanto da attirare la mia attenzione, si aggirava sul lungomare e appariva ogni volta che lo pensavo
4 ieri notte qualcuno aveva bussato alla mia porta e aveva lasciato li davanti un foglio con scritto B.
 
...e quello che sarebbe successo quel giorno, ovvero il terzo omicidio.
La cosa che mi lasciò terrificata  fu che la donna uccisa era la mia ex vicina di casa, quando vivevo ancora a Glasses, con i miei genitori.
Backyard Bottomslash era una donna piena di carattere, simpatica e solitaria.
Non usciva spesso di casa,  ed era anche per questo che dopo dieci anni per me rimaneva una sconosciuta.
Invece per mia madre no, infatti l'ultimo anno prima del nostro trasferimento si incontrarono al compleanno di un nostro amico e  parlarono per tutta la serata.
 
Ritornando al caso mi accorsi che l'assassino compieva i suoi omicidi in modi sempre più agghiaccianti.
 
Backyard era stata trovata morta nella sua casa, stesa a terra.
 
Un braccio e una gamba mancavano.
 
La gamba era stata trovata nella vasca, il braccio invece era scomparso.
 
La posizione in cui era stata trovata la donna era supina, la gamba e il braccio aperti in modo da formare un terrificante spettacolo.
 
Il resto lo avevo già immaginato.
 
Un altra cosa a cui pensai fu il numero delle Wara Ningyo: quattro nel primo, tre nel secondo due nel terzo...
 
 
...Ci sarebbe stato un quarto omicidio.
 
 
 
 
Entrai nelle casa della donna il giorno dopo.
Avevo letto tutti i particolari, e alla fine avevo ceduto alla tentazione di riprovare quella sensazione di euforia, quella concentrazione che puoi avere solo quando ti trovi nel nel mezzo di una scena del crimine, quando stati risolvendo un caso.
Elle mi aveva spiegato tutti i suoi dubbi, le sue deduzioni, e mi aveva chiesto di tenerlo informato su tutto.
Ispezionai per prima la stanza dove era stato compiuto l'omicidio, dopodiché passai alle altre.
L'ultima fu la camera da letto.
Guardai il guardaroba, il comodino, i cassetti.
Ci trovai solo quello che ci doveva essere.
Me ne stavo per andare quando sentii un rumore, il cigolio delle molle del letto.
 
Sentii anche un respiro.
 
Mi voltai lentamente con gli occhi sbarrati.
 
"Ah!"
Prima una mano, poi un braccio e infine una testa spuntarono da sotto il letto.
"E TU CHI DIAVOLO SEI?!"
 
Lui alzò lo sguardo verso di me e sorrise.
"Piacere, sono il detective privato Rue Ryuzaki"
 
...
 
"....e quindi tu sei qui da parte dei parenti di Backyard Bottomslash...?"
"Esatto" 
Alzai un sopracciglio.
Era oramai passata mezz'ora da quando quel tizio era comparso da sotto al letto, e più il tempo passava più mi convincevo che era un emerito idiota.
Lui annuì sorridente.
"e....non per essere scortese, ma...che ci facevi sotto al letto?"
"cercavo indizi" mi rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo "quando sei entrata credevo fossi l'assassino ritornato sulla scena del crimine e mi sono nascosto"
 
A quanto pare la famiglia non voleva molto bene a Backyard, dato che avevano assunto il primo matto che era capitato loro davanti.
 
Guardai il bigliettino da visita che mia aveva dato.
 
"E tu? Sei un agente federale?"mi aveva chiesto.
Io gli avevo risposto che un cliente, di cui per privacy non voleva che si sapesse il nome, mi aveva chiamato e io, che da un po' non lavoravo a un caso, avevo accettato.
 
 
Sinceramente non è mio desiderio che quel tizio sappia perché io mi trovo lì.
 
 
Dopo quella pausa imbarazzante che mi dovetti subire, con sollievo sentii lui pronunciare le parole "ritornare" e "lavoro".
Non prestai attenzione al resto della frase, mi bastarono quelle due parole e con sollievo balzai su dalla sedia e annuendo fui felice di potermelo levare di torno.
O almeno fare finta che non esistesse.
 
Uscii da quella casa sfinita, con un sacco di domande a cui, purtroppo, sarei stata IO a dover cercare una risposta, per la mente.
Avevo chiamato due o tre volte Elle per riferirgli tutto, perfino di quello svampito che si faceva chiamare Rue Ryuzaki, che si era dimostrato un grande pensatore.
Purtroppo, le sue deduzioni erano al limite della realtà, e l'unica cosa di lui di cui ero certa era che aveva una grande fantasia...e che aveva una smisurata passione per i dolci, sopratutto per la marmellata di fragole, tanto che mi aveva detto: "Lo zucchero fa bene al cervello Misora, aiuta la mente a pensare"
 
Elle mi era parso leggermente sorpreso quando gli dissi di Ryuzaki ma non posso dargli torto, visto che non è da tutti i giorni vedere in una casa dove è stato commesso un omicidio un tizio che spunta da sotto al letto con un sorriso di quelli che trovi stampati in faccia alle persone che provano a venderti un aspirapolvere sotto casa, e che ti dice di essere il detective assunto dalla famiglia della vittima per indagare.  Forse perché era Elle, o forse perché mi ero abituata a sentire cose strane, ma mi lasciava un dubbio quel tono di voce diverso dal solito usato dal detective. Come un boccone che ti rimane in gola e non riesci a mandare giù.
 
 
« Quando si usa la testa viene voglia di dolci. Quando voglio fare un buon lavoro, non c'è nulla di meglio della marmellata. Lo zucchero fa bene al cervello. »
(Beyond Birthday, capitolo 2 pagina 49 riga 30.)
 
 
 
Erano due mesi, due mesi e mezzo, due mesi e mezzo che non facevo altro che stare sui giornali, cercando indizi che non avrei trovato, cercando un perché che non esisteva.
Due mesi e mezzo che sentivo tutte le notizie che trasmettevano sulla frequenza radiofonica della polizia, due mesi e mezzo che sentivo perché? Come? E la mia testa rimaneva lo stesso vuota.
 
B.
Era questo che mi tormentava da giorni.
 
Anche se molto improbabile, non conoscevo nessuno, tranne mia madre che avesse a che fare con la lettera B.
 
Sally e Elen erano partite per Chicago, la loro città d'origine, e non sarebbero ritornate prima di due settimane.
 
Ero sola, completamente. Anch'io non conoscevo bene Los Angeles, perché a sedici anni i miei si erano trasferiti, appunto, a Chicago.
 
Erano le tre di notte. Fuori c'era la calma assoluta, il cielo era annuvolato, e il mare non si sentiva quasi.
 
Decisi di andare a letto.
 
 
« Capelli neri.
Una maglia a tinta unita, jeans scoloriti.
Era un ragazzo giovane. La fissava con occhi cerchiati di nero, come un panda.
Snello, doveva essere piuttosto alto, ma la schiena era curva e sbirciava Misora dal basso verso l'alto, il livello degli occhi due spanne sotto quello di lei. »
(cap 5 another note)

*********
gioorno. Non credevo che questa storia alla fine riuscisse ad attirare l'attenzione di qualcuno, ma alla fine ce l'ha fatta! sono molto felice, grazie per le due recensioni dello scorso capitolo!! non so che scrivere, qui nel mio angolino... sono presa ad ascoltare la musica dei fun. ...quindi posso solo salutarvi! ci vediamo al prossimo capitolo genteee(?) -Giuly 
  
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