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Autore: fastingpylades    15/07/2013    1 recensioni
[ Enjolras/Grantaire ]
In quel momento i due capirono che erano liberi, liberi da quei fantasmi che li avevano seguiti da quando si erano incontrati e finalmente dopo tanto tempo erano liberi di vivere una vita lunga e tranquilla in un posto dove tutti sono uguali.
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Enjolras, Grantaire
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“ So give me hope in the darkness that I will see the light
Cause oh that gave me such a fright
But I will hold as long as you like
Just promise me we’ll be all right ”
 
Grantaire si era svegliato, il silenzio lo aveva accolto nella stanzetta del Corinto dove c’era il cadavere di papà Mabeuf, era consapevole che la battaglia era iniziata sapendo benissimo che sarebbe finita a mezzogiorno di quello stesso giorno.
Chiuse gli occhi e rilassò le spalle, passandosi un mano tra i capelli ricci e ribelli e lasciando un’occhiata fuori dalla piccola finestrella accanto al tavolo.
Il vento soffiava pigro, scompigliando leggermente i capelli e rinfrescavano il viso di Grantaire che vedeva gli amici dell’ABC impegnati nei lavori di riparazione della barricata, discutevano su futuro migliore.
Dove ogni uomo sarà un re, diceva un ragazzo (forse più piccolo di lui) con il sorriso sulle labbra a un altro che fumava tranquillamente la pipa come se fosse sicuro al cento per cento che avrebbero superato quel giorno.
Cazzate, pensava Grantaire, solo cazzate.
I suoi occhi scivolarono su Courfeyrac e Marius che discutevano, probabilmente su quella ragazza di cui si era innamorato.
Come si chiamava? Maria, Mariuccia?, rifletteva mentalmente il moro che dopo pochi minuti alzò le spalle e scosse la testa, rinunciando a ricordarsi come si chiamava la sua amante.
Sospirò e continuò a spostare lo sguardo sugli altri: Bossuet e Joly parlavano di Musichetta, Gavroche si preparava a lasciare la barricata poiché doveva consegnare una busta, Combeferre discuteva sulla libertà che verrà ottenuto dopo questa battaglia insieme a Feuilly e altri studenti.
Infine gli occhi scuri si posarono su Enjolras, seduto sulla cresta della barricata, sembrava brillare come una stella alla luce della piccola fiaccola a pochi passi dalla bandiera issata da papà Mabeuf.
I capelli lunghi legati in una coda sembravano essere d’oro, gli occhi azzurri come il cielo di Parigi in una calda giornata di agosto fissavano la strada in attesa di qualcosa, qualsiasi cosa.
Un cittadino o un gendarme che si univa alla causa, i soldati avvisati da Javert.
Il corpo degno di un dio greco, era piegato, ma era sempre armonioso e aggraziato.
Quel ragazzo di ventidue anni era un sole per Grantaire che ancora si ricordava la aspra conversazione avuta con lui qualche ora fa.
Di come gli aveva ordinato di andarsene dalla barricata poiché non era un luogo per un ubriacone come lui, di come era incapace di pensare, di vivere, di capire e di morire e di come aveva replicato con quel ‘lo vedrai’.
Il moro sospirò, accennando un sorriso che sembrava un ghigno, prendendo una bottiglia fortunatamente ancora piena e bevendo lentamente il contenuto.
Cosa gli sarebbe mancato più di tutto?
Le donne? Le chiacchierate alla barriére du maine con alcuni suoi amici? Le passeggiate in quella magnifica città?
No, la riposta giusta era Enjolras.
Gli diede un’ultima occhiata, levando la bottiglia dalle labbra.
“Perciò dammi una speranza nell’oscurità così vedrò la luce. Perché mi spaventa così tanto!
Ma terrò duro fin quando tu lo vorrai, promettimi solo che staremo bene.”
Mormorò, nella speranza che quelle parole giungessero alle orecchie di Enjolras però non fu così.
Quel Antinoo selvaggio era troppo concentrato per percepire quelle parole così morbide.
In quel momento la rivoluzione era più importante.
Grantaire scosse sconsolato la testa e strinse le spalle, finendo quello che era rimasto nella bottiglia e iniziandone un’altra che lo portò nel sonno pesante di qualche ora fa.
Un ragazzo entrò per prendere delle munizioni insieme a un altro ragazzo, lo indicò e disse: “Ecco, amico mio, quell’uomo è la definizione perfetta di ubriaco morto.”
 
“Ghosts that we knew made us black and all blue,
But we’ll live a long life.
But the ghosts that we knew will flicker from you
And we’ll live a long life”
 
E finalmente l’ora era giunta per entrambi, si trovavano uno a fianco all’altro.
Enjolras era coperto del sangue dei suoi amici morti e Grantaire dalla polvere, presto sarebbe morti, uccisi dai gendarmi davanti a loro.
“Permets-tu?”
Furono le ultime parole che Enjolras sentì e Grantaire pronunciò, il biondo gli prese la mano e sorrise, pronto insieme al moro di incontrare la morte.
Un sorriso che non scomparì nemmeno dopo essere stato colpito da sette colpi; Enjolras era appoggiato al muro e Grantaire era ai suoi piedi a pancia in giù.
In quel momento i due capirono di essere liberi, liberi da quei fantasmi che li avevano seguiti da quando si erano incontrati e finalmente dopo tanto tempo erano liberi di vivere una vita lunga e tranquilla in un posto dove tutti sono uguali.




 




Beh, questa è la seconda fanfiction che scrivo su di loro e sono pubblicarla dopo cinque mesi di completa assenza.
Comunque è basata sulla canzone dei Mumford & Sons - "Ghost that we knew", una delle tante canzoni che mi fanno pensare a loro due.
Spero che vi sia piaciuta e alla prossima fanfiction. 。(⌒∇⌒。)
  
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