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Autore: arashi17    15/07/2013    6 recensioni
Byun Baekhyun non ama gli animali, in particolare i gatti. Eppure si ritroverà in casa con un gatto per colpa dell'insistenza del suo migliore amico che vorrebbe solo rivederlo rivivere, felice e sorridente dopo quel giorno.
Byun Baekhyun è innamorato, lo è sempre stato ma non ha mai trovato coraggio per dichiararsi, vittima di una delusione d'amore tutta insita nella sua testa.
Byun Baekhyun pensa di stare impazzendo. Dopo quel giorno la sua vita è morta e tutti gli ordinano di dimenticare. Ma come si può dimenticare ciò che si ama? Quel gatto sarà proprio la causa della sua pazzia, inoltre. Ma perché, in fondo, quel gatto ha gli stessi occhi della persona che tutt'ora ama...
-BaekYeol-
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Kai, Kai
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nyan like I love You~


 Baekhyun non amava gli animali, in modo particolare non amava i gatti. Non che li odiasse o non li trovasse carini, solo non riusciva a comprendere del perché la gente ci spendesse soldi e tempo rendendosi ridicola delle volte. Un animale è un animale, niente di più niente di meno, ma questo le persone non si decidevano a capirlo. Ecco quindi che sentiva parlare di gelaterie per cani, di spese mediche esorbitanti per gatti, di negozi di abbigliamento esclusivamente per animali, di gente che aveva troncato storie d’amore decennali per un animale. Non si sarebbe di certo meravigliato se un giorno, accendendo la televisione, avesse sentito la notizia dell’apertura di una pizzeria per cani o una sauna per pappagalli.
   Tuttavia, ciò che Jong in stringeva tra le braccia dava tutta l’impressione di essere una cesta, e quello che vi era al suo interno appariva, niente di più niente di meno, un gatto. Baekhyun più che alla vista di quella cesta, trasalì notando lo strano ed imbarazzante sorriso plasmatosi sulle labbra dell’amico. Cosa diamine era quel ghigno? Cosa racchiudeva al suo interno? Ecco, quelle erano due tipiche domande esistenziali che Baekhyun, pressoché ogni giorno, si chiedeva osservando il più grande mistero della sua vita: Kim Jong in, alias: il suo migliore amico.
-Hai intenzione di rendere casa tua uno zoo? Il cane, il pappagallo, la tartaruga, il furetto ed il criceto non ti bastavano?- domandò atono Baekhyun indicando la cesta.
-Hanno un nome, chiamali con il loro nome per favore! E comunque questo è per te!- come se fosse possibile che Baekhyun ricordasse tutti i nomi di quegli animali che sollazzavano beati in casa Kim. Ma poco importava, ben altre parole avevano catturato la sua attenzione e per la seconda volta quel giorno trasalì.
-No. Rifiuto categoricamente.- disse superando Jong in ed uscendo finalmente dal suo appartamento.
-Andiamo Baekie! È solo un gattino!- lo seguì il moro cercano di intimargli compassione.
-Solo  un gattino?-
-Esatto! Solo un cucciolo di gatto che ho trovato per strada ieri!- disse euforico Jong in parandosi nuovamente davanti gli occhi dell’amico.
-L’hai trovato tu. Tienilo tu.- continuò privo di qualsiasi voglia di vita, Baekhyun.
-Ma non ho più spazio! E poi ho già un cane, due roditori e un uccello! Non posso rischiare che bisticcino.- bisticcino. A quella parola Baekhyun increspò le labbra e, con un’espressione disarmante, appurò il suo disappunto. Semplicemente, Jong in stava dando di matto. Era troppo legato a quegli animali tanto che, se sua sorella fosse capitata in ospedale, lui l’avrebbe raggiunta solo dopo aver terminato tutte le attenzioni giornaliere che si dedicano agli animali domestici. Agli occhi di Baekhyun tutto questo appariva come una grandissima, madornale, ridicola, eclatante cazzata.
Jong in si preoccupava seriamente troppo della convivenza perfetta per i suoi animali, tanto da essere insopportabile. Precisiamo, non che Baekhyun odiasse o non tollerasse il suo migliore amico, se lo considerava tale un motivo ben valido ci sarà pur stato. Ma proprio non ci riusciva a capacitarsi di come, quel suo migliore amico, si trasformasse in un perfetto cretino dinnanzi un qualsiasi essere vivente dotato di istinto e non di raziocinio. E la cosa che più di tutte Baekhyun non capiva, era come il suo organismo, la sua persona, ad ogni richiesta di Jong in cedesse miserabilmente. Cosa aveva fatto di male per meritarsi una simile sventura? Perché Jong in, detto Kai, doveva essere così determinato e testardo? E perché sapeva fin troppo bene che si sarebbe arreso al suo volere?
   Quando Baekhyun rientrò in casa eliminando l’impegno che aveva preso quella mattina, tra le mani stringeva impassibile quella cesta.
-Maledetto Jong in. Che ti possa avvelenare con un croccantino.- ripeteva tra sé e sé imprecando ogni più disparata forma di offesa e malaventura. Posò la cesta sul tavolo della propria cucina e dopo qualche istante di riluttanza si decise ad aprirla, attendendo che una palla di pelo bianco fuoriuscisse invadente e cominciasse a miagolare rendendogli l’esistenza impossibile. Con sua grande sorpresa, non vi uscì nulla e, incuriosito, si chinò per constatare che dentro ci fosse realmente un gatto.
Il fatto che, chinandosi ed avvicinando il viso all'apertura della cesta qualcosa di piccino e umido gli avesse sfiorato il naso, lo fece allontanare di qualche centimetro, con i brividi sulla pelle. Qualcosa c’era, per l’appunto un gatto, e gli aveva appena sfiorato il naso con il proprio.
-Esci no? Non ti mangio mica.- gli intimò Baekhyun ricomponendosi. Pochi istanti dopo una piccola ed apparentemente fragile palletta di pelo sbucò dalla gabbia. Quel gatto possedeva un pelo corto, nerissimo dalle striature caramello appena percettibili; due orecchiette piccine e stranamente allungate; una lunga coda che ondeggiava all'insù e due occhioni enormi, di un colore assurdamente... umano.
Baekhyun lo osservò consapevole che quell'esserino stesse facendo la medesima cosa su di lui. Era bello. Un gattino davvero niente male, pensò il ragazzo constatando quanto realmente fosse carino e dolce. Difatti quell'animaletto a pochi passi da lui sprigionava una dolcezza esagerata, alla quale neanche Baekhyun avrebbe potuto resistere, a lungo andare.
-Questa è casa mia. Immagino sarà anche tua da oggi in poi. Ma questo non ti permette di graffiarmi i mobili, di lasciare i tuoi bisogni in giro, di rovinarmi i vestiti o di salirmi sul letto. Se infrangi le regole, dormi nel balcone.- almeno che gli animali capissero in un qualche misterioso modo gli umani, questo lo sapeva e lo accettava perfino Baekhyun. Il gatto piegò il musetto e mosse un orecchio, accucciandosi come a dire che sì, aveva afferrato il concetto. Baekhyun corrugò la fronte guardandolo reagire in quella maniera e un pensiero lievissimo gli barcollò tra i fili del suo sistema nervoso. No, è impossibile. 
   La mattinata trascorse tranquilla, con un Baekhyun intento a fare le pulizie primaverili ed un gatto intento a seguirlo ovunque andasse, senza mai miagolare o arrecargli grandi disturbi. Solo per quel motivo, il ragazzo ringraziò Dio per non avergli inserito in casa un animale rumoroso. Decise che era ora di pranzo e rendendosi conto di non aver nulla sia per se stesso che per quel gatto, afferrò le chiavi ed il portafogli e si diresse verso l’uscita di casa.
-No, tu resti qui.- disse vedendo la palla di pelo seguirlo più velocemente di come avesse fatto fino a quell'ora. Ma pareva non capire e si insediò tra i suoi piedi bloccandogli il passaggio.
-Vado a prenderti da mangiare! Lasciami passare.- insistette Baekhyun allargando le gambe e spostando piano il micio nella speranza che quest’ultimo potesse finalmente lasciarlo stare. Tuttavia quel piccolo animaletto non gli diede tregua e si affrettò a pararsi dinnanzi il portone di casa.
-Senti. O mi lasci passare o sta notte starai all'aria aperta.- ma il gattino non si scostò di un millimetro, sollevò lo sguardo intrecciandolo con quello del nuovo padrone ed assunse un’espressione tanto afflitta quanto speranzosa. Baekhyun trasalì nuovamente di fronte a quegli occhi così assurdi e nuovamente il pensiero di poche ore prima slittò nel suo cervello.
-Fammi capire. Non vuoi essere lasciato solo? Ma non posso portarti con me.- disse accucciandosi per guardare meglio negli occhi quella palletta nera. Apparve estremamente triste e il padrone di casa non poté che notarlo.
-Dai, tornerò presto. Ora spostati, non fare danni.- e scomparve dietro la porta di casa.
   Quando tornò, dopo circa una mezz'ora, trovò il gatto steso a terra, dinnanzi il portone, che miagolava un lamento straziante. Non sapeva il perché, ma Baekhyun si gettò a terra sconvolto e lo raccolse tra le mani, gridandogli di riprendersi, di smetterla di gridare a quel modo. E poté giurare di averlo visto piangere.
 
-Jong in, i gatti piangono?- domandò il giorno dopo al suo migliore amico, mentre intrappolava una polpetta di carne tra i denti della sua forchetta nella mensa universitaria. Kai lo fissò con sguardo ebete inarcando un sopracciglio e per qualche istante smise di masticare le sue patatine fritte.
-Hai fatto piangere quel povero micio.- lo rimproverò puntandogli la forchetta ad un palmo dal naso.
-Non... insomma, quindi piangono?-
-Teoricamente i gatti non piangono. Cioè, non piangono con lacrime vere come le nostre, ma per far capire che soffrono miagolano in modo strano. Tipo un lamento, qualcosa del genere. Hai fatto piangere quel gatto quindi?- spiegò Jong in riprendendo a masticare il suo pranzo poco salutare, continuando a puntare la sua forchetta contro Baekhyun. Eppure, il suo gatto aveva sì miagolato, ma aveva anche pianto come un vero e proprio umano. O almeno era questo ciò che credeva Baekhyun.
-No, però ieri quando sono uscito per la spesa mi ha impedito in tutti i modi di aprire la porta, e quando sono tornato... be’, pareva stesse piangendo.-
-Non vuole che tu vada via.- concluse Kai afferrando il concetto.
-O magari non gli piace restare solo.-
-Vedi Baekhyun... quel micio è già stato abbandonato una volta. Adesso tu l’hai accolto, è normale per lui avere il terrore di essere buttato via di nuovo. In te vede la salvezza, per questo odia vederti uscire di casa. E dimmi, come l’hai chiamato?- parlò Jong in spiegando nuovamente come stessero le cose, sapendo quanto incapace fosse l’amico nel comprendere determinati meccanismi. Ma del resto, non lo accusava, non lo giudicava, non lo incolpava. Baekhyun prima era dolce e gentile. Purtroppo, la vita non si sa mai cosa ha in serbo per noi.
-Non ha un nome.- ammise il maggiore sorseggiando la coca cola.
-Baekhyun!!!- lo rimproverò l’amico indignato e preoccupato per quel povero gatto.
-Gliene troverò uno adatto.- asserì in fine Baekhyun, pulendosi il viso e portando il vassoio sul bancone avendo terminato il pranzo.
 
   Entrando in casa, alle 21.30 circa di sera, Baekhyun notò che la luce dei lampioni in strada, illuminava tenuamente il pelo nerastro del suo animale domestico, rendendo il suo manto ai suoi occhi morbido e facendogli salire una strana voglia di accarezzarlo. Delicatamente chiuse la porta, si tolse le scarpe e camminò fin sopra il divano dove rannicchiato dormiva il gatto e si accucciò sul pavimento osservandolo. Aveva l’impressione di chi, per un intero giorno, avesse pianto e si fosse disperato e, giunta la sera, si fosse addormentato privo di energie. Il fatto stesso che non fosse guizzato ai suoi piedi sentendo la serratura di casa aprirsi, gli fece comprendere che aveva passato una giornata pessima, in sua assenza. O meglio, ad attenderlo.
   Allungò un braccio e quasi timidamente ne posò l’estremità sul dorso del piccino che non accennò ad un movimento nemmeno lieve, e quindi continuò ad accarezzarlo dolcemente beandosi della sensazione di morbidezza rilasciata da quel manto candido. Posò la guancia sul braccio che teneva rilassato sul divano e si perse a guardarlo inerme, dormire tranquillo, ribassare e rialzare il torace minuscolo ad ogni respiro, le sue orecchie abbassate e tremendamente carine a causa della loro strana ed inusuale lunghezza, ed in fine quegli occhietti troppo grandi, che pur essendo chiusi, imprimevano in lui un forte senso di... di qualcosa.
   Si risvegliò verso la mezza notte nella stessa posizione in cui si era incastrato al ritorno a casa, con l’unica differenza che ad essere osservato ed accarezzato, fosse lui.
-Ciao...- sorrise lievemente con la voce impastata dal sonno, guardando come gli occhioni neri del gatto si fossero aperti ancora di più nel vederlo sveglio. Delicatamente, il micetto continuò ad allungare la zampetta portandola sulla guancia calda del padrone e la poggiò sperando di non essere sgridato. Baekhyun guardò la zampa con la coda dell’occhio e fece lo stesso con la sua mano, portandola però sulla testolina dell’animale che prese a fare delle rilassanti fusa.
-Sei un gatto davvero affettuoso.- bisbigliò osservando come quel micio lo fissasse, quasi idolatrandolo.
-Sono buffo mentre dormo vero?- rise tenue ripensando agli avvenimenti di pochi istanti prima. Il gatto aprì la bocca mostrando i piccoli dentini, socchiuse gli occhi e si agitò un po’ miagolando. Notò che un occhio si chiudeva più del dovuto ma non se ne preoccupò, anzi, si perse a contemplarlo. Pareva stesse ridendo, e di gusto anche... ma i gatti non ridono e Baekhyun non si era nemmeno drogato o ubriacato per pensare qualcosa del genere, però quella sembrava tutta una gran bella risata.
   Improvvisamente Baekhyun si scostò bruscamente dall'animale, buttandosi a terra definitivamente ma continuando a fissarlo, sta volta con occhi allarmati. Il gatto si ricompose e si mise a sedere assumendo un’espressione interrogativa. Nuovamente quel pensiero era tornato nella mente del giovane universitario, e si era manifestato molto più forte e potente delle precedenti visite. Ma era un dato del tutto impossibile quello che da qualche giorno gli ronzava in testa. Eppure, gli somigliava davvero tanto...
   Presosi di coraggio, si avvicinò al divano, mentre il gattino abbassava la testolina man mano che vedeva diminuire la distanza tra di loro, arrivando a leccargli il naso una volta che Baekhyun fosse tornato al punto originale. Una sensazione di calma e tepore lo avvolsero dopo quella piccola leccata e quasi automaticamente e senza rendersene conto, attirò l’attenzione del micio su di sé.
-Dobi.- sussurrò a stento ed il viso del gattino si chinò leggermente verso destra, perdendosi nel fissare gli occhi bellissimi del padrone. Mosse le orecchie e lo leccò di nuovo.
-Ti piace come nome... Dobi?- chiese Baekhyun abbassando lo sguardo ed imporporandosi le guance, chissà poi perché. Dobi gli sfiorò le labbra con la lingua ruvida e subito dopo si ritrasse nell'angolino del divano più lontano dal ragazzo. Che sensazione strana. Baekhyun si sollevò rimettendosi in piedi e si toccò con le falangi le labbra, guardando nuovamente il gatto che provava a nascondersi con le zampe. Il fatto che il suo cuore cominciò a battere all'impazzata nel momento in cui Dobi lo aveva leccato sulle labbra, risultava a Baekhyun un qualcosa di assurdo, tanto assurdo quanto nostalgico. Sì, nostalgico perché in fondo, quelle sensazioni lui le aveva già vissute tutte, qualche tempo prima, con un essere umano.
   E quell'essere umano era un idiota. Era altissimo e magro, aveva i capelli neri ma adorava tingerli color caramello. Aveva il terrore che Baekhyun potesse lasciarlo solo da un momento all'altro. Cercava di evitare qualsiasi arrabbiatura a Baekhyun per non finire di forza nel balcone a congelare. Amava osservarlo dormire per quanto buffo fosse. Amava accarezzargli la guancia per poi vedere la sua reazione al momento del risveglio. Amava sentire la dolce mano di Baekhyun sulla sua testa, sui suoi capelli morbidi. Piangeva ogni qualvolta Baekhyun lo lasciasse solo per troppo tempo. Rideva come un matto spalancando la bocca, agitandosi e procurandosi un tic all'occhio. Aveva le orecchie a sventola più carine del mondo. Aveva occhioni neri che tanto piacevano a Baekhyun. E Baekhyun lo amava tanto. Solo che lo aveva capito tardi. Solo che adesso quell'essere umano non c’era più.
 
   Che Dobi somigliasse a Lui, non cambiava comunque il comportamento apatico e distaccato che Baekhyun riservava al mondo intero. Semplicemente seguitava a trascorrere le giornate come sempre aveva fatto dopo quel  giorno. Si alzava presto, faceva colazione, si dirigeva verso l’università dove prendeva parte alle lezioni e incontrava i suoi amici, o chi aveva scelto di essergli ancora amico pur sapendo del cambiamento nel suo carattere. Poi lavorava nel negozio di dischi accanto al bar in cui Jong in trafficava come cameriere e, finito il turno, si dirigeva a casa sua. Una giornata monotona come tutte le altre, con l’unica differenza che adesso a casa c’era un microscopico micetto ad attenderlo.
-Allora Baekie, come l’hai chiamato il gattino che ti ho regalato?- domandò un giorno Kai mentre toglieva il grembiule da lavoro e si apprestava a tornarsene nel suo appartamento. Baekhyun si irrigidì e abbassò lo sguardo.
-Dobi...- e quello che uscì dalle sue labbra fu un sussurrò accennato.
-Cosa?!? Baekhyun, ti ho regalato quel gatto per farti riprende! Non per farti stare peggio!- urlò nervoso Jong in sbottonandosi un po’ la camicia per il troppo caldo che l’estate si era portata dietro. A quelle parole Baekhyun chiuse gli occhi imponendosi la giusta calma e continuò a camminare incapace di rispondere. Sapeva meglio di chiunque altro che quell'arrabbiatura era più che consona e se la meritava tutta, ma davvero non riusciva a voler star meglio. Sapeva che Kai era profondamente preoccupato per come stesse reagendo a quell'avvenimento ormai troppo lontano ma pur sempre vivido. Sapeva che gli aveva portato quel gatto con il solo scopo di farlo sorridere di nuovo, di farlo svagare, tornare a vivere in compagnia di qualcuno che non dovesse per forza occupare un posto importante nel cuore. Jong in sapeva che di amare un’altra persona, almeno per il momento, Baekhyun non voleva che saperne, così aveva optato per un gatto. Un semplice ed innocuo micetto nero che avrebbe saputo alleviare il dolore nelle lunghe e solitarie giornate del proprio migliore amico. Di certo non aveva preso in considerazione che avrebbe chiamato quell'animale con il soprannome della persona che Baekhyun tempo prima amava con tutta l’anima.
-Baekhyun! Parlo con te! Perché gli hai dato proprio quel nome? Non puoi restare nell'ombra di quel giorno per sempre! Devi tornare a vivere! Non puoi racchiudere in quel gatto il ricordo di Chanyeol!- gliel'aveva detto, con chissà quale coraggio immane, ma era riuscito a tirar fuori gli attributi e a chiedergli di andare avanti.
-E allora perché tra tutti i fottuti animali del mondo, mi hai regalato la sua fotocopia spiccicata? È impossibile andare avanti cercando di eliminare il suo ricordo dal cuore! E poi spiegamelo, perché mai dovrei tornare a vivere? Perché mai non posso ricordare e amare ancora quello che è il ragazzo che ho amato per anni!? Perché? Chi diavolo siete tutti per impormi di dimenticare?- se c’era una cosa che Byun Baekhyun sapeva fare bene, era incazzarsi. Nient’altro gli usciva meglio, nemmeno amare quel Chanyeol gli era mai venuto così bene come quando perdeva le staffe e cominciava a sbraitare isterico ed esaurito. Veniva automatico: qualcuno gli sparava in faccia una verità non gradita o agiva in maniera non piacevole ai suoi occhi e lui puntualmente sentiva ribollirgli dentro un gran caldo, un gran putiferio di emozioni e sensazioni. Si diceva sempre che se avesse mantenuto chiusa la bocca quell'esplosione di sentimenti non sarebbe fuoriuscita, ma chi era lui per dar pace ai suoi bollori?
E si era accanito contro l’ultima persona con cui avrebbe voluto accanirsi, ringhiandogli contro un dolore estremo che si portava dentro da anni e che molto probabilmente mai sarebbe andato via. Quel dolore era una macchiolina nell'animo di Baekhyun, una macchiolina piccola, che però aveva saputo sprigionare il peggiore, il più letale dei dolori. Un po’ come un virus di una malattia potente che pur essendo piccolissimo abbatte un essere umano uccidendolo. E le cure a certi virus non esistevano ancora, tanto meno al virus che aveva infettato Baekhyun e che lo stava lentamente portando alla morte.
-Baekhyun...- mormorò afflitto Jong in incapace totalmente di reagire a quella sfuriata di cui però non aveva nessuna colpa. Chinò il capo sentendo gli occhi farsi pesanti e strinse forte la fascia del suo zaino.
-Lasciami in pace Jong in. Non ho voglia né di litigare, né di fare qualsiasi altra cosa sta sera. Tornatene a casa, buona notte.- si congedò freddamente il maggiore allungando il passo e giungendo poco dopo presso casa sua, con il fiatone per quanto velocemente avesse camminato. Nella testa, solo accuse e insulti al suo migliore amico, solo tanti perché riguardanti quel giorno, nient’altro. Chiuse la porta alle spalle e si lasciò scivolare sul pavimento senza accendere la luce. I lampioni sarebbero bastati ad illuminare la stanza. E lacrime amare cominciarono ad imperlare il volto affranto di un Baekhyun innamorato, ancora troppo innamorato di una persona che non esisteva più. Di un Baekhyun troppo stupido da prendersela con il mondo intero e con il suo più caro amico. Dobi gli si avvicinò ma poco risollevò il morale a pezzi del ragazzo che vedendone gli occhi fin troppo uguali a quelli del suo amato Chanyeol riprese a piangere, ancor più forte e drammaticamente di pochi minuti prima.
 
   La notte delle stelle cadenti era stata sempre una delle preferite di Baekhyun durante l’anno. Quel giorno non tardò ad arrivare, ma Baekhyun non ne aveva granché voglia di scendere lungo la costa, fare un falò e attendere di esprimere i propri desideri.
Non ne aveva più la voglia da due anni a dirla tutta, ma lui diceva sempre che per quel giorno sarebbe stato impegnato nella casa dei genitori, ottima quanto banale scusante per evitare di trascorrerlo decentemente.
La mattina del dieci Agosto Baekhyun si era svegliato più accigliato del solito, un senso di nausea e noia imminente e la voglia di non fare praticamente nulla. Andò nella cucina prendendo una mela rossa pensando che se avesse vomitato, almeno avrebbe rimesso qualcosina, e si avvicinò al divano. Dobi era lì, accucciato tanto da apparire come una palletta di lana, e dormiva profondamente. Baekhyun si fermò ad osservare come il suo corpicino si alzasse e ribassasse a causa del processo di respirazione, e come di tanto in tanto quel gattino scattasse lievemente, facendo ondeggiare quei suoi baffetti bianchi. Era adorabile il suo modo di riposare. Era dolcissimo quel suo muoversi involontariamente. Era tenerissimo quel suo appallottolarsi all'angolino del divano come per non dare fastidio. Era tremendamente nostalgico appurare che, anche in questo, Dobi fosse identico a Chanyeol.
-La devo piantare... o diventerò pazzo. Vedo Yeol ovunque...- sussurrò piano scuotendo il capo ed assumendo un’espressione afflitta. Decise di slittare verso il balcone, evitando il divano per non svegliare il micio e pochi istanti dopo si ritrovò a fissare ciò che il paesaggio gli proponeva. Diede un primo morso al frutto e si poggiò alla ringhiera guardando il sole cominciare a sorgere dietro i tetti dei palazzi, ascoltò il canto assillante degli uccellini e delle rondini intenti a svolazzargli davanti agli occhi in cerca di cibo, osservò i dintorni di quella città che per lui non significava più nulla, che aveva smesso di essere città, che gli appariva come un semplice involucro contenente cemento, mattoni e anime. Eppure un tempo l’aveva amata da morire quella capitale, l’amava così tanto che ogni giorno doveva percorrere quelle vie per star meglio. Seoul era la sua mamma. Seoul era la città dei suoi sogni; la città del liceo e dell’università lontano da casa; la città dove aveva imparato a cavarsela; la città doveva aveva imparato ad amare. Ed un sorriso spento sfiorò quelle sue belle labbra, incurvandole dolcemente al ricordo di cos'era Seoul per colui che amava.
Per Chanyeol, Seoul era come una piccola cittadina di provincia dove vivevano e si guadagnavano da vivere. Per lui, Seoul era quelle quattro mura e quelle strade. Per lui, Seoul era il profumo dei dolci del negozio sotto casa, era il rumore dell’ascensore del loro palazzo, era la visuale panoramica che avevano affacciandosi dalla terrazza della saletta. Per lui era la strada che ogni giorno percorrevano per arrivare alla sede universitaria. Per Chanyeol, Seoul era la persona che amava, alla quale non aveva mai potuto confessarsi.
Baekhyun si soffermò a quest’ultimo punto: la persona che il suo adorato Yeol amava. Lui non la conosceva, né tanto meno avrebbe mai voluto conoscerla tuttavia adesso se ne pentiva e chissà quale tesoro avrebbe dato in cambio di saperne almeno il nome. Ma non sarebbe stato corretto incolpare il più alto dei due per questo fatto, poiché Chanyeol aveva sempre voluto rivelargli il nome del fatidico ragazzo per il quale aveva perso la testa, ma Baekhyun prontamente lo interrompeva.
“Il ragazzo che mi piace... si chiama... B-” 
“STOP. Frena. Alt. Tempo. Time out. Non una parola di più, Yeollie.” 
“Ma... ti prego Baekie! Devi sapere che mi-”
“Park Chanyeol. No. Non mi interessa che ti piaccia qualcuno. Vallo a dire al diretto interessato.”
“Ma ci starei prov-”
E puntualmente si ritrovava una porta sbattuta in pieno volto da un Baekhyun alterato e profondamente deluso.
Si erano conosciuti durante il primo anno di liceo, quando Baekhyun decise di trasferirsi a Seoul ed abitare con altri studenti in qualche campus. Si era ritrovato invece in un appartamento al decimo piano di un palazzone datato, un interno comunque capiente ed illuminato che avrebbe dovuto dividere con Jong in e un altro ragazzo di cui non sapevano altro se non il nome. Baekhyun non avrebbe dimenticato mai la prima volta che vide dinnanzi ai suoi occhi la figura mastodontica di Chanyeol. Quel visetto paffuto, quegli occhioni enormi e nerissimi proprio come i capelli raccolti in un cappellino, avevano fatto vibrare il cuore al ragazzo tanto da innamorarsene sul posto. Scoprire che quel moretto fosse anche una splendida persona fece sì per accentuare ed affinare i sentimenti di Baekhyun nei suoi confronti. Poi Jong in aveva deciso di andare a vivere dal suo ragazzo che comunque avrebbe ospitato i suoi numerosi animali e quindi li aveva lasciati soli. Due ragazzi innamorati, chiusi in una casa e apparentemente non ricambiati. Seguirono infinite giornate di illusioni e silenzi, giorni di imbarazzo ed incomprensioni, giorni di contatti timidi ed avvampanti, notti di tensione ed irrequietezza, notti di sballo totale con l’alcool, notti in cui la sbronza era tale da averli fatti finire nello stesso letto, con lo stesso caldo e le stesse voglie frustranti. Notti in cui avevano deciso che sì, ogni tanto un bacio o una sana sessione di sesso non sarebbe stata letale per la loro salute.
Ma non c’erano stati i ti amo. Non c’erano stati i veri sentimenti che, invece, se ne stavano bellamente intrisi nei loro animi. Era un rapporto di amicizia e sesso quello di Chanyeol e Baekhyun, eppure avrebbe potuto mutare in qualcosa di più, se solo avessero avuto il coraggio di ammettere ciò che il cuore conservava. Ma Baekhyun tutto questo lo vedeva come un amore a senso unico, poiché secondo il suo parere, Yeol amava chissà quale altro ragazzo.
-Perché te ne sei andato così...- sibilò accasciandosi sulle proprie braccia e socchiudendo gli occhi disturbati dall'intensità del sole ormai sorto.
-Se tu fossi rimasto qui, mi sarei comportato meglio... non ti avrei mai più chiuso nel balcone... non ti avrei mai più lasciato solo per ore... e ti avrei lasciato pronunciare quel maledetto nome che amavi... me lo avevi detto quella notte no? Che non te ne saresti mai andato via... e allora perché lo hai fatto? Non puoi tornare? Torna ti prego... o non ha senso niente...- infossò il viso nelle braccia lasciando cadere la mela mangiucchiata accanto il vaso di una pianta ai suoi piedi e si perse in un pianto sottile, pesante. Ogni lacrima pareva impiegarci una vita per abbandonare la palpebra e tutto ciò rendeva la situazione più difficile, più dolorosa.
Si spaventò quando Dobi si strusciò lungo la sua caviglia, miagolando lentamente come a volergli donare un buongiorno con ancora la voce impastata dai sogni. Le lacrime cessarono improvvisamente con la vista del micino sotto di lui e si accucciò per afferrarlo tra le bianche mani.
-Nyan~- miagolò intensamente il gattino non smettendo di fissargli gli occhi. Baekhyun sorrise a quel dolce saluto e ricambiò cortesemente con un simpaticomiao. Tirò su con il naso e di colpo vide la lingua dell’animaletto premergli sul viso. La lacrima presente sulla guancia di Baekhyun scomparve nelle piccole fauci del felino ed il ragazzo non poté che guardarlo interrogativo. Perché mai quel gatto si comportava come un essere umano? Cosa importava a quel gattino se il suo padrone stesso piangendo o ridendo?
Prima che potesse rendersene conto, la linguetta di Dobi gli aveva stampato un rapido e piccolo bacio sulle labbra. Di tanto in tanto capitava che si avvicinasse così tanto per leccargli la bocca, ma sta volta ne era rimasto folgorato. La sensazione che quella lingua gli aveva lasciato era famigliare, fin troppo. Come lo sguardo che racchiudevano gli occhi neri del gatto, lo stesso sguardo che tante volte si era posato sul suo corpo e lo aveva fatto tremare.
-Mi... mi sto innamorando di un gatto. Byun Baekhyun riprenditi ti prego.- si canzonò lasciando Dobi a terra che ancora non smetteva di scrutarlo e metterlo a disagio. Decise che avrebbe fatto quattro passi per la città, non che gli interessasse visitarla, ma solo per distrarsi da quei pensieri assurdi. Si vestì e uscì di casa, ascoltando a malincuore i lamenti atroci del gattino che odiava sentirsi solo in quel grande appartamento.
 
   Baekhyun si sentì profondamente preso per il culo quando iniziò a piovere fortemente. Non aveva con sé ombrelli, era anche vestito leggero e il luogo dove era andato era all'aperto. Pensò che se lo meritava e che avrebbe quindi sopportato, delle gocce di pioggia non gli avrebbero di certo tolto la voglia di scambiare qualche parola con Lui.
-Non ti da fastidio se sul tuo adorato divano ci dorme un gatto, vero Yeol?- domandò alla fredda lapide che gli si ergeva davanti agli occhi. Sorrise guardando la dolce fotografia che avevano scelto per Chanyeol: un suo primo piano, un faccino tenero e sorridente incorniciato dai bellissimi capelli mossi colore del legno, che tanto si sposavano bene con l’incarnato chiaro del suo coinquilino. Delle labbra rosse e carnose, distese in un lieve quanto dolce sorriso, e gli occhi, quegli occhioni enormi che però se ne stavano delicatamente socchiusi, persi nel ghigno che la sua espressione accennava. Era bellissimo, era diafano, era la creatura più bella e luminosa che Baekhyun avesse mai visto. E più lo fissava, più se ne innamorava perdutamente, e se ne sarebbe invaghito ancora e ancora, sempre e per sempre.
-Quel gatto... Dobi, è la tua fotocopia. Già, Dobi... scusa se ho usato il tuo soprannome... è che davvero, ti somiglia troppo.- continuò imbarazzato il ragazzo abbassando lo sguardo e sorridendo un po’.
-Mi... mi manchi sai? Lo so che sono monotono e che ormai sono due anni che... Ehi Yeol! Parliamo d’altro ti va? Vuoi che esprima un desiderio per te sta sera? Ricordo che ne avevi uno che però non hai potuto esprimere perché non hai visto stelle... magari vuoi... tornare...- da me...?  Ma quel pensiero rimase tale nella mente di Baekhyun che si incupì perdendo il suo sguardo nel vuoto. Si domandava come mai dovesse essere così estremamente difficile accettare la sua morte e vivere la vita serenamente consapevole che non sarebbe mai più tornato. Proprio Baekhyun non si dava pace in questo, non sarebbe mai e poi mai riuscito ad approvare una cosa così disgustosa. E non lo faceva solo perché ne era follemente innamorato, ma semplicemente perché la morte di Park Chanyeol risultava inaccettabile. Per quale assurdo mistero del destino proprio Lui tra tanti aveva dovuto incrociare quello spirito incappucciato che se l’era portato via, per sempre?
-Tutta questa pioggia mi ucciderà gli occhi... scusami per il disturbo... ciao Yeol.- sibilò lentamente rialzandosi dal terriccio e voltandosi di spalle alla lapide. Andò via in silenzio, mentendo a se stesso che quelle sulle sue guance fossero gocce di pioggia crollata dal cielo e non un pezzettino della sua anima crollata dal suo corpo. Sarebbe tornato a casa sua passando la serata con Dobi. Almeno così avrebbe rivisto un barlume di Chanyeol ancora vivido e vivo nella sua vita.
 
   Guardare il cielo stellato dalla terrazza del proprio appartamento insieme ad un micetto nero si era rivelato molto più gradevole di quanto Baekhyun si aspettasse. Era rientrato in casa, si era fatto una doccia, aveva rassicurato Dobi che, come al solito, aveva pianto per tutta la sua assenza, e dopo il pranzo, si erano appollaiati sul divano a guardare la televisione aspettando il calar della sera. Di stelle ne era colmo il cielo e di stelle cadenti neanche l’ombra. Dobi pareva comunque altamente interessato nel contemplare quella macchia nera più del suo pelo e tutti quei puntini che apparivano come minuscoli diamantini incastonati. Di tanto in tanto giocherellava tra le gambe del padrone, altre si buttava a pancia insù stendendo le zampette sperando di acchiappare una di quelle tante stelline, per poi portare la testolina indietro e osservare Baekhyun con occhi spalancati. E Baekhyun non poteva che pensare quanto fosse identico al suo Chanyeol quando spalancava quei suoi occhioni nerissimi.
-Fallo tornare da me... ti prego, fa che Chanyeol torni da me! Anche un minuto, anche un... aish! È scomparsa...- disse improvvisamente il ragazzo avendo avvistato una stella cadente, ma quella era stata troppo veloce per i desideri del giovane. Così, Baekhyun per ogni stella che vedesse, avrebbe espresso il medesimo desiderio, provando di volta in volta ad essere il più veloce possibile. Purtroppo quelle scie luminose erano molto più rapide di lui e quel desiderio pareva esser destinato a restare inconcluso per l’eternità.
-Dobi, sono buffo vero? Esprimo lo stesso desiderio da due anni, ma non riesco mai a concluderlo... sarà perché i morti non tornano in vita? Nemmeno con le stelle cadenti? Sai, una volta qui abitava un'altra persona. Dormiva dove dormi ogni giorno tu, sorride come sorridi tu, piange come fai tu, odia quando lo lasciavo solo proprio come te. Dobi era il suo soprannome. A te sta bene proprio perché gli somigli tanto... Lui, era la persona più bella di questo mondo sai? Dolce, gentile, affettuoso, idiota... non gli ho mai fatto rivelare chi gli piacesse. Me ne pento da morire... vorrei tanto saperlo adesso. È che ero troppo codardo, troppo intimorito... avevo paura di soffrire nel sentire un nome che non fosse il mio. Sì perché io lo amavo tanto, e lo amo tutt'ora... ma non riuscivo a dirglielo, tanto che adesso... mi è impossibile definitivamente. Un’auto lo ha investito due anni fa... correva come un matto perché la persona che amava gli aveva detto di sì per un appuntamento. Al telefono diceva che appena mi avesse visto mi avrebbe stritolato per la felicità... lo guardavo correre da questo balcone, non c’erano auto nei paraggi così attraversò le strisce urlandomi un grazie che tutt'oggi non comprendo, quando una maledetta auto sbucò da chissà dove e lo investì. Saremmo dovuti uscire due giorni dopo, diceva che doveva assolutamente visitare un posto ed io dovevo accompagnarlo... non ci fu nessun appuntamento con il tipo misterioso, nessuna uscita insieme, nessun abbraccio fortissimo, niente di niente. Chanyeol morì sul posto e tutto ciò che mi lasciò fu il suo sorriso assurdo prima di svanire. Se solo potessi dirgli che lo amo...- dalle sue braccia incrociate saltò fuori Dobi che si accoccolò tra le sue mani guardandolo come se non ci fosse stato un domani. Baekhyun trasalì sentendo il peso di quegli occhi puntati nei suoi e attese che il gattino facesse qualcosa. Qualsiasi cosa. Un pensiero gli sfiorò il cervello e per pochi attimi volle credere a quella pazzia che gli si stava proiettando allarmante dentro l’animo. Ci sperava, ci credeva, sentiva e percepiva nell'aria che avesse ragione ed attese. Ma quella era la realtà, non un manga, un drama o un film e l’unica cosa che avvenne fu che Dobi saltò dalle sue mani al freddo pavimento, rientrando in casa e perdendosi chissà dove tra le stanze. Baekhyun rise isterico come a scaricare i nervi solidissimi e tesi che gli si erano formati in quei pochi minuti di contemplazione a quell'idea e si intrecciò le dita pallide tra i capelli castani, stringendo. Se sentiva decisamente un folle a pensare che quel gatto fosse la reincarnazione del suo Yeol e che improvvisamente avrebbe visto la sua anima comparire e cose del genere. Si sentiva assurdamente stupido per aver concepito qualcosa di così idiota ed irreale, ma in fondo, Baekhyun era solo un ragazzo innamorato.
 
   Che Baekhyun avesse dormito una notte intera nel balcone sconvolse e non poco Jong in che, preoccupato del fatto che l’amico non si facesse sentire da qualche giorno, era andato a trovarlo in casa. Di certo non pensava che lo avrebbe trovato raggomitolato sul pavimento dormiente e con segni  evidenti di alcune lacrime sul viso. Era giunto l’inverno, Novembre si era fatto strada tra le vie illuminate di Seoul spargendo il suo freddo gelido e la sua neve candida. Quando Baekhyun si svegliò, si ritrovò disteso sul divano e coperto da una trapunta caldissima. Davanti la TV scovò Jong in che si trascinò fino al divano, chiedendogli perché mai avesse dormito all'aperto con quelle temperature ghiacciate. Dopo diversi minuti di attesa e rifiuto, Baekhyun si abbandonò tra le braccia amiche di Jong in raccontandogli per filo e per segno cosa gli stesse succedendo da alcuni mesi, da quando Dobi era entrato nella sua vita. Nuovamente pianse come un bambino, con la differenza che quella mattina il suo più caro amico era corso da lui, era lì per lui, e non l’avrebbe lasciato per nulla al mondo.
-Dov'è Dobi adesso?- chiese Jong in quando Baekhyun parve star meglio. Quest’ultimo sbarrò gli occhi e scattò in piedi.
-Non lo so... mi sono addormentato e non l’ho più visto!- subito cominciarono le ricerche in quella grande casa, chiamando a gran voce il micio e cercandolo ovunque, con una strana quanto pressante sensazione sgradevole allo stomaco.
-... Dobi...- sibilò graffiante Baekhyun quando scovò il micio nella sua camera da letto, in un angolino a sovrastare un gran numero di fotografie sparse a terra. Il gattino si rizzò per lo spavento e per sbaglio, senza volerlo, graffiò rompendo uno degli scatti. Dobi guardò la foto, poi di nuovo Baekhyun, nuovamente la foto e optò per il nasconderla con il suo piccolo corpicino nero, spaventato a morte dalla reazione che avrebbe potuto avere il ragazzo.
-Dobi, cosa stai nascondendo? Spostati lasciami vedere!- disse Baekhyun avvicinandosi all'animale che sempre di più si rannicchiava e si faceva piccino.
-Dobi. Spostati da sopra quelle foto ti ho detto!-
-Baekie non è il caso di urlare così a quel gat...-
-Sono le foto di Chanyeol cazzo! Voglio che si levi da là sopra e mi faccia vedere cosa nasconde! Se ha rotto qualche... Dobi... non hai rotto nessuna di quelle foto vero?- ringhiò nervoso il padrone di casa realizzando in fine una dura ed amara possibilità. Si scaraventò contro quel micio, incurante del dolore alle ginocchia provocato dall'atterraggio sul pavimento, incurante delle fotografie svolazzate ovunque, incurante del terrore arrecato nel piccolo gattino che ancora si rifiutava di spostarsi.
-Baekhyun calmati!- strillò Jong in nel vederlo afferrare di forza il povero Dobi e strattonarlo lanciandolo via, lontano. E stranamente quel gattino non atterrò sulle zampine come di solito i felini fanno, incuriosendo Jong in. Dobi batté il dorso alla parete e miagolò sofferente per diverso tempo, fino a quando Baekhyun non si sollevò da terra con in mano una fotografia.
-... Cosa... hai... fatto...- sussurrò rabbioso il maggiore fissando la fotografia più importante che avesse. In quella foto Chanyeol era stranamente sobrio eppure lo aveva accoccolato sul suo divano, lo aveva baciato con passione e trasporto e diceva di voler fare l’amore con Baekhyun. L’amore... anche a Baekhyun quello che fecero insieme sembrò Amore, ma non ne aveva nessuna certezza. Così, prima che tutta la magia potesse evaporare via, aveva preso il suo cellulare e aveva scattato a tradimento quella foto stupenda che ritraeva Yeol in un primo piano ravvicinato, un primo piano da occhi sgranati e boccuccia schiusa. Un primo piano da pelle d’oca. E quel primo piano, se n’era andato per sempre, con tutti i suoi bei ricordi. Il graffio lasciato dal gattino aveva lacerato la carta, rendendola inguardabile. Cinse il micio con rabbia e lo gettò nel terrazzo, urlandogli di starsene lì a patire il freddo e la fame e che se avesse voluto sarebbe potuto scappare via, che non se ne faceva nulla di lui, che gli aveva distrutto l’unico momento di amore che Chanyeol gli avesse mai donato. E forse nell'unica volta in cui Baekhyun avrebbe dovuto osservare i grandi occhi di Dobi, non se ne curò e lo lasciò solo e sotto la pioggia. Se solo avesse guardato quegli occhi si sarebbe reso conto che no, Chanyeol non era morto.
 
   Quando solo quattro giorni dopo Baekhyun si decise ad aprire la porta finestra del balcone, sotto tortura di Jong in, si rese conto della grandissima ed orrenda azione che aveva compiuto. Dobi era riverso a terra, agonizzante, privo di energie, scarno e con gli occhi spalancati in un’espressione di dolore. Ma era vivo.
Baekhyun si sentì abbandonare dall'anima e si riversò sul povero micio completamente fradicio ed infreddolito, raccogliendolo tra le sue mani candide. Un lieve ed impercettibile miagolio di dolore riempì i timpani del giovane che rimase sconvolto da come, nel vederlo giungere, quel gattino parve sorridere. Come riusciva a non odiarlo dopo ciò che gli aveva riservato? Dopo tutta l’atrocità con cui gli si era scagliato contro? Perché quel gatto si ostinava a rimanergli fedele, sempre?
-Jong in... cosa, cosa posso fare? Sta male! Sta malissimo!- parlò disperato Baekhyun, una disperazione così profonda che allibì non solo Kai, ma anche Baekhyun stesso.
-Baekie calmati. Lo portiamo subito dal veterinario, lui saprà cosa fare.- cercò di rassicurarlo l’amico che si affrettò a prendere la cesta. Ma Baekhyun perdeva tempo: lo accarezzava, lo coccolava, lo asciugava con la sua maglietta, ribagnandolo con le sue stesse lacrime che improvvise erano sgorgate via. E gli chiedeva perdono, gli intimava le più profonde e sincere scuse, cercando di stabilizzare la situazione. Dobi dolcemente, raccoglieva ogni sua più infima forza e ghignava socchiudendo gli occhioni, miagolando pallidamente e accucciandosi sempre più tra le braccia del padrone. Jong in era come pietrificato dinnanzi a tale scena. Come aveva potuto non rendersene conto prima di allora? Eppure lo aveva raccolto lui quel micetto in strada. Ma soprattutto, come non aveva potuto accorgersene Baekhyun? Era cieco forse? Come non capiva che quel gattino era il suo amato Chanyeol? Perché non riusciva a rendersene conto?
Continuò ad osservare inerme quella scena, senza forze, senza voglie, senza nulla, sentendosi spogliato di ogni qualsiasi vestito e pelle. Quanto era innamorato Baekhyun del suo Chanyeol? Quanto era innamorato Chanyeol del suo Baekhyun? L’amore poteva raggiungere livelli così abominevoli tanto da rompere ogni tabù? Sì, abominevole perché quel loro amore li aveva portati alla distruzione, alla disperazione, alla cecità. Faceva terrore quanto si amassero, quanto quel loro sentimento fosse andato oltre, si fosse reincarnato in un misero animaletto e fosse ritornato. Ed era ancora più atroce restare fermi lì a guardare e non poter far nulla. Era il destino quello, il loro destino, e nessun altro essere vivente avrebbe mai potuto sfiorarne il perimetro.
 
   Il veterinario gli dava sì e no dieci giorni, ed era stato buono. Le temperature al di sotto dello zero, la pioggia e la neve cadute, il cibo regolarmente vietato e la botta presa, avevano drasticamente ammalato e peggiorato il povero micio che ora dormiva, o per lo meno tentava, nello studio del veterinario. Portarlo a casa era fuori questione. Quei giorni furono tragici per Baekhyun che si ritrovò a provare nuovamente le stesse emozioni di quando a perdere la vita era stato Yeol. Il fatto che non potesse averlo in casa con sé lo rendeva pazzo e isterico, il fatto che Dobi sarebbe morto lo rendeva disperato. Cosa mai avrebbe potuto fare per dare nuovamente una vita a quel gatto? Perché mai il destino era stato così brutale con lui? Se lo domandava sempre Baekhyun, e mai aveva ricevuto risposte. Così decise di portarlo a casa con la forza, litigando con il medico e sbraitando contro il mondo. Per quale motivo facesse tutto ciò per quel gatto, ancora non era riuscito a comprenderlo.
Casa dolce casa, finalmente erano di nuovo lì, su quel divano. Baekhyun strinse a sé Dobi e lo coccolò con una tale dolcezza da far quasi addormentare il micetto malato. Lo guardava, lo contemplava, come se una forza mistica gli intimasse di scrutare più a fondo, che oltre a quel pelo nero avrebbe trovato qualcosa. Dobi miagolò camminando lentamente sull'addome e poi sul petto del ragazzo e, debolmente, gli lasciò una leccata sulle labbra rosee. Baekhyun chiuse gli occhi e sorrise, carezzando la testolina morbida del piccolo animaletto. Riaprì gli occhi e rimase a fissare quelli del gatto per ore e ore, specchiandosi a vicenda nei rispettivi sguardi. Che sensazione strana e calorosa che avvertiva Baekhyun nel cuore, come se quelli fossero gli stessi occhi del suo unico amore.
Quando realizzò il tutto, Dobi stava indebolendosi maggiormente. Scrutò gli occhioni neri del micio con intensità e cominciò a piangere. L’amore si vede solo con gli occhi del cuore, e Baekhyun finalmente l’aveva compreso. Pianse tutte le lacrime del mondo, quando Dobi gli leccò nuovamente le labbra, tremante.
-... Chanyeol...- la voce rotta e disarmata da un pianto che non aveva eguali, il cuore sull'orlo dello sfinimento, l’anima sul punto di non ritorno. Maledisse se stesso ed ogni istante della sua intera esistenza, maledisse ogni volta che guardando Chanyeol non gli disse quel fatidico ti amo. Maledisse tutte le volte che guardando Dobi scacciava via quello che appariva come il più assurdo dei pensieri.
-Perché... perché... sono così... orribile... Chanyeol io...- ma le parole venivano torturate dalle lacrime e dalla disperazione. I sensi di colpa continuavano imperterriti ad attanagliargli il cervello, non si dava pace Baekhyun per ciò che aveva fatto al ragazzo che amava, all'anima di quel ragazzo che diceva di amare. Perché non lo aveva capito subito? Perché non potevano stare insieme? Era tornato sotto le sembianze di un gattino è vero, non avrebbero potuto amarsi come due umani, ma per lo meno avrebbero potuto stare insieme. Chi lo ha mai detto che l’amore è completo solo con un rapporto? Avrebbe saputo amare Chanyeol sempre e comunque: da umano, da gatto, da microbo, da stella, da aria, da tutto. Se solo Dio gli avesse concesso quest’ultima possibilità...
-... Chanyeol... ti amo...- sibilò per la prima volta. Finalmente aveva esposto il suo cuore e tutto ciò che possedeva al suo interno. Era bello dire quella parolina magica alla persona che si amava. Baekhyun si sentì mancare il fiato un breve attimo, avendo realizzato cosa avesse detto.
-Nyan...- leggero, morbido, quasi impercettibile. Dobi, Chanyeol, aveva potuto rispondere solo in quel modo. Un miagolio sussurrato ma detto con tutta l’anima e tutto il corpo, quello di un essere umano e quello di un gatto. Leccò le labbra di Baekhyun lievemente e, perso nel suo ghigno, chiuse gli occhi. Per sempre.
 
   Trascorse una settimana da quando Chanyeol se n’era andato via definitivamente e Baekhyun non si era mosso da quell'angolino sul divano, con gli occhi ancora sgranati e la bocca serrata. Non ce la faceva a sopportare il peso della sua esistenza e desiderava solo ed esclusivamente la morte. Se non fosse stato per Jong in e le sue lagne assillanti, tutt'oggi Baekhyun sarebbe stato inerme su quel divano. La mattina del primo di Dicembre Baekhyun si alzò dal suo punto di morte dirigendosi come un automa verso la camera che un tempo era stata di Chanyeol. Non sapeva né il perché né con quale forza era entrato in quella stanza. Rimase impalato nel centro della camera a fissare ogni cosa: il letto, l’armadio, il comodino, i quadri con le loro foto inserite, la borsa che portava il giorno della sua morte e che tanto aveva stretto tra le mani durante l’impatto...
-La borsa...-  sussurrò con la voce rauca dirigendosi verso il cassetto nel quale era stata riposta. Si era sempre chiesto per quale motivo Chanyeol invece di salvaguardare se stesso, avesse pensato a salvare quella borsa.
La risposta giunse automaticamente aprendola e constatandone il contenuto. Un piccolo album di fotografie, con tanto di scontrino e data. Quella data. Era un album preso quel giorno. E le fotografie erano tante, tutte ritraenti Baekhyun. Tutte con una frase sul retro. Poi vi erano due biglietti omaggio per il nuovo parco giochi e su di un piccolo foglietto di carta c’era scritto “Trova il fottuto coraggio di darli a lui.”  Lui...
Lesse ogni frase dietro le fotografie e le lacrime pervasero i suoi occhi.
“La persona che amo si chiama Baekhyun. Byun Baekhyun. Ehi, Baekie, mi farai mai terminare questa maledetta frase? Ti amo idiota...”
-Ti amo Dobi... ti amo Chanyeol... ti amo Yeol...-
 
   Oggi è un nuovo inverno, di un nuovo anno e di una nuova era. Baekhyun continua a non tollerare come le persone possano perdere così tanto tempo dietro gli animali, non capisce come sia possibile aprire un ristorante per cani e non comprenderà mai il suo migliore amico nel voler a tutti i costi rendere casa sua il nuovo zoo del paese. Però una cosa l’ha capita: l’amore verso quegli animali è qualcosa che fa impazzire dolcemente. Questa è l’unica cosa che sopporta di tutto ciò. Adesso sta correndo a celebrare il suo ennesimo anniversario. Stringe in mano un mazzo di rose rosse e un sacchettino di croccantini per gatti. Ha attraversato tutto il prato e si è seduto a chiacchierare con il suo amato Chanyeol. Le rose gli sono piaciute tanto ed il suo sorriso era più bello e radiante di ogni altra volta. Da un bacio alla sua foto e gli dice che lo ama, si rialza e lascia il sacchetto con i croccantini accanto alla lapide. Saluta un’ultima volta con la mano e cammina via, guardandosi intorno. Sa per certo che la prossima volta che andrà dal suo ragazzo quel sacchetto sarà vuoto. Non che al suo Chanyeol piacessero particolarmente i croccantini, ma comunque è il suo modo di dirgli che lui c’è. E ci sarà sempre.
Non sense: 
Buongiorno a tutti :3 
Fino a tre secondi fa avevo il terrore di postare u.u è che io solitamente posto in categoria B.A.P e mi collego a questa categoria con i cross-over, ma pubblicare una one shot interamente dedicata agli Exo, be' mi mette ansia xD 
Questa assurdità mi viene in mente l'altra sera fumando e osservando la mia tartaruga. Mi sembrò come se mi stesse realmente comprendendo e allora eccovi che mi ronza in mente tutto. 
Non credo sia una storia bellissima, nemmeno orrenda però. Semplicemente non mi convince... sarà che io e le one shot, come chi mi conosce sa bene, non andiamo d'accordo... boh, do la parola a voi lettori u.u 
Che poi chi lo avrebbe mai pensato che la mia prima ff sugli Exo sarebbe stata una BaekYeol, amante della TaoRis quale sono xD Va be', alla fine amo tutte le coppie lì dentro ma... xD 
Ci tengo a ringraziare principalmente la Nechan, perché povera Kris-ta ha trascorso un intero giorno con me ieri, alla ricerca della foto del gatto perfetto, non capendo perché imprecassi ogni secondo dicendo "ma perché l'hanno photoshoppato!!!" Ebbene Nechan, il gattino tuo era perfetto, stessa forma degli occhi di Yeol... ma tutte le foto sue che mi andavano bene per affiancargliele erano modificate. E mi scazzavo xD 
Inoltre, spero che adesso Michan sarà contenta. >.> 
E niente, mi sto dilungando troppo lo so xD spero seriamente ch vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate... io ho l'ansia che mi sta ammazzando ve lo dico u.u/ 
Un bacino a tutti, e grazie a chi perderà tempo per leggere <3
Grace
 
   
 
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