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Autore: Fiore di Luna    27/01/2008    1 recensioni
Il Maestro di Sirio parte per le Hawaii e Fiore di Luna organizza una settimana all'insegna del divertimento, coinvolgendo anche gli altri Cavalieri. Per Dragone si prospetta qualcosa di molto diverso da ciò che aveva in mente e, pur di non fare brutta figura, si ritroverà ad affrontare alcune sue paure.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sirio era in bagno, intento a farsi la barba, quando il venerando Maestro strillò: «SIRIO!»
Il ragazzo spazientito gettò gli occhi all’insù, si sciacquò in fretta il viso e lo raggiunse, con ancora l’asciugamano tra le mani.
«Io sto per andare, tornerò tra una settimana. Mi raccomando a come custodisci i Cinque Picchi» lo ammonì il vecchietto. Con sé aveva una piccola valigia e un paio di scurissimi occhiali da sole. «Ehi, quelli sono miei!» esclamò Sirio, nel vederli.
Il Maestro rise divertito, sapeva che il suo allievo avrebbe avuto quella reazione.
«Li ho solo presi in prestito, figliolo. Non credi che mi donino?»
Il ragazzo cercò a fatica di controllarsi. «Certo, moltissimo!» asserì, senza convinzione.
«Come stavo dicendo…» tornò a dire il Maestro. «Mi raccomando ai campi e, cosa ancor più importante, non trascurare gli allenamenti.»
“Ma tu guarda! Lui se la spassa, mentre io rimango qui a fare anche il suo lavoro!” pensò Sirio, furente.
«Maestro, quando potrò concedermi anch’io una vacanza? Sai io e Fiore di Luna vorremmo …»
«Ma cosa ti viene in mente, ragazzo! Un Cavaliere che fa di questi discorsi, inaudito!»
Sirio capì che non era il caso di insistere. «Bella camicia, comunque!» osservò poi, sarcastico.
«Sì, ho pensato di dare un tocco di colore al mio abbigliamento, dato che andrò alle Hawaii» rispose il Maestro, compiaciuto. Fece poi un giro su se stesso per meglio mostrare all’allievo la sua stravagante camicia a fiori. «Bene, questo è tutto! Ti affido Fiore di Luna e, mi raccomando, non approfittate troppo della mia assenza. Oh, perbacco, è già ora di andare in aeroporto. Ci si vede, Sirio!» E prese a correre come se lo inseguisse il peggiore dei nemici.
Il ragazzo rimase ad osservarlo, con un misto di rabbia e incredulità. «I miei preziosi occhiali da sole!» mormorò, stringendo i pugni. Fu quindi costretto a indossare quelli del Maestro: vecchi, smisuratamente grandi e anche arrugginiti, per riprendere a zappare nei campi. Il suo medico, infatti, si era raccomandato di indossarli sempre, quando si esponeva al sole, poiché dopo aver perso più volte la vista, i suoi occhi erano diventati particolarmente sensibili. Occhiali da sole a parte, ora che il nonnetto era partito, Sirio poteva finalmente ascoltare la musica ogni volta che voleva. Così, sistemò il piccolo stereo sopra un sasso e lo accese a tutto volume. Fiore di Luna sopraggiunse poco dopo, saltellando pimpante verso di lui.
«Sirio» chiamò. Ma lui niente, continuava a zappare a ritmo di musica. «SIRIO» chiamò ancora, questa volta urlando. Solo quando spense lo stereo, il ragazzo si accorse finalmente della sua presenza. Fiore di Luna lo guardò dapprima accigliata, poi scoppiò in una risata isterica.
«Che hai da ridere?» domandò Sirio, asciugandosi la fronte imperlata di sudore.
«Perché hai messo gli occhiali del Maestro? Lo sai che non ti donano?»
«Lasciamo perdere, che è meglio!» L’imbarazzo di Sirio fu tale che se li sfilò per la vergogna.
«Dimmi che se ne è andato.» Fiore di Luna non aspettava altro.
Quando il ragazzo annuì, lei gli si gettò subito al collo, facendolo cadere. «Sai che significa, vero?»
«Che se non ti alzi, soffocherò!» rispose lui, sarcastico. La ragazza, però, non prese quella risposta con altrettanto spirito, e si rialzò contrariata.
«Non penserai di passare quest’unica settimana di libertà zappando e allenandoti di continuo, vero?»
«È quello che mi ha raccomandato il Maestro» si giustificò lui.
«No, caro, te lo impedirò. Questa sarà la più emozionante settimana della nostra vita e non ti permetterò di rovinarla.» Sirio sapeva che quando Fiore di Luna parlava con quel tono, nulla poteva dissuaderla.
«E chi baderà ai campi?» chiese, perplesso.
«Voi uomini siete così poco fantasiosi, inventeremo una scusa. Diremo semplicemente che sei stato molto male» rispose lei, in tono ovvio.
«Cosa proponi dunque di tanto esaltante per questa settimana?» Sirio parve timoroso della risposta.
Fiore di Luna allora lo guardò maliziosa. «Naturalmente feste, balli, gite! Tutto quello che ci viene in mente. Al mercato stamattina ho incontrato Galaxia, mi appoggia in pieno. Daremo un festino nel pomeriggio, tanto per iniziare.»
«Vedo che hai già organizzato tutto, senza nemmeno consultarmi!» la rimproverò Sirio.
Lei allora lo fissò con occhi dolci, facendolo capitolare.
«Ma sì, sono certo che ci divertiremo!» disse infine il ragazzo, accarezzandole una guancia.
Il festino ai Cinque Picchi fu accolto da tutti con grande entusiasmo. Gli invitati si presentarono puntuali. Crystal, una volta arrivato, si gettò sul divano con Phoenix, come fosse a casa sua, e accese la TV. «Fantastico, oggi gioca Nuova Luxor contro Atene!» esclamò.
Galaxia, la sua fidanzata, lo fulminò con uno sguardo glaciale. «Niente partite, Cryss» chiarì.
«Allora, ragazzi, qualcuno ha idea su come impiegare il tempo?» chiese entusiasta Fiore di Luna. Così, tra un boccone e l’altro, la musica e le battute ironiche che non mancavano mai, ognuno avanzò la sua proposta.
«Potremmo andare al cinema a vedere il nuovo film sulle nostre gesta» propose d’impeto Pegasus, autocelebrativo come sempre. Ma subito tutti lo guardarono contrariati.
«Ci sarà una sfilata di moda a Nuova Luxor, con abiti favolosi» azzardò poi Galaxia.
«È troppo lontano, tesoro. Perché invece non andiamo all’Alask Sport? Calcio su ghiaccio, favoloso!» propose Crystal.
«Mi pare di capire che lo sport alle ragazze non piaccia, proporrei le Bahamas» continuò Phoenix.
«Oh, sì fratellone, magnifica idea!» lo approvò subito Andromeda.
«Credo non sia fattibile, ragazzi» disse Fiore di Luna. «Sirio, tu cosa dici?»
Il ragazzo sedeva silenzioso con le braccia conserte. «Non so, pensavo al parco acquatico che si è aperto da poco. Ci sono enormi vasche piene di dragoni marini, una vera attrazione turistica. Il parco è immenso, perciò ci vorrà qualche giorno per visitarlo tutto.»
Nessuno parlò, si udirono solo alcuni sospiri, finché la televisione ancora accesa non attirò l’attenzione dei presenti. «Visitate il nuovo parco divertimenti più grande del mondo, entrata gratis solo per questa settimana. Venite a Saintland.»
«Gente, sembra che la TV abbia appena deciso per noi» intervenne Phoenix, con la sua possente voce.
«Fiore di Luna, ti ho mai detto che le montagne russe mi danno il voltastomaco e in certe occasioni soffro di vertigini?» Sirio parve spaventato soltanto all’idea.
«Veramente no, caro!» rispose lei, abbozzando un sorriso.
«L’ultima volta che sono stato in un parco divertimenti è stato… dunque… mai» disse Pegasus, pensante.
«Dopotutto, Saintland è stato creato in nostro onore. Ne sentii parlare qualche tempo fa, dovremmo andarci, secondo me!» intervenne Crystal.
«Che bello, che bello, che bello ...» Andromeda non stava più nella pelle.
«Allora è deciso!» concluse Galaxia, radiosa.
Saintland era un luogo incredibile e, seppur abbigliati come ragazzi normali, nessuno dei Cavalieri passò inosservato. In molti, infatti, li riconobbero. Arrivati alla prima attrazione, le montagne russe del Dragone, ci fu un momento di mistica indecisione da parte di Sirio, che si convinse a salirci solo dopo aver meditato per diversi minuti. Naturalmente quel giorno rinunciò agli occhiali da sole. Non avrebbe mai indossato quelli del Maestro in pubblico, neanche sotto tortura.
«Io sono abituato alla meditazione, pratica quieta e spirituale, che ne sarà di me alla fine del giro?» fece giustamente notare, una volta salito a bordo. Fiore di Luna, allora, gli diede un fugace bacio sulla guancia e lo rassicurò. «Stai tranquillo, tesoro. Vedi? Ci salgono anche i bambini.»
«Ma quando parte, sono dieci minuti che aspettiamo!» osservò Crystal, spazientito.
«Ehi, laggiù, noi siamo i grandiosi Saint Seiya, muovetevi a far partire questo coso» urlò Pegasus. «Non ti ho mai odiato come in questo momento» mormorò Sirio, tra i denti.
Come per magia, alle parole del Cavaliere, il carro si mosse immediatamente. Alla fine del giro, il povero Sirio vomitò. Gli altri che ne risentirono, anche se non quanto lui, furono Crystal e Andromeda. Pegasus invece si ritrovò a camminare traballante. Phoenix, tutto sommato, se l’era cavata senza vistose conseguenze. Mentre le due ragazze, sotto lo sguardo sorpreso di tutti, saltellavano pimpanti e festose come se niente fosse.
Finalmente giunse la sera e, rientrato a casa, Sirio si accasciò esausto sul divano.
«Qual è il programma di domani?» chiese, quasi esanime.
«Domani penseremo un po’ a noi, resteremo ai Cinque Picchi» rispose Fiore di Luna, con sguardo languido. A quelle parole, Sirio parve rinvigorire e sul suo volto affiorò un sorrisetto più ebete che provocante.
«E cosa hai in mente di fare? Sentiamo!»
«Ho intenzione di farmi perdonare per averti trascinato sulle montagne russe, in un modo che il Maestro disapproverebbe. Ma visto che non è qui…!» Sirio capì al volo l’antifona.
«Io direi che potresti iniziare a farti perdonare anche subito! Ma prima dimmi, quali sono i programmi per gli altri giorni?»
«Li trascorreremo al Parco dei Dragoni, dove volevi andare tu. Contento?»
«Finalmente qualcosa che approvo, ma ciò che mi rende più contento è quello che stiamo per fare adesso!» Sirio si sbottonò il kimono e attirò a sé Fiore di Luna, che prese subito a baciarlo.
Quando il Maestro rientrò, trovò realmente il suo allievo malato. Al Parco dei Dragoni, infatti, Sirio aveva fatto il bagno in una vasca d’acqua ghiacciata, procurandosi un forte raffreddore e febbre alta. Fiore di Luna l’aveva avvertito, ma lui, si sa, ha la testa più dura di quella di un drago!

 
   
 
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