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Autore: Syryus90    15/07/2013    2 recensioni
dopo un incidente per salvare un bambino, Jack comincia a ricordare pezzi della propria nuova vita che aveva dimenticato.
Grazie ad un dente cadutogli nell'incidente e a Dentolina, accederà ai ricordi perduti.
Cosa avrà ricordato?
chi avrà ricordato?
cosa centrano un drago e un ragazzo vichingo?
se volete scoprirlo non vi resta che leggere ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Frost, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles Of Winter Spirit '
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visto il ritardo della settimana scorsa, ho voluto pubblicare due capitoli oggi per scusarmi del ritardo fatto ;)
buona lettura a tutti :)





Era notte fonda, il cielo era illuminato dalla luce della luna che gentile osservava quella importantissima e magica notte.
La notte di natale.
Nel freddo del vento, una slitta fantastica volava tra le nuvole, trascinata da delle renne molto vivaci; sopra di essa vi erano due persone, una di queste era Nord, non sorprende molto il fatto che lui fosse sulla slitta, quel che sorprende è che non fosse solo; la seconda persona infatti era Jack Frost.
I due esultavano ad ogni giro della morte che la slitta compieva, sembravano due bambini in un parco divertimenti.
Jack: Grazie per avermi fatto venire con te Nord – Urlando per farsi sentire – è divertentissimo consegnare i regali di natale, ora capisco perché ti piace così tanto – disse con un sorriso spensierato e infantile.
Nord: io ti aveva detto che tu non ti pentiva se veniva con me – disse ridacchiando allegramente mentre le renne facevano una curva stretta – ci manca solo due bambini e poi noi ha finito – disse guardando il globo, con le lucine dei bambini che credevano, collocato sul davanti della slitta.
I due si affrettarono a consegnare i regali perché il sole stava ormai per sorgere e presto, quei bambini, si sarebbero svegliati ansiosi di vedere cosa aveva portato loro Babbo Natale.
I due bambini mancanti erano fratelli gemelli, vivevano nel nord dell’Europa e la loro casa era situata vicino al mare.
Arrivati vicini alla casa, Nord parcheggiò la slitta dietro a degli alberi di un boschetto li vicino, così che nessun bambino la potesse notare.
I due andarono verso la casa salendo sul tetto per entrare, come da tradizione, dal camino spento della casa; la scena aveva un che di comico perché, Nord per tutta sera era entrato dai camini ma Jack aveva dovuto trovare sempre delle entrate secondarie perché non sapeva come entrare dai camini, quindi quella volta Nord si era messo in testa di farlo entrare dal camino con se.
Jack: Nord, ti ho detto che preferisco entrare dalla finestra – disse convinto lui – non ci penso nemmeno a entrare in un comignolo così piccolo e pieno di fuliggine – disse indicando il canale del caminetto che era estremamente stretto – rischio di incastrarmi.
Nord: non fare me ridere – disse lui tirandogli una pacca sulla spalla – se ci passa io, tu ci balla dentro di sicuro – disse ridacchiando – tu allaccia cinture – disse prendendolo per un braccio.
Jack: oh-oh – disse avendo capito cosa stava per succedere.
Nord saltò dentro al comignolo trascinando con se Jack, esultando con un sonoro “ hihaaa” .
Jack vide le pareti del camino introno a se, farsi più larghe e lontane, sembrava che qualcuno avesse creato apposta un corridoio alternativo per far entrare i due nella casa; era come se si trovassero su di uno scivolo ad acqua, ma con la fuliggine a sostituirla.
Jack sapeva che dietro la leggenda di Nord che entrava dai camini ci doveva essere sicuramente una magia, ma mai avrebbe pensato a una magia così divertente, Nord rideva a crepa pelle per quanto si divertiva e Jack non poteva che andargli dietro.
I due arrivati in fondo al comignolo, atterrando perfettamente nel salotto della casa, Jack ridacchiò divertito e Nord gli fece cenno di abbassare il volume delle risate, nonostante anche lui stesse ridendo rumorosamente.
Jack sollevò il proprio volto e si guardò attorno, gli addobbi ricoprivano l’intero salotto e al centro vi era un enorme albero di natale decorato con delle luci bianche e blu, le decorazioni erano fatte tutte a mano e alcune erano in vetro soffiato; sulla cima dell’albero vi era una stella enorme che brillava creando un atmosfera calda, come Stjerners la stella che aveva esaudito quel suo folle desiderio anni a dietro.
Jack rimase a guardarlo incantato per qualche minuto mentre Nord mangiava i biscotti lasciati sul tavolo dai due gemelli, ovviamente l’atmosfera delle due stelle era uguale ma l’intensità della loro luce era completamente diversa e con questo pensiero nella testa, Jack si mise ad aiutare Nord a posizionare i regali dei due piccoli gemelli.
Quando ebbero finito, Nord prese Jack e lo trascinò nuovamente su per il camino, la notte era ormai finita e all’orizzonte il sole si levò luminoso, i due gemelli si svegliarono e corsero giù per le scale, pronti per aprire i loro regali di natale, sperando che fossero fantastici come ogni anno.
Jack osservò i due ragazzini dalla finestra del salotto, godendosi con tutta calma la scena allegra che si trovava di fronte, i due erano davvero felici per i regali ricevuti e corsero nella stanza dei genitori per svegliarli rumorosamente urlando “ è passato Babbo Natale” , per poi mostrare loro cosa avevano ricevuto.
Jack si allontanò dalla finestra con un sorriso bianco neve dipinto sul volto.
Nord, che lo aspettava pronto a partire sulla slitta, sorrise vedendolo così felice e fiero del suo operato, ci era riuscito, aveva risollevato il morale a Jack Frost.
Jack: sai Nord, mi ha davvero aiutato venire con te a consegnare i regali – disse davanti alla slitta – credo che se non fosse per te probabilmente sarei a piangermi addosso in un angolo a quest’ora – disse sospirando mentre giocherellava col proprio bastone.
Nord: ora che noi ha finito lavoro, possiamo parlare se tu ha bisogno – disse lui prendendo le redini della slitta e preparandosi a partire.
Jack: non voglio disturbarti oltre Nord, hai lavorato tutta notte e ora devi riposarti – disse lui conscio del lavoro che avevano svolto e non volendo dare ulteriori problemi al suo amico.
Nord: HAHA io non ha bisogno di riposo Jack – disse ridendo – monta, al polo tu mi spiegherà ogni cosa.
Jack stava per salire sulla slitta arreso, quando una strana sensazione si impadronì di lui, la sensazione di essere osservato; cercò di non darci peso convinto di essere l’unico a sentire quella sensazione su di se ma Nord, che si era girato a guardarlo, rimase ad occhi spalancati nel vedere qualcosa dietro di Jack.
Lui notò il viso stupito dell’omone e allora si girò all’indietro per guardare anch’egli cosa ci fosse.
Nord: Sostakovich – esclamò sorpreso.
Jack ebbe un tuffo al cuore nel vedere che, in lontananza a ridosso della foresta, vi era una enorme figura bianca che si avvicinava lentamente; la figura emanava una luce propria, essa si affievoliva mano a mano che si avvicinava a loro.
Jack: non può essere – penso, credendo che si trattasse di Stjerners – tu non puoi essere qui.
Nord: che cosa è quello? – chiese ancora incredulo.
Jack: è una stella cadente – disse  avanzando leggermente verso di essa.
Nord rimase esterrefatto dalla notizia, era raro che gli spiriti si incontrassero tra di loro.  Jack, avrebbe voluto chiedere a Stjerners tante cose, ma la stella non sembrava voler parlare, si limitava a restare ferma li, lontano da loro.
Jack arrivò a pochi metri da lei e si accorse che la figura che si ergeva dinanzi a lui era troppo imponente per essere una stella, ma cosa poteva essere se non una stella? Era talmente “luminosa”.
Jack ebbe un sussulto quando arrivò a quel pensiero, la figura dinanzi a lui era estremamente “luminosa”, troppo per una stella che vuole parlare, sembrava che volesse attirare sua attenzione.
Jack: Calien ? – chiese con un filo di voce facendo reagire la figura che lampeggiò – Calien! – urlò esultante mentre si lanciava verso di lei, tentando di abbracciarla.
Sarebbe stato magnifico per lui riabbracciare la sua cara vecchia amica, un’amica con la quale aveva vissuto un’avventura fantastica, un’amica con la quale aveva condiviso la meraviglia del volo e della sfida, un’amica che pensava di aver perso per sempre.
Poco prima che Jack la abbracciasse lei si scansò lasciandolo spiazzato, la sua luminosità si spense, mostrando il suo aspetto.
Era semi trasparente, guardandola Jack poteva benissimo vedere al di là della sua tenera figura che lo fissava con le proprie iridi azzurre, come se le dispiacesse.
Nord: Jack, fai attenzione – disse allarmato – è un drago – urlò prendendo le proprie spade per andare in suo soccorso.
Jack: Nord no – lo fermò prima che facesse cose avventate – lei è mia amica, non ci farà del male – gli disse con calma.
Nord: Tu è amico di uno drago? – chiese stupito – tu è sempre pieno di sorprese Jack – disse mettendo via le spade.
Jack allora tornò a guardare la sua vecchia amica e le sorrise, lei ricambiò annuendo e gorgogliando; Calien era stranamente silenziosa, l’albino non riusciva a capire perché fosse li visto che in passato era tornata a far parte di lui.
Calien: seguitemi – disse loro prendendo il volo, attraversando gli alberi come un fantasma.
Jack: Nord seguiamola – disse precedendolo e seguendo Calien.
Nord saltò sulla sua slitta blaterando qualcosa in russo, che Jack non conosceva, poi lo raggiunse affiancandolo, mentre seguivano la dragonessa bianca nel cielo blu del mattino.
 
Calien volava dritta davanti a loro da ormai qualche ora, in quel tempo non si era mai girata e non aveva mai spiccicato parola.
Il sole era ormai alto sopra di loro e mano a mano che procedevano, la temperatura scendeva sempre di più.
All’orizzonte infine, apparve una barriera di nubi.
Jack frenò bruscamente, salendo a bordo della slitta, Nord tese le redini e si preparò ad entrare nel banco di nubi bianche, sperando che la visibilità non si riducesse troppo; le sue renne facevano fatica a viaggiare nella nebbia fitta, figuriamoci in mezzo a delle nuvole come quelle.
Jack: Nord, pensi che la slitta ce la posa fare li dentro? – chiese preoccupato anche lui per le renne e per la scarsa visibilità.
Nord: non so, però non mi tiro in dietro  per due nuvolette – disse scoccando le redini.
Calien entrò per prima, sparendo all’orizzonte, Jack andò subito nel panico, lei era la loro unica guida in quel banco di nubi fitte, senza avrebbero potuto andare a sbattere contro qualcosa, uno scoglio o una parete di roccia.
Jack: Calien – urlò mentre la cercava inutilmente – Calieeen – urlò nuovamente.
in quel preciso istante, le nuvole dinanzi a loro presero la forma di un tunnel e in fondo ad esso, si intravedeva la luce del giorno, con come sfondo il mare e un’isola.
Jack nel vederla rimase senza parole, era L’isola di Berk.
Nord: tutta questa strada per arrivare a una isola? – chiese confuso guardando Jack.
Jack: Non è un’isola qualunque, e l’isola di Berk – disse con il volto corrugato nuovamente dalla tristezza – è L’isola sulla quale ho vissuto per qualche mese nel mio passato, dove ho incontrato lei – disse indicando Calien che planava verso il basso – e dove ho incontrato una persona speciale, ed è anche dove l’ò persa.
Nord sentendo quelle sue parole, cominciò a capire il perché Dentolina fosse così preoccupata per Jack, allora gli mise una mano sulla spalla per incoraggiarlo, dopo di che planarono anch’essi verso l’isola atterrando in uno spiazzo tra alcune rovine innevate,
Jack si trovava nuovamente a Berk precisamente duecentosettanta anni dopo l’accaduto, dopo che lui aveva lasciato solo Hiccup, dopo che aveva perso e ritrovato la memoria di quei tempi, e nuovamente, era a Berk il Giorno di Snoggletog.
Calien era li dinanzi a loro, seduta dritta e composta, in attesa che Jack facesse la domanda cruciale.
Jack scese dalla slitta e si avvicinò a lei lentamente, la guardò fissa negli occhi e in fine fece la domanda.
Jack: Perché ci hai portati qui? – le chiese serio.
Calien non gli rispose, chiuse gli occhi e irradiò l’ambiente circostante con la propria luce esplodendo poi in migliaia di fiocchi di neve dinanzi a Jack, che rimase shoccato nel vederla svanire in quel modo, tese le proprie mani in avanti e strinse forte a se un fiocco di neve che gli cadde sul palmo della mano, rimanendo immobile come una statua.
Nord, dietro di lui, rimase dispiaciuto nel vedere la scena; quando si avvicinò a Jack per consolarlo, una miriade di fiocchi di neve si sollevò da terra, per poi ricadere sull’ambiente circostante e riportarlo a come era il giorno in cui Jack se ne andò da Berk.
Jack sgranò gli occhi, in quella magia riconobbe subito il tocco del potere della stella cadente che aveva dato la vita a Calien, capì allora che era per vedere quello che loro erano stati condotti li.
Le immagini mostrarono tutto il villaggio come se fosse ancora vivo e pieno di vita, gli abitanti di Berk che tranquilli vivevano la loro giornata, bambini che giocavano e ridevano assieme a dei cuccioli di drago, genitori che se la prendevano comoda e, dal cielo, tre draghi arrivarono con i loro quattro cavalieri che trasportavano un altro drago ferito, una furia buia bianca.
Da quel momento in poi, i suoni arrivarono dal passato, lasciando Jack senza fiato e incredulo; stava assistendo alle ultime ore di Berk prima della sua scomparsa.
Nella visone, Scaracchio uscì dalla sua fucina in tutta fretta con Gambe di pesce.
Scaracchio: in nome di Thor, chi la ridotta così? – chiese sconvolto vedendo lo stato di Calien – e per tutti i folletti dove è Jack? Non ditemi che lui ..
Hiccup scese da sdentato e camminò verso Scaracchio, attraversando Jack come un fantasma.
Quel quasi contatto tra di loro, lasciò il ragazzo di ghiaccio senza fiato e ansimante, in un qualche modo era convinto che lui non lo avrebbe attraversato, che sarebbe riuscito ad abbracciarlo e a stringerlo forte a se, ma quella era solo una visione, e Hiccup non era realmente li, accanto a lui.
Il ragazzo di ghiaccio allora, tornò silente a osservare la scena.
Hiccup si era messo dinanzi a Calien per accarezzarle il muso, mentre rispondeva alla domanda di Scaracchio.
Hiccup: è stata Astrid – disse con un tono amaro in bocca – a attaccato Jack e Calien di proposito, Jack dopo aver salvato Calien è andato verso il bosco per calmarsi prima di fare delle sciocchezze.
Scaracchio: ma è assurdo – disse scotendo la testa – cosa diavolo gli è saltato in testa ad Astrid? Avrebbe potuto ucciderli – disse agitando le mani al cielo.
T.Bruta: noi abbiamo assistito alla scena – disse lei mogia – inizialmente era pure contenta di averla colpita.
T.Tufo: si è comportata come una pazza gelosa – disse mettendo le mani ai fianchi – ma vorrei tanto sapere; gelosa di cosa? non aveva motivo di attaccarli a quel modo.
Moccicoso: così la ragazza è molto meno carina – disse agitando la testa – e pensare che ci stavo provando con lei.
Gambe di pesce: io credo che ora dovremmo preoccuparci di Calien – disse zittendo tutti – di Astrid potremo occuparcene anche dopo, ma se non la curiamo lei rischia grosso – indicando la dragonessa.
Scaracchio la fece portare nella sua fucina, dove oltre a fare il maniscalco, faceva anche il veterinario dei draghi, li lui la visitò e disinfettò la sua profonda ferita.
Jack aspettò fuori, insieme a Hiccup e i suoi amici, non sarebbe mai riuscito a vedere la propria amica sofferente.
Hiccup: sentite ragazzi – disse interrompendo il silenzio che si era creato – io so perché Astrid si è comportata così – disse chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.
Moccicoso: e perché non ce lo hai detto prima? – disse con il suo solito tono arrogante.
Hiccup: perché il motivo è una cosa privata tra me, Jack e Astrid – disse serio.
Gambe di pesce: Posso capire che centri con Astrid e te, ma che centra Jack? – chiese non capendo il nesso.
T.Tufo: bella domanda pesce – disse lui appoggiando l’amico.
Tutti i cavalieri di Berk stavano aspettando a braccia conserte la risposta di Hiccup, che non tardò ad arrivare.
Jack sapeva che questo era il momento cruciale, non riuscì a fare a meno di incoraggiare il vichingo.
Jack: so che non puoi vedermi o sentirmi, ma io sono qui accanto a te – disse tentando di tenergli la mano, sapeva che lo avrebbe attraversato ma lo fece lo stesso.
Nel momento in cui le loro mani si attraversarono, Hiccup ebbe una reazione, mosse la mano in avanti, come se qualcosa lo avesse sfiorato .
Nord stava osservando la scena li accanto e quasi non riuscì credere ne ai propri occhi ne alle proprie orecchie.
Hiccup: la verità è che io – disse prendendo fiato – io ho lasciato Astrid perché ora sto con Jack – disse tutto di un fiato.
Moccicoso: In che senso stai con lui? – chiese non avendo capito l’allusione.
Gli altri avevano ben capito invece, ed erano rimasti a bocca aperta, un drago sarebbe potuto tranquillamente entrare e uscire da quanto c’è l’avevano spalancata.
Moccicoso: Qualcuno me lo può spiegare? – disse capendo di essere l’unico che non aveva afferrato il concetto.
T.Bruta: idiota – disse tirandogli un colpo sulla nuca, facendolo finire a faccia a terra – vuol dire che lui è innamorato di Jack, e che lui ricambia a pieno i suoi sentimenti, per questo Astrid è così arrabbiata e si comporta come se fosse gelosa – disse urlandogli nell’orecchio – perché lo è, ecco cosa succede – disse schiacciandogli la faccia a terra.
Moccicoso: ok ora ho capito – disse tirandosi su e ricomponendosi – Ma ti sei impazzito Hiccup? – urlò all’improvviso – Jack è un uomo e tu pure, non potete stare assieme, è un abominio, nessuno accetterà mai una cosa del genere, soprattutto tuo padre – disse lui scotendolo.
Hiccup:  e chi dice che non possiamo stare assieme? – chiese con sguardo serio – io lo amo e lui ama me – disse sostenendo lo sguardo attonito dei propri amici – questo è ciò che ci basta, ed è tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora – disse fissando serio Moccicoso che lo lasciò andare ancora incredulo.
Gambe di Pesce: Questo spiega la tua reazione di ieri sera – disse ricordando che Hiccup aveva respinto Astrid, durante la festa di Snoggletog.
T.Tufo: mi ci vorrà un po’ di tempo per accettare la cosa credo… MOLTO tempo – disse facendo rimbalzare i propri pugni sul fianco.
Hiccup: ragazzi, io ve lo detto solo per farvi capire il comportamento di Astrid, che non è comunque giustificabile – disse agitato – non vi sto chiedendo di accettare la cosa, vi sto solo dicendo che è così e non cambierà mai – disse appoggiandosi alla parete di legno della fucina di Scaracchio.
Tutti loro non poterono far altro che annuire e riflettere sulla faccenda, mentre Jack, che li guardava silenzioso, cominciò a domandarsi cosa sarebbe successo se lui fosse tornato al villaggio con Hiccup quel giorno.
 
La medicazione andò bene e Calien riprese i sensi con lo stupore e la felicità di tutti i cavalieri di Berk.
Fu allora che Astrid entrò nella fucina e, consapevole delle proprie azioni deplorevoli, si avvicinò alla dragonessa; gli altri la lasciarono passare con degli sguardi furenti e accusatori, soprattutto Scaracchio, non riuscivano più a vederla come una do loro dopo ciò che aveva fatto a Calien.
Lei si chinò dinanzi alla dragonessa scoppiando in lacrime, cominciando a scusarsi all’infinito, con il grande stupore dei presenti.
Hiccup, nel vederla così, uscì dalla fucina e andò verso Sdentato, che aspettava con ansia il responso sulla salute della compagna.
Hiccup: tranquillo bello – disse accarezzandogli il muso – la tua amica sta benone, deve solo riposare – disse sorridendogli – ora andiamo a prendere Jack – disse salendogli in groppa e prendendo il volo.
Jack sapeva dove Hiccup stava per andare e aveva paura a seguirlo, aveva paura a mostrare tutta la propria debolezza a qualcuno, soprattutto se era uno dei suoi amici guardiani.
Nord capì subito che era meglio seguire il ragazzo e il drago, così montò sulla slitta, prendendo Jack per la felpa e caricandocelo sopra, dopo di che, seguì il vichingo.
I cristalli di neve li seguirono, perché la visione si stava spostando con loro, volando nel vento e ricreando l’ambiente del passato.
Hiccup atterrò nei pressi del laghetto e rimandò in dietro Sdentato da Calien, dopo di che scese nella conca e vide Jack, che dormiva rannicchiato nella neve.
Allarmato cose verso di lui e lo svegliò.
Jack con Nord, da sopra la conca, dopo aver parcheggiato la slitta, stavano osservarono la scena, il cuore di Jack cominciò a galoppare velocemente nel ricordare il loro discorso, un discorso che per lui era valso più di mille diamanti, più di tutte le avventure del mondo; mentre Nord, era concentrato ad ascoltare.
Jack: mi sento in dovere di avvisarti Nord – disse sospirando – tra poco vedrai la mia morte – disse appoggiato a braccia incrociate al bordo della slitta.
Nord: oh – disse con tono di dispiacere – allora è per questo motivo che tu è così giù di morale da quando tu a ricordato – disse sedendosi mentre guardavano la scena.
Jack: no, non mi dispiace perché sono morto, ma perché dopo tutto ciò che ho vissuto, dopo tutto ciò che ho passato con lui, mi sono dimenticato di tutto e me ne sono tornato a casa – disse nascondendo il proprio volto sotto il cappuccio della felpa.
Nord: come è possibile? – chiese incredulo.
Jack : tra poco lo vedrai – disse lui indicando l’arrivo dei rinnegati che attaccarono lui e Hiccup.
Nord non credeva hai propri occhi; quando vide in che modo era morto Jack, gli si strinse il cuore; la disperazione dei due ragazzi, il nemico che rideva e il povero Jack che affondava e moriva nuovamente.
Il tutto fu talmente troppo che distolse lo sguardo, finche Jack non gli disse di guardare; l’omone allora prese coraggio, fece un respiro e guardò nuovamente la scena.
Jack era tornato immortale e aveva liberato il compagno dai nemici, mandando alla ricerca dei rinforzi dopo un magico momento d’amore, lui dopo affrontò i nemici finendo nuovamente a terra e in trappola.
Calien arrivò dal cielo e lo salvò; i due tornarono ad essere una cosa sola e il cielo si illuminò sotto l’esplosione del potere di Jack.
Jack: L’esplosione mi fece dimenticare tutto, il giorno dopo mi svegliai e tornai a casa, fine – disse a Nord alzandosi convinto che fosse finita anche la visione.
Nord: no, non è fine, guarda – disse indicando i guerrieri di Berk che arrivarono sul posto e atterrarono.
Jack non poteva crederci, stava per vedere cosa era successo dopo la sua scomparsa.
Hiccup scese velocemente da Sdentato e si mise a guardarsi attorno con le mani nei capelli e gli occhi gonfi di lacrime e dolore, mentre cercava disperatamente un segno della sopravvivenza di Jack.
Hiccup: no – disse tenendosi il petto – Noooooooo – urlo disperato inginocchiandosi nella neve – non può essere – disse tra i singhiozzi continui.
I cavalieri di Berk rimasero colpiti dal dolore di Hiccup e Gambe di pesce si avvicinò a lui mettendogli una mano sulla spalla, per poi convincere gli altri a lasciarlo solo per un po’, portando via anche Sdentato, che dentro di se piangeva la scomparsa di Calien.
Il vichingo non riusciva a darsi pace, il nemico era stato scacciato dall’isola, ma a quale prezzo?
La morte definitiva della persona che lui amava profondamente.
Jack si avvicinò a Hiccup, con gli occhi lucidi e il respiro affannato per l’emozione che gli cresceva dentro: il villaggio era salvo e il suo amore era li, vivo, che piangeva la sua scomparsa.
Jack avvolse  Hiccup con le proprie braccia, anche se sapeva benissimo che non poteva sentirlo, eppure, come prima con il contatto delle loro mani, anche in quel momento Hiccup sussultò nel sentire il gelo del corpo di Jack.
Jack: mi dispiace che sia finita così – disse con voce roca – non volevo farti soffrire, avrei voluto vivere tutta la mia vita con te, mortale o immortale che fosse – disse mettendosi dinanzi a lui – ma ora non è più possibile, e tu devi andare avanti con la tua vita – disse poi alzandosi – spero che sarai felice, un giorno.. – disse mentre stava per tornare verso la slitta.
Jack stava camminando lentamente, non aveva nessuna voglia di tornare al polo e non aveva nemmeno voglia di andarsene, perché avrebbe significato chiudere per sempre con Berk, chiudere per sempre con il proprio passato, chiudere per sempre con Hiccup.
La confusione lo assalì a tal punto da farlo fermare e farlo girare, il cuore gli batteva fortissimo e delle silenziose lacrime gli velavano delicatamente il volto pallido nascosto dal cappuccio blu della felpa, tutto però si fermò quando vide che il vichingo lo stava osservando fisso negli occhi.
Inginocchiato e con il viso pallido, Hiccup prese coraggio e parlò.
Hiccup: Jack – disse con un filo di voce alzandosi lentamente – Jack! – urlò poi tentando di abbracciarlo.
I due aprirono le braccia per stringersi a vicenda, stavano finalmente per riunirsi, ma quando si strinsero la visione finì, i cristalli si dissolsero nel vento e Jack rimase li, in piedi, in mezzo alla conca, sul laghetto, con le braccia tese in avanti, ancora in attesa.
Nord allora scese dalla slitta e andò verso Jack, attendendo qualche istante.
Nord: questo è sincronia temporale – disse interrompendo il suo shock - Jack, probabilmente lui Ha visto te come noi ha visto lui – disse indicando dove prima vi era il vichingo.
Jack: vuoi dire che qualunque cosa mi ha fatto vedere il passato, a lui ha mostrato il futuro? – chiese confuso.
Nord: Esattamente, questa come già ho detto, è sincronia temporale – disse mettendo una mano sulla spalla di Jack – e c’è solo una persona che può avere organizzato tutto questo – disse serio in volto.
Jack: ma questa magia io l’ò già vista – disse con gli occhi ancora lucidi – è opera del potere di Stjerners.
Nord: può essere che non sia solo opera sua – disse sempre più convinto.
Jack: allora di chi altri? – chiese con sguardo perplesso.
Nord: Padre tempo – disse avviandosi sulla slitta – Jack tu sbriga, noi ora andare a trovare lui dopo aver riposato, perché lui deve a te più di una spiegazione – disse balzando sulla slitta.
Jack balzò anch’egli sulla slitta, ma non sapeva cosa fare o dire, sapeva solo che aveva dato un’altra delusione al vichingo che, credendolo nuovamente vivo, era sicuramente crollato a terra, senza che ci fosse nessuno ad aiutarlo a risollevarsi, o meglio senza nessuno che ne fosse in grado.
Padre tempo sembrava un’ennesima via per il dolore; cosa sarebbe successo se fosse andato da lui?
Cosa avrebbe scoperto che già non sapeva?
E dove era nuovamente scomparsa Calien?
Troppe domande e nessuna risposta.
Jack nel tragitto per tornare al polo chiuse gli occhi e sognò di un tempo ormai remoto, dove draghi e vichinghi vivevano in pace e  lui era coricato accanto a uno di loro, era nuovamente accanto al suo Hiccup.


un entusiasmante capitoli vi attende la prossima volta :)
un'imponente battaglia che lascerà tutti col fiato sospeso :D
se volete scoprire di più leggete il prossimo capitolo
Cap 11: L'invasione Di Berk

se vi piace la storia vi prego, recensite, aspetto con ansia i vostri commenti e le vostre opinioni :)
ps: le immagini di fine capitolo sono mie personali realizzazioni ;) spero vi piacciano, le aggiungerò appena posso :)
  
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